Post n°289 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da roby.floyd
Il fondatore della medicina tentava con la scienza e con l'inganno di ristabilire l'equilibrio tra i quattro umori, giacchè la bile nera, allora come ora, ottenebrava nella sua abbondanza la percezione della realtà. Si esprimeva in linguaggi e in gesti trasfigurati il medico stregone. Ma oggi la teoria dell' emotional brain sostiene il principio che le forti emozioni modificano la struttura del cervello. La malattia è un'alterazione chimica del nostro corpo, allora il pathos diventa corporeità. Questo è un viaggio diagonale attraverso la chimica delle emozioni tracciate nella carne, nelle colonne di pietra di Epidauro. Il malato viandante, travagliato dai crampi, non capisce, non legge quelle righe in greco antico, e cerca solo un farmaco che mitighi l'effetto della malinconia.
Il compito dell'arte medica è quello di ristabilire un'armonia, che è il marchio supremo della felicità (ed io ricordo Troisi, il quale, in risposta alla sua compagna che disse: "Quando c'è l'amore, c'è tutto" ribattè "No, è la salute") come la musica e la bellezza, ma non può curare chi è sopraffatto dalla malattia.
Come sappiamo, la medicina ha un limite... Un salutone.
Mi unisco alle parole della cara Sonia..
(che abbraccio forte)...
Ian Curtis occupa un posto di rilievo nel mio cuore.. nascosto tra le pieghe, Matteo lo adorava, sai? e si placava al suo ascolto.
Forse sbagliavo a farglielo sentire. Non so più niente, ho fatto quello che ho potuto, quando e come ho potuto.
grazie, Roberto.
Ian Curtis accomuna, in qualche modo, il me di adesso con il tuo Matteo di qualche tempo fa. Sai, succede che i nostri peggiori pensieri, quelli ad esempio che ci tengono desti la notte, possono trasformarsi in dolci nenie provenienti da una voce calda e densa. La speranza di ri-trovare il nostro male insito nella mente di qualcun altro a noi lontano, è il motivo che ci spinge ad ascoltare ed entrare in contatto con la tristezza di un 'altro noi' , cercare d stabilire un'empatia eterna e portare avanti questo silenzioso 'sentimento' tutte le volte che ci sentiamo isolati, ed ecco che quella lontananza che credevamo non poter colmare si trasforma in un abbraccio di note e accordi che ci riempie il cuore. I Joy Division sono stati anche questo. E poi, leggendo ciò che hai scritto, non so perchè, mi è venuto alla mente tutte le volte che hai avuto occasione di ricordare il tuo caro papà. Ecco, tutte le volte che lo hai fatto, io ho sempre pensato ad un'unica cosa: tuo padre sarebbe stato molto orgoglioso di te, anzi, lo E'.
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