Creato da inattesadi il 29/07/2006

confusione

inattesa

 

 

« TEMPOBICCHIERI PIENI-BICCHIERI ROTTI »

LA VIA DEGLI ANGELI

Post n°217 pubblicato il 14 Agosto 2008 da inattesadi

 

Tutti,

 tutti  noi abbiamo bisogno di una fortuna,la cerchiamo e la sospiriamo.

Basta fermarsi e ci accorgiamo che è proprio lì dietro l’angolo di questo mare.

Abbiamo tutti la via giusta,anche se alle volte non è proprio così

non dobbiamo darla vinta

 mai.

Io  la mia fortuna me la tengo stretta.

Mi fermo un po’ per respirare meglio.

Non mollate mai.

Ri-Posto una cosa già scritta per auguravi tutto il bene.

A presto.

LA VIA DEGLI ANGELI

La casa di Giorgio era triste,buia e vuota,i soffitti alti la rendevano ancora più smorta e silenziosa,come lui.

Giorgio aveva ritirato il vestito,gli aveva fatto dare una rinfrescata il giorno precedente.

Marta,la proprietaria della tintoria “Jefferson”,quando vide l’abito,sapeva bene cosa significasse per lui.

Conosceva la moglie da quando stavano ad abitare in quel  quartiere,e, quando Giorgio venne a ritirare il vestito lei pianse come una bambina.

Gli stava a pennello,nonostante fosse passato un anno,Giorgio non prese un etto,anzi,probabilmente era anche un po’ dimagrito.Infilò i suoi gemelli d’oro e le sue scarpe di vernice,mise la giacca,prese le sigarette e uscì di casa.

La macchina scura entrò in via Verdi,girò per viale Mefisto,costeggiò il fiume e entrò in via degli Angeli.

Era mezzanotte.

 

Carlo aveva finito l’ultima stecca di liquirizia.ormai era intrattabile,Sandra,sua moglie,non ci faceva più caso,continuava a vedere il suo reality  tutta stravaccata su quella poltrona puzzolente,non aveva cura per niente,non aveva voglia di niente.Un lavoro di cassiera,le chiacchere con la portinaia,la guida tv.Carlo aveva ben altro in mente,ma oramai la sua vita non aveva molto senso.Ora gli bastava sapere dov’era il casco e le chiavi del suo scuter.

Si chiuse la porta appresso con il casco già indosso.

Il motorino  prese Piazza Reggio,si infilò contromano in via Sinibaldi,costeggiò il fiume e entrò in via degli Angeli.

Era mezzanotte e dieci

 

Aveva appena attaccato il telefono in faccia a Marisa,era stufa di sentire le solite prediche della brava sorellina infermiera.Camilla  in realtà era sempre stata stufa di tutto.La vita per lei  aveva sempre girato al contrario,e,non aveva mai avuto il coraggio di affrontarla con i dovuti modi,ormai era un affare tra lei e lei.

Camilla quella sera aveva sfoggiato un vestito rosso fuoco scollatissimo,stivali da capogiro,e calze a rete.

Un ultimo ritocco di rossetto,un occhiata alla borsetta ,agli attrezzi da lavoro e via,pronta per diventare un’altra donna,misteriosa, come gli eroi dei fumetti che leggeva da piccola.Peccato che il suo patrigno non sapeva che a quei tempi lei fosse ancora troppo piccola per quei giochini,e,peccato per lui che non sapeva che la piccola fosse così vendicativa ,quando gli mise il veleno per topi dentro le polpette che gli aveva fatto con tanto amore quella domenica a pranzo, ormai era troppo tardi per chidere scusa.

Camilla uscita vestita così, si chiamava Moana

.Andò ondeggiando su via dei Cenci,costeggiò il fiume e entrò in via degli Angeli.

Era mezzanotte e venti.

 

 

Quella sera Lorenzo era fuori di sé,i suoi genitori stufi delle urla che provenivano dalla camera,gli avevano dato l’ultimatum.Urlava al telefono con la sua ex ragazza,lo aveva tradito con Samuel,il cretino di quartiere,un piccolo ladruncolo di periferia,il padrone dei muri della città.Aveva già avuto a che fare con lui durante la contesa per un murales.

Lorenzo sapeva che quella sera se non fosse stato attento avrebbe passato i guai,ma la rabbia lo corrodeva dentro.Lorenzo era il classico ragazzo che non aveva bisogno di un branco,e questa cosa a Fabiola proprio non andava giù,preferia  farsi vedere da tutti con Samuel,la donna del piccolo boss.

Lorenzo quella sera avrebbe fatto vendetta.Prese la bomboletta spray e la mise dentro la tasca interna del suo grossa felpa nera con il cappuccio,allacciò strette le scarpe da ginnastica  e uscì di casa inforcando la sua bici.

Le gambe di Lorenzo giravano veloci e decise come una ruota,prese via dei Quintili,un pezzo di tangenziale,voltò a destra lungo via dei Cenci,costeggiò il fiume e entrò in via degli Angeli.

Era mezzanotte e trenta

 

Marina,dopo una giornata di lavoro non rinunciava per nessuna cosa al mondo alla sua corsa notturna.

Una tuta bianca,i capelli legati,le cuffiette con qualcosa di morbido da ascoltare,qualcosa che la facesse volare da un metro da terra.

Marina uscì di casa senza fare rumore,prese via Suvereto,tagliò sul marciapiede di ponte Manzoni,costeggiò il fiume e entrò in via degli Angeli.

Era mezzanotte e quaranta.

 

Giorgio si fermò in doppia fila di fronte a uno stabile con le impalcature.

Con calma cominciò a salire in alto.La fronte alta,gli occhi profondi.Sembrava altrove,probabilmente pensava all’anno prima,e, per l’esattezza nello stesso giorno in cui ora saliva in cima al palazzo,vestito da cerimonia,con i gemelli e le scarpe di vernice.

Era vestito così quando sposò Giulietta.

Quella sera stessa lasciò Giorgio solo in quella hall d’albergo scivolando banalmente per le scale che portavano alla loro suite.

Stasera Giorgio la stava per raggiungere,tuffandosi dal quarto piano di una palazzina in via degli Angeli.

Arrivato in cima,prese una sigaretta,e,nel momento in cui la fiamma dell’accendino si accese,vide due occhi impauriti.Un gattino ferito che non sapeva più scendere dal  cornicione.

Giorgio quella sera,alla vista di quel randagio decise di riprovare ,portò con sé il gattino stringendolo a se.Decise di prendersi cura di lui.

Giorgio ricominciò a vivere.

Ancora non lo sapeva quando entrò con il suo salvatore in macchina.

 

Carlo era vicino a quel bar notturno in via degli Angeli,sarebbe entrato e ancora con il casco in testa avrebbe ordinato un fernet.

Nel giro di pochi minuti ne avrebbe bevuti molti altri.Carlo,nonostante le liquirizie non riusciva a smettere,l’alcol per lui era un modo per farsi forza.

A trentasette anni si ritrovava con un lavoro da fame,una casa triste,e, una compagna che non era più buona  nemmeno per il sesso.

Entrò troppo velocemente in quella via,si ritrovò davanti una macchina scura ferma in doppia fila con dentro un uomo che accarezzava un gatto,scivolò con il motorino proprio di fronte al bar.

Carlo non entrò nel bar quella notte,entrò in ospedale,uscì dopo un anno.

Si fratturò un braccio,ma soprattutto,i medici trovarono nel fegato di Carlo un tumore al primo stadio.

Quell’incidente lo salvò dalla morte sicura.

Carlo da quel giorno non bevve più.

All’ospedale lo andò a trovare tutti i giorni l’uomo della macchina scura.,Giorgio.

 

Moana  aveva appuntamento con Franco in via degli Angeli.

Il bar notturno di Nando quella sera era stranamente popolato,la gente era scesa in strada a curiosare per via di un incidente capitato ad un ragazzo li di fronte.C’era ancora la polizia e l’ambulanza era appena andata via.

Moana aspettava Franco per essere accompagnata al suo posto di lavoro,una statale,con una piccola area per poter accogliere i propri clienti.

Improvvisamente il telefono di Moana squillò.Era la sorella Marisa,che lasciò la giovane prostituta senza parole.Gli comunicò che era morto il patrigno,un infarto,seduto sul water e con la testa all’indietro.

Da quel momento morì anche Moana,e,Camilla tornò a casa della madre.

Si occupò di lei fino alla fine dei  suoi anni.

Trovò un posto di lavoro in via degli Angeli.

Commessa in un negozio di fumetti chiamato”Gli ultimi eroi”

 

Lorenzo arrivò in via degli Angeli tutto sudato,una macchina  nera era appena andata via,e,stava passando una prostituta che rideva e piangeva contemporaneamente,la vide andare via con le scarpe in mano.

Si infilò tra le impalcature,sotto la finestra di Samuel c’era una parete bianca.

Lorenzo aveva gli occhi iniettati dall’ira,stava agitando la sua bomboletta di vernice nera.

Aveva già un’idea su cosa scrivere,e,come scriveva Lorenzo non scriveva nessuno.

Avrebbe impresso le seguenti parole”Fabiola la dà via a tutti”.

Il giorno dopo Lorenzo sarebbe morto.

Alzò il suo braccio di artista di strada,stava per essere fatta vendetta,quando,si accorse che la bomboletta era scarica.

Quella notte per Lorenzo gli fù di grande insegnamento.Quella parete,rimase bianca.

 

Marina entrò in via degli Angeli,deserta,buia,silenziosa,talmente silenziosa che si sentiva Romeo and Juliet dei Dire Straits in sottofondo dalle sue cuffiette,improvvisamente da dietro le impalcature vide sbucare un ragazzo.

Era sudato e piangeva amaro,aveva una felpa nera col cappuccio troppo grande per lui, e in mano una bomboletta di vernice.

I loro sguardi si incrociarono.

Fu immediatamente amore.

Marina e Lorenzo si sposarono poco tempo dopo.

Quello fu un amore tra i tanti che se ne possono trovare in giro.

Soprattutto qui

Nella via degli Angeli

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 51
 

ULTIME VISITE AL BLOG

inattesadiILARY.85JustForMeesteve5959mariomancino.mva_lentina81macrocostruzionipiccoli_frammenticazzoneduro5Smilla79rsempdelfino.1970DIAMANTE.ARCOBALENODani03el
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963