Creato da inattesadi il 29/07/2006

confusione

inattesa

 

 

TEMPO

Post n°215 pubblicato il 15 Luglio 2008 da inattesadi

Era il tempo che non faceva piovere più,

crescendo e camminando nonostante tutto.

Guardavi il cielo come se fosse una promessa

e, rompendosi in mille pezzi, i pensieri si accumulavano

come un callo che batte sullo stesso punto.

Imprecisa come un canestro si piegava

la sensazione di sicurezza lungo le tue braccia fine e lunghe.

Però, niente e nessuno ti strapperà la palla,

nonostante i balzi e le finte scontate.

Era il tempo che ci rendeva così forti da tenerci saldi al terreno,

pilastri conficcati

giù lungo questa bucata città eterna.

Le piante del balcone hanno cercato la notte per dissetarsi,

come le labbra asciugate dai miei voli atterrati sui tuoi baci.

Luglio si inarca dolcemente come una barca ferma in mezzo a un mare calmo.

Gli  autobus partono come formiche solitarie.

Sulle corsie di centro il tuo profumo si siede

tra le maglie dei nostri destini affamati.

Mi fermerò a fare benzina sulla corsia di destra calda ed assolata,

il ragazzo dell' IP mi chiama “caro”

portandomi via strada, soldi e concedendomi bollini extra.

E’ tempo che  vada anche io.

 
 
 

GRANELLINI DI SABBIA

Post n°214 pubblicato il 21 Giugno 2008 da inattesadi

Leverò tutta la terra da sotto le scarpe,ci costruirò una strada.

 Tu non lo puoi sapere, ma io avanzo sempre un po’,

 non si vede ma quelli che conto sono granellini di sabbia.

Senti il prurito dietro il  collo e insieme al suo candore

 oltrepassa il mio viso stanco.

Senti solletico, è il mio fiato che ti parla piano.

 Come sono fortunato nonostante il fatto che io

 prima o dopo ho sempre pagato.

Leverò tutta la terra da sotto le scarpe,

mi incamminerò sul tuo sentiero senza più cercare né rime né coincidenze,

sarà come entrare,

uscendo dalla mia stessa giocata sbagliata .

 
 
 

TEMPO CHE VERRA'

Post n°213 pubblicato il 14 Giugno 2008 da inattesadi

Loro due, una macchina per fuggire,

Loro due per sempre così,senza capire,

senza pensare cosa potevano incontrare.

Improvvisamente tra il cielo e il proprio collo

un fiato, un solco nascosto e prolungato.

Chissà che cosa è stato.

Chissà tu dove sei stato.

Lei, in una nuvola di fumo respirava il dolore e sputava la delusione,

gomiti puntati sulle ginocchia,

pieghe come onde schiumate dai propri indici

rigirava ciocche di capelli a gomitolo,

come in un giro tornava sciolta e poi raccolta.

Non sapeva se era ancora disposta ,

non si era ancora proposta.

Lui,disteso su un mucchio di pensieri e di parole

buttate a caso in una nuova canzone.

Un altro caffè e un altro amico perduto in un fosso,

combattente combattuto e distrutto da chiunque e da niente,

se era quella la direzione chissà,

ma era inghiottito ora o oramai dalla birra

dalla televisione e dal tempo che verrà

Loro due uccisi dalla monotonia

Loro due e giorni tutti uguali

Loro due senza saper che dire senza saper che fare.

Senza frugare le tasche ,senza  sapere che cosa stancasse.

Correvano veloce per paura di fermarsi per guardarsi intorno,

passare ogni giorno senza fare nemmeno un conto.

Era sufficiente rallentare per sapere che era un viaggio senza ritorno.

Loro due uccisi dal loro stesso embrione

Loro due sconfitti da un giovane dolore.

Correvano veloce,

il finestrino abbassato per fare uscire il fumo

 e insieme a lui tutto l’amore.

Sul sedile posteriore un raggio di sole.

Lei osservò assorta un nuovo colore.

 
 
 

SEGNI PERDUTI

Post n°212 pubblicato il 05 Giugno 2008 da inattesadi

La mia chitarra è chiusa nella sua custodia rigida da troppi anni.

I miei polpastrelli hanno ormai perso il caratteristico calletto che si forma quando si imprimono sulle corde.

In realtà non sono solo questi i miei segni perduti.

Alcuni sono arrivati  senza chiedere permesso alloggiando i propri bagagli.

Ho ferite talmente  profonde da fare tremare il più tosto dei pirati del mare,ma sono particolari.

Penso che bisogna guardare ancora più profondamente,

in fondo c’è il fondo e tutti noi ne conserviamo il più magnifico dei tesori.

Tutti hanno un aereoplanino nascosto negli abissi segreti delle proprie tasche

sognando oggi,come ieri,come domani di farlo decollare.

La mia carriera professionale ha subito un sobbalzo. Non và bene.

Cambiare rotta sapendo già che non và bene così e come partire senza carburante

E’ come quando una coppia si sta per sposare e lui confida al suo migliore amico che

 “Ormai è giunta l’ora,indietro non si torna”

Mi è capitato di non aver paura,sterzare,

 ripartire svoltando proprio lì in quella strada che evitavo sempre.

 Credo di non essere l’unico che sia capitato di tornare casa talmente svuotato da costringere di annegare il proprio fegato in qualche veleno,cercando,raschiando anche il più brutto ciel sereno.

“Ti dimostro che la mano c’è l’ho”,

lo dimostro a me stesso come so trattare le persone che non conosco,

ti posso assicurare che certe cose non si trovano scritte in nessun manuale,

ti viene se c’è in te,e,

ognuno può disporre della propria mano.

Presto andrò a comperare sei belle corde nuove per la mia acustica.

Sono un principiante lo so.

Ma è ora che tornano a casa,

magari con l’areoplanino

tutti i miei segni perduti.

 
 
 

E CHE SIA QUEL CHE SIA

Post n°211 pubblicato il 20 Maggio 2008 da inattesadi

Aspetto in questa via spenta e silenziosa che il cielo si colori.

Volano fumi di camini ancora accesi .

Svesto il sole spento e speranzoso,

 mi intorpidisco di vino dolce restando avvolto

nel caldo della sera,

le coperte sono le tue braccia,

i cuscini i tuoi seni bianchi,

le parole i sospiri tiepidi ovattati,

tra le tue  mani le mie labbra.

Sono morbidi i nostri stessi ricordi

 si chiudono gli occhi come neve a fiocchi sulla lana.

Manometto questa vita priva un po’ troppo controllata.

Mi reggo forte forte contorcendomi in un torbido equilibrio.

Mi ricordo, sono un albero,

so che come si scende,un appoggio e poi un’altro,

poi si sale piegandosi un po’.

 Lo vedo,il silenzio silenzioso fischiando con vento tra le ancore.

Io mi inerpico,

 salvandomi in un guscio tra il rosso e il bianco,

il vero e il falso,il giusto ,lo sbaglio.

Tutto ciò che sono non è molto,

e non necessariamente impersono quello che tu vorresti che io sia.

Aspetto che l’inganno mi saluti da lontano

e che io non mi abbandoni in qualcosa che non voglio.

Mi rivesto svestendomi dei sogni lasciati nell’angolo di questa via.

Nella sera calda mi guardi e mi sorridi mentre il cielo

 si colora d’improvviso pastello.

A domani,

e che sia quel che sia

 
 
 

IL TUO STESSO PASSO

Post n°210 pubblicato il 10 Maggio 2008 da inattesadi

Preferirei bere un caffè,

girarmi intorno su me stesso senza ritrovarmi in questa stessa via.

Preferirei mangiare all’aperto,

giocherellare tra le stelle insieme il tuo sorriso che poi ride e dopo

 mi sfiora le mani.

Girano tutte in tondo queste persone che non sanno cosa fare, dove andare.

Il marito di quella donna  si riavvia seguendola tra le offerte migliori.

Senza più guardarsi indietro.

Il mio nome è questo,

sono scritto tra i numeri e i loghi colorati.

E tu? Chi sei? Cosa  fai?.

Fossi in me mi riguarderei se potessi,

se avessi uno specchio, se avessi gli occhi liberi,lo farei adesso,

poi penso.

Ripenso a te che mi dici quanto valgo e quanto sono capace,

ma c’è vento tra i miei sospiri e non c’è tempo,

ne ho giusto un po’ per mantenermi felice.

Un passo alla volta , mi ripeto tra i denti.

Ripeto ancora,

quando tutte queste cose avranno i loro incastri

 io potrò carezzarmi i capelli.

Quando tu avrai i tuoi piedi tra le mie scarpe

 potremo portarci una cena e un letto.

La fortuna è grattata e spesso ripagata tra le pieghe delle nostre bocche vicine.

Che ne pensi se mangiassimo fuori, bagnati dalla luna?

Il resto verrà.

Lo vedi? In tondo non c’è più nessuno,

sono andati via persi tra i voli e pensieri,i menti bassi e i desideri.

Riapro gli occhi

come si aprono persiane che si inondano di sole rosso sceso in questa sera

Che giustizia bella e divina

 camminarti accanto e cercare

il tuo stesso passo.

 
 
 

IN FILA PER SALIRE

Post n°209 pubblicato il 02 Maggio 2008 da inattesadi

Che ora è? E’ tardi lo sai.

Tu dove sei? Chissà cosa fai.

Pagherei per poterti baciare

e guardarti così, senza parlare.

Cosa farei per farti capire che c’è un giorno ,un tempo

per lasciare tutto e poter andare.

Lascia stare, dimentica questo vento

Lascia andare le onde di questo mare

Lascia scoprire ogni tuo piccolo tormento

che senti da lontano.

Un altro giro della giostra dei tuoi occhi

 io in fila per salire e poterli guardare.

 

Che giorno è? E’ lontano oramai.

Tu lo ricordi? Chissà se piangerai.

Pagherei per poterti parlare

e baciarti così, senza guardare.

Cosa farei per farti partire perché c’è un tempo,un giorno

per andare tutto e poter lasciare.

Lascia stare,dimentica questo sole

Lascia andare le stelle di questo cielo

Lascia scoprire ogni tuo piccolo sentimento

e tendi la tua mano.

Un altro giro della giostra dei tuoi occhi

 io in fila per salire e poterli guardare.

 
 
 

RADICI

Post n°208 pubblicato il 25 Aprile 2008 da inattesadi

Soltanto quando il colore dei tuoi occhi

si perdono tra le gole dei paesaggi già visti.

Soltanto quando il gioco dei nostri nomi chiamati

 si chiudono e  tutt’intorno non c’è niente.

Soltanto quando le nostre gambe camminanti

si danno il cambio per non stancarsi.

Se ne avessimo ancora un po’?

Se sarà così non ci staneranno

 come insetti agli angoli di questo muro.

Non ci ritroveremo colti tra le ortiche

Ci  guarderemo comunque felici

perché vorrà dire che ci siamo ancora.

Potremmo viverci  senza doverci  ferire

e come sarebbero dolci questi tagli.

Soltanto quando,

 stendendoci sulla schiena

di un albero curvo

ci accorgeremo come sono forti

 le nostre radici.

 
 
 

SOTTO SPIRITO

Post n°207 pubblicato il 22 Aprile 2008 da inattesadi

Ora sono qui, adesso senza un ieri ,senza un domani                                                                     

ora sono vivo con due scarpe un cuore un naso per poter respirare

due occhi per poter guardare.

Ora sono immerso ,quasi perso

nel vento nel sole nella pioggia

qualsiasi tempo, qualsiasi giorno, in ogni momento

penso.

Penso che potrei riuscire ad amare almeno una cosa,

basta il sentimento,ma non ho tempo.

Penso che potrei infilarmi una calzamaglia di lana e volare via,via

cercare qualcosa anche inutile

ma che sia vera momentanea.

Ora sono appeso nei grigi silenzi di illusioni

e nei torpori di bione stagioni

solo adesso

adesso e per sempre.

 

Saremo noi.

Sopra ogni respiro sopra la neve.

Sopra ogni giorno pensato.

Sopra ogni idea detta e sognata.

Saremo noi trovati,solo uno sguardo un bacio.

Sopra il tavolo del vino lasciato a respirare

Ci penseremo un giorno.

Magari domani

......---

 

Ora sono intenso,adesso senza immagini ,senza colori

ora senza te, con cento pensieri ,con mille cassetti per poterli contare

i tuoi occhi lontano lungo un fiume.

Ora sono incerto,quasi matto

nei tuoi limpidi discorsi quasi

qualsiasi gesto,qualsiasi volo,in ogni deserto

penso.

Penso che potrei seguirti almeno una volta,

basta il sentimento,ma non ho tempo

Penso che potrei infilarmi in un gelido inverno e scappare via,via

pensare a qualcosa di veramente vero

che sia un sogno senza risveglio.

Ora sono solo nelle tende dai forti colori

e nei sapori di dolci alveari

solo adesso

adesso e per sempre.

 

Saremo noi.

Sotto ogni ricordo sotto la cenere.

Sotto ogni giorno in ritardo.

Sotto ogni parola detta e ingoiata.

Saremo noi sconfinati,solo un gesto un saluto.

Sotto lo spirito di un uva lasciata e dimenticata.

Ci troveremo un giorno..

Magari domani

ritorno

 
 
 

AD OGNIUNO IL PROPRIO VOLO

Post n°206 pubblicato il 13 Aprile 2008 da inattesadi

Finalmente Felipe vide  la porta aprirsi.

Aveva paura
Natalia uscì dall’ombra come una lucetta improvvisa.

Sentì il bisogno di tenere quell’ immagine ancora un secondo prima di farla  appassire.
Felipe quella mattina era andato per la valigia marrone.

Natalia gliela diede tenendolo sulla soglia.

Aveva i  piedi scalzi.

 Felipe  spaiava tutti i suoi calzini.

Fu’ quello  l’ultimo argomento di discussione .

Aveva gli occhi gonfi.
Molto tempo fà la valigia profumava di pelle nuova.

Allora  tutto  si confondeva, le cose dette e  fatte  male si dimenticavano  istantaneamente.

Ma adesso aveva solo ricordi brutti.

Felipe  rimase con la  porta a un centimetro dal  suo naso grande.

Tutte le parole rimasero senza voce dentro quel condominio silenzioso alle porte di Madrid.

Aveva perso tutto.

Non era nemmeno sicuro se  il biglietto per Roma fosse dentro la sua tasca .

Se avesse varcato la vita di Natalia magari tutto sarebbe tornato come prima.

Aveva molta fantasia.

Se la valigia si  fosse imbarcata? Se fosse  rimasta sullo zerbino?
Lei disse qualcosa, ma oramai lui era diventato sordo.

Aveva gli occhi fissi sulla porta chiusa. Era rimasto solo con la valigia.

Ci pensava ancora  mentre il rullo trasporta persone lo dirigeva al check-in.

Si stava allontanando da quei piedi nudi,da quello sguardo severo e da quell’appartamento.

Allora la valigia marrone era in esposizione in quel bellissimo negozietto,Natalia insistette perché Felipe l’acquistasse. Era una giornata piena di luce e di vento e non importava dove fossero e cosa facessero. Gesticolava con le mani dispensando al venditore  sorrisi e battute .

 Felipe cercava disperatamente la sua carta di credito.

Scrisse sul pos 180 euro .

Accadde un centinaio di anni fa.

 Imbarcarono la valigia ,  volo 104 diretto per Roma.

Felipe prese il suo posto,allacciò la cinghia liberandosi la mano dalla mano.

Una ragazza sorridente gli offrì un caffè,lui sorrise.

L’aereo sorvolava le nuvole.

Felipe finì con l’essere felice.

 
 
 

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