Creato da kalikaam il 17/06/2010

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Non basta detenere software pirata per violare il copyright

Post n°194 pubblicato il 26 Gennaio 2011 da kalikaam
 

Non basta detenere software pirata per essere condannati per violazione del copyright. Bisogna provare anche il loro effettivo utilizzo o copia da parte dell'imputato. Sono queste le motivazioni, appena uscite, di una sentenza sui generis con cui il Tribunale di Roma (V sezione) ha assolto, a novembre, un imprenditore italiano. Nella sua azienda la Guardia di Finanza aveva trovato 270 software privi di licenza, distribuiti su 103 computer. C'erano prodotti Microsoft, Symantec, Adobe e persino un ampio armamentario di file crack presenti su un server usato da circa 300 persone, per aggirare le protezioni di quei software.

Microsoft si era si era costituita parte civile nel procedimento penale chiedendo danni per centinaia di migliaia di euro. La Bsa aveva fornito ai militari della Guardia di finanza il personale per l'accertamento tecnico della violazione e la valutazione sul costo dei singoli software.

In particolare, «si legge nella sentenza che la detenzione di software sprovvisti di licenza o con licenza scaduta (cioè pirata) non configura il reato di violazione del copyright. Anche se all'interno dei computer vengono trovati i dispositivi di aggiramento tecnologico in grado di far funzionare i software senza licenza, quelli che in gergo vengono chiamati crack».

«Applicando anche i principi già stabiliti dalla Corte di Cassazione in riferimento al mancato obbligo di apposizione del bollino SIAE sui supporti informatici, il Tribunale ha ritenuto che senza la prova della duplicazione del software da parte dell'imprenditore e senza quella dell'effettivo uso dei crack sulle singole macchine, il fatto non sussiste», «la sentenza esonera di conseguenza l'imprenditore dal pagare la multa di 284 mila euro applicata dalla Guardia di Finanza».

L'imprenditore ha insomma affermato di non sapere chi avesse messo quei software sui computer della sua azienda. A quanto è dato sapere, i software venivano utilizzati nel settore della formazione, in un contesto non commerciale, da una società che era riconosciuta come laboratorio di ricerca accreditato presso il Ministero dell'Università e della ricerca scientifica. «Fra i corsi erogati alcuni riguardavano proprio l'educazione alla legalità nel settore della proprietà industriale».

fonte: ilsole24ore.com

 

 
 
 
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