Così adesso la Francia si avvierebbe a diventare un paese fascista?
Non sarà che del termine “fascista” se ne faccia sempre un uso improprio…?
Chi si aspetta ordine, rispetto della legge, sorveglianza sull’operato del cittadino, potenziamento dei controlli di polizia e magari non parli di eguaglianza sociale è un fascista?
Il risultato delle “regionali” francesi non è che la reazione a ciò che il terrorismo di matrice islamica provoca, in termini di destabilizzazione e morte, in quella terra e in molti altri luoghi del pianeta.
Era ampiamente prevedibile.
La gente è intimorita e indignata, e come tale risponde.
E’ pur vero che il nostro famoso “stile di vita” all’occidentale viene minacciato, ma non c’è dubbio che permissivismo, tolleranza, accondiscendenza, allentamento delle misure di sicurezza a protezione dell’incolumità dei cittadini, tutti fenomeni legittimati sconsideratamente dai governi europei di questi ultimi decenni, siano alla base del degrado, sempre più profondo, che la società subisce giorno dopo giorno, per l’incapacità, ormai conclamata, di autoregolamentarsi.
Non vorrei adesso addentrarmi in un lungo, quanto poco proficuo, discorso sulla “democrazia”, parola usata e abusata, al pari quasi di “fascismo”… Voglio solo dire che di “regole”, in una comunità, sia essa la più primordiale, non se ne può fare a meno.
Ebbene, evidentemente, in Francia la gente reclama regole.
Ed il rispetto di esse!
Lassù, l’immigrazione musulmana la conoscono da tempo. Tanto è vero che i “loro” terroristi sono anche “loro” concittadini. Quegli elementi, per intendersi, cui Bersani era tanto voglioso di dare uno status, anche qui in Italia, tramite il riconoscimento dello ius soli.
Ma alcuni di essi erano male piante…, erano aspidi cullati in seno…, probabilmente perché oggetto di troppi riguardi…, di eccessivo rispetto per le loro esigenze, prima tra tutte quella di pretendere luoghi di culto in una terra dalle tradizioni, anche religiose, totalmente diverse dalle loro…, di continuare imperterriti a condurre un’esistenza musulmana e islamica in un contesto europeo, da cui l’islam è stato estromesso da secoli (eccezion fatta per Albania e Bosnia, cui non son state estranee, comunque, terribili tragedie, anche recenti, vedi Srebrenica)…, di accampare diritti… diritti… diritti…
…e puntualmente di lagnarsi per non esser trattati bene abbastanza.
Chissà, forse in Francia, ma anche in Germania, in Olanda, in Belgio, in quei posti, dove l’immigrato doveva magari mostrar gratitudine per un lavoro, un’istruzione, un’esistenza dignitosa che gli son stati offerti in alternativa alla disperazione del suo paese d’origine, si stanno stufando di lambiccarsi il cervello su cosa di nuovo inventare per offrire accoglienza e integrazione, violentando, per contro, il proprio sistema, le proprie regole, la propria cultura millenaria.
Perché, parafrasando l’antico detto del “sordo”, non c’è peggior estraneo di chi non vuole integrarsi.
Inviato da: misteropagano
il 08/02/2017 alle 15:53
Inviato da: jigendaisuke
il 03/02/2017 alle 16:02
Inviato da: jigendaisuke
il 03/02/2017 alle 16:00
Inviato da: malware_jinx
il 03/02/2017 alle 13:48
Inviato da: jigendaisuke
il 03/02/2017 alle 13:20