MANU CHAO
A qualcuno potrebbe servire....
A me è servito..
BERGAMO
AED FEMMINISMO (associazione Educazione Demografia)
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N...
Lettera di un'amante
Post n°41 pubblicato il 07 Marzo 2010 da Clandestina_74
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Post n°40 pubblicato il 16 Gennaio 2010 da Clandestina_74
Per scrivere le parole più vere quelle che non troverai sull'altro blog quello di lustrini e stelline, ultimamente nemmeno mi somiglia... è da qui che riparto con la mia anima ferita e con la voglia di te che mi consuma, sono preoccupata in questi giorni tra neve e gelo e mi faccio violenza si mi faccio violenza per non scriverti come stai... Lo faccio per non rendermi redicola ai tuoi occhi per non ricevere le solite risposte del caxxo... Mi rifugio qui e scrivo i miei pensieri qui dove non li leggerai e dove sono libera di essere quella che sono... Una clandestina... |
Post n°39 pubblicato il 29 Marzo 2009 da Clandestina_74
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Post n°38 pubblicato il 23 Novembre 2008 da Clandestina_74
La violenza sulle donne, di età compresa tra i 15 ed i 44 anni, miete più numero di vittime che malattie, come il cancro o gli incidenti stradali Il 25 novembre incolla il manifesto ed il suo messaggio sul tuo blog!! Facciamo in modo che tutti nella stessa giornata abbiamo questo messaggio di protesta! Facciamolo girare!! Inoltre, la notte tra il 24 ed il 25 novembre 2008 accendi anche tu una candela, illumineremo tutti insieme questo giorno nella memoria di tutte le donne vittime di violenza. |
Post n°37 pubblicato il 07 Ottobre 2008 da Clandestina_74
Un Uomo venuto da molto lontano Un Uomo venuto da molto lontano. Un uomo che parte vestito di bianco Per mille paesi, non sembra mai stanco Ma dentro i suoi occhi un dolore profondo Vedere il cammino diverso del mondo La guerra e la gente che cambia il suo cuore La verità che muore. Che caino sono pure io |
Post n°36 pubblicato il 28 Settembre 2008 da Clandestina_74
Arriva l'autunno, il primo freddo, le città piene di gente che corre a destra e a sinistra, barcamenandosi trai vari impegni. Le spiagge finalmente vuote. Per chi ama il mare è il momento. Il momento delle passeggiate sulla riva, con calma, in silenzio, col freschetto che ti fa nenir voglia di raggomitolarti dentro la giacchetta. È il momento di ricominciare a sentire l’odore del mare, del mare e delle onde, e delle conchiglie, e delle alghe. Odori che in estate non si possono sentire, sommersi dai profumi di olii, creme e tutto. Odori che sembra non possano tornare più, ed invece eccoli qua. E non fa niente se tira un po di freddo, perché vale la pena perdersi in questa spiaggia, a raccogliere conchiglie, a scrivere il nome sulla sabbia, a leggere un libro, o semplicemente seduti ad ascoltare le storie che, come sempre, il mare ci racconterà. |
Post n°35 pubblicato il 14 Settembre 2008 da Clandestina_74
- Ciao dove mi porti di bello? Dissi salendo - Dove vuoi tu, sono hai tuoi ordini! Lui si rivolse verso di me e vidi il livido sulla sua guancia. - Ti fa male? - No! Stai tranquilla, dimmi dove vuoi andare? - Al mare, ho tanta voglia di vederlo! Lui sorrise. - Temo di non poterti accontentare, non abbiamo tempo per l’andata e il ritorno, inoltre domani mattina alle otto ho un aereo per Zurigo. Quelle parole furono una pugnalata, avevo appena scoperto di essere innamorata di lui e lui che fa? andava via, avrei voluto fargli mille domande ma sapevo di non averne il diritto, accesi una sigaretta sperando di dissimulare la mia tensione. Lui accese la macchina guido alcuni istanti in silenzio poi disse - Visto che non esprimi nessuna preferenza decido io. Ti porto al lago, non sarà il mare ma l’acqua c’è. - Vada per il lago risposi io. Rimasi in silenzio per tutto il tragitto, riuscendo a stento a trattenere le lacrime che bruciavano sotto le palpebre ma non dovevo piangere davanti a lui questo no, sarebbe stato come confessargli il mio amore. Arrivati a destinazione, mi guardo e disse - Per favore, dimmi cosa c’è. Non hai detto una parola da quando ci siamo visti. Se non volevi venire bastava dirlo. Le lacrime cominciarono a scendere dal mio viso, tanto copiosamente, da farmi sembrare una fontana, cercai di spiegargli che piangevo per il livido sulla sua guancia ma non mi credette. - Non mentirmi. Ascolta possiedo un appartamento, se ti va possiamo salire cosi mi racconti con calma quello che ti fa stare cosi male. Le lacrima m'impedirono di rispondere, annuii semplicemente col capo. Salimmo le scale e arrivati all’ultimo piano, entrammo in un elegante appartamento arredato con sobrietà ed eleganza, mi lasciai cadere sul divano bianco, lui mi venne vicino e disse - Michela, non credo che tu stia piangendo per il livido sulla mia guancia, certo non farà un bell’effetto domani in tribunale ma potrò sempre affermare che il mio cliente mi ha scagliato contro un posacenere in un eccesso d’ira. Spero soltanto che tu non abbia dovuto sostenere un nuovo scontro con il tuo ex. - No, non l’ho nemmeno incontrato. Forse ieri sera sei riuscito a spaventarlo, per questo ti ringrazio molto. - Allora, se non stai piangendo per Emilio ti prego dimmi cosa ti preoccupa, so ascoltare anche io. Inoltre se ti posso essere d’aiuto lo farò volentieri. Gli sorrisi, il suo atteggiamento nei miei confronti mi stupii, quindi guardandolo nei suoi profondi occhi azzurri dissi. - Sto piangendo … Mi interruppi cercavo le parole più adatte ma non le trovai. Lui mi guardò con aria interrogativa e incalzo. - Non preoccuparti, avanti dimmi cosa c’è? - La verità è che la tua partenza di domani mi spaventa, perché mi sono innamorata di te. Mi aspettavo che davanti a quella confessione, lui scoppiasse a ridere, invece mi guardò serio e disse. - Sai quanti anni ho? - 35 credo ma la tua età non mi preoccupa, lo so che ci conosciamo da poco anzi pochissimo tempo, ma la verità è che credo di essermi innamorata di te. Lui sospirò. - Abbiamo combinato un casino, poiché anch’io provo qualcosa di non troppo normale per te. Anche se hai solo 22 anni e io ne ho 37 e continuo a ripetermi che tutto ciò è assurdo, ma da quando ti ho incontrato quel giorno nel parco, non faccio che pensare a te. Poi si chinò a baciarmi. Fu un bacio appassionante che ebbe l’effetto di togliermi il respiro, ci trovammo entrambi stesi sul divano, ricordo, di aver slacciato alcuni bottoni della sua camicia, quando lui mi fermò prendendomi le mani. - No. Aspetta non deve succedere cosi, che ti possa sembrare una cosa senza significato, una sveltina e via. Ci tengo a te per farti questo anche se il mio desiderio, è pari al tuo… Guardati! Solo allora mi accorsi, di non avere più la gonna mentre la camicetta slacciata lasciava scoperti i seni. Improvvisamente mi sentii in imbarazzo. - Dove posso trovare il bagno? - La seconda porta a destra. Raccolsi la gonna e andai in bagno a vestirmi, quando lo raggiunsi lui aveva versato un whisky per entrambi e sorridendo mi porse il mio. - No grazie. - Scusami, avrei dovuto immaginare che tu non bevessi alcolici. - Non ti devi scusare, non potevi saperlo. - Se guardi in frigorifero puoi trovarci della coca cola. - Grazie la prendo volentieri. Presi la coca e mi sedetti accanto a lui e per alcuni minuti, restammo in silenzio ammirando il lago, poi lui si alzo. - Usciamo, rimanere qui mi fa venire strani desideri, una volta sono riuscito a trattenermi ma due è chiedere troppo. - Va bene. E così dicendo mi alzai sulle punte dei piedi per baciarlo. La passione riesplose in noi e i propositi di poco prima svanirono, stavolta nessuno di noi si fermò e facemmo l’amore. Non era la prima volta che facevo l’amore con un uomo, ma con lui fu qualcosa di diverso di meraviglioso, fra le sue braccia dimenticai ogni cosa nulla mi importava volevo essere sua. Quando riprendemmo il controllo delle nostre emozioni, passammo molto tempo in silenzio tenendoci per mano. Fu lui a rompere quel silenzio magico. - Mi dispiace ho perso il controllo non volevo. - Non è colpa tua, l’abbiamo voluto entrambi. - Si lo so. Ma io ho 14 anni in più, dovrei sapermi controllare. - Mi stai facendo sentire una stupida, sei forse pentito di quanto è successo? - No, non volevo dire questo credimi è stato bellissimo. |
Post n°34 pubblicato il 14 Settembre 2008 da Clandestina_74
Mi liberai da quella presa. - Vattene! Lasciami in pace! rimango qui con lui e in quanto a te non farti più vedere le tue minacce non mi fanno più paura. Quelle parole fecero perdere definitivamente la testa ad Emilio, il quale comincio ad urlare termini offensivi nella mia direzione minacciando che non sarebbe finita così. Solo quando lo allontanarono mi accorsi che stavo tremando, Nicolas notando il mio stato d’animo mi riaccompagno al tavolo, io tenevo lo sguardo basso non avevo il coraggio di guardarlo in viso e riuscii solo a mormorare: - Ti fa male? - No! Stai tranquilla! Tu piuttosto stai tremando prendi bevi. Disse lui offrendomi un sorso del suo whisky nel tentativo di calmarmi poi cercando di sdrammatizzare la situazione disse ridendo - Almeno m'avesse colpito sul naso, avrebbe risolto il mio problema del naso storto! - Domani avrai tutta la guancia gonfia dissi mentre lo accarezzavo con le dita. Toccarlo mi diede i brividi, tanto che misi immediatamente fine a quel pericoloso contatto e accasi una sigaretta. In quel momento notai che dopo il pietoso spettacolo offerto da Emilio il nostro tavolo attirava gli sguardi incuriositi di molte persone presenti nel locale. Quegli sguardi mi imbarazzavano al punto che dissi: - Possiamo andare via, qui abbiamo dato spettacolo, mi sento in imbarazzo. - Va bene. All’esterno del locale però trovammo un’amara sorpresa, Emilio, ci attendeva appoggiato alla mia macchina vedendolo Nicolas disse - Michela prendi le chiavi della mia macchina. E’ la Bmw blue accanto alla tua. Sali e aspettami. - Lascia che lo affronti io - Mi hai riferito che ti ha picchiato in più di un’occasione, non vorrei che la cosa si ripetesse. Era un argomento convincente e segui il suo consiglio, anche se dall’ interno dell’auto cercai di cogliere parte della loro conversazione, ma le voci mi giungevano indistinte. Alcuni minuti dopo Nicolas mi raggiunse. - Stai tranquilla, credo che il tuo ex non ci darà più fastidio. - Cosa gli hai detto? - Dimentichi che sono avvocato? Gli ho semplicemente spiegato che picchiare la gente, minacciarla e pedinarla sono tutti reati perseguibili e che io in qualità d'avvocato ti ho suggerito di sporgere denuncia. Spero che la paura basti a tenerlo buono. - Vedi che tutto sommato fare l’avvocato ha i suoi vantaggi? - Devo ammettere che questa volta la mia professione si è rivelata utile, ma sono cose che avresti comunque dovuto sapere pure tu al 2 anno di legge! Ma… no stasera non mi va di riversarti addosso le mie paranoie, non mi sembra giusto. Mi rivolse quindi un sorriso amaro. In quell’istante capii che l’avrei amato per sempre, non m’importava quale fosse la sua età, ero innamorata di lui, mai in vita mia avevo provato emozioni tanto intense cosi come quando sfioravo la sua pelle. Emilio mi appariva lontano e sbiadito nel tempo, come si ricorda un brutto sogno il mattino. La parte razionale di me mi metteva in guardia, davanti ad emozioni tanto violente e sconosciute ma non ascoltai. Lui mi guardo e forse intuii i miei pensieri. - Ti accompagno a casa, non vorrei che ti seguisse. Detto ciò si chinò a baciarmi la fronte. Tornai a casa, senza incidenti sulla soglia del cancello ci demmo appuntamento per il giorno seguente, salutandoci con un leggero bacio sulle labbra. Quella notte dormii malissimo, pertanto la mattina successiva profonde occhiaie segnavano i miei occhi. La cosa non sfuggi a mia madre che mi chiese se c’era qualcosa che mi preoccupava; mentii affermando che avevo avuto l’ennesima discussione con Emilio a causa della sue scenate e che stanca di quelle continue e inutili gelosie, avevo troncato. Avevo aspettato qualche giorno a riferire della rottura del fidanzamento nella speranza di sistemare la situazione e poter comunicare la notizia affermando che la decisione era stata presa unilateralmente, non che la cosa avesse importanza ma quella mi sembrava la soluzione migliore, ora però gli avvenimenti della sera precedente avevano fatto precipitare la situazione. Tacere ancora sulla fine della mia relazione non aveva senso. Ovviamente non riferì i particolari e nemmeno accennai della mia nuova conoscenza. Passai l’intera mattinata fantasticando sul mio nuovo amore; i miei genitori attribuivano il mio strano mutismo alla tristezza per la conclusione della mia relazione e non chiesero ulteriori spiegazioni. Nel pomeriggio mentre andavo all’appuntamento, temevo di essere seguita tanto che nel tentativo di depistare un possibile inseguitore cambiai direzione molte volte, non ci furono comunque problemi. Quando raggiunsi il luogo dell’appuntamento e lo vidi fui investita da mille emozioni, volevo lui e solo lui, sapevo che forse avrei sofferto che avrei dovuto stare in guardia, soprattutto dopo quanto mi aveva riferito Valerio ma decisi che soffrire per lui poteva valerne la pena e comunque anche troncando già in quel momento avrei sofferto. Accantonai quei tristi pensieri adesso eravamo lì insieme nulla aveva più importanza. |
Post n°33 pubblicato il 13 Settembre 2008 da Clandestina_74
Bacchettoni e puttanieri sarebbe carino riparlare di questo fra qualche mese, dopo che milioni di elettori del cdx saranno stati arrestati. o no ? Bacchettoni e puttanieri di Gad Lerner
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Post n°32 pubblicato il 12 Settembre 2008 da Clandestina_74
Arrivata nei pressi della mia abitazione vidi la macchina di Emilio che ne ostruiva l’accesso, dell’ingresso di casa mia. Era troppo! Scesi dall’auto pronta a sostenere una discussione con lui. - Cosa cavolo ci fai qui! - Non sono io che devo darti spiegazioni ma tu! Cosa diavolo ci fai ancora a zonzo quando dovresti essere a casa da almeno tre ore? - Sono stanca delle tue scenate, smettiamola di farci del male, chiudiamola qui! - Ti prego non fare cosi io ti amo da morire mi sei indispensabile coma l’aria che respiro non mi puoi lasciare. Non risposi e mi diressi verso casa senza voltarmi. Non mi voltai neppure quando lui si mise ad urlare le sue minacce - So che c’è un altro uomo ma ti giuro che tu e quel bastardo la pagherete cara, se osi lasciarmi…chiusi la porta non volevo sentire il resto di quella frase. Il giorno seguente Emilio mi telefonò. - Michela, volevo scusarmi con te per ieri sera. - Emilio, ti prego lasciami in pace, io non ti amo più. Lo dissi tutto d’un fiato il coraggio che negli ultimi mesi era venuto meno era tornato. Avevo deciso che nonavrei più avuto paura di lui. - Allora è vero hai un'altra storia? La sua voce si udiva appena, l’avevo colpito e la cosa mi faceva piacere. Non ascoltai oltre e misi fine a quella conversazione. Quella però non fu l’unica telefonata che ricevetti quel giorno. Quella sera stessa ricevetti un’ altra questa volta però Nicolas. - Ciao, sabato sera allo Star c’è una festa ti va di venirci? - Mi piacerebbe ma anche al Diana abbiamo una festa non sarò libera prima delle 22 se vuoi ti raggiungo verso le 23. - Va bene. Quando arrivi chiedi di me all’entrata, è una festa privata senza invito non ti lascerebbero entrare. La sera dell’appuntamento ero felicissima, speravo solo che Valerio non sollevasse obbiezioni se avessi lasciato il locale qualche ora prima della conclusione della festa, ma fortunatamente Valerio non fece difficoltà e uscimmo dal Diana insieme. Alle 23 avevo raggiunto lo Star e parcheggiando quasi urtai l’auto di Nicolas, ero agitatissima e nervosa. Lui mi venne incontro. - Ciao! Se continuerai a guidare cosi temo che non festeggerai il tuo prossimo compleanno. Guidi sempre così o sei inseguita da una muta di cani inferociti? - Non eravamo d’accordo di vederci all’interno del locale? - Si, ma ho preferito aspettarti fuori, comunque non hai ancora risposto alla mia domanda guidi sempre cosi? - Non sono abituata a guidare con i tacchi. Mentii, sperando di riuscire così a mascherare le mie emozioni ma intuivo che lui aveva percepito il mio nervosismo e forse né aveva compreso anche il motivo, ciò aumentava la mia tensione. Lui sorridendo mi prese la mano, fu un gesto naturale ma mi sconvolse. Avevo passato tutta la settimana fantasticando su quell’invito ma ora le mie romantiche fantasie si infrangevano davanti alla realtà! Non era una romantica serata al lume di candela eravamo circondati da tantissima gente e assordati dalla musica sparata dalle casse, insomma quanto di meno romantico si possa immaginare. Sospirai e sorrisi, della mia stupidità, cosa potevo aspettarmi da una persona che conoscevo appena? Inoltre se lui mi avesse accompagnato a casa sua sarei arrivata a pensare che volesse provarci…insomma non mi andava mai bene nulla, decisi per tanto di rilassarmi e lasciai che Nicolas mi guidasse a un tavolino, qualche istante dopo scorgemmo Valerio. Nicolas, lo chiamò con un cenno. Valerio sorrise e restituì il saluto. - Ciao Nicolas! Poi vedendomi aggiunse – Allora vi siete conosciuti? E io che mi scervellavo per farvi incontrare! - La cosa buffa è che ci conoscevamo senza sapere nulla l’uno dell’altra ma è una storia lunga ti racconterò tutto un'altra volta. Disse Nicolas. Valerio era visibilmente imbarazzato, tanto che si affrettò a mettere fine a quella conversazione. - Va bene ragazzi vi lasciò soli. Però Miky potresti accompagnarmi fuori devo parlarti in privato. Riluttante mi alzai e segui Valerio all’ esterno del locale. Dove Valerio attacco dicendo: - Michela, non sono affari miei ma stai attenta. Nicolas non è una persona facile. - Valerio perché mi parli così? - Non ci sono ragioni particolari, sono amico di entrambi, Nicolas è un ottima persona ma stargli vicino non è così semplice come può sembrare. - Vale ti prego, mi hai spaventata, dammi qualcosa più! - Miky, non c’è nulla per cui tu ti debba preoccupare. - Non mi sembra visto che hai ritenuto opportuno avvertirmi che lui non è una persona facile,cosa volevi dire con quella frase? - Nulla di più di quanto ho detto. Nicolas è una persona splendida ma come tutti noi ha i suoi lati oscuri, in ogni caso è sicuramente migliore del tuo attuale fidanzato. Che tra l’altro ho intravisto alcuni minuti fa. A quelle parole trasalii - Come cavolo, ha fatto ha seguirmi fino a qui! Quello è una vera persecuzione. - Michela, so che non sono affari miei ma non ti sembra il caso di mettere fine a questa relazione? - Veramente ho chiuso con lui ma lui non accetta la cosa mi considera di sua proprietà e non mi lascia andare. Valerio scosse il capo. - Brutta storia. In ogni caso stai tranquilla. Questa è una festa privata e lui non aveva l’invito dubito molto che riuscirà ad eludere i controlli. - Lo spero. - Adesso è meglio che rientri, non vorrai far aspettare Nicolas? - Hai ragione. Ciao. - Ciao. Rientrai e accessi una sigaretta, quella conversazione mi aveva turbata senza contare che la presenza di Emilio all’esterno del locale mi spaventava, come avrebbe reagito vedendomi in compagnia di un altro uomo? Tornai al tavolino, Nicolas non mi chiese nulla della conversazione con Valerio e gli fui silenziosamente grata per questo non avrei potuto mentirgli ma non avrei nemmeno potuto riferire la conversazione avuta con Valerio. Ancora una volta mi ritrovai a riflettere su quanto fosse diverso da Emilio che probabilmente avrebbe fatto una delle sue solite scenate, certo io per Nicolas era solo un’amica questo in parte giustificava di Emilio ma qualcosa dentro di me mi suggeriva che se anche fossi stata la moglie il suo comportamento sarebbe stato il medesimo. Quando la musica assordante cessò, lasciando il posto a melodie dolci adatte per ballare i lenti, riuscì finalmente a rilassarmi cullata da quelle dolci melodie erano trascorsi diversi minuti da quando Valerio mi aveva detto di aver scorto Emilio e pensai che se ne fosse andato. Quando Nicolas mi prese per mano portandomi al centro della pista tra le sue braccia il mondo sparì; Esisteva solo lui, avrei voluto che quell’istante durasse all'infinito ma non avevo fatto i conti con Emilio che sapeva essere più devastante di un tornado. Lo vidi avvicinarsi come un marines che attacca una postazione nemica e una volta raggiunti aggredì Nicolas. - Tieni giù le mani da lei, maledetto bastardo è la mia ragazza! Nicolas mi guardo, sapeva che avevo troncato con lui e delle sue minacce ma per nulla intimorito disse. - Mi risulta, invece, che la vostra relazione si sia chiusa definitivamente. - Bastardo! la colpa è tua. Mi ha lasciato per te. Poi sferrò un pugno che colpi in pieno viso Nicolas. Davanti a quella reazione, impallidii cercai comunque di allontanare Emilio. - Miky, tesoro lascia stare, me la vedo io! Disse invece Nico. Fortunatamente però accorsero subito i buttafuori che allontanarono Emilio, evitando cosi ulteriori incidenti. Fu una scena pietosa Emilio era su tutte le furie e cominciò a gridare. - Lasciatemi stare! me né vado da solo. Poi afferrandomi un braccio aggiunse, vieni cosa ci fai con uno che ha 20 più di te, sei andata fuori di testa per caso? Mi liberai da quella presa. Vattene! Lasciami in pace, rimango . |
Post n°31 pubblicato il 11 Settembre 2008 da Clandestina_74
Tornata a casa attesi pazientemente che Emilio terminasse di fare i suoi giri di ricognizione e si convincesse che ormai dormivo. Non appena si fu allontanato presi la macchina e, guidando come una pazza, raggiunsi lo Star ci voleva fortuna poteva essersene andato. Sappiamo tutti però che la fortuna aiuta gli audaci: nel parcheggio dello Star però fui assalita dai dubbi non sapevo se avessi ritrovato Nicolas inoltre il mio ritorno avrebbe palesato interesse nei suoi confronti: ero molto indecisa sul da farsi ma poi decisi che arrivata fin lì non potevo tirarmi indietro dovevo buttarmi e sperare per il meglio. Con piglio deciso entrai nel locale mi diressi al bancone del bar e ordinai qualcosa da bere e attesi l’evolversi della situazione avevo fatto la mia parte ora lasciavo tutto nelle mani del destino. Pochi minuti dopo Nicolas si accorse della mia presenza e si avvicinò sorridendo. - Forse adesso che siamo soli avrò l’onore di conoscere il suo nome. - Michela risposi - Piacere Nicolas possiamo darci del tu? Dopo le presentazioni parlammo a lungo di cose banali poi lui disse - Michela, mi piace come nome. Sai che al del Diana lavora una ragazza che ha il tuo stesso nome? Non è che la conosci? avevo espresso a Valerio il desiderio di conoscerla, ma dopo la festa si è letteralmente volatilizzata, peccato mi sarebbe piaciuto incontrarla. Quella domenica ha fatto un ottimo lavoro. Quelle parole mi fecero battere il cuore per un assurdo gioco del destino mi trovavo in un bar ha chiacchierare con il tanto temuto uomo ombra la situazione era quantomeno comica. - Si conosco Michela. - Davvero allora sei un assidua frequentatrice del Diana? Arrivata a questo punto dovevo dirgli la verità tirai un lungo respiro e risposi - Veramente, la Michela che vai cercando sono io. Lui incasso il colpo - Come mai quel giorno, non mi hai detto chi eri? E sei scappata via. - Non mi sembrava il momento adatto, eri preoccupato per tua figlia, le presentazioni erano fuori luogo inoltre immaginavo che tua moglie si trovasse a poca distanza da noi. - Si ero preoccupato per Alessandra ma lei non è mia figlia e mia moglie non era a pochi passi da noi. Purtroppo Patrizia è morta due anni fa. Quelle parole mi misero a disagio non sapevo cosa dire, fu lui con la sua classe a togliermi d’impaccio. - E’ passato del tempo non fa così male, ma il senso di colpa rimane. Avrei voluto chiedergli il perché di quella strana frase ma decisi che non era il caso d’indagare. Notando il mio silenzio cambio discorso chiedendomi di me. - Tu sei fidanzata col ragazzo che era qui prima? E’ una cosa seria? - Stiamo insieme da quattro anni ma ultimamente è diventato un vero incubo, sono arrivata alla conclusione che non sento nulla nei suoi confronti, lui ha intuito questo stato di cose e non molla, rendendo la mia e la sua vita un vero incubo. Più io cerco di allontanarlo più lui si accanisce a rimanere con me e come se non bastasse a peggiorare questo stato di cose c’è la sua gelosia che gli fa vedere tradimenti ovunque. - Deve essere tremendo stare con una persona così. - Abbastanza, scusa ma potremmo cambiare argomento non ho nessuna voglia di parlare di lui. Lui comprese il mio disagio e non fece altre domanda, portò la conversazione su di sé mi raccontò aneddoti divertenti sugli anni passati studiando in collegio a Zurigo, del fratello e di come in qualche modo fosse deluso della sua professione, le sue parole in qualche modo mi confusero io stavo studiando per diventare avvocato e lui che lo era mi parlava cosi? - Scusa Michela, probabilmente non sono affari miei ma vorrei sapere dove hai la tua testolina? - Scusa, ma mi stai spaventando io studio giurisprudenza e adesso tu mi stai dicendo che fare l’avvocato non è bello? - Forse pensi che fare l’avvocato sia una professione romantica? ma la realtà è molto diversa credimi. Ci sono un infinità di compromessi meschini a cui devi sottostare e la cosa peggiore è che devi scegliere tra etica e coscienza e purtroppo l’etica per un avvocato è più importante della coscienza non ti devi chiedere se il tuo cliente è innocente o colpevole, tu lo devi difendere a qualunque costo anche quando ti rendi conto che è marcio dentro devi chiudere gli occhi e continuare. No Michela credimi il nostro lavoro è uno schifo. Lo guardai, quella confessione spontanea mi aveva disorientata ma intuii il suo bisogno di confidarsi, anche se mi conosceva da poche ore. Forse era proprio per questo che mi aveva riversato addosso quel fiume in piena ero una sconosciuta qualcosa di estraneo al suo mondo una scheggia un frammento di umanità qualcosa che si incontra una volta e poi non si rivede più. Quei pensieri mi atterrirono, avrei voluto far parte del suo mondo, ma mi rendevo conto che la cosa era impossibile, potevo solo godermi quella vicinanza finche durava domani sarebbe stato diverso, domani probabilmente se ci fossimo incontrati al Diana avremmo solo alzato gli occhi in cenno di saluto quella sera sarebbe stata il nostro segreto. - Scusa la domanda ma se non ti piace fare l’avvocato per quale motivo non hai cambiato indirizzo di studio? Era una domanda personale ma non mi sentivo in colpa per averla formulata era stato lui a confidarsi per primo - La verità è che sono figlio di un avvocato, incapace di amare i figli, ma capacissimo di imporre loro la sua volontà, forse non mi crederai ma mi ci ha costretto mio padre e questo, credimi, non glielo perdonerò mai. Nei suoi occhi lessi una rabbia profonda e mi affrettai a cambiare discorso. - Valerio ci ha raccontato molto poco di te, tanto che noi che lavoriamo al Diana eravamo convinti che tu non esistessi o che, peggio ancora, fossi un barboso e avvizzito avvocato Svizzero. - Anche tu pensavi ciò di me? Disse lui con aria di sfida. Raccolsi il guanto. - Veramente ho pensato cose molto peggiori di te. - Grazie, sono commosso disse lui poi prorompendo in una fragorosa risata che cancello dal suo volto meraviglioso le ombre di poco prima, ora appariva nuovamente disteso e padrone di sé. Guardai l’orologio si era fatto tardi, il tempo era trascorso velocemente dovevo andarmene se volevo rientrare in tempo, fini il mio bicchiere e lo salutai. Lui tentò di trattenermi ma gli spiegai che avevo due genitori iperprottetivi e severi, temevo che quella confidenza lo facesse sorridere con quel sorriso di scherno che spesso appariva sulle labbra di altri ragazzi, ma lui no. Mi guardò con tenerezza e disse. - Ti capisco sai! Quelle due parole lasciate cosi sospese a mezz’aria mi scaldarono il cuore. Lo salutai e mi accinsi a pagare la mia consumazione lui mi trattenne e dicendo. - Michela, lascia offro io…poi dopo una breve pausa aggiunse – Posso avere il tuo numero di telefono? - Si ma non ho niente su cui segnarlo - Quello non è un problema. Disse e tolgliendo dal taschino un elegante penna stilografica e due biglietti da visita, me ne porse uno dicendo. - Qui ci sono tutti i miei numeri di telefono. Io gli dettai il mio e ci salutammo con la promessa di risentirci. Ero convinta di sognare, un uomo come lui che si perde con una come me! Quella sera, mentre tornavo a casa felice con il suo numero di telefono in tasca, riflettevo su di lui. La ragione mi metteva in guardia da quell’uomo tanto affascinante ma tanto più grande di me, al punto che non avevo neppure avuto il coraggio di chiedergli l’età, ma soprattutto a sconcertarmi era la profonda tristezza che leggevo a tratti nei suoi occhi azzurri, temevo che presto mi sarei ritrovata in un mare di guai. |
Post n°30 pubblicato il 09 Settembre 2008 da Clandestina_74
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Post n°29 pubblicato il 07 Settembre 2008 da Clandestina_74
Quindi disse - La ringrazio si stava prendendo cura di Alessandra - Non si preoccupi! Arrivederci. Pronuncia quelle parole, mentre cercavo il pacchetto di sigarette nella borsa, le mie mani tremavano quell'uomo aveva uno strano ascendente su di me, quando riuscii a trovarle e nè portai una alla labbra, prontamente lui mi porse l'accendino. Lo ringraziai e ritornai alla festa che nel frattempo era entrata nel vivo, come previsto fu molto estenuante per me e la mia collega occuparci dei bimbi presenti alla festa: erano scatenati e spesso li trovavamo negli angoli più reconditi del parco. Isomma per quel giorno sembra di stare in un asilo. Conclusasi la festa salutai tutti e quasi scappai via. Ero esausta, inoltre sapevo che Emilio mi attendeva nel parcheggio e che un mio ritardo avrebbe scatenato l'ennesimo dissapore, ed era mia intenzione evitare ogni attrito, le risfessioni di quel pomeriggio mi avevano portato alla conclusione che dovevo dare alla nostra relazione ancora una possibilità anche se l'uomo che avevo incontrato alcune ore prima e che invano avevo tentato di scorgere per l'intera durata della festa mi aveva sconvolta dal momento che sembrava che i suoi lineamenti si fossero impressi a fuoco nella mia testa. Mi ripetevo cge si trattava di una cosa normalissima avevo visto un bell'uomo era naturale che mi avesse colpito e speravo che la vicinanza di Emilio cancellasse come per incanto quel volto ma non fu cosi, anzi, davanti al mio fidanzato la bellezza di quell'uomo misterioso era ancora più marcata. - Ciao Michela, hai un viso stanco! Devi smetterla di lavorare in questo posto sai che la cosa non mi piace. Questo fu il suo saluto. Decisi comunque di lasciar cadere quella provocazione ero troppo stanca per sostenere uno scontro con lui, volevo solo tornare a casa, farmi una doccia e rilassarmi. Il mio silenzio ottenne l'effetto di scongiurare il litigio e permise a lui di lanciarsi in un lungo monologo nel quale espose i suoi progetti matrimoniali, eventualità che io non avevo ancora preso in considerazione ritenedomi ancora giovane per fare un passo tanto importante e definitivo, inoltre volevo prima laurearmi. Inoltre ad allontanare quell' eventualità, influiva la consapevolezza che qualcosa nel nostro rapporto non andava era qualcosa di indefinito, ma mi lasciava molte preplessita sulla riuscità di una nostra eventuale vita coniugale. Emilio non aveva mai fatto mistero del fatto che una volta convolati a giuste nozze mi avrebbe impedito di lavorare, frequentare le mie amicizie che ritenva frivole ed inutili, va da sè che la mia "testardaggine" nel voler concludere gi studi era un' altro motivo di scontro tra noi, la sua convinzione che una buona madre e moglie non possa frequentare aule di tribunali rasentava il ridicolo, a suo dire una buona madre di famiglia doveva rimanere in casa a cucinare torte e biscotti e ad occuparsi del bucato. Tutto il resto per lui era perdita di tempo. Conoscendo molto a fondo la sua mentalità era naturale che temessi di sposarlo, ero terrorizzata all'idea di divenatere come certe donne costrette ad elemosinare i soldi dal marito per andare a fare la spesa o dal parrucchiere, non erano paure infondate: Emilio era una persona la cui tacchagneria era oggetto di scherno persino tra i suoi amici più intimi. Notando il mio silenzio disse - Michela qualcosa non va? - Nulla, sono molto stanca inoltre mi sembra di averti già ribadito che non ti voglio sposare l'anno prossimo! Voglio prima finire l'università e trovarmi un lavoro come avvocato. In che modo devo dirtelo perchè ti entri in testa? Lui mi guardò minaccioso, accosto la macchina con una brusca frenata e mi diede un ceffone dicendo - Adesso la smetti, per quanto tempo ancora vuoi andare avanti a giocare ai fidanzatini? Sono quattro anni che stiamo insieme ed è ora di concludere. Oppure hai intenzione di continuare a fare la puttanella da univesità? -Per tutto il tempo che voglio! Considerando che la nostra storia finisce qui! Fu la mia risposta Lui impallidì. Mi strinse le mani attorno al collo e disse - Se mi lasci ti ammazzo! |
Post n°28 pubblicato il 05 Settembre 2008 da Clandestina_74
Quel giorno d’inverno ero terribilmente agitata, era la prima volta che dovevo occuparmi personalmente dei preparativi di una festa all’interno del locale ove svolgevo i miei compiti di p.r.. Fino ad allora infatti mi avevano affidato unicamente la gestione delle liste degli invitati ma quel giorno, Valerio il titolare aveva deciso di darmi fiducia affidandomi preparazione e gestione della festa in occasione del Natale. Era la mia occasione e volevo che la festa riuscisse al meglio, dimostrando cosi di essere in grado di sostituire la ragazza che fino ad allora aveva svolto quei compiti che sapevo in procinto di abbandonare. Ad aumentare la mia tensione c’era la consapevolezza che quel giorno tra gli invitati ci sarebbe stato Nicolas, colui che da alcuni mesi era entrato in società con Valerio nella gestione del Diana. Nessuno dei dipendenti del Diana aveva mai visto quell’uomo di lui conoscevamo solo il nome e la professione, pertanto eravamo tutti convinti che si trattasse di un avvocato di mezz’età pedante, puntiglioso e soprattutto noioso; convita di ciò avevo curato i preparativi per la festa in maniera quasi maniacale, cercando di non lasciare nulla al caso consapevole che quella persona era l’unico ostacolo che si poneva tra me e il posto di p.r. capo, incarico che mi avrebbe permesso di avere qualche soldo extra senza pesare continuamente sui miei genitori che già mi mantenevano agli studi. Quando finalmente consegnai le liste degli invitati agli addetti della sicurezza responsabili degli ingressi. Tirai un sospiro di sollievo e incrociai le dita, quindi nel tentativo di scaricare la tensione mi concessi una passeggiata nel grande parco che circondava il locale, gli invitati arrivavano alla spicciolata, avrei avuto tutto il tempo per rilassarmi, prima che i miei doveri di p.r. mi richiamassero in sala. La quiete del parco mi permise di rilassarmi e la mia mente smise di occuparsi della festa concentrandosi su Emilio, il mio fidanzato da quattro anni una relazione complicata e resa difficile dalle sue inutili gelosie determinate dai miei continui spostamenti all’università un mondo che lui non conosceva e che gli era precluso. Pertanto Emilio vedeva tradimenti ovunque e faceva scenate solo se mi vedeva conversare amichevolmente con un amico, tutto questo rendeva la mia vita un vero e proprio inferno. Nulla di quello che facevo gli andava bene, trovava sconveniente il mio lavoro di p.r., detestava vedermi indossare un minigonna, non potevo truccarmi e spesso lo trovato all’uscita dell’università, mi sembrava di vivere nel medioevo. Ero immersa in queste riflessioni quando la mia attenzione fu attratta dalla presenza di una bimba dall’apparente età di quattro anni, i suoi capelli avevano un colore simile al grano maturo, pensai che si fosse allontanata dai genitori che festeggiavano in sala e rientrava quindi nei miei compiti di p.r. riaccompagnarla dai genitori. Quel giorno erano presenti molti bimbi al Diana, Valerio mi aveva avvertito dell’eventualità che qualcuno di loro si allontanasse dai genitori per fare quattro passi nel parco. Mi avvicinai a lei e inginocchiandomi per essere alla sua altezza le presi la manina chiedendole se si fosse smarrita, lei alzo il suo visino, sembrava il viso di quei cherubini che di tanto in tanto, si possono ammirare sulle volte delle chiese. Non ebbe il tempo di rispondermi perché da un boschetto alle sue spalle vidi arrivare correndo un uomo che intuii essere il padre. - Alessandra perché sei scappata? Mi hai fatto preoccupare! - Giocavo a nascondino ma non trovo più i miei amici… fu la risposta della bimba. Lui la guardò con un misto di severità e tenerezza e disse - Adesso ti aiuto io a cercarli. Fu allora che lo guardai attentamente, aveva i capelli biondi come la bimba, le labbra erano sottili e ben disegnate, il naso leggermente curvato verso destra dava un tocco strano al suo viso che altrimenti sarebbe stato perfetto. Non fu il suo viso a turbarmi ma i suoi meravigliosi occhi azzurri, ricordavano il cielo in certe giornate d’inverno quando l’aria è pungente e il cielo è terso di un azzurro tanto intenso che sembra di poterlo toccare alzando semplicemente un dito. Sentendosi osservato lui alzo lo sguardo su di me. |
Post n°27 pubblicato il 04 Settembre 2008 da Clandestina_74
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Post n°26 pubblicato il 04 Settembre 2008 da Clandestina_74
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Post n°25 pubblicato il 27 Agosto 2008 da Clandestina_74
Vorrei trovare le parole per starti vicino, ma lo sai anche tu non ci sono parole, scrivo anche io da questo mio eremo privato, nascosta dal mondo per proteggermi. Tu lo sai amica mia sono giorni in cui la malinconia mi assale e nulla colma quel vuoto immenso, un nome nella testa e nel cuore un angoscia che la notte non mi lascia dormire mancano 3 giorni a quel tragico anniversario e anche se sto bene se sorrido dentro è un terromoto di domande e di perchè... Intanto ceco le parole per asciugare il tuo dolore per nascondere quello che turba la mia mente... Non ti dico che ti voglio bene lo sai, non posso nemmeno dirti che sarà facile ti posso confermare la mia amicizia quella di sempre quella che nei momenti di disperazione ha sempre trovato il modo di farti ridere, la vita cambia a volte per causa nostra troppo spesso per cose non dette o semplicemente perchè è la vita e non è statica... Io stessa oggi mi ritrovo a fare i conti con una ridda di emozioni che non so gestire, violente, intense, passione, amore, odio e rabbia e in tutto questo la voglia di essere presa tra le braccia da qualcuno e forse basterebbe una parola che non arriva a calmare questa angoscia la mia come la tua... sappiamo entrambe che non arriveranno ... e allora chiudo gli occhi e mi stringo adosso la sua camicia quella che gli piaceva tanto e mi chiedo per l'ennesima volta PERCHE' |
Post n°24 pubblicato il 24 Agosto 2008 da Clandestina_74
Quando non hai voglia di parlare, certe volte capita.. |
Post n°23 pubblicato il 24 Agosto 2008 da Clandestina_74
Lo stupro Per le donne tra i 15 e i 44 anni la violenza è la prima causa di morte e di invalidità: ancor più del cancro, della malaria, degli incidenti stradali e persino della guerra. Questo dato sconvolgente, proveniente da una ricerca della Harvard University, apre il rapporto sulla violenza contro le donne nel mondo diffuso in questi giorni dal "Panos Institute" di Londra, un'organizzazione non governativa che si occupa di problemi globali e dello sviluppo. Il rapporto, preparato per l'apertura di una sessione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile, raccoglie studi e ricerche sul problema della violenza sulle donne effettuati in ogni parte del pianeta da organismi e istituti nazionali e internazionali. Dalle sue pagine, emerge la drammatica fotografia di una realtà che non risparmia nessuna nazione e nessun continente. |
Post n°22 pubblicato il 22 Agosto 2008 da Clandestina_74
Come cambia la vita se.. Quando una donna subisce molestie sessuali che lei vive come traumatiche, o una violenza sessuale o uno stupro, la sua vita può cambiare completamente anche se non sempre ci si rende conto che tale cambiamento è dovuto proprio a quell’aggressione sessuale. I ricercatori nei diversi paesi osservano nelle vittime alcune costanti: lo stupro viene vissuto come evento minaccioso per la vita, la violenza sessuale viene associata a paure di mutilazione e di morte. Le violenze sessuali e gli stupri portano, in molti casi, a gravi conseguenze psico-fisiche: incubi, insonnia, nausea, vomito, batticuore, tremito, stato di eccitazione nervosa, delirio, uso di sostanze quali alcool o droghe, depressione, crisi isteriche anche con ricoveri ospedalieri, disturbi alimentari. Queste ricerche portano alla definizione dello stupro come fattore scatenante del disturbo post-traumatico da stress e trasformano lo stupro da atto sessuale a crimine. Anche le molestie sessuali possono creare nella vittima gli stessi problemi e la stessa sintomatologia dello stupro. La sofferenza psichica che la vittima prova infatti non è direttamente proporzionale alla gravità dell’azione commessa dall’aggressore. Come in tutti gli avvenimenti traumatici, le conseguenze di un trauma sono il risultato dell’interazione fra quell’avvenimento stressante e la persona che lo subisce, persona che ovviamente ha una propria storia precedente al trauma e una propria struttura di personalità. Non necessariamente ad una violenza grave sul piano dei fatti corrisponde un trauma altrettanto grave sul piano psichico, mentre può accedere che ad una molestia apparentemente non grave possa corrispondere una imponente reazione di tipo post traumatico che produce nella vittima un’immensa sofferenza. Se quindi dopo una violenza o una molestia sessuale non ti senti più la stessa e non capisci come mai, chiedi aiuto.
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