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Trasparenza fu da me scritta alcuni anni fa. La sua importanza è stata ribadita molte volte nel corso della storia umana e allora sono lieto di riportarne l'assoluta importanza attraverso le parole di uno dei grandi uomini dell'umanità, che ha pagato con la vita la lotta all'inganno e alla manipolazione sociale.: http://www.youtube.com/watch?v=cYM4KfWa45k&NR=1 La trasparenza è un valore assoluto, fondamento di una nuova etica. Dobbiamo lavorare perché la vita economica pubblica italiana venga messa tutta in rete, liberamente consultabile dai cittadini. Visto che ci hanno recapitato un debito spaventoso, pluri generazionale, noi vogliamo tutti i conti fino all'ultimo euro in rete. Vogliamo i conti di tutte le amministrazioni, dai municipi, ai comuni , alle province, alle regioni , allo stato, all'Europa, ma anche le Asl, e tutti gli Enti Pubblici, il Parlamento, le Camere, il Quirinale. T R A S P A R E N Z A! Sono soldi nostri in ballo! Devono finire le vergogne dei manager che sfasciano gli Enti e prendono stupendi e liquidazioni milionarie ( Ferrovie, Alitalia, Telecom e altri. A partire dalla scuola primaria è essenziale che s’inizi ad insegnare che cos’è un CONTO PATRIMONIALE e un CONTO ECONOMICO. Le chiavi di comprensione dei cardini dell’economia sono fondamentali: il Conto Patrimoniale lega le generazioni tra passato, presente e futuro, creandone un tangibile vincolo e così la padronanza del Conto Economico farà di ciascun cittadino un buon amministratore. Solo una civiltà di buoni amministratori avrà la potenzialità concreta di azzerare per sempre il debito pubblico. Di qui si potrà partire con rinnovato ottimismo e la creatività progettuale del fare. Peter Capra |
Pubblico la lettera inviata a Stefania Rossini Risponde, ispirata da una corrispondenza apparsa nella sua rubrica dal titolo " Slivio figlio dei Fiori" su L'espresso n.6 del 10/02/2011. Gent. Dott.ssa Rossini, da protagonista, allora quattordicenne ma spinto da impulso irrinunciabile sull’onda di un prematuro Rimbaud e sull’esempio di libertà girovaga (rifiutando insieme recisamente le droghe e gli stati artefatti) della nascente Bit Generation, del maggio ’68 e seguenti fui vero protagonista di quella parte libertaria non violenta, purtroppo minoritaria, che tanto determinò per la parità sessuale, per la liberazione della donna (riconoscendo in essa la libertà dell’uomo), per la lotta all’anticultura imperante, per la felicità condivisa di “Paradise now” : (Il Paradiso sarà collettivo o non sarà - Julian Beck). Il dramma di quella generazione fu il conflitto tra amori liberi e perdutamente sensuali di una finalmente scoperta ed eletta parità sessuale, e dall’altra parte l’azione politica anche violenta; il dissidio fu poeticamente svolto da un ispirato Bertolucci in “ THE DREAMERS” che pose in relazione i due mondi americano e francese dove nacquero i fermenti primi di quelle tensioni. C’è chi come Lei ne riconosce i meriti, di quei pochi, donne e uomini libertari, pur soverchiati prima dalle manifestazioni politiche, poi dal terrorismo, quando perfino il situazionista Roul Vaneigen si chiedeva: Terrorisme ou révolution (è nella tradizione francese la violenza anche in Paul Éluard e nel suo gesto surrealista perfetto) e successivamente dallo yuppismo, di cui complici e protagonisti tanti politicizzati compagni dell’ora prima. Per i ricercatori di storia e filosofia, quale mi adopero, non stupisce l’attuale società: Guy Debord prima del collega Roul, nel 1967 dava alle stampe “La Sociétè du Spectacle” applicando da vero filosofo la lezione del maestro Feuerbach che nell’Essenza del Cristianesimo già scriveva: ...è senza dubbio il nostro tempo, preferisce l’immagine alla cosa, la copia all’originale, la rappresentazione alla realtà, l’apparenza all’essere... Ciò che per esso è sacro non è che l’illusione, ma ciò che è profano è la verità... La buona notizia oggi sono le donne filosofe a cui Lei acutamente ci riporta. La filosofia, quella vera, la cui punta di pensiero al momento è ferma a Herbert Marcuse di Eros e Civiltà (oltre che all’analisi di una magnifica Juliet Mitchell), non è in grande auge oggi, e tuttavia ancora una volta sarà proprio lei, la filosofia, ancora una volta, a modellare, ispirare la civiltà che ci attende. Le scrivo sia perché Lei cita, en passant, la psicoanalisi e sia perché la memoria storica va riportata e mi piacerebbe che Lei, che ha dimostrato tante volte luminosità e civiltà, rammentasse nel dibattito culturale, Lei che ne ha i mezzi, quanto ebbe a lavorare e insistere Juliet Mitchell: La maggioranza del movimento femminista ha identificato in Freud il nemico. Si ritiene che la psicoanalisi asserisca che le donne sono inferiori e che possono conseguire la vera femminilità solo in veste di mogli e di madri; si pensa che essa serva a giustificare lo status quo borghese e patriarcale di cui Freud è ritenuto la personificazione. Convengo che il freudismo popolarizzato si attaglia a questa descrizione; ma questo libro (si tratta di Psicoanalisi e femminismo, 1974) vuole provare che il rifiuto della psicoanalisi e delle opere di Freud è fatale al femminismo. Qualunque sia l’uso che è stato fatto della psicoanalisi essa non è in favore di una società patriarcale ma si limita ad analizzarne una; se ci interessa comprendere e combattere l’oppressione della donna non possiamo permetterci di ignorarla. La rivoluzione di Freud l’umanità non l’ha ancora digerita e neppure rielaborata: non c’è da stupirsi stante la rivoluzione precedente, quella che tolse la terra dal centro dell’universo che ne vide perfino uomini bruciati o accecati. Questa, che sconvolge l’interno umano, come fece la Klein che indagò sui bambini preverbali, laddove le emozioni si rivelano l’autentica cerniera tra fisico e psichico, terrorizza ancora e troppo, produce mostri e fantasmi, dalla Shoah, alle devastazioni nucleari a Chernobil alla politica malata, ecc…..ecc…..ecc…...al predominio delle guerre sui periodi di pace. Ecco, cara Rossini, quello che le nuove filosofe non dovrebbero trascurare: da qui partire per quelle maturazioni di pensiero e civiltà, laddove finalmente donne e uomini si incontrano, nudi, l’una di fronte all’altro e di lì proseguono verso la felicità condivisa. Roma, 16 febbraio 2011 Segue, al riguardo, una mia poesia del 1995. DONNE E UOMINI Sebbene nel fiume della massa Donne e Uomini Donne che per vivere insieme Popolo che fronteggi il buio Popolo silenzioso ©Peter Capra Tratta da "Le Due Sorelle"
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Creatività e Qualità NELla Politica CONTRIBUTO ALL’ASSEMBLEA GENERALE DI PROGETTO PER L’ITALIA di Pietro Peter Capra – Roma 16 dicembre 2010 Gentili Signore e Signori, ringrazio il Presidente dott. Alberto Cannavò e il Segretario Ing. Luca Gugliotta di Progetto per l’Italia del cortese invito. Come avrete visto dal programma dell’incontro, sono qui per presentarvi il tema della Creazione e della Qualità applicate alla Politica. Intervengo per offrire un contributo di riflessione che credo vitale e possa essere di utilità pragmatica assoluta per indirizzare con successo verificabile l’avanzamento di una nuova idea del fare politica. Deliberatamente mi rivolgo ad un altro tipo di analisi del mondo circostante nel quale siamo immersi, rispetto alla tradizionale interpretazione dei fatti che spazia perlopiù dall’allarmismo al catastrofismo, e per farlo parto dalle parole di due grandi autori dell’umanità: Marcel Proust: “ Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nel possedere nuovi occhi “. Lev Tolstoi: “ tutti vogliono cambiare il mondo ma nessuno cerca di cambiare se stesso”. Ecco: questi due pensieri sono strettamente collegati tra loro. Noi dobbiamo cambiare recuperando gli occhi dell’infanzia per rivedere, risentire quanto è magico il mondo in cui viviamo; per rivivere emozioni che abitualmente sono dimenticate nell’età adulta, pressati come siamo dalle delusioni e dalle frustrazioni della realtà contingente, dalla disillusione, dalla sfiducia. Noi dobbiamo ridare, ricreare una fiducia nelle interrelazioni personali, tale da dare seguito a progetti condivisi in cui sia entusiasmante il “fare”, insieme, per giungere all’obiettivo, a un insieme di obiettivi condivisi e soddisfacenti. Ai miei figlioletti ripeto: “emozionarsi sempre!” con la consapevolezza che l’emozione è l’oro dell’anima, il suo nutrimento. Così come le neuroscienze hanno scoperto, le emozioni sono l’autentica cerniera tra il fisico e lo psichico: le nostre reazioni agli eventi ma anche i ricordi, i sogni, possono trasformarsi in segnali che si incidono nei tessuti cerebrali. E’ per questo che è importante creare e coltivare nuove visioni, possono diventare un nostro patrimonio al confine tra la nostra realtà interna e il mondo circostante. Signori! chi se ne intendeva ebbe a dire “Il Paradiso sarà collettivo o non sarà” e insieme “Paradise now”, qui, ora, adesso, com’era nell’epoca d’oro dell’infanzia. Questo è il serbatoio vivo da cui la creatività permanente può trarre inossidabile energia. Insieme all’energia, l’energia creativa occorre la Qualità, vale a dire un insieme di metodi che ne permettano lo sviluppo e la realizzazione delle sue complete potenzialità benefiche. La Qualità oggi è data da un insieme di norme tecniche che traggono la loro origine fino dalle più antiche civiltà. Il Codice di Hammurabi, ad esempio, circa 4000 anni fa, prescriveva il taglio delle mani per quegli ingegneri e quei costruttori che edificavano senza la dovuta perizia le costruzioni, ingenerando di fatto crolli e distruzioni. Sotto pena di sanzioni costringeva a lavorare con qualità oggettivamente dimostrabile. Oggi le norme sono viceversa per la gran parte volontarie, si applicano perché ne conseguono vantaggi per se stessi, per i clienti o fruitori di un servizio, per l’ambiente, per la società; sono nate nell’esercizio della missilistica dedita all’astronomia, oggi sono allargate a tutto il mercato per assicurare beni e servizi in grado di soddisfare i clienti, assicurarsi il successo aziendale praticando l’efficacia e l’efficienza, nuove virtù dell’epoca contemporanea contrassegnata dal mercato globale. Ora, la mia riflessione di filosofo, compiuta sullo studio assiduo di queste norme mi ha portato a intravedere con lucidità una sintesi tra le tre più importanti, per gli stati e le società moderne, che possono offrire pieno supporto alla creatività affinché essa traduca i suoi progetti in obiettivi realizzabili, concreti e misurabili. Le norme sono documenti che definiscono le caratteristiche, dimensionali, prestazionali, ambientali, di sicurezza, di organizzazione, di un prodotto, di un processo o di un servizio, secondo lo stato dell'arte. Sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo. In estrema sintesi, sono documenti che specificano “come fare bene le cose” garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe. La Iso 9001, riguarda l’ottimale organizzazione di una società, qualunque sia il suo fine, che ha la cultura e i mezzi per identificare correttamente obiettivi raggiungibili, realizzarli e migliorarli, s-i-s-t-e-m-a-t-i-c-a-m-e-n-t-e. La Iso/Iec 17020, crea nuovi valori e li erige a pratica di sistema; sono la competenza, l’indipendenza, l’integrità, l’imparzialità, l’analisi e il controllo dell’eventuale conflitto d’interessi. Su quest’ultimo punto sono autore di una procedura codificata per l’Analisi del Rischio il cui acronimo è ASK., il cui studio mi ha evidenziato che il conflitto d’interessi se è analizzato adeguatamente e declinato a metodi risolutivi codificati, può perdere del tutto la sua implicita carica complice, corruttiva, concussiva. L’ultima norma è applicata dalle amministrazioni pubbliche più lungimiranti. Diverse scuole e istituti se ne sono affermati nei premi internazionali della Qualità. Si tratta del CAF che ha focalizzato un aspetto importante delle peculiarità umane: l’autovalutazione; questa, sviluppata con metodologia scientifica, si lega coerentemente con il miglioramento continuo. Tutto ciò porta a una semplice considerazione, i migliori sono raggiungibili con il percorso formativo adeguato, e la competenza avvalorata oggettivamente e coniugata con l’autovalutazione e il proprio senso di responsabilità non creerà più disparità e sperecuazioni, produrrà una meritocrazia condivisa e condivisibile, positiva, al servizio solidale della società nel rispetto contemporaneo del proprio benessere. Citando infine il nostro celebre, geniale avo Galileo, ricordiamo come egli asseriva che tutto nel mondo fisico è misurabile. Ebbene, la Qualità ha reso possibile misurare le azioni sociali umane e perfino, implicitamente, le emozioni. Di qui il passo a intravedere una nuovo modo di fare politica: con le analisi puntuali e meticolose, il metodo della qualità, su cui la creatività si poggia, è passo breve. Si realizza nel desiderio di creare una nuova visione della politica che in fondo non è altro che l’elaborazione, la realizzazione e la pratica di norme che garantiscano una convivenza sociale libera, pacifica, reciprocamente felicitante, bene organizzata nella solidarietà della condivisione, come si fa nelle buone famiglie. Il primo progetto di questo impegno sarà il Manuale della Buona Politica. Questo progetto sarà un progetto multidisciplinare , frutto di un lavoro collettivo condiviso nei programmi che dovrà fornire la minuziosa analisi del tema e suggerire quella sintesi metodologica in modo che i programmi, fluendo da una visione ottimistica delle attività umane, si concretizzino in successivi obiettivi misurabili e migliorabili nella loro progressiva realizzazione. La preghiamo gentilmente di compilare questo breve questionario: ci aiuterà a capire le sue aspettative e le possibilità di eventuale collaborazione. QUESTIONARIO DI GRADIMENTO E PARTECIPAZIONE 1) La proposta presentata nel suo complesso Le è sembrata: Utile 1 2 3 4 5 inutile (1= molto utile; 5 = molto inutile): ______ Positiva 1 2 3 4 5 negativo (1= molto positivo; 5 = molto negativo):_____
2) I contenuti emersi: ¨ erano già di sua conoscenza___ ¨ non erano di sua conoscenza___ ¨ erano in parte di sua conoscenza e desidera approfondirli___ 3) Le tematiche affrontate: ¨ sono state sufficientemente chiare___ ¨ non sono state sufficientemente chiare. Perché? ______________________________________________________________ l’esposizione è durata troppo poco per approfondire le tematiche altro___________________________________________________________ 4) Con riguardo all’argomento trattato, ha suggerimenti, critiche o proposte da fare? _______________________________________________________________ 5) E’ interessato a collaborare all’iniziativa: MANUALE DELLA BUONA POLITICA ? SE SI: quale contributo pensa di potere apportare?_______________________ Sarebbe disponibile a incontri programmati di lavoro?____________________ _______________________________________________________________ Preferibilmente nei giorni/ore:_______________________________________ Nel rispetto della legge sulla privacy (d.lgs 196/2003) i suoi dati sono:
Nome________________________Cognome___________________________ Email:________________________tel. Fisso______________cell___________
Grazie della collaborazione, La si prega di restituire/inviare il modulo compilato. indirizzo e-mail: peter@petercapra.eu – sito: www.petercapra.eu
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Post n°23 pubblicato il 01 Settembre 2010 da petercapra
Sono profondamente amico dei cristiani, insieme il mio tessuto culturale, vorrei dire cerebrale per il suo ancoramento biologico ai neuroni, è intrinsecamente laico. I miei maestri di riferimento sono i nostri avi filosofi greci che crearono e consegnarono all’umanità la democrazia all'alba della civiltà. La mia certezza, qui in Italia, è che infine prevarrà una sintesi tra pensiero laico e pensiero dei credenti poiché tutti costoro possono condividere lo spirito autenticamente democratico e solidale e superare insieme, in una sintesi superiore, le storture del capitalismo imperante e del capitalismo intrinseco che ci affliggono d’ingiustizie, sperequazioni, disagi. Penso infatti che la storia dell'umanità, comunque la si voglia vedere, è intrinsecamente necessità: materiale e/o morale. Quando la necessità non è materiale, soddisfa desideri inconsci ( o preconsci) di cui le masse, che soffrono, ne sono ristorate, illusoriamente, ma non di meno concretamente. Soddisfano in ciò bisogni emotivi profondi: quell'inesausto bisogno d'amore abissale che, qualora frustrato, scatena la massima aggressività.[1] Berlusconi, per esempio, è quell'aspetto dell'italianità al potere che s'imbeve di prostituzione, di collusioni, di corruzioni, di appropriazioni indebite tipiche dei peggiori raider del capitalismo, almeno dando credito alle inchieste e alle intercettazioni telefoniche e visive, facendo quanto il suo maestro Craxi gli aveva insegnato: rendere l'illecito e l'amorale lecito e accettabile, piegare la legalità alla sete onnipotente di potere. Eppure, incredibilmente, in ciò, l'Italia, per paradossale che possa apparire, fa ancora una volta scuola all'umanità generale. Costui, coi suoi, spinge al massimo le contraddizioni del potere, al punto di scontrarsi frontalmente con le istituzioni di garanzia cardine dello stato, di ogni stato moderno: magistratura, presidenza, parlamento, a un passo da un nuovo Mussolini, appellandosi alla (manipolabile) autorità suprema del popolo cui implicitamente e continuamente dice: " sono uno di voi, anche voi potete aspirare alla ricchezza come me, identificatevi nella mia spregiudicatezza, nella mia bugiardaggine e nel mio essere antistato": sollecitando così un' illusoria identificazione permanente che affonda le radici in sentimenti inconsci distorti e civilmente inaccettabili: come a una mente lucida risulta inaccettabile avere una banda di furfanti e loro complici al governo. Coglie in gran parte nel segno, costui, perché l'esempio in negativo che propone, e che rende pubblicizzato al massimo coi suoi media, Rai inclusa, è fatto di lussi estremi e di prostituzione permanente con le donne più belle ( ma anche più "rifatte" e più superficiali) di cui ha generato un profluvio su tutti i media, sfruttando del resto quanto da sempre fanno quelle riviste da quattro soldi che schiacciano l'occhiolino alle celebrità, dal cui buco della serratura permettono ai lubrici desideri dei loro lettori di spiare i vizi privati, quando ormai non si praticano neanche più le pubbliche virtù, avendo il potere attuale reso "virtuoso" l'illecito dei vari Berlusconi, Verdini, Scaiola solo per citare i più visibili e ignorando le file dei loro parlamentari complici e pregiudicati. La controprova del trend prostitutorio d'alto bordo? In un'inchiesta seria le donne normali lamentano che l'italiano non è più nè galante, nè romantico. Perché? Perché il maschio italiano della moltitudine frustrata vive la normalità di donne che sono automaticamente svalutate dalle effimere moltitudini di bellocce ritoccate e seminude di cui è invaso l'etere, specchio inverso dell'arida, misera, frustrante realtà quotidiana. Tocca dunque il fondo, la socialità italiana contemporanea, la cosiddetta caduta verticale dei valori. Ebbene, tutto ciò c’illumina sui limiti delle nostre impostazioni razionali ed emotive applicate alla socialità. Conseguiamo il merito di avere toccato il fondo, prima di tutti, di avere illuminato impietosamente le contraddizioni della gestione del sociale. E insieme: Chi mai avrà l'autorità, intrinsecamente riconosciuta per ergersi a profeta di un nuovo corso, più giusto e più equamente solidale, etico, democratico e liberale insieme ? Chi giudicherà i giudici? A un incontro di cattolici, con massime autorità neoelette della nostra regione, avevo invitato alla riflessione su questo punto specifico: dove sono finiti gli esempi dei grandi che hanno pensato l'Italia e l'Europa tanto che poi sono state davvero Italia e Europa? Noi oggi orfani, senza un briciolo di esempio condivisibile? Dante, Manzoni ( che difese l'italianità cristiana dallo straniero), Mazzini, Pisacane, Garibaldi, Cavour, De Gasperi ( e centinaia di altri). Per crescere abbiamo bisogno di esempi: lo hanno dimostrato al di là di ogni possibile dubbio le neuro scienze. Piuttosto la politica sociale italiana dissennata dell'ultimo trentennio ha corrotto lo stesso pensiero: tutti contro tutti, tutti che screditano tutti e il tutto, non c'è più un esempio contemporaneo praticabile, uomini di cui essere certi, assumibili a maestri di vita, fratelli maggiori di cui fidarsi che ci additano un percorso vitale fatto di salute, libera partecipazione responsabile, solidarietà autentica, amore per se stessi e il prossimo, aldilà di ogni calunnia e pregiudizio. E tuttavia al fondo la domanda residua si può sintetizzare in questo: chi giudicherà i giudici e li riporterà alla giustizia senza macchia? I cattolici certo hanno dalla loro una somma autorità riconosciuta: Dio e il suo rappresentante in terra: il Papa. Una liturgia da praticare nella quale riconoscersi. Tuttavia, hanno poi a che fare, come tutti gli altri, con la giustizia in terra, con la giustizia italiana, troppo spesso ingiusta, che neppure è in grado di garantire un governo e un parlamento indenni da reati. Che dire poi di quei cattolici, pure praticanti che dimostratamente malversano, prostituiscono, corrompono o quantomeno sono complici omertosi? Soffrono, come tutto il resto del popolo italiano, esclusi naturalmente quella minoranza di raider, di furbi, di ricchi, di potenti corruttori intrinsecamente corrotti. Se siamo convinti che stiamo toccando il fondo, con istituzioni politiche che si rimpallano accuse vicendevoli di "teatrini della politica", è in realtà una buona notizia! Benvenuti Signori nella Società dello Spettacolo (già preconizzata dall'illustre maestro e collega Feuerbach nel lontano 1845). Più in basso non si potrà scendere e dovremo preoccuparci piuttosto nella risalita, con la grande opportunità di esplorare strade ancora da scoprire. Ora, senza più mediazioni, starà al nostro puro pensiero creativo, alla nostra intelligenza emendata, alla nostra coscienza ripulita dalla catarsi, a rinnovati strumenti razionali individuare il più promettente cammino di ricostruzione.
Da dove iniziare dunque?
C'è uno strumento, derivato dalla pancia dell'efficientismo capitalista, che raccoglie nella sua metodica una geniale condivisione di coscienza e responsabilità: la strada della Qualità. Metodi e procedure collaudate che, nella loro applicazione più nobile, spingono a: Autovalutazione obiettiva (un esempio dalla scuola dell'infanzia: http://archivio.invalsi.it/ri2003/quasi/html/progetto.htm) Anticorruzione: analisi e gestione dei rischi dei conflitti d'interesse ( UNI CEI EN ISO/IEC 17020-2005 norma europea, Sincert RT 07, RT 10) Cooperazione, coordinamento e responsabilità distinte: (Uni En Iso 9001:2008) Rispetto dell'ambiente: ( serie Iso 14000) Responsabilità sociale (Iso 26000) principi che regolano la responsabilità sociale: responsabilità, trasparenza, etica, rispetto e tutela degli interessi di tutti coloro che sono portatori di un qualche interesse nei confronti della nostra organizzazione (gli stakeholder), rispetto della legge, rispetto delle normative internazionali, rispetto per i diritti umani. Solo per citare le più note. La Qualità ha risvolti sociali che la società potrebbe mutuare con grande beneficio. Intanto stimola la ricerca e l’innovazione, spinge alla formazione continua, tacita le ansie di competizione (il più bravo, con un percorso formativo è perfettamente raggiungibile), stimola coordinamento e cooperazione. Formazione continua, miglioramento continuo, creatività al massimo nell’individuare obiettivi e strade per raggiungerli presto e bene. Non è più il tempo di dormire, ma quello di industriarsi: sono meravigliose le cose che un’umanità ispirata può creare con benefico generale condiviso.
L’organizzazione politica che farà sue, intrinsecamente sue, le metodiche della qualità, ragionate in un quadro filosofico sociale coerente e qualitativo per il benessere sociale e produttivo, ha la certezza, con tempi programmati e verificati, di conseguire l’organizzazione positiva delle comunità, dalle più piccole fino all’Europa. Un esempio pratico: creare il network di tutti quei gruppi che operano per il rinnovamento, per condividere metodologie della qualità, aderendo al minimo comune multiplo dei valori condivisibili, svalutando nel contempo ciò che potrebbe dividere. In un percorso vicendevolmente conoscitivo e accrescitivo; nel breve termine formare una forza politica generale di coordinamento di questi gruppi che esprimano direttamente i loro rappresentanti nei vari appuntamenti elettorali. Per una forza realmente ancorata al territorio, di cui si può avere fiducia, grazie alle procedure di garanzia della qualità, del pensare e dell’agire.
Peter Capra Filosofia della Qualità
Roma, 28 agosto 2010 [1] Le guerre obbediscono a questa logica e quanto essa sia possente lo si constata dal fatto che i periodi di guerre superano ben di più i periodi di pace e che i trattati di pace, destinati ad essere permanenti, nella quasi totalità dei casi sono stati delusi.
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