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"Confermo i miei atti e rido dei miei castighi. E adesso condannatemi".

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Post N° 374

Post n°374 pubblicato il 16 Settembre 2007 da 72rosalux72


Ho sempre pensato che le gare di formula uno siano un ottimo coadiuvante dell’abbiocco domenicale. Ancora hai il sapore dell’ultimo boccone, ti butti sul divano e alle due comincia quella nenia che fanno le macchine quando passano veloci, e se non ci fosse la telecronaca sarebbe davvero perfetto. Per dire quanto mi galvanizzi la formula uno che, nella mia ingenuità, ancora non riesco a considerare uno sport.

Tant’è, adesso mi pare interessante parlarne. Non per le condotte illecite venute a galla, perché sull’argomento, almeno noi italiani, siamo persone di mondo. Ma per lo straordinario aplomb che circonda la faccenda.
Mi è venuto di pensare che se a fare quei giochetti fosse stata la ferrari, magari avremmo dovuto sorbirci la solita ramanzina sugli italiani furbi e disonesti. Perché questo si dice di noi in giro per il mondo, salvo esclusive eccezioni.

Mi ricordo di un articolo su internazionale tempo fa, un giornalista tedesco parlava della corruzione del sistema politico ed economico italiano scoperchiata da mani pulite. Più o meno diceva: io, come cittadino tedesco, mi chiedo se anche nel mio paese le cose vengano regolate in quel modo, ovvero attraverso ricatti e favori. Possibile che solo in italia il sistema sia marcio? Oppure in italia sono stati tra virgolette fortunati ad aver avuto un gruppo di persone capaci e desiderose di pulizia?
Lui propende per la seconda che ho detto.
Con la differenza, tutta da dimostrare però, che forse i tedeschi avrebbero tenuto sui palmi delle mani un loro ipotetico pool di mani pulite, mentre noi, a parte una cotta passeggera, adesso li chiamiamo assassini.
Per via di quelli che si sono suicidati davanti alla vergogna del carcere e del fallimento. Come se fossero stati gli unici episodi di suicidio in carcere, ma finchè le vittime non hanno conti correnti da sballo, non ci si preoccupa dei diritti dei detenuti.
Sempre lo stesso giornalista insisteva nel dire che gli italiani sono vittime del loro essere italiani, che non è uno stereotipo, ma una cosa seria.
Portava come esempio lo scandalo degli arbitri tedeschi, corrotti fino all’ultimo ossicino, venuto fuori poco prima dei mondiali dell’anno scorso. Ignobile quanto e come il nostro calciopoli, magari un po’ meno “sistema” – nel senso che lì non c’era un gruppo di società che faceva e disfaceva- eppure, gli unici a essere vituperati per i loro peccati sono stati gli italiani. Perché?
Perché noi nei nostri guai ci sguazzamo contenti, li arricchiamo, li stimoliamo, li inventiamo addirittura.
In germania gli arbitri colpevoli sono stati radiati subito e adesso possono al massimo arbitrare la partita sul campetto davanti casa. Qui abbiamo permesso che i colpevoli si stracciassero le vesti in prima serata, che gridassero il loro così fan tutti che è tanto consolatorio per quelli che li ascoltano dal divano di casa. E li ricicliamo, come conduttori di trasmissioni radiofoniche, come giornalisti, come politici.
Salvo poi aizzarsi, sempre dal divano di casa,  contro i lavavetri, che non credo abbiano una morale peggiore di quella di moggi, per esempio.

Oggi guardavo la trasmissione sulla formula uno, prima della partenza. Un giornalista italiano intervista alonso, che ormai sappiamo essere al corrente di tutto e anche corresponsabile, visto che nelle mail chiede informazioni sulle cose della ferrari senza alcun cruccio. Insomma, il giornalista gli chiede del circuito, lui dice che è molto bello, che sarà divertente guidare ( con una faccia di tolla incommensurabile, aggiungo io), e alla leggerissima insinuazione del giornalista sulla mclaren spiona e disonesta, lui non si scompone e ride, confermando che la formula uno è una roba molto divertente.
A parte che alonso non dovrebbe più guidare per almeno dieci anni, così la vedo io, mi sarei aspettata un comportamento più professionale da parte dei nostri giornalisti. Non andiamo a intervistare quelli che hanno giocato sporco, quelli che le loro vittorie non sono frutto del loro lavoro, quelli che, ma sì, ci hanno copiato per vincere. Per una volta che siamo le vittime manco ci indigniamo.
Invece, come al solito, tutti dietro ai colpevoli, per farli parlare, per farci vedere come se la passano, per farli diventare, in sostanza, i veri protagonisti.
E questa è una cosa molto italiana.

 
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