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"Confermo i miei atti e rido dei miei castighi. E adesso condannatemi".

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Post N° 432

Post n°432 pubblicato il 13 Agosto 2008 da 72rosalux72


Da annotare l’osservazione di mio figlio quando è tornato con la bottiglietta d’acqua da mezzo litro presa in albergo, appena arrivati e assetati come non mai.
” Un euro e cinquanta! Costa come un litro di benzina!”
Ma mi dicono che questo è il migliore sistema possibile. I miei complimenti.
Comunque mi ci hanno fregato una volta e basta. L’acqua l’ho comprata al market e con l’aria condizionata in camera era freschina anche se ettore sostiene ancora che era calda.

Come si fa a vent’anni ad andare in albergo a riccione. Eppure era pieno di giovani, e di mamme e qualche papà soli coi figli. L’albergo che ho scelto è al passo coi tempi e faceva promozioni per un genitore e un figlio, se poi ne avevi due il secondo pagava metà qualsiasi età avesse. Però te la facevano scontare con le bevande, per fortuna che a ettore la coca cola non piace se no erano due euro a lattina.
Ci sono bambini che ci campano con la coca cola, li ho visti!
Dicevo dei giovani. Anche io ho fatto le vacanze a riccione, preferibilmente campeggio e un anno che eravamo in sei ragazze in un appartamento. Ma l’albergo è roba da mamme col figlio, appunto, e da vecchi.
Ed è roba per gente che ha bisogno di riposarsi e che il massimo che riesce a produrre in vacanza è la stenditura dei teli da spiaggia e una rinfrescata ai costumi.
Le ho guardate queste ragazze che si trascinavano a pranzo appena alzate e davanti ai piatti di tagliolini con pescespada, rucola e pinoli, si annoiavano. Due forchettate di malavoglia e poi cominciavano a girarci intorno, un pinolino preso con le dita, due pezzetti di pesce raccolti con la forchetta e poi da copione a tenersi la pancia:
”sono piena”. Ma per favore.
Una sera ettore ha chiesto a due ragazze vicino a noi se le fritture di pesce che erano rimaste lì, intonse, avevano intenzione di mangiarle o no.
No!! e detto con una faccia ma ti pare che mangiamo il fritto che non ci si deve gonfiare la pancia che stasera andiamo a ballare e c’abbiamo due vestitini elasticizzati che ci tolgono il fiato… le ho viste dopo scendere, erano letteralmente nude, a una si vedeva anche il pelo perché sotto il vestitino trasparente aveva indossato un velatissimo perizoma color carne che le si infilava nelle chiappe e che sistemava di tanto in tanto con gesti, francamente, volgari.
Comunque ci siamo spazzolati le due fritture, chissenefrega.

Da annotare anche l’incredibile popolazione di tatuati in questo paese. Se una decina di anni fa ero quasi arrivata a farmelo, minuscolo, una rosa rossa sul pollice della mano sinistra, adesso ringrazio di non averlo.
Tatuaggi mostruosi, osceni, invadenti e assolutamente inadeguati. Certo che se doveva essere un segno di distinzione…
Ho osservato che tra gli uomini sono di tendenza le scritte in alfabeti stranieri, così uno chiede che vuol dire e quello ci fa la figura del ganzo. Antiche massime, perle di saggezza, sai com’è.
Poi quello che ha il braccio tatuato che pare ‘na pergamena cinese lo senti gridare mentre giocano a biglie sulla sabbia:
”aho!! E dopo  ‘sto rimpiattino  te rimane solo de succhiamme la fava!”
Testuale. Purtroppo.

Ettore ha fatto amicizia con un bambino di cinisello balsamo anche lui in vacanza con la mamma nel nostro albergo. Lei ha due anni più di me ed era lì da metà luglio e se ne andranno il 25 di agosto.
Dico… caspita che vacanza lunga, e mi suonava strano che una mamma single potesse permettersi di stare in albergo un mese e mezzo.
Poi chiacchierando vengo a sapere che non è single e il marito lavora alla borsa di milano e ogni due settimane li raggiunge per passare insieme il sabato e la domenica. Lei era tanto stanca e aveva bisogno di staccare.
”che lavoro fai?” le chiedo.
”oh, praticamente non smetto mai di lavorare, sai, il figlio, la casa…”
Incredibile, questa qui non lavora e spaccia come fatica inumana lo straccio sul pavimento e la cura del figlio… Comodo e allo stesso tempo umiliante starsene in vacanza mantenuta dal marito, ma la prossima che sento sullo stipendio alle casalinghe, grido.

Grido che lo voglio pure io lo stipendio delle casalinghe, che casa la mando avanti da sola, pulisco io il sabato pomeriggio, qualche volta di sera se sono in vena, o la domenica mattina. Stendo i panni alle nove di sera e raccolgo il tutto prima di partire la mattina alle sette e mezza. Venissero a vedere quanto è tenuta bene casa mia. E mi paghino, cazzo.

 
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