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"Confermo i miei atti e rido dei miei castighi. E adesso condannatemi".

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Post n°474 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da 72rosalux72

E’ da qualche mese che la cgil va dicendo che la crisi è strutturale, che erano vent’anni che non si vedeva cosi tanta cig, che anche le grandi industrie verranno colpite e che gli inviti a consumare a dispetto di tutto, insieme a scanzonate analisi della diminuzione del pil – la famosa “leggerezza” berlusconiana- sono un tantino fuori luogo, per non dire di più.
Naturalmente nessuno ne ha tenuto conto, intanto perché prima di tutto viene la propaganda: va tutto bene, potrebbe andare meglio ma ci accontentiamo; poi perché la cgil è contro il governo e quindi inaffidabile.
A un certo punto la marcegaglia annuncia allarmata che solo nel settore auto sono a rischio sessantamila posti di lavoro, quindi circa duecentomila persone si potrebbero trovare, a breve, in difficoltà economica. E siccome la confindustria non è contraria al governo e conta parecchio più della cgil, eccoli che si affrettano per studiare incentivi e rottamazioni.
Non chiederti cosa può fare lo stato per te, ma chiediti cosa puoi fare per lo stato: compra una macchina nuova.

Il fatto è, sempre secondo me, che bisogna avere rispetto per le cose, quindi anche per chi la crisi economica la vive, e piantarla di dire che un calo di due punti del pil non è una tragedia ma è un po’ come tornare indietro nel tempo di due anni. E due anni fa mica si stava male.

Uhm… due anni fa il marito di una mia collega, che fa l’operaio in una ditta che produce parquet, era tranquillo perché c’era un sacco di lavoro, faceva addirittura il sabato mattina su sua richiesta, per arrotondare. Prende milleottocento euro al mese ma si fa due settimane di notte. Certo, ha dato lui la disponibilità, c. me l’ha detto che erano d’accordo, sono i classici sacrifici. Mutuo da pagare, due bambini, insomma.
(sacrifici per NOI, per altri sarebbe inconcepibile una vita del genere, con tremila euro a disposizione, quattro persone e la rata da pagare alla banca)
Adesso succede che il parquet non lo vuole più nessuno o quasi, d’altra parte in tempi di crisi la gente compra meno case e rifà meno parquet.
( compra anche meno auto, per l’appunto)
Risultato: stanno facendo ferie forzate a giro e il marito della mia collega le finirà a marzo. Poi? Cassa integrazione.
La mia collega ha paura, e la capisco perché ci sono passata quando i miei genitori persero il lavoro. Come vai avanti se non hai più la sicurezza economica?
Non hai più voglia di invitare amici a casa, cerchi di limare il più possibile i consumi – eh sì, il mio berlusca, così fa chi ha pochi soldi- e c’hai addosso la rabbia e l’impotenza insieme.
Parlo di questa storia che conosco, ma ce ne sono altre che ho saputo dai giornali e dai tg locali. Un grande magazzino di profumeria che appena due anni fa assunse decine di dipendenti, limoni si chiama, adesso chiude. Chiude e basta.
Alle acciaierie di terni è prevista la cig per 1600 dipendenti, e visto che si deve moltiplicare almeno per tre le persone direttamente coinvolte in una perdita di posto di lavoro, direi che la faccenda è molto seria. Poi ci sono i lavoratori dell’indotto, poche decine di dipendenti in numerose ditte, quindi non fanno notizia.
Considerando che terni ha poco più di centomila residenti ed è nata per produrre acciaio, è facile capire che per questa città e il territorio che raccoglie, più che di crisi casomai si dovrà parlare di tragedia.


Poi si meravigliano se uno cerca il posto fisso ( statale o quasi), ti dicono che non è moderno pensarla così, adesso il “mercato del lavoro” è flessibile, si cambia spesso, ma dove vivi??
Boh, io quelli che conosco son ben contenti di avere il posto fisso, non li sfiora l’idea di avventurarsi nello splendido e flessibile “mercato del lavoro”, e sfido a dargli torto.
Perché si lavora per vivere e non il contrario; perché se uno piglia un mutuo mostrando alla banca la busta paga e il contratto di lavoro a tempo indeterminato, sarebbe il caso che l’azienda che poi lo manda in cassa o che lo licenzia pagasse almeno per un anno le rate del suo mutuo. In fondo, il lavoro a tempo indeterminato gliel’avevano garantito, non vedo perché a fottersi ci debba andare soltanto il lavoratore.
Invece le aziende chiedono solo sgravi fiscali, giusto l’altro giorno ho letto del gran consiglio degli imprenditori edili perugini. Sono morta dalle risate, immaginando questi signori lamentarsi degli scarsi profitti, signora mia, che tempi. E giù con richieste di detassazioni, agevolazioni, coccole e carezze. Ma finiamola.
Solo nel mio palazzo il costruttore ha mantenuto due appartamenti in affitto, in quello a fianco, più grande, ne ha tre, e siccome iniziò l’impresa il nonno, posso azzardare che tra tutto gli appartamenti di proprietà sono svariate decine.
Tutto sommato è un piccolo costruttore, però figuriamoci quanto hanno messo da parte altri.   … che continuano a lagnarsi, a protestare, perché questo è un mondo ingiusto.

E dei mutui degli operai manco si parla.

 
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