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"Confermo i miei atti e rido dei miei castighi. E adesso condannatemi".

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Post n°480 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da 72rosalux72

A parte la tiulla sui “cappellacci in brodo” che il mio capo dice di essere bravo a cucinare, ripetuta instancabilmente da giorni - con risatina al seguito della moglie che si fa chiamare col cognome del marito che manco mia nonna - a parte che i cappellacci non si fanno in brodo ma loro non lo sanno perché hanno la colf che cucina, devo dire che è parecchio deprimente sapere che quei due fanno parte della maggioranza degli italiani.
Sfruttano i magazzinieri con paghe da fame e orari quando gli fa più comodo, ne cambiano tre/quattro all’anno, e poi mi tocca sentire la signora che ciarla con le clienti di quanto siano svogliati i giovani d’oggi… “ la prima cosa che chiedono è quando chiudiamo per ferie”… e vorrei proprio sapere che gliene cale a lei visto che tanto ai magazzinieri le ferie non le pagano.
Che poi mica è vero che quando uno cerca lavoro chiede subito delle ferie, anzi casomai è vero il contrario, ma lei ha voglia di dirlo tanto per disprezzo. Anche perché lei di colloqui di lavoro in vita sua ne ha fatti zero, ha soltanto sposato uno che il babbo aveva un’attività ben avviata, il figlio l’ha conservata e lei quindi ci lavora.
Parliamoci chiaro, l’anno scorso ha votato la santanchè e tutto sommato ha fatto bene perché lei è abbastanza santanchè, e mi disse pure… “ ma come si fa a votare rifondazione?”… “beh guardi, siamo sulla stessa barca degli increduli, io non capisco come si possa votare la santanchè”.

E lui. Lui che mi segna il permesso di mezz’ora e poi mi chiede “se riesci a organizzarti col bambino” se posso entrare un’ orettina prima nei periodi caldi.
Col cazzo. Mi ha fregata una volta, qualche estate fa mi ha messo nelle ferie un’ora e mezzo di permessi e non mi ha considerato tre ore che avevo fatto in più in un mese con entrate anticipate. Stiamo a discutere due minuti, mi dice che non ho segnato le ore in più – dove? non esiste uno spazio per segnare le ore in più- e visto che se la prendeva tanto a cuore ‘sta questione, gli ho detto che andava bene così, A ME non cambia il mondo se non ho pagate tre ore in più di lavoro.
Naturalmente orari rigidissimi a partire da quell’episodio, perché nessuno lavora gratis, caro il mio cappellaccio in brodo.
Stessa cosa è capitata, guarda caso, ai miei colleghi… si sono tutti dimenticati di segnare le ore in più (dove? ripeto, non c’è uno spazio fatto apposta, mai detto, mai saputo) e ovviamente il capo non si ricorda di averglielo mai chiesto.
In sostanza ha rubato sul lavoro dei suoi dipendenti.
Le piccole realtà funzionano così, pare che ti fanno un favore a darti lo stipendio ogni mese.

Ecco, questi due sono convinti sostenitori del governo, ronde comprese.
” io ho paura quando chiudo la libreria dopo aver fatto la cassa”, dice la santanchè, “e anche quando rientro in casa, c’è pochissima illuminazione…” A parte che a casa sua c’è pochissima illuminazione perché hanno la megavilla quasi isolata sulle colline attorno a perugia, francamente due ronde apposta per la signora mi sembrano una pretesa.
Quasi avevo voglia di ribattere che la voglio anch’io una ronda tutta per me.

Una volta si usava dire che a sinistra si dice “noi” e a destra si dice “io”, poi si è smesso di dirlo, insieme a tante altre cose. Sapevano di propaganda, di vecchio, di non so che cosa, perché a pensarci bene nessuno me l’ha spiegato.
Eppure a me la cosa che è sempre piaciuta più della sinistra è esattamente quel “noi”, perché sono una che ha bisogno di condividere, di includere.
Mille volte ho trovato soddisfatto questo bisogno, in mille modi, anche cantando l’internazionale a una festa de l’unità coi giovani compagni francesi e tedeschi ospiti della sinistra giovanile umbra, ognuno nella loro lingua, e tutti insieme.

 
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