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"Confermo i miei atti e rido dei miei castighi. E adesso condannatemi".

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Post n°521 pubblicato il 12 Luglio 2009 da 72rosalux72



Tutto nasce dalle parole di una che domanda dove manderemo i figli alla scuola media.
Registro che la maggior parte, ovvero quattro di sei, ha deciso non solo la scuola ma pure la sezione. Compresa la mamma che ha introdotto il discorso.

Io: no, ha finito la quarta elementare un mese fa e francamente siamo tutti e due in vacanza dalla scuola. Ho smesso di tormentarlo, lui si gode la pace che ne deriva e può dedicarsi alla sua attività preferita: giocare.
Oh!… la mia ha già fatto metà del libro delle vacanze, se continua così gliene devo comprare un altro.
( pensato ma non detto: brava. bis. però guarda che il premio lo danno solo a chi finisce almeno tre libri dei compiti estivi)
Io: mah… qualche giorno fa è venuta in libreria la maestra di matematica e mi ha detto che secondo lei è utile fare qualcosa due/tre settimane prima che ricominci la scuola, per riprendere un po’ il ritmo. La vedo anche io così. E poi il mio ha bisogno di leggere più che di fare esercizi.
Un’altra: sono importanti entrambe le cose, io non la forzo mica a fare i compiti, è lei che sceglie di farli. Li ha voluti portare via anche al mare.
Deve aver pensato di avermi procurato un bel moto di invidia, invece avrei voluto esprimerle tutta la mia tristezza per avere una figlia che a neanche dieci anni decide di fare i compiti in vacanza.

Per carità, ettore è abbastanza svogliato e fatico per fargli fare le materie che non gli piacciono, però non oso immaginare cosa direbbe se gli proponessi di portare via i compiti al mare. Anzi, quasi quasi gli faccio uno scherzo per vedere la faccia che fa.
Poi certo, delle volte mi fa incazzare. Gli riporto comunque i libricini delle vacanze – italiano e matematica, e inglese- chè se no poi non li trovo più, li lascio dalla nonna e lui la sera mi dice che “sono molto carini”. Ieri pomeriggio li piglio in mano e gli faccio presente che non è furbo… insomma, almeno il cellophane lo poteva togliere.

Sempre con la maestra di matematica si parlava delle letture. Sa benissimo che scovare un libro che piaccia ad ettore è un’impresa, e per un paio di mesi ci siamo arenati, dopo “abbaiare stanca”, “l’occhio del lupo” e “gli sporcelli”. Qualche tempo fa gli ho portato “il diario di una schiappa”, sicurissima del successo.  Adesso sta leggendo la seconda parte ed è ora di cercare qualcos’altro, una volta convinto che, per il momento, non uscirà una terza parte. Li faccio vedere alla maestra di matematica premettendo che sì, lo so, sono letture facili, ogni pagina ha un fumettino, però pur di… lei dice che vanno benissimo, ne compra pure uno per il figliolo che ha fatto la quinta e sentenzia: io non ci credo a quelli che leggono tutto harry potter a nove anni… Visto che è entrata nel discorso lei, le dico che in classe nostra qualcuno ha cominciato molto prima, e comunque ne sento ogni giorno di bambini prodigio che a otto anni si fanno le cronache di narnia, altri che a quattro “leggiucchiano”, per non dire degli esauriti che comprano alfabetieri murali per tappezzarci la cameretta del bimbo di due anni “ che già riconosce tutte le lettere”. E qui ci credo, è come se gli fai vedere una mela più volte e gli dici che è una mela: quando gli chiederai cos’è ti risponderà che è una mela. Vale anche per le lettere dell’alfabeto, a forza di mostrargli la A… guarda tesoruccio, questa è la A… quando gliela fai rivedere ti dirà che è una A. Il problema è che questi son convinti che il loro pargolo sia particolarmente intelligente e non che si tratti di un normalissimo processo di memorizzazione.
Mi dispiace per loro, ma dovranno aspettare perlomeno i cinque anni prima che il bambino sia in grado di mettere in fila una o due sillabe.
Digressione a parte, sono convinta anche io che tante manifestate letture non esistano, piuttosto esiste il desiderio di farsi belli con i figli. Registro troppo spesso casi di bambini divoratori di libri, eppure quando vengono loro, i bambini, si fiondano sulla collana “goal”, su geronimo stilton, su scoobydoo, sulla “scuola dei pirati” i maschi e sulla “scuola di danza” le femmine, sulla maga martina, su bat pat e sul gatto fantasio. I libroni non li guardano, i classici nemmeno.
Forse vale anche qui il vecchio detto che quando uno ne parla tanto vuol dire che lo fa poco.

 
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