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Post N° 378

Post n°378 pubblicato il 22 Ottobre 2007 da 72rosalux72


Ieri mattina c’è stata una discussione tra me e mio figlio, perché lui non vuole saperne di organizzarsi nel fare i compiti. Sapeva bene che per martedì aveva una valanga di italiano da fare, ma ieri ha preferito fare, oltre matematica che era per lunedì e non gli costa nulla perché devo ammettere che è proprio bravo, inglese che è per mercoledì. Ieri è andato col papà a eurochocolate e così oggi si è ritrovato un sacco di compiti e dalle quattro alle sei aveva scherma.
Quando li farai? Sappi che io dopo cena non mi metto a fare i testi di italiano con te, CHIAAROOO?!
Ha fatto spallucce, chissenefrega, “italiano non è importante e non mi piace”.
Italiano non è importante.
E non mi vengano a dire che i bambini educati da subito al libro e alle storie non potranno fare a meno di amare i libri e le storie. Quando era piccolo mi sono seccata la gola per raccontargli le storie, avevo pure inventato varianti di qualche fiaba, tipo il lupo che rimaneva sdentato e diventava il cuoco dei sette capretti. Libricini morbidi, libricini impermeabili per la pappa e per il bagno, libri da toccare, libri con le finestrelle, raccolte di fiabe, qualcuna pure col cd per fargli seguire la narrazione. E non è stato uno sforzo, a me le storie piacciono, io leggo e leggevo anche da bambina, il suo papà uguale, casa mia è piena di libri, casa del papà lo stesso. Insomma, non si può dire che per ettore il libro sia un oggetto sconosciuto.
Cosa legge mio figlio? I fumetti, ah certo, quelli sì. E tenta di farmi passare per lettura un libraccio sulle ninja che, tolte le immagini e le pagine di giochi e test tipo “quale tartaruga sei?”, avrà in tutto venti righe di storia. Quest’estate, visto che adora il cartone,  gli ho preso la rilettura di robin hood  con i personaggi di geronimo stilton. Roba di bassa qualità, sia chiaro, ma almeno era una storia abbastanza lunga e per uno che aveva finito la seconda elementare poteva andare. L’ha divorata, me ne parlava mentre la leggeva e mi sono illusa che, sì, basta saperlo stimolare, incuriosirlo, parlarne con lui. Un mesetto fa gli faccio:
ettore, adesso hai cominciato la terza, geronimo stilton non è più adatto a un bambino di otto anni. Visto che ti è piaciuto tanto robin hood, che ne dici di leggere quello vero? In libreria abbiamo un’edizione cartonata, tipo quelle che io leggevo da bambina… era entusiasta, non vedeva l’ora che gliela portassi.
E pensare che il libro l’ho pure impacchettato. Appena l’ha visto ha fatto una faccia schifata che ci è mancato poco glielo tirassi in testa. Niente da fare, quello a sentir lui “è un libro da grandi”, e “con tutte quelle pagine scritte mi annoio”.
Qualche volta mi chiedo da dove sia sbucato questo bambino.

Magari era meglio quando non c’erano tutte queste serie di libri per bambini superillustrate e scritte facili facili.. Quando non hai alternativa leggi subito piccole donne ( o robin hood) in versione integrale. Quando i cartoni cominciano alle cinque del pomeriggio prima fai i compiti, quando non hai i dvd da guardare o i figli del tamagochi da accudire, fai i compiti e leggi. eccetera.
Per ettore è tanto faticoso analizzare un testo di italiano: dividere in sequenze, fare il riassunto, trovare le parole chiave, cercare quelle che non conosce sul dizionario. Lo trova inutile. Credo che non ne colga la praticità,  come quando si diverte a riscrivere e sommare i prezzi degli scontrini della spesa per vedere se la cassiera ha fatto bene. Si diverte pure ad applicare le proprietà dell’addizione, associa tre o quattro prezzi, poi ne dissocia un altro paio e dopo fa la somma. Tutto contento poi mi viene a dire che il prezzo è giusto, e io non mi sono manco posta il problema. Guardo i fogli dei suoi calcoli e mi chiedo come si possa divertire così.

Mi ricordo che la mia maestra ci leggeva le storie e dovevamo stare molto attenti perché dopo ci toccava il riassunto. Il riassunto sull’ascolto, che quando lo racconto a ettore gli pare impossibile, lui che quando deve fare un riassunto guarda la pagina cento volte e sbuffa a ogni parola che scrive.
Oggi per esempio, un testo normalmente lungo, pure carino, facile da memorizzare. Legge a voce alta, bello intonato, poi scrive con la penna rossa “divido in sequenze il testo di pag…” e immancabile mi fa:
Mi dai un consiglio?!… della serie, mica ti chiedo di dettarmi, solo un consiglio.
Io come sempre gli dico di trovare le parole per raccontarmela, pensando che tutte le storie hanno un inizio, uno svolgimento e una fine. E via a riguardare sul libro qual è l’inizio, va bene se metto così? si capisce se dico così? posso ripetere questa parola pure se l’ho detta sulla riga sopra? Morale, quasi un’ora per fare tre sequenze e un riassunto che praticamente è la copia delle sequenze con qualche parola in meno. Poi doveva “studiare” il testo poetico e posso capire che non sia il massimo a otto anni imparare cos’è l’allitterazione o l’onomatopea, però in classe hanno fatto un lavoro molto bello, con tantissimi esempi e rendendo i concetti davvero fruibili.
Alla fine, se ti chiedessi di dirmi cos’è una poesia, tu cosa risponderesti?

”la poesia è tipo una filastrocca, però scritta più difficile”

 
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Commenti al Post:
MacRaiser
MacRaiser il 23/10/07 alle 10:24 via WEB
Sono in perfetto disaccordo con te, Rosa. Le tue richieste sono esagerate e ingiuste. Un bambino non e' una marionetta che puoi comandare tirando i fili. Ha le sue preferenze ed i suoi gusti e vanno rispettati. Non puoi pretendere, visto ch'e' tuo figlio, che abbia le tue stesse inclinazioni o capacita'; ne' puoi fargliele ingoiare a forza. Ovvio che va anche indirizzato e aiutato, ma non e' certo questo il modo. Oltretutto mi pare che tu faccia delle richieste decisamente esagerate, vista l'eta' di tuo figlio. E' normalissimo che per un bambino la poesia sia una filastrocca arzigogolata, non capisco di cosa ti stupisci. Scusami, non te la prendere, ma io sono un montessoriano convinto e credo fermamente (per averlo vissuto) che,l a quell'eta', ogni apprendimento utile e duraturo passi attraverso il gioco e la fantasia. E tu lo stai trattando come se fosse un adulto. Ciao :)
(Rispondi)
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 23/10/07 alle 10:31 via WEB
P.S. Io la storia ho cominciato ad impararla e ad appassionarmici proprio attraverso i fumetti.. sia quelli ad hoc che quelli di Paperino con le sue divertenti parodie storiche. E quando arrivai alle medie ero il primo della classe anche se non studiavo quasi niente. Cerca di assecondare le sue attitudini. Se ti metti in opposizione dura non farai che fargli odiare cio' che piu' tieni ad insegnargli.
(Rispondi)
 
 
72rosalux72
72rosalux72 il 23/10/07 alle 22:32 via WEB
e pensare che mi pareva di averne parlato con leggerezza, o forse sei tu che hai preso la cosa troppo suls erio. d'altra parte, se deve analizzare i testi, dividere in sequenze e fare i riassunti, non è colpa mia. è una precisa richiesta della sua maestra d'italiano, se vuoi ti do il numero così queste cose le dici a lei. però lo deve fare, non posso certo sollevarlo dal fare i compiti d'italiano. anche se gaurdarlo mentre li fa è praticamente una comica, visto che si lamenta in continuazione. sai, per me mio figlio non è una marionetta, e scusa se me la segno, ma saprai anche tu che le parole sono pietre e quindi vanno pesate prima di... e a proposito di montessori. te ne potrei raccontare parecchie sulla primaria montessori della mia città, lavoro in una libreria che è anche scolastica e ti potrei descrivere il dramma di bambini che in prima elementare non riescono a usare la penna stilografica. che richiesta esagerata!! eppure alla priamria montessori è obbligatorio usare la stilografica e rido pensando agli sbaffamenti che farebbe ettore visto che scrive con la sinistra. e ti correggono col rosso le lettere scritte male! a pensarci il quaderno di mio figlio sarebbe tutto di un colore. ha una grafia spigolosa e lunga, tipicamente mancina. una brutta grafia, ma nessuno lo ritiene importante, a cominciare dalle maestre. poi certo, visto che quest'anno i compiti si accumulano e durante la settimana possono esserci altre cose da fare, cerco di insegnargli a gestirsi. ma non ti preoccupare, mio figlio è più testone di me e non ha intenzione di essere la marionetta di nessuno. ps: grazie per le lezioncine di pedagogia: "ha le sue preferenze ed i suoi gusti vanno rispettati"; "non puoi pretendere, visto ch'e' tuo figlio, che abbia le tue stesse inclinazioni o capacita'; ne' puoi fargliele ingoiare a forza". tu non mi conosci, mac, e confezionare giudizi su persone ( o nick, fa lo stesso)che non si conoscono è una pratica che ho sempre trovato insopportabile. mi sono stupita del tono del tuo commento, francamente. buona serata, manola.
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MacRaiser
MacRaiser il 23/10/07 alle 23:37 via WEB
Ho fatto le elementari alla Montessori e non ricordo di aver usato mai la stilografica (cosa che ritengo assolutamente inutile e anzi dannosa). Anche la mia grafia e' brutta ed a causa di questo ho dovuto imparare a scrivere i temi delle superiori in stampatello. Cio' non toglie che prendessi ottimi voti. Probabilmente perche' gli insegnanti badavano al contenuto ed alla correttezza della forma grammaticale e logica, piuttosto che alla grafia. Detto questo, non ho dato giudizi sulla tua persona, ci mancherebbe. Ho solo scritto le mie impressioni ed idee; e solo su quello che hai scritto. Pensavo fosse permesso, altrimenti perche' scrivere un post? Se non lo e', ti chiedo scusa. Ti faccio presente che ti avevo chiesto di non prendertela (cioe' di non prenderla come fatto personale), ma vedo che invece cosi' non e' stato. Mi dispiace molto e per il futuro mi asterro' dall'esprimere la mia opinione su cio' che scrivi. Ciao.
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72rosalux72
72rosalux72 il 24/10/07 alle 21:28 via WEB
sono tre anni e mezzo che è permesso commentare sul mio blog, lascio anche i commenti che il 99percento dei bloggers cancellerebbe ( non mi riferisco a te, ovviamente). senti mac, hai detto "le tue richieste sono esagerate e ingiuste. Un bambino non e' una marionetta che puoi comandare tirando i fili", insomma, secondo me più che impressioni sono giudizi. è vero che hai premesso "non te la prendere", però può succedere che uno se la prenda nonostante l'avviso. e non è che sia più di tanto eprmalosa, ma visto che si stava parlando del mio modo di educare, ebbene sì, me la sono presa. poi mi passa eh, però te l'ho voluto dire, non ci vedo nulla di strano. soprattutto, non vedo il motivo per non commentare più qui. detto questo, sulla scuola primaria montessori ti ho riportato l'esperienza di molti genitori: qualcuno lo conosco bene, di altri ho raccolto le testimonianze in libreria. che ti devo dire, almeno a perugia, alla primaria montessori "ciabatti" è obbligatorio usare la penna stilografica. questo è quanto, non me lo sono inventato. tornando un attimo a ettore, "purtroppo" deve imparare a organizzarsi nei compiti a otto anni. io il pomeriggio lavoro, e comuqnue nelle tre ore di stacco si riesce a fare molto, il papà è una figura abbastanza altalenante e di certo non c'è durante la settimana per stargli dietro nei compiti, salvo telefonare la sera per chidere: li hai fatti i compiti?! a quanto sento è un problema comune, frequento i genitori dei compagni di ettore e tutti si affannano per insegnare ai loro figli a gestirsi nei compiti.
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MacRaiser
MacRaiser il 25/10/07 alle 14:09 via WEB
Non conosco questa "Ciabatti", ma se obbligano i bambini a fare qualcosa, tradiscono in pieno il metodo Montessori. Io non sono MAI stato obbligato a fare nulla, alla Montessori. Vado un po' di corsa, ora, percio' ti incollo un sunto da Wiki che mi pare ben fatto: "Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive. L'adulto ha la tendenza a reprimere la personalità del bambino e spesso lo costringe a vivere in un ambiente di altra misura con ritmi di vita innaturali. Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina. Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita." Ciao.
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Mario939
Mario939 il 24/10/07 alle 14:49 via WEB
Complimenti, scrivi molto bene. Buona giornata. Mario
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/10/07 alle 19:41 via WEB
Cara Manola,ho sorriso e riflettuto sul tuo post ;comprendo in pieno la tua preoccupazione per la mancanza di entusiasmi verso l’italica lingua da parte di Ettore.(anche se … invidio chi si diverte parecchio con i numeri e nei confronti di costoro…mi sento sempre un po’ in crisi!) Io in classe mi scervello tra mille percorsi per cercare di “accalappiare”attenzione e suscitare interesse per la lettura,per la pittura ,per le cose che amo di più, oltre ai curricoli più generici .Con alcuni ovviamente la cosa funziona e…con altri no….,mi riferisco in particolare alla lettura ,sempiterno problema ,(senza entrare in questioni di didattica della lingua sulle quali i discorsi potrebbero essere lunghi e soprattutto suscettibili di andare ad incidere sulla libertà d’insegnamento e sulle stesse convinzioni /teorie sulla lingua stessa .)Dopo anni d’esperienza mi sentirei di dire che l’amore per la lettura è una cosa parecchio ma parecchio particolare ;è certo che la lettura animata ,i percorsi di lettura con le tipologie più svariate di libri ,la lettura ad alta voce dell’adulto , hanno un peso e in qualche caso possono far scattare la scintilla …ma non sempre e non sempre dalle case dove il libro circola parecchio escono dei lettori .Fatte mie sia le regole di Pennac che quelle di Rodari sulla lettura .credo ch alla fine è una scossa che deve avvenire dentro .la lettura deve essere un divertimento,un gioco ,un bisogno impellente…ed allora è fatta.Detto ciò ,io credo che Ettore prima o poi si appassionerà .Un abbraccio Anto
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/10/07 alle 19:42 via WEB
quella della filastrocca...un pò più difficiel sulla poesia è grande...
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72rosalux72
72rosalux72 il 24/10/07 alle 22:03 via WEB
senza dubbio il piacere vero e proprio della lettura è qualcosa di particolare, che viene col tempo, con la crescita interiore. però da maestra insisti anche tu con la lettura, cercando mille modi, ma insisti. la lettura a otto/dieci anni insegna a esprimersi bene, a conoscere parole nuove, a parlare bene. è pacifico che ogni bambino abbia le sue preferenze, però non si può nemmeno dire: va beh,non ti piace leggere, pazienza. mica è come parlare di carciofi, cibo che ettore odia e non mi sogno di educarlo a mangiarne. del resto, durante le vacanze estive non ha mai compiti, l'importante è leggere, dice la maestra. portate i vostri figli in libreria, fate la tessera della biblioteca, tirate fuori i vostri libri da bambini, fateveli prestare, quello che vi pare, purchè i bambini leggano.
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ossimora
ossimora il 25/10/07 alle 10:02 via WEB
si certamente Manola,è importantissimo e fai bene ad insistere.
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MacRaiser
MacRaiser il 25/10/07 alle 18:48 via WEB
Ancora una volta non sono d'accordo, Rosa. E' proprio l'impostazione che a mio avviso e' difettosa e porta ai risultati che tu stessa lamenti. L'importante non e' che il bambino comunque legga, ma che in lui nasca la passione per la lettura, la VOGLIA di leggere. Lo stesso vale per la matematica o per la musica. La strada per arrivare a conseguire questi obiettivi e' stata genialmente tracciata da Maria Montessori col suo metodo quasi un secolo fa. Nel mondo ci riconoscono questo incredibile primato e noi nemmeno ce ne accorgiamo, non siamo capaci di sfruttare questa immensa eredita'. Questo approccio pedagogico e' tutt'ora completamente ignorato dalla grandissima parte dei nostri educatori e confinato nei piccoli recinti delle scuole "per ricchi". E invece stiamo ancora a perder tempo discettando se in classe dobbiamo appendere la statuetta con l'immagine sanguinolenta di un uomo torturato e ucciso su una croce, oppure no. Un articolo interessante e' uscito proprio oggi, in merito, su Repubblica. Secondo me dovremmo smetterla di agire sui bambini come fossero frecce da scagliare contro un bersaglio (i nostri obiettivi), servendoci della scuola come arco. E non sto parlando di te, Rosa.. sei pregata di non prenderla come fatto personale, ok? Ciao :)
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72rosalux72
72rosalux72 il 28/10/07 alle 00:30 via WEB
avevo letto l'articolo e i materiali di cui parla sono quelli della scuola dell'infanzia. lo so perchè mio figlio ha frequentato una scuola materna montessoriana. la torre rosa, la scala marrone, l'albero della vita ( bellissimo), il cubo del binomio. è vero, il materiale montessoriano è straordinario, e anche il metodo applicato alla scuola dell'infanzia. non fanno classi divise per età, lavorano in gruppo e i più grandi aiutano i piccoli ( prima sei tu ad essere aiutato, poi viene anche epr te il momento di aiutare gli altri). e potrei fare tanti esempi. e mi son sembrati ottimi motivi per iscriverlo. ma alla primaria è un'altra cosa, e non sto di certo parlando di scuola per ricchi. è una scuola statale dove tutti si possono iscrivere, e la conosco abbastanza bene. tutti gli anni vado a presentare alle maestre i nuovi testi scolastici e ti garantisco che la differenza con le altre scuole si vede subito. classi con la porta chiusa, tutte e sempre; silenzio assoluto; zaini ordinatamente riposti fuori dalla classe, sotto al proprio giacchetto con tanto di nome sul gancio. in classe i bambini sono staccati tra di loro, ognuno ha il suo banchino e lavora con le perline - mi sono imbattuta in una lezione di matematica e ho ringraziato il cielo che mio figlio usasse l'abaco, materiale reperibile ovunque e a basso costo, mentre le perline matematiche montessoriane costano un botto. e l'abaco mi pare uno strumento perfetto epr insegnare la matematica. a perugia c'è il centro internazionale montessoriano, fondato proprio dalla montessori. e pur essendo una piccola città ha una scuola media montessori e i licei scientifico e classico montessori. per dire che qui il metodo montessori dovrebbe essere più che conosciuto. magari, come si chiacchiera tra noi mamme, è stato frainteso. E adesso c’è la nomea della scuola elementare che ti educa ad essere un soldatino, tipo che se suona la ricreazione e qualcuno non ha finito un lavoro, fanno merenda solo quelli che hanno finito. poi gli altri, che non hanno mangiato perché sono rimasti indietro, escono dalla classe e fanno merenda. cose sentite, anche da amiche che anni fa fecero il tirocinio in questa scuola. ciao mac
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merizeta21
merizeta21 il 25/10/07 alle 09:05 via WEB
anche Stefano, il bimbo del mio compagno, non legge niente se non qualche sporadico topolino, stilton, e roba simile. Non riusciamo nè io nè suo padre a fargli amare la lettura.Ma credo che uno dei problemi sia anche la tivù. Paradossalmente se fosse possibile non fargliela guardare da subito e fino ai sedici anni sarebbe meglio: addormenta il cervello. Il cervello è un muscolo come altri, se ti abitui a non usarlo è finita, è come camminare con le rotelle sotto i piedi: quando te le levi non sei più capace a stare senza.
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merizeta21
merizeta21 il 25/10/07 alle 09:08 via WEB
aggiungo: il fatto di fare i conti benissimo non è determinante. Anche Ste è così. Ma la matematica ha di bello che è logica, ti dà un riscontro immediato se fai le cose giuste. Invece immaginare le situazioni, vedersele davanti, visualizzarle come se fossero vere, richiede uno sforzo titanico per le persone che non sono assolutamente dotate di fantasia, e questo, mi sono accorta, vale spesso anche per i bambini, che invece di inventarsene di proprie prendono a prestito le favole della tivù o dei giornaletti.
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lupopezzato
lupopezzato il 25/10/07 alle 10:27 via WEB
Riferitamene allo sforzo di fantasia ed alla pigrizia mentale dei bambini che prendono a prestito dagli altri le loro favole si potrebbe teorizzare che, quegli stessi bambini, da grandi continueranno ad esercitare quella pigrizia mentale. Solo che, anziché le favole, prenderanno a prestito le idee e qui si arriva all’omologazione del pensiero. A “quello che ha detto il capo lo penso anch’io”. A quel gregge silenzioso che non avendo nessuna catena visibile ritiene di essere libero e non si accorge che sta seguendo il rumore del campanaccio.
Sto divagando dal tema. Hai detto bene, la matematica più che numeri è logica e la logica, aggiungerei, non è solo numeri. Quando andavo a scuola adoravo la matematica e detestavo la storia proprio per i suoi numeri che non avevano nulla di logico essendo solo date. Amavo la poesia ma detestavo impararla a memoria. Poiché non credo nell’essere ma nel divenire, penso che ci sia sempre una logica che avvicina il bambino (e noi tutti) a qualcosa e lo allontana da altre. Come dire che anche il gusto ha la sua razionalità e solo il fatto che non conosciamo ogni angolo nascosto di noi stessi ci fa dire che, in certi casi, siamo irrazionali.
p.s.: se oggi mi chiedessero una definizione della poesia, risponderei che "è un tipo di filastrocca, però scritta più difficile” :o)
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MacRaiser
MacRaiser il 30/10/07 alle 07:58 via WEB
Sono d'accordo con te, Meri. La matematica e' un linguaggio ed un modo di ragionare, di osservare il mondo. Purtroppo il nostro sistema scolastico, che e' conformato alla mentalita' corrente, quella per intenderci del minimo comun denominatore (tanto per restare in tema), tende a piegare e comprimere i talenti innati del bambino, concentrando spasmodicamente la sua attenzione sulle sue "lacune". Cioe' tende a "sbattergli il muso" su quello che NON gli piace fare, piuttosto che stimolare le sue potenzialita', in modo da portarlo ad eccellere in qualcosa. Insomma l'obiettivo e' avere uno studente che se la cavi in piu' o meno tutto, a scapito della qualita'. E' un sistema scolastico perfetto per produrre (tranne eccezioni individuali) mediocrita'.
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SandaliAlSole
SandaliAlSole il 25/10/07 alle 11:54 via WEB
Mi sembra di vedere pari pari alcune scena in casa mia. Grazie per lo spunto.
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