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COLONNA SONORA
« TERREMOTO - 3a PARTE | DESTINO » |
ADDII
Marzo era iniziato con un anticipo di primavera: belle giornate, allegria, il compleanno di un caro amico... sembrava proprio che si stesse spalancando un periodo felice.
Invece, con un msg, una cara amica decide di sparire
poi, con una telefonata, distorta dal chiaccherio della gente, mia madre mi avverte che siamo alla fine.
La richiamo con più calma e non ho più la sensazione dell'urgenza (spesso mia madre si era lasciata trascinare dall'emotività nel giudicare la gravità delle situazioni)
Infine, lunedì mattina, verso le 10.30, mio fratello mi chiama: "Rosario, il babbo è andato"
Non piace a nessuno pronunciare quella parola: MORTE, ma di questo si tratta, quello è il percorso tracciato per tutti noi, che ci piaccia o no.
Ha sofferto molto nella sua vita, specialmente negli ultimi anni e in particolare negli ultimi tre mesi dove si è trasformato in un ammasso di ossa dolenti, senza più alcuna possibilità di scendere dal letto, ma è sempre rimasto lucido (e non so se questo sia stato un bene per lui).
Lo voglio ricordare per la forza che ha sempre avuto in tutto ciò che ha fatto nella sua vita:
ricordo il restauro della vecchia casa, quella con gli affreschi sul soffitto che io, nella mia illusione di bambino, volevo mantenere. Cambiò il tetto trasformandolo in una terrazza, e sostituì le travi con quelle nuove in cemento, e fece tutto da solo caricandole sulle spalle una ad una.
Sognò la zia di mia mamma (quella il cui nome fu dato a mia sorella) e decise di costruire la tomba di famiglia "perché a lei non piaceva stare sottoterra, le sembrava di soffocare" e quella volta fui io ad aiutarlo.
Infine la casa nuova "nella vigna" come aveva promesso a Nunzio, quella volta con l'aiuto di mio fratello e di mio cognato.
Le malattie? tante, troppe... le più gravi i due tumori che sembrava volessero portarselo via, ma con la determinazione li aveva sconfitti, e poi le due embolie, anche quelle superate, un'ischemia, un blocco intestinale, svariate operazioni... era sempre riuscito a vincere.
Solo una volta si piegò alla disperazione, quando il destino gli (ci) portò via mio fratello e allora lo vidi davvero sconfitto, ripiegato su sè stesso, incapace di superare quel dolore terribile che lo portò ad un passo dalla follia.
Ricordo con un sorriso quando con le stampelle e una carriola riusciva a portare a casa la legna che aveva tagliato, o quando vangava l'orto con in una mano la vanga e nell'altra l'inseparabile (nei suoi ultimi anni di vita) stampella.
Aveva una vera passione per le carte, io avevo smesso da tempo di giocare, per evitare di mettermi a discutere o arrabbiarmi per quel modo di sfottere che aveva.
Nella vita aveva avuto i dolori che vi ho descritto ma anche la gioia di una famiglia che l'aveva reso felice, aveva lavorato duramente ma aveva avuto il piacere di goderne i risultati. Aveva amato e odiato, ma aveva vissuto pienamente la sua vita con il bello e il brutto che essa aveva scelto di riservargli.
Non era perfetto, ma era mio padre e io gli volevo bene
mi manca già
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Inviato da: thesunshiine0
il 08/08/2024 alle 22:57
Inviato da: cassetta2
il 27/03/2024 alle 01:32
Inviato da: cassetta2
il 28/10/2023 alle 12:34
Inviato da: rozappa
il 29/12/2021 alle 22:30
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il 25/12/2021 alle 19:03