Rosario

SEC E DINTORNI 2a parte

Da quel giorno non fu più la canonica il nostro luogo di ritrovo, ma le case di chi fra noi avevano la possibilità, lo spazio e la disponibilità dei genitori ad accoglierci.

Ricordo una seduta spiritica organizzata a casa della Gianna, quando cercando di seguire istruzioni o intuizioni pervenute a noi da informazioni frammentarie e dicerie, riuscimmo comunque a scarabocchiare su un foglio numeri e lettere, due caselle per il SI e il NO e con l'aiuto di un piattino e tanta fantasia, a creare un personaggio fantastico che comunicava con noi dall'aldilà.

Certamente fu la suggestione collettiva, ma quel giochino, che non ripetemmo più tutti assieme, ci procurò un'emozione che ci fece discutere per parecchio tempo, delle informazioni ottenute dal fantomatico Yari.

Un gioco fra i più praticati, era quello della bottiglia, quando ognuno sperava che la rotazione si fermasse davanti alla ragazza/o più carina oppure a quella/o che faceva battere il cuore. In alternativa usavamo le carte da scala, ma lo scopo del gioco era sempre lo stesso... guardarsi, annusarsi e toccarsi per soddisfare quelle curiosità, quel rimescolamento interiore, che i nostri ormoni ci provocavano e ci spingevano ad esplorare.

Avevamo inventato anche una specie di alfabeto segreto per non farci capire dagli altri. Era molto semplice: in presenza di vocali aggiungevamo una p e ripetevamo la vocale, in questo modo un semplice Ciao diventava CipiApaOpo. L'abbiamo usato per qualche mese, poi ci siamo stancati e abbiamo ripreso a comunicare in un modo più intelligibile.

E poi naturalmente c'erano le feste e queste si tenevano sempre a casa di Raffaella, in compagnia della musica di Lucio Battisti, che mandavamo fino all'esaurimento (nervoso) nel mangiadischi.

Raffella era la minore di due sorelle, la maggiore (Claudia) aveva 3 anni in più di noi, un abisso che divideva il mondo di chi si sentiva già adulto da chi ancora era lungo il percorso. Ricordo le sue minigonne mozzafiato che lasciavano bene in vista le gambe deliziose di una diciassettenne. Raffaella non era da meno, anche se lei ancora non lo sapeva, stesso fisico slanciato, un seno piccolo, ancora acerbo, ma ben modellato che faceva provare brividi quando ballando con lei capitava di sfiorarlo.

Ovviamente anch'io avevo un debole per qualcuna, ma era una cosa che sentivo solo io, quindi niente da fare.

C'erano ragazze nel SeC più formate fisicamente e alcune che dovevano ancora sbocciare, ma al di là dell'attrazione fisica, la cosa che più ci legava era una profonda amicizia: non ricordo astio e gelosie né fra noi ragazzi né fra le ragazze, se qualcuno veniva scelto, l'altro si faceva da parte e tutto finiva lì.

Le cose andarono avanti così per qualche anno, finché crescendo le esigenze di alcuni iniziarono a spezzare il gruppo. La discoteca fu una di queste ragioni, le ragazze e i ragazzi fuori dal gruppo un'altra... qualcuno iniziò a infiltrarsi per stare assieme alla ragazza e, poco a poco, fra defezioni e divertimenti alternativi, l'età del SeC finì.

Da parte mia l'esperienza del SeC si concluse ancora prima, quando a causa di un'esperienza tragica, persi la voglia per le feste e iniziai un percorso solitario per un paio d'anni, quando superato quel periodo mi guardai attorno, ormai del seC era rimasto solo il ricordo. Per la verità alternativamente gli amici del SeC cercarono di tenermi compagnia, ma io volevo starmene da solo, pensare ai fatti miei e fare lunghe camminate nei boschi.

Qualcuno si sarà riconosciuto in questa storia, qualcun altro non la leggerà mai, per questo voglio ricordare gli amici di allora: Gruppo iniziale:

MASCHI                                           FEMMINE:

Fiorenzo                                          Amedea

Franco                                             Isaura

Sauro                                               Raffaella

Massimino                                       Gianna

Massimone                                      Ivana

Rosario                                            Paola

                                                         Morena

                                                           Orietta

P.S.: Questa è solo una parte della storia del SeC perché ho contattato qualcuno degli amici di allora per avere nuovi ricordi e nuovi spunti per completare un racconto ora parziale perché visto coi miei soli occhi.