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VISIONI

Post n°112 pubblicato il 29 Gennaio 2017 da rozappa

Voglio regalarvi un episodio, forse solo una di quelle sensazioni che nella vita capitano, ti lasciano pensare per un po' poi ci passi sopra e tornano alla memoria la volta che ricapita

LA BAMBINA

Rosario

   La prima volta che ho visto l'appartamento ho notato subito quel cimitero di campagna a poche decine di metri dal condominio.

Forse la mia scelta è stata condizionata proprio da questo o forse dalla tipologia a 5 camere che mi lasciava un'unica scelta (ma forse sarebbero bastate anche quattro) e ho deciso per la seconda palazzina che aveva la vista sul cimitero occultata dalla prima... ma io sapevo che era là.

   Siamo entrati a occupare quello spazioso duplex, ognuno portandosi le carabattole accumulate negli anni, e quattro persone adulte ne hanno di oggetti per riempire bene tutti gli spazi, e qualcosa si è dovuto obbligatoriamente lasciare alla "Contarina". Ci siamo insediati verso fine estate e il luogo dove si accumulavano le incertezze era il garage che con i suoi 3 metri sotto terra era esattamente all'altezza delle sepolture.

   Mi sono così ritrovato, un giorno che facevo la cernita delle cose da tenere in garage, di quelle da portare al piano di sopra e di quelle buttare, a vedere una bambina scendere di corsa le scale esterne di accesso all'interrato. Mi sono girato per controllare chi era, ma non c'era nessuno. L'avevo vista davvero o era stata solo un'immagine creata dalla mia mente? Un'allucinazione dovuta alla scarsa luminosità (nonostante tutte le luci fossero accese e le scale fossero illuminate dalla luce del sole che filtrava dall'alto). Lasciai cadere la questione, dopo aver però controllato che la corsia di manovra fosse sgombra e gli altri garage chiusi, e ripresi i miei lavori.

   Non accadde nulla per più di un mese e avevo quasi dimenticato l'episodio quando la bambina si ripresentò di nuovo. Questa volta era sera, ero intento a tagliare un'asta di legno per sorreggere una tenda e la luce della corsia dei garage era accesa. Anche questa volta la bambina arrivò dalle scale esterne, sembrava inseguita ma rideva, certamente presa da un gioco, lei non diede segno di vedermi e proseguì nella sua corsa silenziosa fino a svanire.

   C'era qualcosa che non andava e cominciavo a realizzare che la bambina bionda, con le codine, il vestito a scacchi bianchi e rossi e le ballerine di vernice nera ai piedi benché corresse e ridesse non produceva alcun suono... arrivava, mi passava fuggevolmente davanti e svaniva.

   Non sapevo quando si sarebbe ripresentata di nuovo, ma elaborai un piano per interagire con lei. Così quando, dopo un periodo che mi era sembrato esageratamente lungo, i miei occhi colsero il movimento, mi girai immediatamente verso di lei e la chiamai. Qualcosa accadde fra il suo mondo e il mio, lei si girò verso di me e vidi nel suo sguardo che non riusciva a capire, a vedere l'origine di quel grido, fu un attimo ma finalmente potei guardarla in faccia, i suoi occhi chiari erano sorpresi, aveva un piccolo nasino a patatina e i capelli dorati le incorniciavano un' espressione dolce e spensierata; completava il quadro un sorriso lieve che ancora era rimasto impresso nel suo volto. Un istante e riprese a correre forse chiedendosi anche lei cos'era accaduto.

   La cosa mi aveva turbato e decisi che era tempo di visitare quel cimitero così vicino; entrai da un cancello di ferro cigolante, non c'era nessuno a parte le croci e le foto dei morti, non dovetti cercare a lungo, c'era una foto su un tumolo sul lato del muro verso il condominio, era una bambina con le treccine e sotto un nome e due date 11 aprile 1935 - 12 ottobre 1943.

Le lasciai un fiore, forse era quello che le mancava nel suo correre dalla morte alla vita

Ciao Carlotta

 

 

 

 

 
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