Creato da alias1973 il 29/09/2006

L' ATTIMO FUGGENTE

"I WENT INTO THE WOODS BECAUSE I WANTED TO LIVE DELIBERATELY. I WANTED TO LIVE DEEP AND SUCK OUT ALL THE MARROW OF LIFE, TO PUT TO ROUT ALL THAT WAS NOT LIFE; AND NOT, WHEN I CAME TO DIE, DISCOVER THAT I HAD NOT LIVED " - "BOYS, YOU MUST STRIVE TO FIND YOUR OWN VOICE, BECAUSE THE LONGER YOU WAIT TO BEGIN, THE LESS LIKELY YOU ARE TO FIND IT AT ALL. THOREAU SAID: <MOST MEN LEAD LIVES OF QUIET DESPERATION>. DON'T BE RESIGNED TO THAT. BREAK OUT!". (DEAD POETS SOCIETY - 1989)

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T E N T A Z I O N E . . .

Post n°110 pubblicato il 20 Novembre 2008 da alias1973
 

 


Come mi piace questa canzone.

E' come un guanto.

Mi lascio portar via come su un cavallo al galoppo, ma in ràllenti leggero, da questo suo ritmo marcato, frusciato e battuto di velluti.

E m’ipnotizza e mi ammalia la voce così calda e pastosa, a calcare con fare lusinghevole un testo vagamente ammiccante.

Via via…

Vieni via con me…

Si, sei quasi bravo, per poco convincente e di certo allettante….

Si, ci vengo, di grazia, potrebbe non esser male, ma via da dove poi?

Via da me, via da loro, dai miei paesaggi, a guardarmi col grandangolo piuttosto che col microscopio non sono abituata e potrebbe sfuggirmi qualcosa e…sia mai!...perdendo pazienza ne acquisto in cattiveria – gratis – che tanto di me non sai che la prima cosa che uso fare entrata in un posto chiuso è localizzare le uscite di sicurezza.

Se sorridi come una civetta mentre parli è perché sei troppo sicuro e la cosa mi urta e tutto mi va adesso tranne che il mio essere sia spinto e sballottato: dunque maneggiare con cura, lato sopra e lato sotto, non hai ancora aperto il cartone, non ti hanno insegnato a leggere prima?
E no, confermo, non c’è il bigliettino con dedica, sono un pacco (re)capitato a casaccio, una consegna random, un omaggio della ditta.

Oh, nulla di personale, è che in tempo di crisi succede questo ed altro.

Si si vengo.

(Forse) – Ma venderò cara la pellaccia.

Aspetta però che passi Natale.

Fammi gnaulare in pace, prima, accoccolata come un regalo commosso sotto l’albero infiocchettato con la stella cometa in punta.
E purgarmi l’anima un’ultima volta me lo devo, fino a sentire che mi viene da ridere e mi alzo in piedi con la voglia di correre e tu allora non inseguirmi, mi raccomando, che è una cosa tra me e me, poi casomai ti racconterò.

Poi porta qualcosa di azzurro.

Anzi, guarda, sii proprio azzurro.

Colmandomi gli occhi fin’anche a mutarmene l’iride.

 
 
 
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