D E L I R I U M T R E M E N S
Non sappiamo da dove veniamo, né dove andremo ma fatto è che nel frattempo viviamo.
L’umanità ha abbandonato da buon tempo l’illusione di possedere il dono dell’eterno esistere, rassegnandosi alla consapevolezza di essere qui di passaggio ma al contempo industriandosi per sfruttare al meglio l’intercapedine di tempo (l’unica) concessale in usufrutto.
Accade però che, alla stessa stregua di meno massimi sistemi, strada facendo si perdano di vista certi pur imprescindibili presupposti, concentrati come si è nel vivere il presente, progettare il futuro e dare per scontato che sia l’uno che l’altro finiranno tout court archiviati nel file a spazio memoria infinito del nostro passato.
Ma l’umanità, marchiata a fuoco dall’ineluttabile fugacità della sua natura, come potrebbe godersi appieno il mondo nel suo viaggio su questa terra se non, paradossalmente, rendendosi immemore del suo essere mortale?
Così, finisce che non ci si pensa troppo su e viene prassi comune che si concedano mente e corpo allo stravizio - laddove saranno la perseveranza e la tipologia del vizio a stabilire l’entità del fio futuro - o al contrario ci si permetta di rinunciare a vivere appieno sprecando un tempo che sconsideratamente cediamo all’ozio e all’inedia e fingendo d’gnorare il conto alla rovescia scattato il giorno in cui vedemmo la prima luce.
Nonostante tutto però, le nostre esistenze sarebbero scampoli informi di tessuto se non li imbastissimo a nostra forma ed immagine con il filo delle certezze che via via ci creiamo. Avere e costruire delle certezze è qualcosa cui tutti tendono perché dentro di noi soffriamo per quella caducità originaria che inevitabilmente ci condanna.
La necessità di fissare punti di riferimento pratici ed emotivi è un naturale automatismo e il trovarne ci rende sicuri e ci equipaggia contro le avveristà.
E’ estremamente consolatorio pensare che alcune cose “ci saranno sempre” (o perlomeno finchè ci saremo noi) e il disorientamento è fortissimo quando queste invece vengono meno.
E poi ci sono certezze e certezze, chè ognuno si adopera per arrivare ad ottenere le sue, ben sapendo che di alcune siamo i fortunati eredi, mentre per altre si lavora a rinsaldarle tutta una vita.
Comunque sia si menano gli anni così, in un alterno godersela da una parte e a provare ad ingannar la morte e il crollo dei nostri piccoli, personali micromondi dall’altra, pensando che se faremo finta di nulla o ci impegneremo, se fileremo diritto, se saremo misericordiosi e buoni (e cattivi solo ogni tanto), preserveremo tutto dalla disfatta. Ed è proprio qui che ci freghiamo. Pensando di essere noi i padroni del vapore.
Che non è affatto così e sono certi terribili accadimenti che ci fanno provare sulla pelle quanto siamo piccoli, ed indifesi, facendo scaturire domande che sappiamo retoriche ma che innalziamo al cielo che è caduto, urliamo al mare che si è rovesciato o alla terra che ha sobbalzato.
Tutta roba che per poter vivere, ricordate?, avevamo dovuto dimenticare.
Inviato da: MenzogneDopoMenzogne
il 19/03/2015 alle 12:59
Inviato da: MenzogneDopoMenzogne
il 19/03/2015 alle 12:58
Inviato da: SonoFemminaWiMaschi
il 01/08/2012 alle 12:57
Inviato da: SonoFemminaWiMaschi
il 01/08/2012 alle 12:56
Inviato da: ballu1978
il 22/07/2011 alle 12:28