Creato da alias1973 il 29/09/2006

L' ATTIMO FUGGENTE

"I WENT INTO THE WOODS BECAUSE I WANTED TO LIVE DELIBERATELY. I WANTED TO LIVE DEEP AND SUCK OUT ALL THE MARROW OF LIFE, TO PUT TO ROUT ALL THAT WAS NOT LIFE; AND NOT, WHEN I CAME TO DIE, DISCOVER THAT I HAD NOT LIVED " - "BOYS, YOU MUST STRIVE TO FIND YOUR OWN VOICE, BECAUSE THE LONGER YOU WAIT TO BEGIN, THE LESS LIKELY YOU ARE TO FIND IT AT ALL. THOREAU SAID: <MOST MEN LEAD LIVES OF QUIET DESPERATION>. DON'T BE RESIGNED TO THAT. BREAK OUT!". (DEAD POETS SOCIETY - 1989)

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Post n°140 pubblicato il 29 Novembre 2009 da alias1973
 

A N C O R A   S U   E L U A N A
( H A B E A S   C O R P U S )


Per quasi un ventennio la poveretta se n’è rimasta immobile in un letto.

Il suo corpo lì; il suo spirito, chissà, fors’anche nelle vicinanze (io mi sono sempre augurata il più lontano possibile). Che cosa si voleva fare di questa giovane donna condannata allo stato vegetativo l’ha avuto chiaro ad un certo punto solo la famiglia. Che io, onestamente, avevo fino all’ultimo ed erroneamente creduto monogenitoriale dato che sempre e solo papà Beppino si era visto e sentito in merito alla faccenda.

Staccare! Staccare!

Liberare la figliola dalla dannazione tutta (e troppo) terrena d’una vita-non-vita. Poco importa per le amorevoli Suore Misericordine che si erano prese cura di lei come una figlia parlandole, accarezzandola, accudendola, lavandola e così eran disposte a continuare a fare ad oltranza, fino a morte naturale sopravvenuta. Poco importa se con il rapido evolversi della situazione s’era fatta avanti un’Italia impicciona e falsamente per bene (in realtà poco informata e bigotta) tutta presa a gridare le sue sguaiate ragioni a suon di striscioni molesti ed inopportuni cori pseudo animalisti.

Ma si, d’accordo, che poi il Sig. Englaro non era proprio uno che ispirava tutta questa simpatia. Anzi.

Troppo lontano dallo stereotipo del padre disperato o fors’anche solo umanamente arreso, è andato avanti con una fermezza ed un piglio da caterpillar che alla lunga t’indispongono, non foss’ altro per quel suo aver fatto mostra di sé e dei suoi convincimenti in chiave sempre lucida e al limite del cinico, aliena rispetto a quello sbandieramento nazionalpopolare di  emozioni cui i mass media ci hanno da tempo abituati : ciò senza dunque suscitare in noi spettatori particolari sentimenti di immedesimazione, senza creare quella coincidenza del sentire necessaria a far scattare l’interruttore, ad indaffarare gli atavici "neuroni specchio" dei più, e da qui non infondendoci nelle vene neppure un po’ di quella umana pietas che tuttavia ce lo avrebbe fatto sentire più vicino.


La sua linea rossa è stata la perseveranza.

Avrebbe potuto rendere pubbliche le foto della figlia come realmente era. Un’azione del genere avrebbe immediatamente sfoltito le fila di coloro che (magari non appartenenti ad Associazioni) la volevano mantenuta in vita a tutti i costi, sull’onda più della reazione emotiva che altro. E certo qualche ragione al cospetto del gran tribunale popolare l’avrebbe spuntata, se consideriamo anche che nell’immaginario collettivo di noi gente comune - mal ragguagliata poiché nutrita dall’apporto informativo a basso tenore calorico che i media ci rifilano - Eluana giaceva nel suo letto come una moderna Bella Addormentata: una giovane donna nel fiore dei suoi anni che sorte imponderabile ed avversa aveva intrappolato in un’espugnabile bara di cristallo, in un limbo comatoso, ma composta ed allungata nel corpo, le folte chiome sacrificate sì alla comodità, eppure la pelle chiara e la fisionomia a ricalcare, di poco immutata, le fotografie di lei adolescente proiettate decine e decine di volte dai notiziari.

Nulla di strano. Un puro e scientifico processo mentale.

Abbiamo avuto bisogno di farci un’idea delle sembianze di Eluana per potercela immaginare nel suo angusto quotidiano, quando le Suore la accudivano, fino al momento in cui ha affrontato il suo ultimo viaggio verso Udine, quando e soprattutto le avrebbero sospeso alimentazione ed idratazione.
Avevamo necessità di un viso che ci intenerisse e ispirasse in noi non l'idea ineluttabile della morte, bensì la crociata per la sua salvezza, in qualunque soluzione finale essa risiedesse; nè perciò questo volto poteva essere troppo spaventoso, non prescindendo così da una certa bellezza di rassicurante funzione ma al contempo velata di quel non so che di sofferente che la nostra immaginazione ci forniva attraverso la somma o la sintesi di tutte le espressioni del dolore a noi conosciute.

Alla fine Eluana è stata lasciata andare.

La scienza non si è prodotta in netti pronunciamenti in merito.

Nessuno tra i più ispirati luminari sa ancora se quando il cervello esclude certi circuiti la “mens sana” del proverbio sia o meno ancora presente in una qualsivoglia forma di coscienza. Se un "quid" permane già, pur se apparentemente avulso dalle originarie connessioni nervose; se resta tuttavia alcunché di sè stessi, anche se blindati in un corpo-prigione
O se davvero sia solo e per sempre la notte.

Mi fece pensare il Sig. Englaro quando parlò di stato vegetativo “permanente” (in realtà la medicina non vuole più si aggiunga questo aggettivo ed io lo trovo un peccato d’ottimismo che come tutti quelli del suo genere presenta infine conti salati). E sentenziò - forse stavolta con una certa mestizia nel cuore? - che non è una condizione quella che la natura contempla tra quanto ha concepito in suo seno.

Effettivamente, tutti prima o poi si muore.

Ok, ok. Ma di quante cose si muore.

Di certe si viene sradicati: un soffio sulla candela. E tutto è rapidamente finito.

Con altre non va così liscia e il danno, per devastante che sia, non provoca né un’immediata dipartita né genera la promessa di future riprese. E si rimane lì, a mezza strada, un piede di qua e uno nell’aldilà, forse dentro di noi percorrendo adagio un confortante tunnel di luce, forse precipitando a rallentatore in un pozzo buio mentre là fuori il nostro corpo è un molle sacco di carne, ossa e fluidi condannato ad un prolungato rimanere.

Se e come passerà la legge alla cui difficoltosissima stesura avevavo-hanno-avranno alacremente cogitato le capocce dei nostri amati politicanti, il problema delle ristrettezze alimentari nel nostro paese conoscerà una sorprendente risoluzione.  Pane ed acqua, aggratis, per tutti: basta esser morti, ops, abbondantemente più di là che di qua.


E già m’immagino i sondini biancastri e mollicci, stipati in scaffaloni, a loro volta siti nelle catacombe buie e puzzolenti di qualche nostra pregiata azienda ospedaliera.

E lo strillone esclamerà: "Tranquilla gente! Un sondino per tutti!"


E andrà dunque da sé che quando un domani un pistola dal midollo incocainato e il sangue aromatizzato Cachaca mi prenderà sotto con la sua auto rubata, senza manco accorgersene e slacciandomi la corteccia cerebrale come una cinturina da mercato, dopotutto mi sarebbe potuta andar peggio. E nell’incerta probabilità ch’io in quell’attimo fatale possa formulare un ultimo pensiero, quello più che una bestemmia dovrebbe esser un ”Vabè dai. Per altri vent’anni a questo mondo in qualche maniera ci riesco anche a restare”.

Ah si? Ma fatemi il favore: neanche morta!!

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Commenti al Post:
Kagura84
Kagura84 il 29/11/09 alle 21:26 via WEB
non ho capito il tuo punto di vista personale in questa faccenda però... (a meno che non sia racchiuso nella tua ultima frase, però rivolta a te).
 
 
alias1973
alias1973 il 30/11/09 alle 17:55 via WEB
Ehm...in effetti, velare la mia posizione era proprio quel che volevo...anche se effettivamente alla fine qualcosa...si arguisce...
 
cloudbreak
cloudbreak il 30/11/09 alle 08:51 via WEB
Ehm...... Sarà che forse è presto (no, mica tanto presto, son sveglio da quasi 3 ore), ma non ho capito una cosa: in sintesi, come la pensi?
 
 
alias1973
alias1973 il 30/11/09 alle 17:57 via WEB
V. quanto sopra, Cloudy. Arguisca...arguisca... (Ehm...Allora arguisce o no??!!..)
 
   
cloudbreak
cloudbreak il 01/12/09 alle 10:19 via WEB
Arguisco, arguisco. Credo di aver capito....
 
principessapersiana
principessapersiana il 01/12/09 alle 21:32 via WEB
Quella Vita era un peso per Eluana o per qualcu'altro?! Il discorso è enciclopedico...mi giunge la riflessione che a volta capita d sentirsi morti dentro, nonostante si godi di ottima salute...altre volte può accadere che sia anche il contrario...*Un abbraccio regale*
 
 
alias1973
alias1973 il 03/12/09 alle 15:05 via WEB
Cara amica Princi!! Come stai? Ma che piacere rileggerti di tanto in tanto....passa quando vuoi, e fallo spesso, la porta del mio salotto per te è sempre spalancata :o))) Tanti abbracci, Ali.
 
mimich
mimich il 05/12/09 alle 17:24 via WEB
Per puro scrupolo ho voluto dare un'occhiata al So blog. E' esattamento l'opposto di come io penso debba essere un blog. Mi scuso per l'intromissione.
 
 
alias1973
alias1973 il 05/12/09 alle 17:50 via WEB
Le intromissioni composte e beneducate le scuso sempre,peccato io trovi che il vero nome di questa Sua sia "ripicca" e per cosa non lo metto in piazza, visto che ,ahimè, noblesse oblige. Si dice in giro io non sia affatto permalosa con chi non apprezza le mie pagine e che al mondo ci sia posto per tutti, figuriamoci per i blog. Dunque stia lieto e passi con più leggerezza le imminenti Feste. Ali
 
Seingalt2000
Seingalt2000 il 09/12/09 alle 10:02 via WEB
Problema dilaniante quello che hai toccato, cara Ali. Se io fossi stato il padre, non l'avrei mai fatta staccare, perché avrei cercato di conservare quel fioco lumicino di vita che ancora teneva mia figlia nel mondo dei vivi. Probabilmente non tanto per un improbabile risveglio, quanto per il concetto stesso del mantenimento in vita di mia figlia. Posso però comprendere anche lo strazio di un padre durato 20 anni. Anzi, forse dall'esterno non si può comprendere completamente: vedere la tua bambina ridotta come un vegetale, che deperisce sempre più, senza speranza. Forse a quel punto pensi davvero che lei non avrebbe voluto vivere (o sopravvivere) in quel modo... Chissà....se deve prevalere l'egoismo di un padre che vuole accanto a sè sua figlia a tutti i costi o lo strazio di vederla ridotta così... E' dilaniante. E forse, quell'aspetto così distaccato che aveva il padre di Eluana lo si acquisisce solo quando non ci sono più lacrime da piangere, dopo vent'anni di strazio quotidiano.... Chissà...Io - come dicevo - non l'avrei mai fatto, ma, probabilmente, per capire appieno certe situazioni, bisognerebbe (Dio non voglia) trovarsi in un nero abisso come questo.
 
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