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I Grandi del Blues

Post n°106 pubblicato il 07 Ottobre 2008 da mafico1
 

Dedicato al mio amico  misterblues72

Mississippi Blues

      Booker T. Washington White in arte BukkaWhite                                             

 

(   Aberdeen, 12  novembre - 1909 Memp, 26 febbraio 1977)

Bukka White è uno che insieme a Charlie Patton e Robert Johnson ha rappresentato il Blues del Delta; meno chitarrista e voce del tutto straordinaria, non ha avuto il meritato riscontro, anche se ha nel tempo recuperato, una certa considerazione, soprattutto da parte degli storici.Infatti fu negli anni ‘30 che Booker T. Washington (vero nome) cominciò le sue registrazioni, regalando nel ‘37 la grandiosa Shake em on down, un classico dei classici, reso di successo poi anche dai Led Zeppelin.

Nei primi anni ‘40 però, complici alcuni anni di galera, e delle canzoni di stile più ricercato dove White scriveva dei testi di impegno sociale, che sottolineavano le realtà delle prigioni e delle sofferenze della gente di colore, dovette smettere di suonare. Trovò lavoro in un laboratorio, e ci rimase per 20 anni. Nel ‘63, durante il percorso di recupero da parte dei bianchi e dell’Europa del Blues, John Fahey e Ed Denson si presentarono da Bukka White con una proposta: recuperare le vecchie registrazioni, e rifarle, con le tecniche di quegli anni. Ecco che Bukka White riprese i suoi pezzi e li registrò, li perfezionò e li completò. Fino al ‘75 continua ad incidere, quando però nel ‘77, a 71 anni, morì. Sono però rimaste a noi 12 anni di pure e grandissime registrazioni, e Mississippi Blues è sicuramente uno dei dischi più ben fatti, pulito e senza una macchia di errore, con grandi pezzi come Parchman Farm Blues, e un tributo personale a Charley Patton, sua guida in musica e unica vera fonte di ispirazione.

Jesus is coming soon

Blind Wille Johnson:

 quando le emozioni vengono dall’anima

Blind Willie Johnson   (Brenham,Texas, 1847-1945)

Blind Willie Johnson: “gli occhi ciechi del Blues”. Cogliamo l’occasione per raccontare di lui grazie al film “L’anima di un uomo” di Wim Wenders, primo dei sette film della collana “The Blues” curata da Martin Scorsese (con registi quali Clint Eastwood e Mike Figgis). Wim Wenders ha solo il grande merito di porre l’attenzione su una figura un po’ offuscata dal tempo, perché  Willie Johnson è davvero una delle più grandi icone della storia del Blues. Uno dei più grandi per il tempo, visto che ricopre i primi decenni del ‘900, dal ‘20 al ‘40; tra i più grandi nello stile di suonare la chitarra, lo “slide guitar”, con l’uso del bottleneck; forse il più grande come voce, visto che nessuna voce sarà sanguinaria, cavernosa, VERA, come la sua. Una voce, quella di Blind Willie, che viene dalla sofferenza della schiavizzazione del popolo nero, e dalla sua condizione fisica. Una voce quindi proveniente prettamente da dentro, dall’anima, senza metafore. In fondo, basti immaginare cosa poteva provare quest’uomo, cieco, e sbattuto da una parte all’altra di luoghi luridi e sconosciuti. Una vita non facile, strozzata dopo appena una quarantina di anni di vita. Ebbe però il tempo di provare le emozioni di un matrimonio, nel ‘27 con una certa “Angeline”. Da questa esperienza verranno molte delle sue canzoni. I suoi pezzi sono godibili. Sono dei bei pezzi, come sottilinea e cerca di far capire Wim Wenders nel suo film, facendo suonare alcune canzoni in maniera “attuale” da artisti moderni, e facendoli suonare come attuali. Per avere materiale su di lui, e sugli altri musicisti “storici” del Blues, sarebbe bello acquistare la collana edita dalla Sony sul Blues, disponibile in catalogo nei negozi. Consiglio tra l’altro il cofanetto “The Blues” una vera chicca da appassionati o esperti musicali. Blin Willie Johnson è semplicemente un riferimento per le radici della musica blues, da ascoltare per cultura, ma anche per ispirare se stessi e la propria musica. Ci troverete degli spunti davvero interessanti. E la sua voce vi penetrerà.

 

 

Sonny Terry & Brownie McGhee

 

Hootin' the Blues

Sonny Terry (vero nome Saunders Terrell)

 Greensboro, 24 ottobre 1911 mineola, 11 marzo 1986

 

Sonny Terry è da considerarsi uno degli artifici della popolarità del Blues. Il suo stile poco elaborato, è ben identificabile sopratutto per l'uso di grida in falsetto che si sovrappongono al suono dell'armonica, prolungandolo. Un'altra tipica performance che l'ha reso noto è la virtuosistica imitazione del treno. Figlio di un armonicista e di una cantante, Saunders Terry impara ovviamente dal padre a suonare l'armonica. A soli sedici anni, diventa quasi cieco in seguito a due incidenti e l'infermità contribuisce ad indirizzarlo totalmente verso la musica cui si appassiona attraverso l'influenza dell'armonicista DeFord Bailey. Si esibisce nei primi anni 30 per le strade e di fronte ai tabbachifici del suo stato d'orgine e in seguito nei Medicine Show e nelle cittadine della Georgia e del North Carolina. Nel1933 si stabilisce a Durham dove incontra il chitarrista Blind Boy Fuller. La sua prima registrazione a fianco di Blind Boy Fuller è del 1937. Nel 1938 incide per Alam Lomax & Jonh Hammond della Library of Congress e nello stesso anno partecipa al celebre concerto alla Carnagie Hall di New Work "From Spiritual To Swinger"; l'esibizione gli porta una certa popolarità che lo spinge a restare a New Work. Nel 1958 è tra i primi bluesman neri a recarsi in Europa: sbarca in Inghilterra insieme a McGhee; tornato in Europa nel 1962 a seguito dello spettacolo Rythm' n' Blues U.S.A, nel 1964 e 1967 è con l'America Blues Caravan. La tendenza sempre più prevalente di suonare per un pubblico bianco, il contatto con la musica Folk e il raro scambio musicale con altri musicisti Blues causano l'inaridirsi di una splendida vena espressiva. Alla fine degli anni 70 anche l'inossidabile duo si separa e Sonny Terry abbandona quasi interamente l'attività vivendo gli ultimi anni della sua vita tra New York e la nativa Carolaina. Nel 1984 registra con Johnny Winter un album elettrico e poco prima della morte appare nel film Il Colore Viola, mentre la sua musica fa da colonna sonora a Crossroads.

 

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