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Messaggi di Giugno 2007

Infinito

Post n°266 pubblicato il 30 Giugno 2007 da MarcoS4791
 

Infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

G. Leopardi

 
 
 

L'utente dal lei chiamato non è al momento raggiungibile...

Post n°265 pubblicato il 26 Giugno 2007 da MarcoS4791
 

In albergo provo a telefonare a M., ma al numero di casa non risponde, e a quello del
cellurare che una voce semiartificale che ripete nel modo più ottuso:
"L'utente dal lei chiamato non è al momento raggiungibile".
Cammina avanti e indietri per la stanza coperta di stoffe a fiori, con il senso di
angosciacrescente che gli viene ogni volta che non riesce a comunicare con lei.
E' cosi fin dagli inizi della loro storia: panico improvviso da mancanza di interlocuotere
che fa battere affannati i cuori e restringe i passaggi del sangue e produce immagini di
allontanamenti e perdite irrimediabili e vuoto vuoto vuoto.
Prova a lasciarsi smorzare i pensieri dalla stanchezza, prova a concentrarsi
sull'itinerario da seguire il giorno dopo, ma non funziona. La stanchezza si è dissolta
nell'ansia affollata di immagini, il viaggio sembra sospeso in un territorio senza nomi ne
luoghi come un coniglio che non sa in che direzione scappare.
Telefona di nuovo, tre o quattro o cinque volte di seguito: si sposta da una parete
all'altra, controlla le tacche di ricezione sullo schermetto verdino, digita il numero,
ascolta frammenti di voce registrata che lo riempiono di odio per le compagnie
telefonioche e per i loro criteri operativi.
Pensa che quella con M. è una vera forma di dipendenza reciproca, dove ognuno dei due ha sull'altro l'effetto di una droga indispensabile. Pensa che invece di attenuarsi da quando hanno smesso di vedersi, si è acutizzata nella conentrazione di sfumature e segnali sommersi dei loro dialoghi a distanza, al punto da creare crisi violente
d'astinenza appena non viene alimentata. Non importa se quando si parlano lo fanno
per scambiarsi osservazioni sparse od opinioni sul mondo o frasi di rammarico o
informaizioni su quello che stanno facendo: non possono fare a meno della loro dose di comunicazione un paio di volte al giorno.
...
Riprova ancora a telefonare. Itasti del celluare gli sembrano troppo piccoli; gli sembra
in generale assurdo che il rapporto tra due persone possa dipendere dai circuiti
elettronici chiusi in una scatolina di plastica colorata. Si chiede se c'è un modo di
liberarsi dalla dipendenza reciproca, e qual'è: se esiste una tecnica terapeutica dolce e progressiva, o è indispensabile attraversare una fase di sofferenza lacerante. Si chiede se ci sono ancora margini per ricostruire con M. una storia fatta di stare insieme oltre che di voci al telefono e di parole digitate; quanto sono ampi, quali gesti o decisioni richiederebbero. Ha delle immagini parallele di se in un possibile futuro a medio termine, con M. e da solo, in luoghi diversi e occupato a fare cose diverse, ma sono frammentarie quanto i suoi pensieri di viaggio, non fanno che alimentare il suo panico da mancanza di interlocutore.

da Pura Vita di A. De Carlo

 
 
 

Ma il presente si consuma... come un nastro che scorre... e ... diventa passato senza che neanche ce ne accorgiamo.

Post n°264 pubblicato il 25 Giugno 2007 da MarcoS4791
 


Caro Giovanni,

Mi dispiace che la nostra ultima telefonata sia finita ancora una volta in elenchi furiosi di dare e avere e scambi di accuse e contro accuse che in fondo non ci somigliano. Ma pare che non riusciamo proprio più a parlarci in altri modi.
Al punto in cui siamo (grandi) credo che ognuno dei due sappia di cosa ha bisogno, ed è ovvio che cerchi di ottenerlo o, se già ce l'ha di difenderlo.

Io so di aver bisogno di una vita fatta di obbiettivi alti, incontri interessanti; devo sentirmi impegnata e gratificata in maniera evidente. Devo avere uno scopo, un senso che vada al di là di quello che faccio di momento in momento.Forse è un limite, ma è la mia natura, che altrimenti si spegne.Però non sono una costruttrice solitaria, non ho il piglio del navigatore a vela che circumnaviga il mondo per conto suo, in cerca di gloria e di successo. Perchè io sono una donna, e alla fine è questo, senza nessuna frustrazione, che so essere. So progettare, ideare, alimentare e anche condurre forse, ma non da sola, non per una causa unicamente mia. Pensavo che insieme a te avrei avuto il coraggio di costruire qualcosa di importante e duraturo, in cui far convergere le esigenze e i sogni di tutti e due. Invece dopo tutto lo slancio, l'avvicinamento, l'interesse, la profondità e la confidenza divoranti degli inizi, mi sono ritrovata in una terra di nessuno, a oscillare tra due condizioni opposte e ugualmente frustranti. O insieme a te, totalmente occupata da te e dalle tue attività, idee, propensioni, manie, sbalzi di carattere, oppure sola con i miei figli e i miei impegni, mentre tu te ne andavi a "ricostruire la tua aura", come dicevi. Così cinque o sei giorni ogni dieci me ne stavo senza la compagnia di una persona adulta con cui parlare o fare altre cose, e gli altri giorni ero invasa da te, però sempre in modo provvisorio. Senza la continuità che è indispensabile a costruire in modo più articolato una vita comune, fatta di spazi condivisi e anche di spazi privati. Invece no: sempre sospesi nel presente, sempre in corsa, sempre troppo addosso uno all'altra oppure troppo distanti. Senza fare mai niente di costruttivo, e alla fine anche senza energia, senza più risorse creative.

Da quando abbiamo cominciato a stare insieme, io ho aspettato che tu mi facessi una proposta di vita. Ero anche pronta a cambiare casa e lavoro, purché fosse in base a un progetto concreto, reale, realizzabile. Invece avevi sempre al testa piena di immagini fantastiche, che mi suggestionavano ma che finivano per mescolarsi a tutte le altre immagini di cui si nutre la tua mente così poco pratica. Dicevi andiamo a vivere in Irlanda, dicevi andiamo in Perù. Dicevi costruiamoci una capanna in un'isola persa nell'oceano come gli ammutinati del Bounty. E intanto l'idea di cercare insieme una casa vera per noi e per i miei figli di faceva sentire in gabbia. Non sopportavi gli altri ele portinerie, gli inquilini che passavano ti sembravano dei mostri, gli odori ti facevano venire la nausea, le luci ti riempivano di orrore, entravi negli ascensori come un condannato che va al patibolo.

E sostenere che dipende dal tuo lavoro è solo un alibi. Sei stato tu a drimelo, una notte di due anni fa quando per qualche ragione eri davvero sincero, ti ricordi? Hai riconosciuto che per te fare lo storico è anche un modo di scappare dalla realtà di ogni giorno, sottrarti alle richieste e al peso della vita, staccare i contatti con tutte le cose da fare e organizzare e mantenere e sostenere con fatica e costanza (e anche gioia, si).

Ma cosa ti resta poi, di una vita provvisoria e astratta che si rifiuta sistematicamente di affrontare i problemi reali e di risolverli?

Forse il tuo difetto più brutto è la mancanza di continuità, e senza una continuità di qualcunque genere non ci può essere nessun futuro. Sai essere costante solo nel tuo lavoro, e anche li tendi a navigare a vista, muoverti attraverso luoghi e periodi a seconda di come ti viene. Fai le tue ricerche e scrivi i tuoi libri quasi senza piani, anche se ti costa molta più fatica che se seguissi un metodo ordinato. La tua idea è di mantenere in tutto la sorpresa e l'eccitazione e il senso di miracolo degli inizi. Ma alla lunga è un'idea immatura, artificiale, frustrante e potenzialmente distruttiva.

Io ti ho sempre stimato tantissimo, Giovanni, e so apprezzare come pochi le tue
caratteristiche vitali, profonde, intelligenti, gioiose, e so anche convivere con le tue cupezze, le tue paure, le tue sospensioni, i tuoi crolli improvvisi di energia. Ma non riesco, proprio non ci riesco a convivere con le tue andate e i tuoi ritorni, i tuoi ripensamenti, le ragnatele di pensieri, il rifiuto di fare una scelta univoca o di prendere un impegno per il dopo.Tu hai la provvisorietà emozionale come base. E la provvisorietà logistica ed esistenziale come supporto.Siamo stati per cinque anni e mezzo come due pesci rossi in una boccia di vetro, che girano intorno e intorno e ogni volta si dimenticano di avere già fatto lo stesso identico giro. Era questo che volevo dirti. Hai sempre sostenuto che il futuro è un'idea meschina, per gente che fa calcoli e programmi invece di vivere, e che l'unico tempo degno della nostra attenzione e passione è il presente. Ma il presente si consuma di continuo come un nastro che scorre, caro Giovanni, e di istante in istante diventa passato senza che neanche ce ne accorgiamo.
Con tristezza,
M.

da "Pura Vita" di A. De Carlo

 
 
 

S.A.D.A.E. (sempre a proposito di tempo...)

Post n°263 pubblicato il 24 Giugno 2007 da MarcoS4791
 

Si chiama S.A.D.A.E. ( Sindrome di Attenzione Deficitaria Attivata dall'età)

Si manifesta così:

Decido di lavare la macchina
Mentre mi avvio al garage vedo che c'è posta sul mobiletto dell'entrata,
Decido di controllare prima la posta,
Lascio le chiavi della macchina sul mobiletto per buttare le buste vuote e la pubblicità nella spazzatura e mi rendo conto che il secchio è strapieno.

Visto che fra la posta ho trovato una fattura decido di approfittare del fatto che esco a buttare la spazzatura per andare fino in banca (che sta dietro l'angolo) per pagare la fattura con un assegno.

Prendo dalla tasca il porta assegni e vedo che non ho assegni

Vado su in camera a prendere l'altro libretto, e sul comodino trovo una lattina di coca cola che stavo bevendo poco prima e che avevo dimenticata lì.

La sposto per cercare il libretto degli assegni e sento che è calda... allora decido di portarla in frigo.

Mentre esco dalla camera vedo sul comò i fiori che ha regalato mio figlio alla mamma ricordo che li devo mettere in acqua

Poso la coca cola sul comò e lì trovo gli occhiali da vista che è tutta la mattina che cerco

Decido di portali nello studio e poi metterò i fiori nell'acqua

Mentre vado in cucina a cercare un vaso e portare gli occhiali sulla scrivania, con la coda dell'occhio vedo un telecomando

Qualcuno deve averlo dimenticato lì (ricordo che ieri sera siamo diventati pazzi cercandolo)

Decido di portarlo in sala (al posto suo!!), appoggio gli occhiali sul frigo, non trovo nulla per i fiori, prendo un bicchiere alto e lo riempio di acqua...(intanto li metto qui dentro....)

Torno in camera con il bicchiere in mano, poso il telecomando sul comò e metto i fiori nel recipiente, che non è adatto naturalmente..e mi cade un bel pò di acqua...(mannaggia!), riprendo il telecomando in mano e vado in cucina a prendere uno straccio

Lascio il telecomando sul tavolo della cucina ed esco...
cerco di ricordarmi che dovevo fare con lo straccio che ho in mano...

Conclusione:

Sono trascorse due ore

  • non ho lavato la macchina
  • non ho pagato la fattura
  • il secchio della spazzatura è ancora pieno
  • c'è una lattina di coca cola calda sul comò
  • non ho messo i fiori in un vaso decente
  • nel porta assegni non c'è un assegno
  • non trovo più il telecomando della televisione né i miei occhiali
  • c'è una macchiaccia sul parquet in camera da letto
  • e non ho idea di dove siano le chiavi della macchina!!

Mi fermo a pensare:
Come può essere? Non ho fatto nulla tutta la mattina, ma non ho avuto un momento di respiro...mah!!

fammi un favore!
 rimanda questo messaggio a chi conosci perchè io non mi ricordo più a chi l'ho mandato!!!
Siamo alla frutta!!!!!
 

 
 
 

Tempo ed Eternità...

Post n°262 pubblicato il 11 Giugno 2007 da MarcoS4791
 






Se potessi rivederti fra un anno farei tanti gomitoli
dei mesi.

Se l'attesa fosse di secoli li conterei sulla mano.

Se sapessi che finita questa vita la mia e la tua proseguiranno
insieme,getterei la mia come inutile scorza e sceglierei con te
l'eternità.

 Emily Dickinson

 
 
 
 
 

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Un blog di: MarcoS4791
Data di creazione: 03/07/2005
 

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