La riscossa del SudSono trascorsi 153 anni dal quel fatidico 1861, quando dopo un plebiscita falso e corrotto l'antico Regno delle Due Sicilie fu annesso alla nuova Italiella. Ferro e fuoco fu portato dagli invasori in tutto il nostro territorio, e la nostra gente depredata, spogliata, uccisa. Fummo pivati non solo della libertà, ma insieme della dignità, dell'onore e del benessere. Da quell'ora fatale la nostra terra e la nostra gente è diventata preda degli avvoltoi del potere politico, del potere massonico, del potere mafioso. Dopo 152 anni nulla è cambiato, anzi le cose peggiorano, e continuiamo ad essere la terra dei rapaci. Ancora oggi gli eredi di quei "piemontesi" e "garibaldeschi" che ci conquistarono, insieme agli eredi di quei traditori del Sud, i nuovi ascari del nord, continuano a toglierci dignità, onore, benessere e libertà. Donna e Uomo del Sud... Giovane e Ragazzo del Sud... Anziano del Sud... non abbatterti e non perdere il tuo coraggio, questo è il tempo della RISCOSSA. Non scegliere più il potere del nord, è tempo di scegliere la tua TERRA. |
PER GLI AMICI DELLE DUE SICILIE
Tanti amici mi hanno chiesto dove poter trovare libri riguardanti la nostra storia.... vi lascio l'indirizzo giusto, visitatelo e vi troverete quando desiderate
DOCUMENTARIO SUI BRIGANTI DI RAI 3
Ecco il bellissimo documentario trasmesso su Rai 3 e che avevo annunciato sul blog, dove è intervistato il grande Alessandro Romano, un vero combattente del popolo duosiciliano. Sono stati realizzati da Mauro Caiano strenuo difensore del Sud e trasmessi su vocedimegaride
prima parte seconda parte
sarebbe bello che tutti dopo aver guardato il programma vi congratulaste con la TV pubblica scrivendo a geo_geo@rai.it ed esprimendo un vostro parere
IN ALTO I CUORI
Il Tibet è come il Regno delle Due Sicilie, due libere Nazioni, pacifiste e prospere, occupate da un usurpatore nemico, che ha voluto cambiarne la storia e la gloria.
Entrambi ridotte in schiavitù, ma entrambi fedeli alla loro memoria storica, in attesa di una redenzione, che non tarderà ad arrivare.
OMAGGIO AI NOSTRI CADUTI
TANTO SI PARLA OGGI DELLE VITTIME CADUTE NEI DIVERSI GENOCIDI E NELLE GUERRE, DANDO AD ESSI TRIBUTI ED ONORI.
RICORDIAMOCI ALLORA DEI NOSTRI CADUTI, DI QUEGLI EROI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE: SOLDATI, UOMINI E DONNE, GIOVANI E VECCHI, BAMBINI E PRETI, CONTADINI E NOBILI, CHE FURONO VITTIME DI UNA INGIUSTA OCCUPAZIONE DA PARTE DI QUELLI CHE VENNERO DA FRATELLI, E FURONO CAINI.
SONO STATI CHIAMATI BRIGANTI, MA FURONO EROI E MARTIRI.
ONORE A LORO!
E ONORE A RE FRANCESCO II E ALLA REGINA MARIA SOFIA CHE CON QUESTI EROI SOFFRIRONO PRIVAZIONI, MORTIFICAZIONI ED INGIUSTIZIE
E ONORE ALLA NOSTRA BANDIERA
ANCH'ESSA VITTIMA DELL'INIQUO VINCITORE
PER CONOSCERE LA VERITA'
La nostra era una Nazione meravigliosa, il Regno delle Due Sicilie, chiamata dagli antichi terra felice, illuminata dal sole, ricca di bellissima vegetazione, fiori, alberi da frutta, terra ricca di cultura e di tradizione, dove filosofi e grandi studiosi hanno fatto la storia, terra di eroi e di santi. Era un paese libero, dove la gente viveva felice, dove c'era benessere, cultura, lavoro, fratellanza, fede. Nessuno era costretto ad emigrare, anzi da altre nazioni venivano a trovare lavoro in questo paese, chiamato il bel paese... in questa terra, dove tanti trovavano asilo sicuro e accoglienza generosa, tanti venivano come ospiti e turisti, per vedere e gustare i suoi tesori artistici e culinari, per respirare la sua aria, per godere dei suoi paesaggi, delle sue montagne e del suo mare.
Avevamo un Re, che era veramente Re, il Re Borbone, uno di noi... nato tra noi, parlava come noi, viveva come noi, aveva le nostre tradizioni e il nostro stesso cuore... un Re meridionale, veramente italiano.... e non bastardo come il Savoia che venne ad usurparci.
Avevamo tutto... e tanti erano invidiosi di quello che avevamo.... invidiosi i massoni inglesi, invidiosi i liberali francesi, invidiosi i viscidi piemontesi. E venne un massone delinquente, che oggi è dipinto eroe dei due mondi, il terrorista Garibaldi... venne mandato da Cavour e dal Savoia, per portare a termine l'opera già iniziata dal veleno degli infiltrati massoni liberali, piemontesi e nostrani.
E ci hanno spogliato di tutto.... e quando il popolo si è ribellato, lo hanno chiamato brigante, e con la violenza e il genocidio, hanno continuato il sorpruso dell'usurpazione.
Con un falso plebiscito hanno annesso la nostra bella Nazione al minuscolo Piemonte, facendo della Nazione delle Due Sicilie, una delle più belle del mondo, una infelice provincia piemontese, e facendo di Napoli, terza capitale del mondo, la capitale dell'immondizia.
E tutti quelli che sono venuti dopo, aiutati dai traditori meridionali, calpestando la nostra identità, raccontando bugie e nascondendo la storia vera, hanno continuato ad usurparci, facendo del nostro bel paese, la Cenerentola del mondo.
Ma ora la verità sta venendo a galla, e giustizia si farà... perchè i figli di quei briganti straziati e uccisi, sono ancora qui, vivi e forti, per gridare al mondo la verità e per chiedere la giustizia.
Ancora sulle mura di Gaeta sventola la bellissima bianco bandiera gigliata, e su di esse ancora vediamo il buon Re Francesco II e l'eroina Regina Maria Sofia, che al popolo delle Due Sicilie indicano la via della liberazione e della vera redenzione.
Tutti conosceranno la storia vera, per anni proibita, e il popolo del Sud chiederà giustizia e libertà.
PER CONOSCERE LA VERA STORIA
STORIA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE
CITAZIONI ILLUSTRE EMIGRAZIONE
UNA PETIZIONE DA FIRMARE
promossa da La voce di Megaride
Un museo storico navale per Napoli: clicca qui
Presentazione dell'opera "Storia della marina da guerra dei Borbone di Napoli" vol. I di Antonio Formicola e Claudio Romano
AI GRANDI EROI DELLA RIVOLUZIONE MERIDIONALE
Ci hanno spiati controllati,
comprati e imbavagliati, venduti,
calunniati e crocefissi sulla strada di Damasco....
nelle nostre anime non han messo mano,
non conoscono la chiave, non hanno apparecchi idonei....
proseguiamo il nostro cammino
alla ricerca della verità
con la maschera sul volto
e la forza nel cuore.
La loro paura sarà il nostro inno di battaglia
le loro nefandezze
il podio del vincitore.
RIBELLI. (Antonella Lupidi)
VIVA IL RE!
Un saluto ed un augurio al nuovo Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie: Sua Altezza Reale il Principe Carlo Maria, Duca di Castro
Sua Altezza Reale il Principe Carlo, Duca di Castro, Gran Maestro dell'Insigne Reale Ordine di S. Gennaro, Gran Maestro del Real Ordine di San Ferdinando e del Merito, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Gran Maestro del Real Ordine di San Giorgio della Riunione, Gran Maestro del Real Ordine di Francesco I. Balì Gran Croce d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Sposa a Monaco il 31 ottobre 1998 Sua Altezza Reale la Principessa Camilla, Duchessa di Castro, Dama di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Dama di Gran Croce di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, madre delle Loro Altezze Reali Le Principesse Maria Carolina e Maria Chiara.
Anch'io, pure se ultimo nella graduatoria, voglio unirmi agli auguri di un popolo, che nella dignità e nell'amore di questi discendenti di casa Borbone, sanno ritrovare le vere qualità di chi deve reggere una nazione.
A Sua Altezza il mio umile e semplice augurio, di prosperità, e di continuare ad essere, sui passi dei suoi antenati, baluardo di saggezza e giustizia.
Real Casa di Borbone Due Sicilie
GARIBALDI UN MITO CHE CROLLA
Per conoscere la verità potete andare anche a leggere il saggio storico scritto dal prof. Gennaro De Crescenzo, proprio sul crollo del mito di Garibaldi
Gennaro De Crescenzo,
Contro Garibaldi. Il mito in frantumi
Sulla figura di Garibaldi e del suo ruolo nella vicenda risorgimentale sono state date interpretazioni non sempre omogenee che, pur riconoscendolo sempre come eroe dell’unificazione italiana, hanno proposto sfumature diverse del personaggio, illuminandone alcuni tratti piuttosto che altri. Chi fu, dunque Garibaldi? L’eroe che dedicò la vita a combattere per ideali di libertà e di giustizia? Oppure lo strumento inconsapevole di una trama di potere ordita da massoni e liberali per impossessarsi dell’intera Penisola? O ancora, il rivoluzionario che collaborò attivamente alla conquista del Regno delle Due Sicilie, condividendo pienamente gli scopi e i mezzi delle forze unitariste? La risposta a queste domande sarà la chiave per rileggere l’impresa risorgimentale e le sue conseguenze che giungono fino ai nostri giorni.
LA FAVOLA DELL'UNITÀ
ECCO COME CI LIBERARONO
TG DOSSIER VERITA'
SU RAI 2
Se hai voglia di conoscere la verità sulla spedizione dei mille e sull'occupazione del Regno delle Due Sicilie puoi andare a leggere i seguenti testi:
Tutta la verità
Gustavo Rinaldi Editore: ControCorrente
Il libro racconta la storia del Regno delle Due Sicilie stroncando tutti i luoghi comuni e le menzogne che si ripetono da duecento anni. È un viaggio della memoria con testimonianze al di sopra delle parti per le nuove generazioni di meridionali alla conquista del presente: il futuro del Sud ha un cuore antico.
Garibaldi, Fauchè e i predatori del Regno del Sud
La vera storia dei piroscafi "Piemonte" e "Lombardo" nella spedizione dei Mille
Luciano Salera Editore: ControCorrente
Quando i piemontesi invasero il Sud.
Autori Vari
Editore: ControCorrente
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LA VERITÀ SUL TRICOLORE
Post n°63 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da massimo.c58
Pubblico sul mio blog un articolo di Pino Tosca scomparso nel 2001, fondatore del movimento politico cattolico Azione e Tradizione, e che dell'intransigenza dei principì fece la sua bandiera. E questa bandiera non poteva coesistere con l'altra: il tricolore massonico. In questo articolo, Pino Tosca, ripercorre le tappe "iniziatiche" del percorso che fece il tricolore. Come dalla Francia si arrivò anche in Italia ad adottare una bandiera estranea alle tradizioni ed alla cultura dei suoi popoli. In questa giornata del 7 gennaio, che si vogliono commemorare i 215 anni dell'invenzione di questa bandiera, che nella conquista e nel saccheggio del Regno delle Due Sicilie rappresentò per la maggioranza del popolo meridionale distruzione e morte, al suo apparire infatti venivano distrutti paesi, stuprate donne, uccisi a migliaia uomini e donne, giovani, bambini e vecchi, da quei presunti eroi che l'innalzavano, sono certo di fare cosa gradita inviando il seguente articolo ricordando allo stesso tempo le vittime innocenti del saccheggio del Sud. Il 1 settembre 1904 alla Camera francese si verificò un acceso dibattito tra i deputati. Gli incidenti verbali furono provocati da un'affermazione pubblica del marchese di Rosando, il quale, rivolto verso i colleghi della sinistra, aveva esclamato: "La Framassoneria ha lavorato in sordina, ma in modo costante, a preparare la Rivoluzione!". Il deputato Jumel aveva immediatamente replicato: "E' un effetto di cui ci vantiamo!". Lo seguirono a ruota, in un crescendo di attacchi enfatici, Alessandro Zevaes ("E' il più grande elogio che potreste farci!") ed Enrico Michel ("È la ragione per la quale voi ed i vostri amici la detestate!"). Rosando rispose subito: "Siamo quindi perfettamente d'accordo su questo punto, cioè che la Massoneria è stata la sola autrice della Rivoluzione, e gli applausi che io raccolgo da sinistra, ed ai quali sono poco abituato, provano, signori, che voi riconoscete con me che essa ha fatto la Rivoluzione francese". E Jumel, di rimando: "Facciamo più che riconoscerlo, lo proclamiamo!". E così, con questa fiera proclamazione si chiariva definitivamente un evento storico: e cioè che era stata la Massoneria a volere, finanziare e preparare la Rivoluzione francese. Rivoluzione che oltre a portarci le delizie delle teste mozzate dallo strumento del dottor Guillotin, escogitò e ci impose lo stesso vessillo dietro cui si nascondeva la rabbia sanculotta: la bandiera dei tre colori. Come ben si sa, le armate rivoluzionarie, grazie poi al confratello Napoleone Bonaparte (iniziato ai «misteri» massonici sin da quando era semplice tenente) portarono il proprio emblema multicolore in ogni parte della vecchia Europa, sotto il comando di generali come Ney, Cambronne, Lefebvre Bernadotte, tutti affiliati alle logge massoniche. Sul sangue dei Lazzari napoletani, dei montanari di Andreas Hofer, dei guerrilleros spagnoli si piantava l'albero della Libertè con in cima la coccarda tricolore. In Italia fu lo stesso Bonaparte a consegnare il primo stendardo tricolorato (al blu fu sostituito il verde, colore classico delle logge massoniche) ad un corpo di volontari della Legione Lombarda, i «Cacciatori a cavallo» che, si badi bene, alla faccia dell'indipendenza italica, erano inquadrati nell'Armata francese. Tanto è vero che al centro di questa bandiera campeggiava il simbolo stesso dei giacobini francesi: il berretto frigio. Inoltre, per mantenere questo suo Corpo di italiani «infrancesati», Napoleone non seppe far di meglio che saccheggiare e profanare tutte le chiese della penisola che si trovavano sfortunatamente sul suo cammino.
II tricolore venne comunque adottato ufficialmente come bandiera di Stato dalla Repubblica Cispadana (altra invenzione napoleonica), riunita a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797. Ma la Repubblica Cispadana (così come quella Cisalpina) tutto poteva essere tranne che una difesa di «italianità». Era una repubblica massonica a perfetta imitazione di quella francese, da cui dipendeva in tutto e per tutto.
Marziano Brignoli, direttore delle Raccolte Storiche del Comune di Milano (Museo del Risorgimento e Museo di Storia Contemporanea), non sospetto di simpatie «reazionarie», ha affermato che "è chiaro che la nostra bandiera è nata ad imitazione di quella francese". Per Brignoli "i nostri tre colori provengono dall'insegna di una setta massonica". Sarà forse un caso, ma è certo che il bianco, il rosso e il verde erano anche i colori della setta di affiliazione massonica del romagnolo Giuseppe Compagnoni, il segretario della Repubblica Cispadana che a Reggio Emilia propose di adottare il tricolore come bandiera del nuovo Stato.
Dalla Repubblica Cispadana, seguendo la dominazione francese, il tricolore passò poi a quella Cisalpina (12 maggio 1797). Alla caduta della dittatura bonapartista, nel 1814, il tricolore non solo scomparve ovunque, ma fu generalmente considerato come emblema dei collaborazionisti con gli invasori francesi. Si arriverà poi al 1848 ed ai «moti risorgimentali» per vedere suscitare il vessillo pluricolorato, grazie alla complicità delle stesse dinastie anti-bonapartiste (come quella dei Savoia) che si «adeguavano» ai tempi, e con il Re Travicello (Carlo Alberto), grande protettore di sette e di logge, rivestendosi coi colori cispadani. Come si sa, giunse poi l'ora dei «fratelli d'Italia». «Fratello» massone era infatti Goffredo Mameli (al quale fu addirittura intitolata una Loggia), e come lui massoni di rango furono tutti i vari «artefici» del «risorgimento» (voluto da un Piemonte in cui si parlava più francese che italiano): da Garibaldi (nominato nel 1862 Gran Maestro e Primo Massone d'ltalia), a Bixio, a Cavour, a Costantino Nigra, a Bettino Ricasoli, a Ludovico Frapolli, e via dicendo. Ora, tutti questi fatti non potevano essere certo sconosciuti a due appassionati risorgimentalisti come Spadolini e Craxi. Perche, allora, i due governanti "filocisalpini" progettarono di istituire per il 12 maggio la «Festa del Tricolore» invece che per il 7 gennaio, come giustamente rivendicato dalla "cispadana" Reggio Emilia ? Possibile che i due politici in questione erano tanto malaccorti da incorrere in un «infortunio culturale» di tale calibro? Certo che no. La verità è che Craxi e Spadolini tentarono di giocare la carta del 12 maggio, per un fatto culturalmente (e laicisticamente) molto più rilevante. Il 12 maggio è infatti la grande data del laicismo trionfante: quella per cui nel 1974 le forze radical-massoniche sconfissero quelle cattoliche nel referendum sul divorzio. Questo è infatti il vero motivo per cui l'accoppiata Craxi-Spadolini era più filo-cisalpina che filo-cispadana. Dietro la maschera della Repubblica tricolorita, le lobby laiciste nascondevano il volto della repubblica divorzista. A questo occulto progetto, i cattolici (o almeno, alcuni cattolici) non solo non seppero opporsi, ma addirittura accondiscesero con entusiasmo. A costoro ricordiamo che nel 1871 il Conte di Chambord rifiutò di sedere sul trono di Francia, non accettando l'adozione del tricolore come bandiera dello Stato francese. «Se il vostro tricolore e un simbolo e voi ci tenete tanto come simbolo, allora non si tratta più di riforma, ma di abiura» disse il buon Henry di Chambord ai politici del compromesso. Ha proprio ragione Ploncard d'Assac quando scrive che "una delle più grandi abilità della Rivoluzione sta nel trasformare i conflitti d'idee in scontri simbolici"). Ed è proprio su questo che devono riflettere i vari portabandiere delle cosiddette “meditazioni culturali”. di Pino Tosca |
INFO
UN AVVISO PER I VISITATORI DEL BLOG
Per avere un quadro più completo delle tematiche affrontate in questo blog vi consiglio di leggere i diversi post, i vari box e di vedere i video inseriti, dove tratto sulla storia e le vicende del Regno delle Due Sicilie, della sua arbitraria occupazione e sulle vicende nere del risorgimento italiano.
Inoltre chi desidera saperne di più può visitare i seguenti siti web
Reale Casa dei Borbone delle Due Sicilie
http://www.comintatiduesicilie.it/
o ad altri link che ho inserito nella lista apposita
e raccomando l'iscrizione alla Rete di Informazione delle Due Sicilie, diretta da Alessandro Romano, per farlo basta inviare una mail a
UNA PROPOSTA PER TE
Se ami questa nostra terra e ti senti figlio di questa Nazione e vuoi veramente riprendere la tua identità storica, allora è necessario che tu ti informa.... vengo a proporti, oltre i libri che di tanto in tanto inserisco, di abbonarti alle seguenti riviste:
L'Alfiere, Pubblicazione Napoletana Tradizionalista, fondata nel 1960 da Silvio Vitale. Esce ogni quattro mesi, 24 pagine. Per sottoscrivere l'abbonamento o per richiedere gli arretrati disponibili, scrivete ad Edoardo Vitale: edoardo.vitale@tele2.it
visitate il sito: http://www.lalfiere.it/
Per sottoscrivere un abbonamento annuo alla rivista Nazione Napoletana, tiratura quadrimestrale, basta versare 10 € sul CCP N° 31972805, intestato a Gabriele Marzocco, corso Chiaiano 28 - 80145 Napoli - Na.
http://www.nazionenapulitana.org
Due Sicilie, periodico per l'indipendenza dei Popoli delle Due Sicilie, diretto da Antonio Pagano.
Si pubblica ogni due mesi, quaranta pagine a colori.
Per informazioni: anpagano@alice.it oppure due.sicilie@alice.it
Riscossa Meridionale, organo del Movimento Politico "Terra e Libertà"
mensile “Il Nuovo Sud” periodico di opinione ilnuovosud@libero.it
ANDIAMO A LEGGERE CHI SONO I SAVOIA
Lo stato italiano (leggasi piemontese) è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'italia meridionale e le isole uccidendo, crocifiggendo, squartando vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti (Antonio Gramsci)
Antonio Ciano:
I SAVOIA E IL MASSACRO DEL SUD Editore Grandmelò( Prefazione di Lucio Barone )
Davanti alla perseverante politica antimeridionale l'autore, senza peli sulla lingua, stila un atto d'accusa forte e determinato nei confronti delle classi dirigenti passate e presenti.
Il fraseggio è volutamente pesante come a significare che la pazienza è finita e che non è più tempo di plagi, di arrotondamenti, di bugie artatamente costruite ai fini della mistificazione più becera della verità che è e resta sacra in quanto tale.
Il lettore potrà in un primo momento risentirsi per gli epiteti indirizzati alla volta degli "assassini" del Sud, ma proseguendo nella lettura si accorgerà che essi sono utili ad esternare lo stato d'animo dell'autore che desidera sopra ogni cosa risvegliare l'orgoglio dei meridionali per troppo tempo oppressi da una montagna di falsità.
Non ci sono dubbi. L'inizio dei guai economici del meridione è da ricondurre al momento della cruenta conquista da parte del Piemonte, così come la condizione di continuo sbando delle popolazioni del Sud è frutto di una gestione discriminante dei governi unitari che si sono succeduti dal 1861 al giorno d'oggi.
Antonio Ciano racconta gli eventi della barbara conquista savoiarda rimarcando più e più volte le figure dei cosiddetti "eroi nazionali", cui sono state dedicate strade e piazze in tutt' Italia, evidenziandone la crudeltà e la ferocia con la quale essi hanno spento nel sangue tutti i tentativi di insorgenza che vanno dal 1861 al 1870.
Per l'autore il tempo della menzogna è finito, la coscienza del Sud riemerge giorno dopo giorno e per i criminali di guerra piemontesi sta giungendo il giorno del giudizio.
La convinzione più che la speranza è che, in concomitanza con il recupero della verità storica, le popolazioni del Sud potranno finalmente riscattare l'autonomia, l'autodeterminazione, la libertà.
Le Loro Altezze Reali
i Principi Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie,
Duca e Duchessa di Castro
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AI DIFENSORI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE
Ormai tutti sanno che l'occupazione del Regno di Napoli fu un sorpruso da parte del Piemonte, che attraverso intrighi politici e la complicità della massoneria, corrompendo ufficiali e ministri e provocando scontri interni attraverso la collaborazione di mafiosi e camorristi, con lo sbarco dei mille iniziò l'usurpazione della nostra terra. Ma contro quest'usurpazione lottarono fino alla fine gli eroici soldati del Regno, il popolo duosiciliano, uomini e donne che furono poi chiamati briganti, ma che si opposero a quest'ingiustizia. Con questi, quegli eroici soldati del Volturno, e quelli che insieme ai cittadini di Gaeta, di Civitella del Tronto e di Messina, co il loro Re Francesco II e la Regina Maria Sofia, continuarono a lottare per il Regno e la libertà.
Onore agli eroici
difensori del Regno
delle Due Sicilie
I libri che parlano dei nostri eroi:
AA. VV. La difesa del Regno
Gaeta Messina Civitella del TrontoEd. Il Giglio
Non mi arrendo. Romanzo storico.
Da Gaeta a Civitella, l'eroica difesa del Regno delle Due Sicilie.
Gianandrea De Antonellis Editore Contro Corrente
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