La riscossa del SudSono trascorsi 153 anni dal quel fatidico 1861, quando dopo un plebiscita falso e corrotto l'antico Regno delle Due Sicilie fu annesso alla nuova Italiella. Ferro e fuoco fu portato dagli invasori in tutto il nostro territorio, e la nostra gente depredata, spogliata, uccisa. Fummo pivati non solo della libertà, ma insieme della dignità, dell'onore e del benessere. Da quell'ora fatale la nostra terra e la nostra gente è diventata preda degli avvoltoi del potere politico, del potere massonico, del potere mafioso. Dopo 152 anni nulla è cambiato, anzi le cose peggiorano, e continuiamo ad essere la terra dei rapaci. Ancora oggi gli eredi di quei "piemontesi" e "garibaldeschi" che ci conquistarono, insieme agli eredi di quei traditori del Sud, i nuovi ascari del nord, continuano a toglierci dignità, onore, benessere e libertà. Donna e Uomo del Sud... Giovane e Ragazzo del Sud... Anziano del Sud... non abbatterti e non perdere il tuo coraggio, questo è il tempo della RISCOSSA. Non scegliere più il potere del nord, è tempo di scegliere la tua TERRA. |
PER GLI AMICI DELLE DUE SICILIE
Tanti amici mi hanno chiesto dove poter trovare libri riguardanti la nostra storia.... vi lascio l'indirizzo giusto, visitatelo e vi troverete quando desiderate
DOCUMENTARIO SUI BRIGANTI DI RAI 3
Ecco il bellissimo documentario trasmesso su Rai 3 e che avevo annunciato sul blog, dove è intervistato il grande Alessandro Romano, un vero combattente del popolo duosiciliano. Sono stati realizzati da Mauro Caiano strenuo difensore del Sud e trasmessi su vocedimegaride
prima parte seconda parte
sarebbe bello che tutti dopo aver guardato il programma vi congratulaste con la TV pubblica scrivendo a geo_geo@rai.it ed esprimendo un vostro parere
IN ALTO I CUORI
Il Tibet è come il Regno delle Due Sicilie, due libere Nazioni, pacifiste e prospere, occupate da un usurpatore nemico, che ha voluto cambiarne la storia e la gloria.
Entrambi ridotte in schiavitù, ma entrambi fedeli alla loro memoria storica, in attesa di una redenzione, che non tarderà ad arrivare.
OMAGGIO AI NOSTRI CADUTI
TANTO SI PARLA OGGI DELLE VITTIME CADUTE NEI DIVERSI GENOCIDI E NELLE GUERRE, DANDO AD ESSI TRIBUTI ED ONORI.
RICORDIAMOCI ALLORA DEI NOSTRI CADUTI, DI QUEGLI EROI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE: SOLDATI, UOMINI E DONNE, GIOVANI E VECCHI, BAMBINI E PRETI, CONTADINI E NOBILI, CHE FURONO VITTIME DI UNA INGIUSTA OCCUPAZIONE DA PARTE DI QUELLI CHE VENNERO DA FRATELLI, E FURONO CAINI.
SONO STATI CHIAMATI BRIGANTI, MA FURONO EROI E MARTIRI.
ONORE A LORO!
E ONORE A RE FRANCESCO II E ALLA REGINA MARIA SOFIA CHE CON QUESTI EROI SOFFRIRONO PRIVAZIONI, MORTIFICAZIONI ED INGIUSTIZIE
E ONORE ALLA NOSTRA BANDIERA
ANCH'ESSA VITTIMA DELL'INIQUO VINCITORE
PER CONOSCERE LA VERITA'
La nostra era una Nazione meravigliosa, il Regno delle Due Sicilie, chiamata dagli antichi terra felice, illuminata dal sole, ricca di bellissima vegetazione, fiori, alberi da frutta, terra ricca di cultura e di tradizione, dove filosofi e grandi studiosi hanno fatto la storia, terra di eroi e di santi. Era un paese libero, dove la gente viveva felice, dove c'era benessere, cultura, lavoro, fratellanza, fede. Nessuno era costretto ad emigrare, anzi da altre nazioni venivano a trovare lavoro in questo paese, chiamato il bel paese... in questa terra, dove tanti trovavano asilo sicuro e accoglienza generosa, tanti venivano come ospiti e turisti, per vedere e gustare i suoi tesori artistici e culinari, per respirare la sua aria, per godere dei suoi paesaggi, delle sue montagne e del suo mare.
Avevamo un Re, che era veramente Re, il Re Borbone, uno di noi... nato tra noi, parlava come noi, viveva come noi, aveva le nostre tradizioni e il nostro stesso cuore... un Re meridionale, veramente italiano.... e non bastardo come il Savoia che venne ad usurparci.
Avevamo tutto... e tanti erano invidiosi di quello che avevamo.... invidiosi i massoni inglesi, invidiosi i liberali francesi, invidiosi i viscidi piemontesi. E venne un massone delinquente, che oggi è dipinto eroe dei due mondi, il terrorista Garibaldi... venne mandato da Cavour e dal Savoia, per portare a termine l'opera già iniziata dal veleno degli infiltrati massoni liberali, piemontesi e nostrani.
E ci hanno spogliato di tutto.... e quando il popolo si è ribellato, lo hanno chiamato brigante, e con la violenza e il genocidio, hanno continuato il sorpruso dell'usurpazione.
Con un falso plebiscito hanno annesso la nostra bella Nazione al minuscolo Piemonte, facendo della Nazione delle Due Sicilie, una delle più belle del mondo, una infelice provincia piemontese, e facendo di Napoli, terza capitale del mondo, la capitale dell'immondizia.
E tutti quelli che sono venuti dopo, aiutati dai traditori meridionali, calpestando la nostra identità, raccontando bugie e nascondendo la storia vera, hanno continuato ad usurparci, facendo del nostro bel paese, la Cenerentola del mondo.
Ma ora la verità sta venendo a galla, e giustizia si farà... perchè i figli di quei briganti straziati e uccisi, sono ancora qui, vivi e forti, per gridare al mondo la verità e per chiedere la giustizia.
Ancora sulle mura di Gaeta sventola la bellissima bianco bandiera gigliata, e su di esse ancora vediamo il buon Re Francesco II e l'eroina Regina Maria Sofia, che al popolo delle Due Sicilie indicano la via della liberazione e della vera redenzione.
Tutti conosceranno la storia vera, per anni proibita, e il popolo del Sud chiederà giustizia e libertà.
PER CONOSCERE LA VERA STORIA
STORIA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE
CITAZIONI ILLUSTRE EMIGRAZIONE
UNA PETIZIONE DA FIRMARE
promossa da La voce di Megaride
Un museo storico navale per Napoli: clicca qui
Presentazione dell'opera "Storia della marina da guerra dei Borbone di Napoli" vol. I di Antonio Formicola e Claudio Romano
AI GRANDI EROI DELLA RIVOLUZIONE MERIDIONALE
Ci hanno spiati controllati,
comprati e imbavagliati, venduti,
calunniati e crocefissi sulla strada di Damasco....
nelle nostre anime non han messo mano,
non conoscono la chiave, non hanno apparecchi idonei....
proseguiamo il nostro cammino
alla ricerca della verità
con la maschera sul volto
e la forza nel cuore.
La loro paura sarà il nostro inno di battaglia
le loro nefandezze
il podio del vincitore.
RIBELLI. (Antonella Lupidi)
VIVA IL RE!
Un saluto ed un augurio al nuovo Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie: Sua Altezza Reale il Principe Carlo Maria, Duca di Castro
Sua Altezza Reale il Principe Carlo, Duca di Castro, Gran Maestro dell'Insigne Reale Ordine di S. Gennaro, Gran Maestro del Real Ordine di San Ferdinando e del Merito, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Gran Maestro del Real Ordine di San Giorgio della Riunione, Gran Maestro del Real Ordine di Francesco I. Balì Gran Croce d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Sposa a Monaco il 31 ottobre 1998 Sua Altezza Reale la Principessa Camilla, Duchessa di Castro, Dama di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Dama di Gran Croce di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, madre delle Loro Altezze Reali Le Principesse Maria Carolina e Maria Chiara.
Anch'io, pure se ultimo nella graduatoria, voglio unirmi agli auguri di un popolo, che nella dignità e nell'amore di questi discendenti di casa Borbone, sanno ritrovare le vere qualità di chi deve reggere una nazione.
A Sua Altezza il mio umile e semplice augurio, di prosperità, e di continuare ad essere, sui passi dei suoi antenati, baluardo di saggezza e giustizia.
Real Casa di Borbone Due Sicilie
GARIBALDI UN MITO CHE CROLLA
Per conoscere la verità potete andare anche a leggere il saggio storico scritto dal prof. Gennaro De Crescenzo, proprio sul crollo del mito di Garibaldi
Gennaro De Crescenzo,
Contro Garibaldi. Il mito in frantumi
Sulla figura di Garibaldi e del suo ruolo nella vicenda risorgimentale sono state date interpretazioni non sempre omogenee che, pur riconoscendolo sempre come eroe dell’unificazione italiana, hanno proposto sfumature diverse del personaggio, illuminandone alcuni tratti piuttosto che altri. Chi fu, dunque Garibaldi? L’eroe che dedicò la vita a combattere per ideali di libertà e di giustizia? Oppure lo strumento inconsapevole di una trama di potere ordita da massoni e liberali per impossessarsi dell’intera Penisola? O ancora, il rivoluzionario che collaborò attivamente alla conquista del Regno delle Due Sicilie, condividendo pienamente gli scopi e i mezzi delle forze unitariste? La risposta a queste domande sarà la chiave per rileggere l’impresa risorgimentale e le sue conseguenze che giungono fino ai nostri giorni.
LA FAVOLA DELL'UNITÀ
ECCO COME CI LIBERARONO
TG DOSSIER VERITA'
SU RAI 2
Se hai voglia di conoscere la verità sulla spedizione dei mille e sull'occupazione del Regno delle Due Sicilie puoi andare a leggere i seguenti testi:
Tutta la verità
Gustavo Rinaldi Editore: ControCorrente
Il libro racconta la storia del Regno delle Due Sicilie stroncando tutti i luoghi comuni e le menzogne che si ripetono da duecento anni. È un viaggio della memoria con testimonianze al di sopra delle parti per le nuove generazioni di meridionali alla conquista del presente: il futuro del Sud ha un cuore antico.
Garibaldi, Fauchè e i predatori del Regno del Sud
La vera storia dei piroscafi "Piemonte" e "Lombardo" nella spedizione dei Mille
Luciano Salera Editore: ControCorrente
Quando i piemontesi invasero il Sud.
Autori Vari
Editore: ControCorrente
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UNA MEMORIA DIMENTICATA
Post n°54 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da massimo.c58
Da anni in gennaio si commemora la “Giornata della Memoria”, per ricordare la Shoàh, cioè lo sterminio nazista di ben cinque milioni di ebrei. Questa commemorazione porta logicamente a riflettere sui tanti genocidi commessi nel mondo, che seppure meno numerici di quello del popolo ebraico, sono comunque episodi gravissimi: quello armeno, quelli perpetrati in terra d’America, o in Africa, oppure nell’Asia. Anche in casa nostra, nel nostro “Bel Paese, c’è “la sagra della memoria”. Ci si sforza di ricordare la follia di chi, per motivi di potere o di razza, e tante volte anche religiosi, ha reso la storia teatro di barbarie indescrivibili, dove non si definisce bene l’umano e il disumano. Per ricordare si propongono discussioni, manifestazioni, mostre, lavori teatrali e cinematografici; si riempiono le nostre strade di manifesti commemorativi e di belle frasi fatte. Tutti diventano attori ricercati in questa ”corsa alla memoria”, politici di destra o di sinistra, moderati o progressisti, associazioni religiose o civili, singoli e gruppi, tutti portavoce delle vittime innocenti; quelle del passato, o quelle recenti. Come è strana questa memoria, lucida e perfetta tante volte per fatti lontani da noi, che seppure toccano la nostra coscienza poco ci appartengono, ma restia a riconoscere e ricordare “i mali di casa nostra”. E tante volte volutamente li dimentichiamo, coscienti che certi “spettri” è meglio lasciarli ben chiusi negli armadi della storia. Questa nostra “Nazione Italiana”, così fiera della sua storia, ricca di aneddoti, di eroi, di padri nazionali, di mitici patrioti, uomini tutto d’un pezzo, mentre pretende di celebrare le festi giubilari della sua fondazione, rifiuta di “ricordare” come realmente è stata fatta l’Italia. Quando qualcuno, poi, si fa portavoce di questa “memoria dimenticata”, quanti egregi storici e patrioti s’inalberano, facendo ironia o contra battendo sugli argomenti trattati, portando come prova della loro “grande sapienza” le argomentazioni fasulle e rimpastate, che da ben 150 anni la storiografia di regime ci impone.
Ma se ci sentiamo, e siamo orgogliosi d’esserlo, realmente meridionali, innamorati delle nostre origini e della nostra fede, non possiamo tacere di fronte alla Verità; non possiamo anche noi tradire il nostro sangue e la nostra terra, pur di conservare una “poltrona” nel consesso dei vincitori. È tempo ormai, la stagione è matura, che la Verità venga gridata sui tetti, dai nostri palchi; ne parlino i nostri giornali. Guai se non lo facessimo, verremmo meno all’appuntamento con la storia, una nuova storia che bisogna riscrivere per il nostro Sud martoriato. Infatti senza la memoria non possiamo ritrovare la nostra identità nella storia, e continueremo ad essere una colonia dei vincitori. Continueremo a vedere le nostre regioni meridionali impoverirsi, e ancora i nostri giovani emigrare. Continueremo a pagare per i tradimenti, che portarono la Nazione delle Due Sicilie, tra le prime nell’Europa del XVIII e XIX secolo per sviluppo economico e civile, a diventare la cenerentola della penisola italica. Infatti al genocidio fisico dell’antica Nazione Meridionale, che per circa otto secoli ha mantenuto invariata la sua costituzione fisica, e che la storia patria ha magistralmente seppellito per anni negli archivi, ancora più grave è sopravvenuto il genocidio culturale e della memoria. Il giurista polacco Rafhael Lemkin, che ha definito il primo concetto di genocidio, sosteneva: "… genocidio non significa necessariamente la distruzione immediata di una nazione…esso intende designare un piano coordinato di differenti azioni miranti a distruggere i fondamenti essenziali della vita dei gruppi nazionali. Obiettivi di un piano siffatto sarebbero la disintegrazione delle istituzioni politiche e sociali, della cultura, della lingua, dei sentimenti nazionali, della religione e della vita economica dei gruppi nazionali e la distruzione della sicurezza personale, della libertà, della salute, della dignità e persino delle vite degli individui…non a causa delle loro qualità individuali, ma in quanto membri del gruppo nazionale". Proprio questo è stato fatto in questa parte meravigliosa dell’Italia, che il nostro storico Giacinto De Sivo definisce “il sorriso del Signore […..] abbondante e prospera, lieta e tranquilla, gaia e bella, aveva leggi sapienti, morigerati costumi e pienezza di vita, aveva esercito, flotta, strade, industrie, opifici, templi e regge meravigliose”. Con la propaganda e la calunnia si è cercato innanzitutto di minare il sistema politico e sociale. Memori di quello che diceva il padre della rivoluzione francese Voltaire: "Calunniate, calunniate: qualcosa resterà", iniziò da subito la campagna denigratoria, con una propaganda velenosa e falsa contro l’intera dinastia dei Borbone, e nei confronti dell’uomo meridionale, ritenuto “beduino”, “africano”, “incivile”, “sudicio”, “brigante”, calunnie preconfezionate nelle logge massoniche, e che gli “scribacchini” della nuova idea andavano spargendo come il vento.
Dopo aver sparso veleno per tutta l’Europa, in un momento difficile e transitorio per il Regno, subito dopo la prematura morte di Re Ferdinando II, approfittando dell’inesperienza e della giovinezza di Francesco II, attraverso la corruzione di alcuni ministri e ufficiali, e la ormai riconosciuta “alleanza segreta” con mafia e camorra, la massoneria internazionale appoggia l’ambizioso Vittorio Emanuele di Savoia, nella conquista e nel saccheggio del Sud. Fa da battistrada il “rivoluzionario” Garibaldi e i suoi mille. Quante leggende ci hanno insegnato, tra cui l’eroica spedizione dei mille, accolti da un popolo festante. Lo stesso Giuseppe Bandi, garibaldino, in una sua cronistoria ha scritto: :"Fummo accolti dai marsalesi come cani in chiesa". Da qui inizia la parabola discendente del nostro Sud: soprusi, saccheggio, tasse, ingiustizie, impoverimento. Non mancarono deportazioni, l'incubo della reclusione, persecuzione della Chiesa cattolica, profanazioni dei templi, fucilazioni di massa, stupri, perfino bambine (figlie di "briganti") costretti ai ferri carcerari. E gli eroici soldati meridionali, che vollero rimanere fedeli al loro giuramento, trattati come bestie, deportati a migliaia nel freddo Piemonte. Dopo l’annessione al nuovo Regno, per circa dieci anni , la stessa istruzione entrò in crisi, dopo la chiusura e la soppressione di diverse scuole, perché bisognava oltre al genocidio fisico, cancellare la memoria del passato, disintegrando la nostra cultura, le nostre tradizioni, i sentimenti di fedeltà al proprio Re e alla Nazione, la nostra lingua, persino la nostra fede. Furono soppresse Chiese e Conventi, arrestati e mandati in esilio vescovi e preti, alcuni furono uccisi, cacciati dai loro istituti frati e suore. Una vera guerra alla civiltà e alla religione. Forse furono diversi i metodi piemontesi da quello dei nazisti? E le carceri e i lager piemontesi, il più terribile tra tutti quello di Fenestrelle, non erano forse uguali a quelli tedeschi? Le vasche di calce vivo di Fenestrelle non somigliavano tanto ai forni crematori di Auschwitz? Qualche puritano dirà che sono esagerazioni, fantasie, rimarrà scandalizzato, questa è storia. Già lo scrittore Carlo Alianello aveva scritto: “Nessuno […] venga a lamentarsi delle stragi naziste. Le SS del 1860 e degli anni successivi si chiamarono, almeno per gli abitanti dell’ex reame, piemontesi. Perciò smettiamo di sbarrare gli occhi, di spalancare all’urlo le bocche, di stringere i pugni e di tendere il collo a deprecare violenze altrui in questo e in altri continenti. Ci bastino le nostre, per sentire un solo brivido di pudore. Noi abbiamo saputo fare di più e di peggio”. E bisogna smetterla di giustificare questo genocidio infangando la memoria di quei soldati e di quei patrioti del sud con il titolo di briganti, è pura ipocrisia. Non vi è alcuna differenza tra i combattenti meridionali legittimisti del 1860, che lottavano per difendere la loro Patria, il loro Sovrano, i propri diritti, le proprie famiglie, e i partigiani del 1943. Siamo nel 150° anniversario dell’unificazione, sarebbe quindi opportuno non celebrare, spendendo soldi che possono essere utilizzati a opere più necessarie, ma solamente commemorare. Commemorare non è un semplice ricordare, così da mettere a posto la coscienza, potrebbe non bastare il semplice ricordo per guarire il male che portiamo nel nostro tessuto sociale; bisogna invece attraverso la memoria rendere vivo il passato, perché esso ci insegni a vivere bene, a non commettere più quegli orrori di razzismo, di sopraffazione e di odio, che ancora attendono giustizia. Commemorare perché si possano finalmente cancellare quelle ferite e lacerazioni che ci portiamo dietro da 150 anni, lacerazioni che sempre più in questi anni sembrano dividerci, facendo nascere nuove e più gravi distanze, che creano nuovi razzismi e che alimentano nuovi focolari di odio, coscienti che l’unità non si costruisce con la violenza e l’usurpazione, ma nel rispetto reciproco, nell’accettazione delle proprie differenze, nell’amore alla Verità, nella concordia reciproca.
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INFO
UN AVVISO PER I VISITATORI DEL BLOG
Per avere un quadro più completo delle tematiche affrontate in questo blog vi consiglio di leggere i diversi post, i vari box e di vedere i video inseriti, dove tratto sulla storia e le vicende del Regno delle Due Sicilie, della sua arbitraria occupazione e sulle vicende nere del risorgimento italiano.
Inoltre chi desidera saperne di più può visitare i seguenti siti web
Reale Casa dei Borbone delle Due Sicilie
http://www.comintatiduesicilie.it/
o ad altri link che ho inserito nella lista apposita
e raccomando l'iscrizione alla Rete di Informazione delle Due Sicilie, diretta da Alessandro Romano, per farlo basta inviare una mail a
UNA PROPOSTA PER TE
Se ami questa nostra terra e ti senti figlio di questa Nazione e vuoi veramente riprendere la tua identità storica, allora è necessario che tu ti informa.... vengo a proporti, oltre i libri che di tanto in tanto inserisco, di abbonarti alle seguenti riviste:
L'Alfiere, Pubblicazione Napoletana Tradizionalista, fondata nel 1960 da Silvio Vitale. Esce ogni quattro mesi, 24 pagine. Per sottoscrivere l'abbonamento o per richiedere gli arretrati disponibili, scrivete ad Edoardo Vitale: edoardo.vitale@tele2.it
visitate il sito: http://www.lalfiere.it/
Per sottoscrivere un abbonamento annuo alla rivista Nazione Napoletana, tiratura quadrimestrale, basta versare 10 € sul CCP N° 31972805, intestato a Gabriele Marzocco, corso Chiaiano 28 - 80145 Napoli - Na.
http://www.nazionenapulitana.org
Due Sicilie, periodico per l'indipendenza dei Popoli delle Due Sicilie, diretto da Antonio Pagano.
Si pubblica ogni due mesi, quaranta pagine a colori.
Per informazioni: anpagano@alice.it oppure due.sicilie@alice.it
Riscossa Meridionale, organo del Movimento Politico "Terra e Libertà"
mensile “Il Nuovo Sud” periodico di opinione ilnuovosud@libero.it
ANDIAMO A LEGGERE CHI SONO I SAVOIA
Lo stato italiano (leggasi piemontese) è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'italia meridionale e le isole uccidendo, crocifiggendo, squartando vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti (Antonio Gramsci)
Antonio Ciano:
I SAVOIA E IL MASSACRO DEL SUD Editore Grandmelò( Prefazione di Lucio Barone )
Davanti alla perseverante politica antimeridionale l'autore, senza peli sulla lingua, stila un atto d'accusa forte e determinato nei confronti delle classi dirigenti passate e presenti.
Il fraseggio è volutamente pesante come a significare che la pazienza è finita e che non è più tempo di plagi, di arrotondamenti, di bugie artatamente costruite ai fini della mistificazione più becera della verità che è e resta sacra in quanto tale.
Il lettore potrà in un primo momento risentirsi per gli epiteti indirizzati alla volta degli "assassini" del Sud, ma proseguendo nella lettura si accorgerà che essi sono utili ad esternare lo stato d'animo dell'autore che desidera sopra ogni cosa risvegliare l'orgoglio dei meridionali per troppo tempo oppressi da una montagna di falsità.
Non ci sono dubbi. L'inizio dei guai economici del meridione è da ricondurre al momento della cruenta conquista da parte del Piemonte, così come la condizione di continuo sbando delle popolazioni del Sud è frutto di una gestione discriminante dei governi unitari che si sono succeduti dal 1861 al giorno d'oggi.
Antonio Ciano racconta gli eventi della barbara conquista savoiarda rimarcando più e più volte le figure dei cosiddetti "eroi nazionali", cui sono state dedicate strade e piazze in tutt' Italia, evidenziandone la crudeltà e la ferocia con la quale essi hanno spento nel sangue tutti i tentativi di insorgenza che vanno dal 1861 al 1870.
Per l'autore il tempo della menzogna è finito, la coscienza del Sud riemerge giorno dopo giorno e per i criminali di guerra piemontesi sta giungendo il giorno del giudizio.
La convinzione più che la speranza è che, in concomitanza con il recupero della verità storica, le popolazioni del Sud potranno finalmente riscattare l'autonomia, l'autodeterminazione, la libertà.
Le Loro Altezze Reali
i Principi Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie,
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AI DIFENSORI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE
Ormai tutti sanno che l'occupazione del Regno di Napoli fu un sorpruso da parte del Piemonte, che attraverso intrighi politici e la complicità della massoneria, corrompendo ufficiali e ministri e provocando scontri interni attraverso la collaborazione di mafiosi e camorristi, con lo sbarco dei mille iniziò l'usurpazione della nostra terra. Ma contro quest'usurpazione lottarono fino alla fine gli eroici soldati del Regno, il popolo duosiciliano, uomini e donne che furono poi chiamati briganti, ma che si opposero a quest'ingiustizia. Con questi, quegli eroici soldati del Volturno, e quelli che insieme ai cittadini di Gaeta, di Civitella del Tronto e di Messina, co il loro Re Francesco II e la Regina Maria Sofia, continuarono a lottare per il Regno e la libertà.
Onore agli eroici
difensori del Regno
delle Due Sicilie
I libri che parlano dei nostri eroi:
AA. VV. La difesa del Regno
Gaeta Messina Civitella del TrontoEd. Il Giglio
Non mi arrendo. Romanzo storico.
Da Gaeta a Civitella, l'eroica difesa del Regno delle Due Sicilie.
Gianandrea De Antonellis Editore Contro Corrente
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