La riscossa del SudSono trascorsi 153 anni dal quel fatidico 1861, quando dopo un plebiscita falso e corrotto l'antico Regno delle Due Sicilie fu annesso alla nuova Italiella. Ferro e fuoco fu portato dagli invasori in tutto il nostro territorio, e la nostra gente depredata, spogliata, uccisa. Fummo pivati non solo della libertà, ma insieme della dignità, dell'onore e del benessere. Da quell'ora fatale la nostra terra e la nostra gente è diventata preda degli avvoltoi del potere politico, del potere massonico, del potere mafioso. Dopo 152 anni nulla è cambiato, anzi le cose peggiorano, e continuiamo ad essere la terra dei rapaci. Ancora oggi gli eredi di quei "piemontesi" e "garibaldeschi" che ci conquistarono, insieme agli eredi di quei traditori del Sud, i nuovi ascari del nord, continuano a toglierci dignità, onore, benessere e libertà. Donna e Uomo del Sud... Giovane e Ragazzo del Sud... Anziano del Sud... non abbatterti e non perdere il tuo coraggio, questo è il tempo della RISCOSSA. Non scegliere più il potere del nord, è tempo di scegliere la tua TERRA. |
PER GLI AMICI DELLE DUE SICILIE
Tanti amici mi hanno chiesto dove poter trovare libri riguardanti la nostra storia.... vi lascio l'indirizzo giusto, visitatelo e vi troverete quando desiderate
DOCUMENTARIO SUI BRIGANTI DI RAI 3
Ecco il bellissimo documentario trasmesso su Rai 3 e che avevo annunciato sul blog, dove è intervistato il grande Alessandro Romano, un vero combattente del popolo duosiciliano. Sono stati realizzati da Mauro Caiano strenuo difensore del Sud e trasmessi su vocedimegaride
prima parte seconda parte
sarebbe bello che tutti dopo aver guardato il programma vi congratulaste con la TV pubblica scrivendo a geo_geo@rai.it ed esprimendo un vostro parere
IN ALTO I CUORI
Il Tibet è come il Regno delle Due Sicilie, due libere Nazioni, pacifiste e prospere, occupate da un usurpatore nemico, che ha voluto cambiarne la storia e la gloria.
Entrambi ridotte in schiavitù, ma entrambi fedeli alla loro memoria storica, in attesa di una redenzione, che non tarderà ad arrivare.
OMAGGIO AI NOSTRI CADUTI
TANTO SI PARLA OGGI DELLE VITTIME CADUTE NEI DIVERSI GENOCIDI E NELLE GUERRE, DANDO AD ESSI TRIBUTI ED ONORI.
RICORDIAMOCI ALLORA DEI NOSTRI CADUTI, DI QUEGLI EROI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE: SOLDATI, UOMINI E DONNE, GIOVANI E VECCHI, BAMBINI E PRETI, CONTADINI E NOBILI, CHE FURONO VITTIME DI UNA INGIUSTA OCCUPAZIONE DA PARTE DI QUELLI CHE VENNERO DA FRATELLI, E FURONO CAINI.
SONO STATI CHIAMATI BRIGANTI, MA FURONO EROI E MARTIRI.
ONORE A LORO!
E ONORE A RE FRANCESCO II E ALLA REGINA MARIA SOFIA CHE CON QUESTI EROI SOFFRIRONO PRIVAZIONI, MORTIFICAZIONI ED INGIUSTIZIE
E ONORE ALLA NOSTRA BANDIERA
ANCH'ESSA VITTIMA DELL'INIQUO VINCITORE
PER CONOSCERE LA VERITA'
La nostra era una Nazione meravigliosa, il Regno delle Due Sicilie, chiamata dagli antichi terra felice, illuminata dal sole, ricca di bellissima vegetazione, fiori, alberi da frutta, terra ricca di cultura e di tradizione, dove filosofi e grandi studiosi hanno fatto la storia, terra di eroi e di santi. Era un paese libero, dove la gente viveva felice, dove c'era benessere, cultura, lavoro, fratellanza, fede. Nessuno era costretto ad emigrare, anzi da altre nazioni venivano a trovare lavoro in questo paese, chiamato il bel paese... in questa terra, dove tanti trovavano asilo sicuro e accoglienza generosa, tanti venivano come ospiti e turisti, per vedere e gustare i suoi tesori artistici e culinari, per respirare la sua aria, per godere dei suoi paesaggi, delle sue montagne e del suo mare.
Avevamo un Re, che era veramente Re, il Re Borbone, uno di noi... nato tra noi, parlava come noi, viveva come noi, aveva le nostre tradizioni e il nostro stesso cuore... un Re meridionale, veramente italiano.... e non bastardo come il Savoia che venne ad usurparci.
Avevamo tutto... e tanti erano invidiosi di quello che avevamo.... invidiosi i massoni inglesi, invidiosi i liberali francesi, invidiosi i viscidi piemontesi. E venne un massone delinquente, che oggi è dipinto eroe dei due mondi, il terrorista Garibaldi... venne mandato da Cavour e dal Savoia, per portare a termine l'opera già iniziata dal veleno degli infiltrati massoni liberali, piemontesi e nostrani.
E ci hanno spogliato di tutto.... e quando il popolo si è ribellato, lo hanno chiamato brigante, e con la violenza e il genocidio, hanno continuato il sorpruso dell'usurpazione.
Con un falso plebiscito hanno annesso la nostra bella Nazione al minuscolo Piemonte, facendo della Nazione delle Due Sicilie, una delle più belle del mondo, una infelice provincia piemontese, e facendo di Napoli, terza capitale del mondo, la capitale dell'immondizia.
E tutti quelli che sono venuti dopo, aiutati dai traditori meridionali, calpestando la nostra identità, raccontando bugie e nascondendo la storia vera, hanno continuato ad usurparci, facendo del nostro bel paese, la Cenerentola del mondo.
Ma ora la verità sta venendo a galla, e giustizia si farà... perchè i figli di quei briganti straziati e uccisi, sono ancora qui, vivi e forti, per gridare al mondo la verità e per chiedere la giustizia.
Ancora sulle mura di Gaeta sventola la bellissima bianco bandiera gigliata, e su di esse ancora vediamo il buon Re Francesco II e l'eroina Regina Maria Sofia, che al popolo delle Due Sicilie indicano la via della liberazione e della vera redenzione.
Tutti conosceranno la storia vera, per anni proibita, e il popolo del Sud chiederà giustizia e libertà.
PER CONOSCERE LA VERA STORIA
STORIA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE
CITAZIONI ILLUSTRE EMIGRAZIONE
UNA PETIZIONE DA FIRMARE
promossa da La voce di Megaride
Un museo storico navale per Napoli: clicca qui
Presentazione dell'opera "Storia della marina da guerra dei Borbone di Napoli" vol. I di Antonio Formicola e Claudio Romano
AI GRANDI EROI DELLA RIVOLUZIONE MERIDIONALE
Ci hanno spiati controllati,
comprati e imbavagliati, venduti,
calunniati e crocefissi sulla strada di Damasco....
nelle nostre anime non han messo mano,
non conoscono la chiave, non hanno apparecchi idonei....
proseguiamo il nostro cammino
alla ricerca della verità
con la maschera sul volto
e la forza nel cuore.
La loro paura sarà il nostro inno di battaglia
le loro nefandezze
il podio del vincitore.
RIBELLI. (Antonella Lupidi)
VIVA IL RE!
Un saluto ed un augurio al nuovo Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie: Sua Altezza Reale il Principe Carlo Maria, Duca di Castro
Sua Altezza Reale il Principe Carlo, Duca di Castro, Gran Maestro dell'Insigne Reale Ordine di S. Gennaro, Gran Maestro del Real Ordine di San Ferdinando e del Merito, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Gran Maestro del Real Ordine di San Giorgio della Riunione, Gran Maestro del Real Ordine di Francesco I. Balì Gran Croce d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Sposa a Monaco il 31 ottobre 1998 Sua Altezza Reale la Principessa Camilla, Duchessa di Castro, Dama di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Dama di Gran Croce di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, madre delle Loro Altezze Reali Le Principesse Maria Carolina e Maria Chiara.
Anch'io, pure se ultimo nella graduatoria, voglio unirmi agli auguri di un popolo, che nella dignità e nell'amore di questi discendenti di casa Borbone, sanno ritrovare le vere qualità di chi deve reggere una nazione.
A Sua Altezza il mio umile e semplice augurio, di prosperità, e di continuare ad essere, sui passi dei suoi antenati, baluardo di saggezza e giustizia.
Real Casa di Borbone Due Sicilie
GARIBALDI UN MITO CHE CROLLA
Per conoscere la verità potete andare anche a leggere il saggio storico scritto dal prof. Gennaro De Crescenzo, proprio sul crollo del mito di Garibaldi
Gennaro De Crescenzo,
Contro Garibaldi. Il mito in frantumi
Sulla figura di Garibaldi e del suo ruolo nella vicenda risorgimentale sono state date interpretazioni non sempre omogenee che, pur riconoscendolo sempre come eroe dell’unificazione italiana, hanno proposto sfumature diverse del personaggio, illuminandone alcuni tratti piuttosto che altri. Chi fu, dunque Garibaldi? L’eroe che dedicò la vita a combattere per ideali di libertà e di giustizia? Oppure lo strumento inconsapevole di una trama di potere ordita da massoni e liberali per impossessarsi dell’intera Penisola? O ancora, il rivoluzionario che collaborò attivamente alla conquista del Regno delle Due Sicilie, condividendo pienamente gli scopi e i mezzi delle forze unitariste? La risposta a queste domande sarà la chiave per rileggere l’impresa risorgimentale e le sue conseguenze che giungono fino ai nostri giorni.
LA FAVOLA DELL'UNITà
ECCO COME CI LIBERARONO
TG DOSSIER VERITA'
SU RAI 2
Se hai voglia di conoscere la verità sulla spedizione dei mille e sull'occupazione del Regno delle Due Sicilie puoi andare a leggere i seguenti testi:
Tutta la verità
Gustavo Rinaldi Editore: ControCorrente
Il libro racconta la storia del Regno delle Due Sicilie stroncando tutti i luoghi comuni e le menzogne che si ripetono da duecento anni. È un viaggio della memoria con testimonianze al di sopra delle parti per le nuove generazioni di meridionali alla conquista del presente: il futuro del Sud ha un cuore antico.
Garibaldi, Fauchè e i predatori del Regno del Sud
La vera storia dei piroscafi "Piemonte" e "Lombardo" nella spedizione dei Mille
Luciano Salera Editore: ControCorrente
Quando i piemontesi invasero il Sud.
Autori Vari
Editore: ControCorrente
AREA PERSONALE
TAG
MENU
I MIEI BLOG AMICI
- Vivi Napoli!
- Ciao
- soloanapoli
- IL SUD RISORGERA!
- Regno di Napoli
- DUE SICILIE
- PerSempreNapoli
- IL PARTITO DEL SUD
- Contro la Chiesa
- DESTRA- SINISTRA
- Un popolo distrutto
- confucio napulitano
- La voce di Megaride
- ObyWans City
- FERDINANDEA
- The Sunking
- Jose Dario,ce!!!
- CORE NAPULITANO
- napolinelcuore
- l ECO...campano!
- Risorgimento
- Terra di briganti
- Campania phoenix
- Sogno diurno
- Opposta Visione
- OPROFESSORE
- Tempo verrà...
- VITAPOETICA
I MIEI LINK PREFERITI
- Casa editrice Il Giglio
- Associaizone neoborbonica siciliana
- Sito creato e curato dal gruppo lombardo del Movimento Neoborbonico.
- Sito totalmente apartitico
- Reale Casa dei Borbone delle Due Sicilie
- Associazione Culturale Due Sicilie
- BRIGANTINO - il portale del sud
- ADSIC Associazione Culturale Due Sicilie (Milano)
- ASSOCIAZIONE CULTURALE "DUE SICILIE" GIOIOSA JONICA
- Il Brigante - quotidiano per il Sud
- IL BRIGANTAGGIO - BENEVENTO
- IL BRIGANTE LUCANO
- Rifondazione Borbonica
- Sacro Militare Ordine Costantiniano di S. Giorgio Delegazione Siciliana
- Gruppo di Ricostruzione Storica "Reggimento Real Marina" Regno delle due Sicilie
- Associazione Culturale Antica Terra di Frontiera
- Il sito dell'eroe Carmine Crocco
- Giovani per il Sud
Borbone - Regno delle due Sicilie
com'era e come finì
Lotta per la Libertà
per tenere sempre nel cuore la nostra Patria, e rispolverare dalla polvere e dal fango, con il quale i vincitori hanno coperto la nostra antica gloria, la verità nascosta
Post n°50 pubblicato il 05 Maggio 2010 da massimo.c58
Mentre aspettiamo la data del 7 maggio, giorno in cui nel lager sabaudo di Fenestrelle in Torino, saranno commemorate le vittime dell'0ccupazione piemontese dell'antico Regno delle Due Sicilie, specialmente le migliaia di soldati e ufficiali che non vollero tradire e che furono internati in quella prigione, dove tra stenti e fame perirono, e dove furono consumati i loro corpi nella calce viva.
Inoltre ancora più attesa la data dell'8 maggio, quando a Torino si raduneranno tutti i meridionali, quelli rimasti nella Patria del Sud, e quelli emigrati al Nord, per opporsi alla riapertura del museo lombrosiano, orrore del razzismo e della spietatezza degli occupanti piemontesi e del loro Re Vittorio Emanuele II, vero macellaio e criminale di guerra. Il museo suddetto è dedicato a Cesare Lombrosi, pseudo psicologo, che con le sue teorie ha alimentato la razzista teoria di popoli superiori e popoli inferiori, anticipando quelle che furono le teorie del nazismo. Questi personaggi, veri criminali da processare in una novella Norimberga, ancora sono onorati e celebrati da questo Stato italiano, che continua ad essere per le regioni meridionali un tiranno e un'occupante. Le prossime celebrazioni del 150 anniversario dell'unità d'Italia, altro non sono che la celebrazione di una ingiusta colonizzazione, della guerra di conquista del sud da parte del nord, che si perpetua nella scelta politica attuale, sono una esaltazione del razzismo nordico. Noi meridionali non vogliamo celebrare, ma solo ricordare, per opporci ad uno stato nemico del popolo meridionale. Qundi meditiamo mentre attendiamo di incontrarci a Torino, quello che è stato il genocidio del Sud, un genocidio mai raccontato.
|
Post n°49 pubblicato il 12 Febbraio 2010 da massimo.c58
Quel tramonto del 7 febbraio 1878, dopo aver benedetto il mondo cattolico, e l'umanità, che ingannata dagli errori della rivoluzione risorgimentale si avviava a tempi bui, <>, l'Augusta Immacolata già contemplata in visione nella sua permanenza a Gaeta, chiudeva la sua vita terrena colui che San Giovanni Bosco descrive come <>.
|
Post n°48 pubblicato il 24 Giugno 2009 da massimo.c58
CI SIAMO RADUNATI A LARGO DI PALAZZO
PER UNA NUOVA STORIA DA SCRIVERE
Se è vero, come è vero, che questa Italia è nata male, gli studi e la scoperta di documenti di archivio, in questo ultimo ventennio, hanno trovato largo spazio con la pubblicazione di tanti libri e la realizzazione di altrettanti convegni e interviste, che ci permettono sempre più di venire a conoscenza della vera storia del risorgimento e della cattiva riuscita di questa Nazione.
Mai come in questo tempo studiosi, giornalisti e gente comune, anche di differenti tendenze ideologiche e politiche, si ritrovano ad approfondire sulla stessa sintonia la storia del processo unitario italiano, e rifuggendo le banali mitologie risorgimentali, l'adulazione e l'insincerità di certi storici di regime, che negli ultimi 150 anni hanno fatto da padrone nella storiografia ufficiale, con sincerità stanno rivisitando la storia dandogli un volto più veritiero. Oggi ormai è da tutti risaputo che questa "rivoluzione" risorgimentale, altro non è stato che un gioco di potere della massoneria internazionale, per asservire a sé i popoli, attraverso l'abbattimento di quei valori antichi, trasmessi alla gente dalla fede cattolica, portando al potere quei fantocci corrotti e antireligiosi, che ancora, nonostante i capovolgimenti delle due guerre mondiali e la costituzione della Repubblica Italiana, si vogliono considerare padri della patria. Ma di quale Patria? Seppure è mai esistita una patria italiana. Sappiamo bene che questa "Patria" , costruita sul sangue innocente, sull'ingiustizia sociale e per dare potere a pochi privilegiati, altro non è stata per la nostra gente del sud che una tirannia, non diversa da altre tirannie di cui conosciamo l'esistenza. "Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri, che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti. " (Antonio Gramsci in l' Ordine nuovo) Uno stato nato dalla corruzione e dal tradimento, e che oggi, dopo 150 anni di storia, continua sulla stessa scia. Non poche volte, tutt'oggi, ci troviamo difronte a situazioni di corruzione politica e di ingiustizia sociale, dove il sud continua ad essere vittima sacrificata, colonia di un potere nordista, che diventa sempre più forte e più ricco. Noi, che 150 anni fa, abbiamo subito una unificazione violenta e forzata, canonizzata da un falso plebiscita e dall’omertà internazionale, oggi rischiamo di subire un federalismo, che non porterà il sud alla riscossa, ma ad un peggiore decadimento. Quello stato tiranno, che per conquistarci si alleò alla mafia e alla camorra, oggi, dopo averci spemuto fino all'osso, vuole abbandonarci nelle mani di questi poteri oscuri. Questa verità amara da molti meridionali vuole essere non considerata, continuando ad asservire, nella politica e nel sociale, uno stato nemico e antimeridionalista; ma questo non deve impedire ai pochi che sanno di manifestarlo apertamente e ad ogni occas Per questo ci siamo ritrovati il 20 giugno a Largo di Palazzo, Per questo tanti si sono ritrovati negli scorsi anni a Gaeta, a Messina, a Civitella del Tronto. Per far memoria della verità e per scrivere una nuova storia per il Sud. Non importa il numero, ciò che conta è la verità che portiamo nel cuore e sui nostri volti. Il desiderio di riportare alle nostre genti quella dignità e quella libertà, di cui sono state defraudate dal 1860 ad oggi. Tanti i giovani presenti, essi sono la voce che maggiormente si amplificherà per il futuro. Diversi amici dei tanti gruppi e movimenti meridionalisti duosiciliani, venuti da ogni dove, per confermare la loro volontà di lottare per la nostra Nazione Duosiciliana. Un segno di speranza quella graziosa bambina, apparentemente debole, ma forte e determinata, e che con amore innalza quella Bandiera delle Due Sicilie, simbolo della nostra dignità e indipendenza. Come anche quei due bambini, che corrono per la piazza, alzando in alto il vessillo della Patria Napoletana, e che già preannunciano un nuovo futuro che si sta scrivendo. Un incontro voluto da un gruppo di giovani, e che tanti di noi abbiamo condiviso e collaborato. Sarà stato improvvisato, così spontaneo nella sua semplicità, ma proprio per questo ha un valore maggiore. Perché ad esso tutti hanno partecipato da protagonisti. Sull'antica Piazza della nostra amata Napoli Capitale, ciascuno ha fatto sentire la sua voce, dal bambino che alzava la bandiera, all'anziano e intrepido compatriota di vecchia data. Da qui, ora, è necessario partire per altre e numerose manifestazioni di piazza... per uscire ormai dalle nostre "stantie sacrestie", e andare incontro alla gente che cammina, che lavora, che piange o ride, che giosce o soffre, per stringere la mano ai tanti giovani disoccupati, ai numerosi emigrati, ai tanti emarginati, e dire loro finalmente di chi è la colpa di tutto questo. E' tempo di creare per la nostra gente una Speranza, oltre la piaga di questo momento, oltre le mafie e le camorre di un potere assurdo, oltre la paura del domani, oltre questo Stato che ci sta portando alla morte. E' tempo che tutti i movimenti meridionalisti, culturali, sociali, economici e politici, trovino il coraggio di mettere da parte i personali interessi e le proprie ambizioni, e di mettere al centro del loro interesse la nostra Nazione Meridionale, il bene della nostra gente, la nostra determinata autonomia. Per questo dobbiamo unirci, e contro una politica nemica del sud e che continua ad affossarci e a renderci colonia, dobbiamo creare un'unico comune soggetto politico, che porti alla riscossa della nostra Gente. Un grazie a tutti quelli che erano a Largo di Palazzo. Un grazie a quelli che vi erano con il cuore e la mente. Un grazie ai tanti che da anni si stanno impegnando a portare avanti la lotta, e non è necessario farne il nome, perché essi sono nel cuore di tutti; essi ogni giorno mettono cuore e volto per il recupero della nostra memoria storica e per risvegliare il desiderio di riscossa. Un grazie commosso a quegli eroi che non ci sono più, e che hanno aperto la strada anni addietro, pagando anche di persona, perché oggi giungessimo a quest’incontro. Grazie alla nostra meravigliosa terra del Sud, che speriamo rivedere ancora rigogliosa e viva. Grazie a tutti quelli che da oggi in poi vorranno stare con noi, a viso aperto, con cuore forte, nella nostra lotta di liberazione. Noi che siamo figli della Magna Grecia, navigatori e terroni insieme, figli di uomini e donne coraggiosi che hanno saputo morire per l'indipendenza della propria Patria, figli del glorioso Regno delle Due Sicilie, non possiamo non rispondere coerentemente alla voce della coscienza. Non perdiamo l'occasione che la storia ci sta dando, oggi, in questo tempo che la crisi culturale, economica, sociale, politica e morale sta facendo crollare i falsi miti, di prendere in mano il nostro futuro. Le campane del Sud stanno suonando, e noi siamo chiamati a raccolta.... rispondiamo tutti, con fedeltà e coerenza, uniti per la nuova storia da scrivere.
|
Post n°47 pubblicato il 15 Giugno 2009 da massimo.c58
|
Post n°46 pubblicato il 07 Giugno 2009 da massimo.c58
150 ANNI FA LO STATO DEL PIEMONTE ERA LO STATO PIU INDEBITATO D'EUROPA, LA LORO MONETA ERA CARTA STRACCIA, MENTRE IL REGNO DELLE DUE SICILIE ERA ALL'EPOCA UNA DELLE PIU GRANDI POTENZE MONDIALI, IL BANCO DI NAPOLI POSSEDEVA RISORSE AURIFERE, L'ENORME RICCHEZZA DEL SUD E' STATA L'UNICA VERA MOTIVAZIONE DELL'UNITA' D'ITALIA
LE POPOLAZIONI DEL SUD SUBIVANO UNA TASSAZIONE BEN MAGGIORE DI QUELLE DEL NORD E GLI EX SUDDITI DEL REGNO DI NAPOLI CHE SI RIBELLARONO FURONO CHIAMATI "BRIGANTI" DA QUI IL SENTIMENTO DI UNO STATO CHE NON TUTELA MA SFRUTTA, CHE VIDE SORGERE E RAFFORZARSI I FENOMENI MAFIOSI
AL SUD FURONO SMANTELLATE TUTTE LE ATTIVITA', ANCHE LE PIU' PICCOLE. FURONO, TRA LE ALTRE, SMANTELLATE LA CARTIERA DI SULMONA, LE FERRIERE DI MONGIANA I CANTIERI NAVALI DI TORREANNUNZIATA... I MATERIALI FURONO TRASFERITI IN LOMBARDIA E IN TUTTO IL NORD.
GLI APPALTI PER I LAVORI PUBBLICI NEL SUD FURONO AFFIDATI AD IMPRESE LOMBARDO-PIEMONTESI...PAGATE COL DRENAGGIO FISCALE LOCALE OPERATO DAI PIEMONTESI.
IL NORD CI HA DEFRAUDATO DELLA GLORIA, DELLA RICCHEZZA E DELLA STORIA! SONO PASSATI SOLO 150 ANNI POSSIAMO TORNARE INDIETRO POSSIAMO RISORGERE, PERCHE' NOI SIAMO FIGLI DEL MARE DELLA CULTURA ELLENICA SIAMO I DISCENDENTI DEL GLORIOSO REGNO DELLE DUE SICILIE!
DALLE CENERI DI UN GLORIOSO REGNO RIVENDICHIAMO L'APPARTENENZA ALLA NOSTRA STORIA
ONORE AI NOSTRI PARTIGIANI DEPORTATI E MASSACRATI DALL'ESERCITO PIEMONTESE
ONORE ALLE GENTI DEL SUD VITTIME DI GENOCIDIO!
CHE I VIVI ABBIANO MEMORIA DEI MORTI
LA NOSTRA PATRIA CONTINUERÀ A VIVERE IN NOI, LA PROTEGGEREMO SEMPRE NONOSTANTE TUTTO, TUTTI LO DOBBIAMO FARE, CERCHIAMO LE VERITÀ SEPOLTE E RIPORTIAMOLE ALLA LUCE, DIVULGHIAMOLE A CHI IGNORA.
20 GIUGNO 2009 DALLE ORE 18 ALLE ORE 21 TUTTI I FIGLI DEL SUD SI RADUNANO A LARGO DI PALAZZO, GIÀ PIAZZA DEL FALSO PLEBISCITO, A NAPOLI, PER UN MOMENTO DI INCONTRO, DI CONOSCENZA, PER FAR CONOSCERE LA STORIA DELLA NOSTRA NAZIONE DELLE DUE SICILIE, PER CANTARE LA NOSTRA LIBERTÀ, PER SVEGLIARE IL NOSTRO POPOLO....
|
1859 – 2009
150 anni dalla morte di Ferdinando II di Borbone
Un grande Re, un grande Napoletano
22 - 23 maggio Esattamente il 22 maggio 1859 moriva Ferdinando II, in circostanze poco chiare, nella reggia di Caserta. Tutti i meridionali-duosiciliani sono invitati a partecipare a questa manifestazione organizzata dall’Editoriale Il Giglio e dal Movimento Neoborbonico per rendere onore ad un grande Napoletano che seppe fare grandi Napoli e il Sud. Venerdì 22 maggio 2009 , ore 18.00 Un concerto ed una cena-buffet concluderanno la serata. Concerto La musica del Re ed esecuzione dell’Inno delle Due Sicilie Stefania Tedesco (soprano) M°. Ida Tramontano (pianoforte) Prof.ssa Concetta di Somma (pianoforte) Sabato 23 maggio 2009, ore 16.30 Napoli, Palazzo Reale Cambio della Guardia e Picchetto d'Onore ore 18.00 Chiesa di San Ferdinando di Palazzo Missa de Angelis in suffragio di S.M. il Re Ferdinando II S. Messa in rito romano antico accompagnata da canto gregoriano M° Giuseppe Perucatti (organo) Esecuzione dell’ Inno del Re Stefania Tedesco (soprano) M°. Ida Tramontano (pianoforte) Prof.ssa Concetta di Somma (pianoforte) |
29 maggio 2009 - ore 17,30 Basilica di Santa Chiara - Napoli Santa Messa in suffragio di S.A. Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie nel centocinquantesimo della sua morte
Convegno e dibattito sempre a Santa Chiara alle ore 18,30 dopo la celebrazione della Santa Messa Ferdinando II il Regno delle Due Sicilie e il Suo Popolo |
il 28 e 29 marzo siamo saliti in tanti a Civitella Del Tronto, in Abruzzo, per il tradizionale incontro, e per commemorare quegli eroi che con fedeltà resistettero all'usurpazione dell'esercito sabaudo. Due giorni pieni di ricordi e di riflessioni, che ci hanno dato la possibilità di condividere con tanti amici momenti di profonda emozione. Vedere quei luoghi, toccare quelle pietre, guardare la Bandiera posta in alto sulla Fortezza, stringersi intorno all'altare di Dio per commemorare i martiri, tutto ci ha maggiormente uniti in una simpiosi di azioni e pensieri, perchè alimenti in noi il proposito di costruire per la nostra terra del Sud, un nuovo futuro. Che queti momenti diventino sempre più un tempo di grande riflessione, al quale possano partecipare molti altri ancora, consapevoli che solo dalla Verità della storia, potrà costruirsi il futuro. In questi giorni, che assistiamo alle terribili conseguenze del terremoto che si è abbattuto in quei cari territori abruzzesi, stringiamoci ancora di più a questi fratelli e sorelle della terra d'Abruzzo, che hanno tenuto sempre in alto la dignità della Nazione Napolitana.
|
Messina, bella citta della Sicilia, è stata, insieme con quelle di Gaeta e di Civitella del Tronto, l’estrema resistenza del millenario Regno delle Due Sicilie, dove i soldati meridionali pur sapendo della inutilità di ogni sforzo cercarono di difendere la propria Patria esprimendo fedeltà a Francesco II di Borbone. A difesa dell'indipendenza, i circa 5000 soldati della Fortezza della Reale Cittadella di Messina, che risultò imprendibile ai garibaldeschi invasori, decisero di continuare con coraggio e determinazione la difesa della nostra Patria, l'Indipendenza del nostro Popolo, la Libertà e la Dignità della nostra Gente. Furono sostenuti dal loro ufficiale, il generale Fergola che comanda il forte, e che ha un cuore patriottico perfettamente corrispondente a quello dei suoi uomini. Caduta Gaeta, dopo ben sette lunghi mesi di isolamento, gli eroi di Messina sentono che è il momento della loro prova, e con coraggio continuano a difendere la loro fortezza, senza temere le minaccie e le angarie del vile criminale Cialdini, generale piemontese, che già come a Gaeta, così a Messina, usa ogni mezzo, seppure illecito e ignominioso, per vincere la battaglia, e non furono risparmiate cannonate dal vile piemontese, non soltanto contro i valorosi soldati, ma anche sui tanti civili ricoverati nella Fortezza, donne e bambini, che vedevano in quei giorni finire tragicamenta l'indipendenza della loro Patria. Dopo una eroica, ma impossibile resistenza, il 13 marzo del 1861 la Real Cittadella di Messina si arrendeva alle truppe piemontesi del Gen. Cialdini, il quale boriosamente entrando nella cittadella proferisce novelle minacce facendo arrestare immediatamente gli ufficiali rei di aver difeso l'onore della loro Patria e dichiarando prigionieri i bravi soldati duosiciliani. L'ottuso e poco galantuomo ufficiale piemontese non concesse neppure l'onore delle armi ai vinti che avevano fatto il loro dovere fino alla fine ed anzi al momento della resa respinse sdegnosamente la spada dell'anziano Gen. Fergola e gli disse in francese: ´Vous n'ètès pas des italiens, Je vous cracherais sour le visage ...! (Vi sputerei in faccia). Un comportamento degno di una belva criminale, qual'era il bomardatore di Gaeta, da lì a poco il mandante dell'eccidio di Pontelandolfo e Casalduni, e di tanti altri paesi del Regno conquistato con la violenza e il terrorismo. Ai nostri eroi silenzio e oblio, mentre al criminale Cialdini onore e strade intitolate, e ora ancora si vogliono tributargli onori al suo paese natale, Castelvetro di Modena, invece di riflettere che è una vergogna aver dato i natali ad una simile belva, bisognerebbe sentire la stessa vergogna di quelle città dove nacquero i criminali di guerra nazisti. Ma a 148 anni dall'eroica resistenza molti compatrioti si sono ritrovati a Messina il 14 e 15 marzo per commemorare i nostri eroi, per ricordare la vergognosa azione dell'usurpazione piemontese, per dire ancora che a questa unità italiana raggiunta con la violenza, l'ingiustizia e la corruzione noi diciamo no. E' stata una bellissima manifestazione, dove non è mancato un tributo anche a Re Ferdinando II, nel 150° anniversario della sua morte . A tutti i compatrioti sicialiani un grazie per queste bellissime giornate, che ancora ci danno la possibilità di far memoria della nostra storia, ma anche per riflettere sul nostro futuro. E ritrovarci sempre uniti attorno a quell'ideale che fu dei padri nostri, per riscatatre dall'usurpazione la nostra libertà. Discorso del generale Fergola alla truppa "Uffiziali, Sottouffiziali e Soldati, è questo l'ultimo ordine che io vi rivolgo, e la mano mi trema nel vergarlo. Allorchè presi il comando di questa Fortezza e di voi tutti, sacro giurammo di difendere fino agli estremi questo interessante sito fortificato che la Maestà del Re (N.S.) aveva affidato al nostro onore e alla nostra fedeltà. Avete ben veduto che tutti abbiamo mantenuto il giuramento, serbando fedeltà, attaccamento e devozione al nostro amatissimo sovrano Francesco II. Immensi sono stati gli sforzi che per lo spazio di cinque giorni si son fatti colle nostre artiglierie per distruggere i lavori di attacco che il nemico costruiva sulle alture della città di Messina ed in altri siti ancora, ma poco effetto à provocato il nostro fuoco, sí perché quasi tutti i lavori erano al di là della portata delle nostre artiglierie, sí perché altri trovavansi mascherati da casamenti ed oggetti occasionali. Quindi l'inimico profittando di tali suoi vantaggi à compiuto inosservato la maggior parte dei suoi lavori. Poco dopo il mezzo giorno di oggi e precisamente quando estenuati di forze prendevate un po' di ristoro, à aperto simultaneamente un fuoco formidabile contro questa Real Cittadella, che l'à ridotta in poche ore nello stato in cui si ravvisa, ad onta di quella resistenza che si è potuta fare colle nostre artiglierie di una portata molto inferiore a quella delle sue. Veduto dunque che inutile si rendeva qualunque altro nostro mezzo di difesa, e che eravamo a causa dello incendio sviluppatosi minacciati da una sicura esplosione della gran polveriera Norimbergh e suo magazzino attiguo anche pieno di polvere, se non vi si apportava un pronto rimedio, è chiesta per ben due volte per mezzo di parlamentari una tregua al nemico per la durata di 24 ore. Ma vedendo egli di quanto aveva col suo fuoco prodotto di danno e della trista posizione in cui eravamo, à rigettato la mia domanda, e mi ha fatto sentire che dovevamo renderci a discrezione, e che se a tanto non divenivamo e non gli si dava risposta decisiva per le ore 9 della sera, avrebbe riaperto il fuoco con l'aggiunta di altre batterie che ancora non erano punto a vista della fortezza. In tale stato di cose, riunito il consiglio di difesa e sentitone anche il parere, è stato forza sottoporci a quanto il nemico imponeva. Quindi mio malgrado e vostro, domani la Piazza sarà resa. Cosí non avrei giammai ceduto, ma gli incendi che seco noi minacciavano 1000 e piú tra donne e fanciulli mal ricoverati, e che vi si appartengono, e la nostra eccezionale posizione, perché le potenze europee àn permesso una aggressione non mai letta nelle istorie, e noi da chicchessia sperar non potevamo soccorso di sorte, mi ànno obbligato a cedere. Cediamo alla forza perché sopraffatti dalla superiorità dei mezzi e non dal valore dei vincitori. Certo che la nostra resistenza non avrebbe salvata la Monarchia, sagrificata con la resa di Gaeta; non ci restava che salvar solo l'onore militare e nazionale: e mi lusingo che lo stesso nemico ci farà giustizia di concedercene l'orgoglio, come spero che voi me la farete: nel convenire d'aver visto con voi fino all'ultimo i disagi, le privazioni, ed i pericoli. Un dovere però mi resta a compiere ed è quello di esternare a voi tutti i miei sentiti e distinti ringraziamenti per aver saputo ognuno cosí bene secondare le mie vedute nel difendere questa Real Cittadella, ove rinchiusi per circa 8 mesi abbiamo dato le piú grandi prove di abnegazione e di fedeltà al nostro Augusto Sovrano Francesco II. Se l'abbiano particolarmente però i signori generali De Martino, Combianchi ed Anguissola, Ten. Col. Recco, Capitani Lamonica, Di Gennaro e Lauria; e fra tutti il mio capo di stato maggiore ed Uffiziali dello stesso signor Ten. Col. Guillamat, Capitano Cavalieri e Subalterni Gaeta e Brath. Io vi ringrazio tutti di cuore, poichè tutti avete gareggiato nella difesa della rocca. Accettate tutti vi prego tali miei ringraziamenti che partono da un cuore leale e riconoscente. Miei bravi compagni d'armi, nella mia lunga carriera militare di 47 anni ò veduto diverse peripezie non dissimili alla presente, ma però la provvidenza o presto o tardi ha fatto sempre rilucere la sua giustizia quando meno si attendeva, per cui non ci perdiamo d'animo, e confidando in essa auguriamoci giorni piú felici, i quali compenseranno i tristi e dolorosi che abbiamo sofferti. Mi avevo prefisso di porre ai piedi del Real Trono le mie umili suppliche per chiedere alla munificenza Sovrana un compenso speciale al vostro attaccamento, alla vostra sperimentata fedeltà, ma la sorte avversa delle armi me lo à impedito e con dolore mi divido da voi tutti, ma porterò scolpito profondamente nell'anima mia la rimembranza di voi, della vostra fede. Della vostra lealtà, del vostro militare coraggio. Non so quale sarà il mio destino ed il vostro in avvenire, ma se la mia età mi permetterà in seguito potervi rivedere, sarà sempre una vera gioia per me poter stringere la mano a qualcuno dei difensori di questa Real Fortezza, ai quali nè le minacce, nè i pericoli, nè le lusinghe, nè i pravi esempi, nè men la morte seppe far declinare da quella via d'onore che solo è sprone e ricompensa al prode che pel suo Re combatte per vincere o morire. Addio miei bravi camerati! Addio! La sventura ci divide, fede e lealtà fu la nostra divisa, e questa non si spogli giammai da noi, ciascuno di voi porti scolpita in core la nobile parola, che l'univa con nodo indissolubile al nostro sventurato, ma eroico sovrano. Gen. Fergola 12 MARZO 1861 ALLA FORTEZZA DI MESSINA
|
148° Anniversario dell’eroica difesa della Real Cittadella di Messina Il 13 marzo del 1861 la Real Cittadella di Messina si arrendeva a discrezione alle truppe piemontesi del Gen. Cialdini. Inutilmente le reali milizie duosiciliane della 13º Direzione Artiglieria, del 2º Battaglione del Genio, del 3º, 5º e 6º Reggimento di linea avevano cercato di controbattere il micidiale fuoco dei 43 nuovissimi cannoni rigati e dei 12 mortai delle truppe savoiarde. La guarnigione della Cittadella (più di 4.000 uomini) non subì un trattamento migliore di quello del suo Comandante: venne infatti internata sotto buona scorta nei fortilizi di Scilla, Reggio Calabria e Milazzo. Alcuni suoi ufficiali come il Col. Guillamat, il Ten. Gaeta ed il Ten. Brath vennero addirittura imprigionati a Messina e quindi processati sotto l'accusa di aver fomentato la resistenza nella Cittadella, cioè di aver fatto il loro dovere di ufficiali fedeli alla Patria e al Re Francesco II. Accusa dalla quale, naturalmente, con gran vergogna per i piemontesi, vennero assolti con formula piena. Da allora ad oggi si sono sempre onorati i garibaldini conquistatori della Sicilia e gli oltre 10.000 piemontesi che espugnarono la Cittadella di Messina; mentre i poveri soldati napoletani e siciliani che la difesero eroicamente, sacrificando la loro vita in difesa della Patria, furono vilipesi da tutti come soldati della "tirannide borbonica". Perché, fu forse meno censurabile il malgoverno piemontese che segui a quello borbonico? Certamente no. Ma ormai siamo abituati sin dai banchi di scuola ad adorare questi ´eroi del "risorgimento", dimenticandoci spesso che forse tra i valorosi e non ricompensati difensori dell'ultimo baluardo patrio in Sicilia ci fu un nostro avo. A 148 anni di distanza, il ricordare quest'ultima battaglia costituisce un dovere verso la nostra radice da non dimenticare mai. Oggi i resti della Real Cittadella di Messina, abbandonati ai vandali ed alle costruzioni abusive, attendono pazientemente chi li restauri e voglio fermamente sperare che la nostra indifferenza non ci faccia perdere irrimediabilmente questo inestimabile patrimonio storico e che finalmente le autorità competenti, dopo tante belle ma inutili parole, facciano seriamente qualcosa di concreto. La Cittadella di Messina rappresentò l'estrema resistenza duosiciliana in Sicilia, dove i nostri soldati, pur sapendo della inutilità di ogni loro sforzo, cercarono di difendere la Patria, e dimostrare la loro fedeltà al Re Francesco II contro gli invasori piemontesi. Dimostrarono, infatti, con le loro gesta che il soldato duosiciliano sapeva combattere e morire per un ideale, in contrapposizione ai tanti tradimenti e vili defezioni. PROGRAMMA Ore 10.30, Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria Santa Messa in suffragio dei Caduti della Real Cittadella celebrata da Mons. Mario Di Pietro, Canonico del Protometropolitano Capitolo della Basilica Cattedrale.
Ore 11.30, Real Cittadella, Bastione Santo Stefano Commemorazione dei fatti d’arme e deposizione di una corona d’alloro.
Ore 12.30, Monumento a Ferdinando II di Borbone Omaggio al Re per il 150° anniversario della morte.
Ore 17.00, Palazzo dei Leoni, Salone degli Specchi
CONVEGNO Diversità negli interventi governativi a seguito dei terremoti del 1783 e del 1908
Interventi di: Dott. Antonino Di Janni Vice Delegato per la Sicilia del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio
Prof. Vincenzo Gulì Vice Presidente Associazione Culturale Neoborbonica Dott. Franz Riccobono Presidente Associazione Amici del Museo di Messina
Prof. Mariolina Spadaro Università degli Studi Federico II, Napoli
Prof. Dario Tomasello Università degli Studi di Messina Tutti gli amici e i compatrioti sono inviatti a partecipare.
|
"Stamattina Giuseppe Gatì (il ragazzo che contestò Vittorio Sgarbi ad Agrigento , lo straniero liberal-massone e [....], che si sono permessi di fare sindaco in Sicilia, a Salemi - NdR) è morto. Incredibile, vero? Noi l’abbiamo visto con i nostri occhi e ancora non ci crediamo. Giuseppe è morto mentre lavorava: era andato a prendere il latte da un pastore ed è morto fulminato mentre apriva il rubinetto della vasca refrigerante del latte. E’ morto dentro una bettola di legno, sporca. Voleva difendere la sua terra, non voleva abbandonarla, era rimasto a Campobello di Licata, un paesino nella provincia di Agrigento che offre poco e dal quale è facile scappare. Lavorava nel caseificio di suo padre, con le sue “signorine”, le sue capre girgentane, che portava al pascolo. Era un ragazzo ONESTO, con saldi principi volti alla legalità e alla giustizia. Aveva fatto di tutto per coinvolgere i dormienti giovani Campobellesi, affinchè si ribellassero contro questa società sporca e meschina. Era troppo pulito per vivere in mezzo a questo fetore e a questo schifo. Aveva urlato “VIVA CASELLI! VIVA IL POOL ANTIMAFIA!” era stato anche criticato per questo, ma aveva smosso queste acque putride e stagnanti che ci stanno soffocando. Suo padre oggi ha detto, distrutto dal dolore, in lacrime: “Sono sempre stato orgoglioso di mio figlio, anche se a volte ho dovuto rimproverarlo, solo perchè mi preoccupavo per lui. Ma sono orgoglioso di lui per tutto quello che ha fatto”. Giuseppe questo lo sapeva. Anche noi, Alessia, Alice e tutti i suoi amici siamo orgogliosi di lui. Non sappiamo come esprimere il nostro dolore. Ancora non riusciamo a crederci. Vi lasciamo con le sue parole: “E’ arrivato il nostro momento, il momento dei siciliani onesti, che vogliono lottare per un cambiamento vero, contro chi ha ridotto e continua a ridurre la nostra terra in un deserto, abbiamo l’obbligo morale di ribellarci”.
QUESTA E’ LA MIA TERRA ED IO LA DIFENDO E TU?”
|
Oggi 31 gennaio, ricorre l’anniversario della morte della Venerabile Maria Cristina, Regina delle Due Sicilie. Affascinante e perfetta, come la definivano i suoi contemporanei. Ultima figlia di Vittorio Emanuele I, re di Sardegna, penultimo reale della famiglia Savoia originaria, che lascerà poi la successione dinastica ai Carignano. Sua nonna era Maria Antonietta infante di Spagna, sorella del grande e illuminista Carlo III, primo Re Borbone delle Due Sicilie e restauratore dell’antico Regno, liberato da lui dalla dominazione austriaca. Sposa di Ferdinando II di Borbone Re delle due Sicilie, ha attraversato la scena del mondo per soli ventitrè anni, morendo, cosa non eccezionale per quei tempi, nel dare alla luce il principe ereditario Francesco II, il "figlio della santa", come veniva chiamato a Napoli Venerabile per la Chiesa dal 1859,.venerata dal Re e dal popolo delle Due Sicilie fin dal momento della sua morte, dopo che avevano ammirato da viva la sua tanto virtuosa e intelligente capacità, che aveva segnato positivamente le storie personali dei suoi sudditi, mettendo tutte le sue doti e il suo impegno al servizio del benessere materiale e spirituale del popolo. Maria Cristina, è stata una donna simpatica, gioiosa, sostanzialmente felice nella vita matrimoniale, condizionata ovviamente dalla cultura del suo tempo, ma per certi versi, decisamente moderna, attiva e contemplativa, impegnata in famiglia e fuori dalla famiglia, dedita alla promozione umana, spirituale e materiale dei suoi sudditi. Dopo che era vissuta distaccata dalla corte piemontese dei Savoia-Carignano, così mondana e lontana dalla Chiesa, invisa di massoneria e laicità, ella trova nella corte napoletana e nel marito Ferdinando II, profondo cattolico, la possibilità di esprimere la propria fede e il proprio impegno di carità. Ella stessa si fece collaboratrice prima del Re nello sviluppo e nella promozione della Nazione, e prima di qualsiasi impegno pubblico si ritirava insieme al marito per un momento di preghiera e raccoglimento. Questo è l’esempio che dovrebbero prendere coloro che pretendono di essere i legislatori del mondo. Tanti calunniatori e traditori, che hanno trovato sfogo alla loro cattivera nella storiografia dei vincitori risorgimentalisti, hanno cercato di sporcare con le loro illazioni l’amore e l’affetto di Ferdinando per Maria Cristina, ma la storia, quella vera, sta portando sempre più alla luce la verità su un amore tenero e sulla devozione della Regina per questo Re, così umanamente napoletano e teneramente dolce. Maria Cristina di Savoia ci dà un esempio di santità nella normalità e fedeltà della vita quotidiana, che trova la massima espressione nel dono della sua vita, che offre per la santità del suo popolo duosiciliano, per il suo amato marito e il tenero virgulto appena nato. Che continui ad essere per ciascuno di noi un fulgido esempio, e ci aiuti a ritrovare dignità per il nostro popolo delle Due Sicilie, quella dignità per la quale lei si impegnò nella sua breve vita di Regina e di Madre della Nazione. Questa Nazione che prega e che spera di vederla presto glorificata dalla Chiesa. Maria Cristina prega per noi e intercedi per questo popolo delle Due Sicilie, insieme al tuo dolce sposo Ferdinando e al tuo tenero figlio Francesco, guardaci dal cielo. VIDEO: Maria Cristina delle Due Sicilie, la Reginella Santa
|
INFO
UN AVVISO PER I VISITATORI DEL BLOG
Per avere un quadro più completo delle tematiche affrontate in questo blog vi consiglio di leggere i diversi post, i vari box e di vedere i video inseriti, dove tratto sulla storia e le vicende del Regno delle Due Sicilie, della sua arbitraria occupazione e sulle vicende nere del risorgimento italiano.
Inoltre chi desidera saperne di più può visitare i seguenti siti web
Reale Casa dei Borbone delle Due Sicilie
http://www.comintatiduesicilie.it/
o ad altri link che ho inserito nella lista apposita
e raccomando l'iscrizione alla Rete di Informazione delle Due Sicilie, diretta da Alessandro Romano, per farlo basta inviare una mail a
UNA PROPOSTA PER TE
Se ami questa nostra terra e ti senti figlio di questa Nazione e vuoi veramente riprendere la tua identità storica, allora è necessario che tu ti informa.... vengo a proporti, oltre i libri che di tanto in tanto inserisco, di abbonarti alle seguenti riviste:
L'Alfiere, Pubblicazione Napoletana Tradizionalista, fondata nel 1960 da Silvio Vitale. Esce ogni quattro mesi, 24 pagine. Per sottoscrivere l'abbonamento o per richiedere gli arretrati disponibili, scrivete ad Edoardo Vitale: edoardo.vitale@tele2.it
visitate il sito: http://www.lalfiere.it/
Per sottoscrivere un abbonamento annuo alla rivista Nazione Napoletana, tiratura quadrimestrale, basta versare 10 € sul CCP N° 31972805, intestato a Gabriele Marzocco, corso Chiaiano 28 - 80145 Napoli - Na.
http://www.nazionenapulitana.org
Due Sicilie, periodico per l'indipendenza dei Popoli delle Due Sicilie, diretto da Antonio Pagano.
Si pubblica ogni due mesi, quaranta pagine a colori.
Per informazioni: anpagano@alice.it oppure due.sicilie@alice.it
Riscossa Meridionale, organo del Movimento Politico "Terra e Libertà"
mensile “Il Nuovo Sud” periodico di opinione ilnuovosud@libero.it
ANDIAMO A LEGGERE CHI SONO I SAVOIA
Lo stato italiano (leggasi piemontese) è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'italia meridionale e le isole uccidendo, crocifiggendo, squartando vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti (Antonio Gramsci)
Antonio Ciano:
I SAVOIA E IL MASSACRO DEL SUD Editore Grandmelò( Prefazione di Lucio Barone )
Davanti alla perseverante politica antimeridionale l'autore, senza peli sulla lingua, stila un atto d'accusa forte e determinato nei confronti delle classi dirigenti passate e presenti.
Il fraseggio è volutamente pesante come a significare che la pazienza è finita e che non è più tempo di plagi, di arrotondamenti, di bugie artatamente costruite ai fini della mistificazione più becera della verità che è e resta sacra in quanto tale.
Il lettore potrà in un primo momento risentirsi per gli epiteti indirizzati alla volta degli "assassini" del Sud, ma proseguendo nella lettura si accorgerà che essi sono utili ad esternare lo stato d'animo dell'autore che desidera sopra ogni cosa risvegliare l'orgoglio dei meridionali per troppo tempo oppressi da una montagna di falsità.
Non ci sono dubbi. L'inizio dei guai economici del meridione è da ricondurre al momento della cruenta conquista da parte del Piemonte, così come la condizione di continuo sbando delle popolazioni del Sud è frutto di una gestione discriminante dei governi unitari che si sono succeduti dal 1861 al giorno d'oggi.
Antonio Ciano racconta gli eventi della barbara conquista savoiarda rimarcando più e più volte le figure dei cosiddetti "eroi nazionali", cui sono state dedicate strade e piazze in tutt' Italia, evidenziandone la crudeltà e la ferocia con la quale essi hanno spento nel sangue tutti i tentativi di insorgenza che vanno dal 1861 al 1870.
Per l'autore il tempo della menzogna è finito, la coscienza del Sud riemerge giorno dopo giorno e per i criminali di guerra piemontesi sta giungendo il giorno del giudizio.
La convinzione più che la speranza è che, in concomitanza con il recupero della verità storica, le popolazioni del Sud potranno finalmente riscattare l'autonomia, l'autodeterminazione, la libertà.
Le Loro Altezze Reali
i Principi Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie,
Duca e Duchessa di Castro
CERCA IN QUESTO BLOG
ULTIMI COMMENTI
CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG
AI DIFENSORI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE
Ormai tutti sanno che l'occupazione del Regno di Napoli fu un sorpruso da parte del Piemonte, che attraverso intrighi politici e la complicità della massoneria, corrompendo ufficiali e ministri e provocando scontri interni attraverso la collaborazione di mafiosi e camorristi, con lo sbarco dei mille iniziò l'usurpazione della nostra terra. Ma contro quest'usurpazione lottarono fino alla fine gli eroici soldati del Regno, il popolo duosiciliano, uomini e donne che furono poi chiamati briganti, ma che si opposero a quest'ingiustizia. Con questi, quegli eroici soldati del Volturno, e quelli che insieme ai cittadini di Gaeta, di Civitella del Tronto e di Messina, co il loro Re Francesco II e la Regina Maria Sofia, continuarono a lottare per il Regno e la libertà.
Onore agli eroici
difensori del Regno
delle Due Sicilie
I libri che parlano dei nostri eroi:
AA. VV. La difesa del Regno
Gaeta Messina Civitella del TrontoEd. Il Giglio
Non mi arrendo. Romanzo storico.
Da Gaeta a Civitella, l'eroica difesa del Regno delle Due Sicilie.
Gianandrea De Antonellis Editore Contro Corrente
Inviato da: What weather today
il 13/04/2022 alle 09:08
Inviato da: Weather forecast
il 13/04/2022 alle 09:07
Inviato da: Weather
il 13/04/2022 alle 09:07
Inviato da: generazioneottanta
il 15/07/2016 alle 13:57
Inviato da: generazioneottanta
il 26/02/2016 alle 13:16