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Il mistero di "villa Arcore"

Post n°321 pubblicato il 21 Marzo 2006 da maxsof1
 
Tag: Varie
Foto di maxsof1

Domenica 30 agosto 1970, il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, 43 anni, uccide con un fucile da caccia la moglie Anna Fallarino, 41 anni, e il suo amante venticinquenne; quindi si ammazza. Ad ereditare tutto il patrimonio familiare è la figlia Annamaria, nata nel 1951 dal primo matrimonio.

Annamaria ha diciannove anni (per la legge dell'epoca è minorenne), il Tribunale minorile l'affida, lei consenziente, a un vecchio amico dei Casati, l'avvocato Giorgio Bergamasco, senatore liberale. Bergamasco tutore, Previti pro-tutore, conoscente della sorella della defunta.

La giovane marchese sconvolta dalla tragedia e braccata dal giornalismo che del grand-guignol tende a fare un business, lascia l'Italia e si stabilisce a Brasilia dove sposa Pier Donà Dalle Rose.

Il 26 giugno 1971 il tutore Bergamasco, buon tributarista, presenta all'Ufficio delle imposte la denuncia di successione, inventario analitico dei beni ereditati dalla marchesina minorenne: valore dichiarato, compresi liquidi, titoli azionari, mobili e gioielli, 2 miliardi 403 milioni; che si riducono a un miliardo 965 milioni tolti i debiti e le tasse e imposte da pagare.

Compiuti i ventun anni il 22 maggio 1972, l'ereditiera è libera ormai di occuparsi delle proprie cosa da sé; ma, o per fragilità, insicurezza, poca pratica negli affari o per la difficoltà obiettiva di amministrare il patrimonio in Italia da Brasilia, crede di trovare una soluzione nominando il 27 settembre 1972 procuratore generale, "rimossa ogni limitazione di mandato", l'ex-tutore Bergamasco, ora ministro del governo Andreotti. L'ex-pro tutore Previti resta suo avvocato. Gli si rivolge nell'autunno del 1973 incaricandolo di vendere la villa di Arcore, "con espressa esclusione degli arredi, della pinacoteca, della biblioteca e delle circostanti proprietà terriere".

In una telefonata a Brasilia, Previti annunzia il nome dell'acquirente alla marchesina, è il magnate Silvio Berlusconi che ha fatto un offerta «larga» di 500 milioni di lire per la villa e tutto il resto. Con lo stesso prezzo si compra un comune appartamento nel centro di Milano. Un raggiro, tanto più che Berlusconi dilazionerà il pagamento negli anni, e le tasse continua a pagarle la marchesina.

Il 4 maggio 1977 è costituita a Roma l'Immobiliare Idra, della galassia berlusconiana. Entrano nel collegio sindacale Umberto Previti e, sino al 28 giugno 1979, il figlio Cesare. Alla Immobiliare Idra sarà intestata la villa di Arcore. "Previti è sì l'avvocato di fiducia della venditrice marchesina Casati Stampa, ma, al tempo stesso, e all'insaputa della sua assistita, ha diretti interessi nel gruppo berlusconiano".

L'atto pubblico di vendita innanzi a notaio è sottoscritto sei anni dopo la cessione, il 2 ottobre 1980. Rappresenta Annamaria, parte venditrice, il procuratore generale Bergamasco; rappresenta l'Immobiliare Idra, parte acquirente, il suo amministratore unico, Giovanni Del Santo, commercialista prestanome. La villa settecentesca già residenza dei conti Giulini e dei marchesi Casati Stampa è così indicata nel rogito: "Casa d'abitazione con circostanti fabbriche rurali e terreni a varia destinazione".

Subito dopo la "casa di abitazione" pagata mezzo miliardo a rate sarà ritenuta dalla Cariplo garanzia congrua per un finanziamento di 7 miliardi 300 milioni (fidejussione dell'Immobiliare Idra in favore della Cantieri Riuniti Milanesi: da Berlusconi a Berlusconi) e dal Monte dei Paschi di Siena per un ulteriore finanziamento di 680 milioni all'Immobiliare Idra.

Se volete una migliore e più copiosa documentazione consultate il libro di Giovanni Ruggeri "Berlusconi. Gli affari del Presidente, Kaos, Milano 1994, pp. 79-90."

 
 
 
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