Il governo italiano ha «cancellato» tutti i finanziamenti volontari(o “fondi volontari”) alle organizzazioni internazionali che da oltre trent'anni consegnava puntualmente.
La decisione è stata presa dal Ministero degli Esteri che il 16 febbraio ha approvato la delibera, per una taglio di circa 52 milioni di euro. Oltre a decurtare della metà il tradizionale bilancio dei cosiddetti contributi volontari alle organizzazioni internazionali, ha deciso che a Acnur, Unicef, Fao, Undp, Unesco e Oms non saranno più destinati fondi.
Sembra però, che questi tagli(temporanei) siano dovuti per la ridotta disponibilità di fondi e per la "redistribuzione". A beneficiare del contributo tra le grandi agenzie, quest'anno, saranno soltanto il Programma alimentare mondiale (Pam), l'ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc) diretto dall'italiano Costa, l'ufficio internazionale del Lavoro (Ilo) che ha sede a Roma e tutti quegli uffici (come anche l'Undesa, l'Unido, Ipgri, Unccd, Unssc) della "filiera italiana", cioé diretti da italiani.
I fondi in questione danno sostanza alle relazioni "unilaterali" tra i Paesi membri e le organizzazioni internazionali e sono da sempre volontari. Non vanno confusi, invece, con un'altra quota, quelli "multilaterali", che è obbligatoria e definita in base alla ricchezza del paese. Resta il fatto che rappresentano una parte significativa delle loro entrate cui non è facile rinunciare.
I fondi, in particolare per quanto riguarda, ad esempio, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sarebbero andati a coprire i progetti di emergenza (per i quali l'Italia è sempre stata, da trent'anni a questa parte, molto generosa). Anche per questo l'immagine del nostro Paese in campo internazionale esce piuttosto offuscata da questa vicenda. A quanto si apprende, i nostri diplomatici e funzionari che lavorano nei palazzi di Ginevra sarebbero alquanto imbarazzati. Soprattutto perché l'Italia, tra i Paesi "contribuenti" è sempre stata puntuale e, quindi, vista con estrema simpatia.
Conseguenze di questa decisione? Oltre ai mancati incassi per gli organismi internazionali interessati, ce n'è un'altra: di norma i donatori acquisiscono una certa influenza nelle linee programmatiche di questi soggetti internazionali, e con questo taglio l'Italia rischia di perdere quasi tutto il suo peso su scelte internazionali di politica sociale, sanitaria e culturale.
Inviato da: elyrav
il 09/05/2017 alle 11:27
Inviato da: maxsof1
il 14/08/2015 alle 19:38
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il 09/08/2015 alle 10:46
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il 01/04/2015 alle 17:29
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il 25/03/2015 alle 14:37