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Messaggi del 19/06/2007

Ossessionati dalle misure

Post n°1207 pubblicato il 19 Giugno 2007 da maxsof1
 
Foto di maxsof1

Fino a poco tempo fa erano solo le donne ad essere ossessionate dalle misure e per questo molte di esse ricorrevano al chirurgo plastico per rifarsi il seno o qualcos’altro. Ora anche questo tabù sembra essere sfatato. Infatti, circa 20 mila uomini italiani si rivolgono agli specialisti per farsi allungare il pene.

Di questi la maggioranza sono giovani tra i 18 e i 30 anni, che però nel 80% dei casi hanno un pene con dimensioni normali(sui 12 cm) e quindi non hanno bisogno dell’intervento, mentre “solo” il restante 20% ha problemi veri di lunghezza(di solito sotto i 7 cm) ed ha bisogno dell’allungamento.

Il presidente della Società italiana di chirurgia genitale maschile(Sicgem), Giovanni Alei, spiega che questo fenomeno è dovuto ad un problema di natura psicologico, di solito la cosiddetta “sindrome da spogliatoio”. In molti casi però sono le donne a spingere i propri compagni all’intervento, perché insoddisfatte sotto le lenzuola. Mi chiedo, ma questi non fanno prima a provare nuove posizioni del kamasutra?

Ma gli esperti spiegano che in molti casi il problema “insoddisfazione sessuale” della donna è dovuto proprio al suo introito vaginale molto ampio, che può essere risolto con una vaginoplastica riduttiva. Se ci sono questi problemi, non si fa prima a cambiare partner?

Per la cronaca l’intervento al pene permette di allungarlo del 20-30% a secondo dei casi. Non capisco che senso abbia un intervento del genere, anche perché avendo delle dimensioni normali vi assicuro che è fastidioso quando si hanno delle “erezioni non previste“(tipo in metropolitana), figuriamoci con qualche centimetro in più.

 
 
 

Un libro da leggere: Fuori Da Un Evidente Destino

Post n°1206 pubblicato il 19 Giugno 2007 da maxsof1
 
Tag: Libri

Autore: Giorgio Faletti

Descrizione(fonte Ibs):

Il passato è il posto più difficile a cui tornare. Jim Mackenzie, pilota di elicotteri per metà indiano, lo impara a sue spese quando si ritrova dopo parecchi anni nell'immobile città ai margini della riserva Navajo in cui ha trascorso l'adolescenza e da cui ha sempre desiderato fuggire con tutte le sue forze. Jim è costretto a districarsi tra conti in sospeso e parole mai dette, fra uomini e donne che credeva di aver dimenticato e presenze che sperava cancellate dal tempo. E soprattutto è costretto a confrontarsi con la persona che più ha sfuggito per tutta la vita: se stesso. Ma il coraggio antico degli avi è ancora vivo ed è un'eredità che non si può ignorare quando si percorre la stessa terra. Nel momento in cui una catena di innaturali omicidi sconvolgerà la sua esistenza e quella della tranquilla cittadella dell'Arizona, Jim si renderà conto che è impossibile negare la propria natura quando un passato scomodo e oscuro torna per esigere il suo tributo di sangue.

Commento: Faletti con questo libro mi ha molto deluso. La trama è molto noiosa e inverosimile, oltretutto l'autore delle volte si fossilizza su alcuni dettagli superflui che rendono il tutto ancora meno gradevole. Per constatare la mia delusione, vi dico solo che per leggere questo libro ci ho impiegato 15 giorni, mentre di solito un libro lo leggo in una settimana. In conclusione questo libro non ha niente a che vedere con "Io Uccido" e "Niente Di Vero Tranne Gli Occhi", gli altri due libri scritti da Faletti. Speriamo che il prossimo libro dell'ex comico sia migliore.

Voto: 6+

 
 
 

La civiltà di Milano

Post n°1205 pubblicato il 19 Giugno 2007 da maxsof1
 
Foto di maxsof1

Delle volte facendo zapping con il telecomando mi imbatto nei servizi di Studio Aperto, un mix tra un telegiornale e una rubrica di gossip. Dovete sapere che in questo telegiornale mandano in onda sempre servizi sulle cronache di Napoli, il che mi fa venire il dubbio che forse noi siamo davvero incivili.

Però oggi girovagando sui giornali on line, leggo una notizia davvero strana. I conducenti della linea 57 potranno rifiutarsi di portare il loro mezzo fino al capolinea per non passare per Quarto Oggiaro allo scopo di evitare le bravate e le aggressioni delle baby gang della zona. Vi chiederete questo quartiere in quale città si trovi, ma semplice, nella civilissima Milano.

Lancio di sassi, salire negli autobus con i motorini o sul tetto dello stesso, sono alcune delle tante bravate fatte dalle baby gang della “civilissima” Milano. Ebbene la cosa che mi lascia sconcertato è che i conducenti paragonano quel quartiere a Scampia di Napoli. Mi dispiace contraddire i conducenti milanesi, ma il mio quartiere non arriva a quella bassezza di inciviltà presente a Milano.

 
 
 

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