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« Considera la possibilitàUn Giorno come tanti... »

La solitudine

Post n°72 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da Marisa63

Recenti sondaggi, hanno statisticamente provato che la paura più grande paura dell’uomo non è né l’influenza aviaria, né l’ebola, né la sindrome da HIV.
La più terrificante fobia dell’uomo del terzo millennio è la solitudine.


Il terrore che quel telefono non suoni più, che la gente passi più in là, oltre, dimenticandosi di te, che i tuoi giorni scorrano tutti uguali, implacabili, senza nessuna soluzione di continuità tra squallidi surgelati mono porzione e pizze precotte.


Ma è poi così brutta la solitudine?


La solitudine del lunedì sera, stesa sul letto con la voce di James Blunt che esce dal lettore Mp3.
I pensieri che vagano disordinati tra la fantasia, le fate e chi non ti vuole o ti vuole solo come pare a lui.
Gli occhi incollati sulle pirotecniche e mirabolanti evoluzioni intorno alla lampada di un moscerino che, per tutte le regole della biologia e in nome di Piero Angela dovrebbe essere morto stecchito nel gelo di febbraio, invece è ancora qui.
Poi, all’improvviso, tutto si rompe. Il cellulare suona la sua fastidiosa melodia anche se, potresti giurarlo, ti sembrava l'avessi spento.

Ma la solitudine non è sempre un piacevole rifugio.

Si definisce solitudine la condizione di chi vive solo, in modo permanente o per un lungo periodo, ricercata per acquisire pace interiore o subita per assenza di affetti o appoggi materiali. Non sono molto convinta che la descrizione calzi a pennello, almeno non nel senso in cui la sento mia.

La solitudine, quella vera, quella che fa star male, è come un sasso che pesa sul petto come un incudine invisibile sul cuore. Sapersi soli, anche in mezzo alla fila del supermercato o in un locale affollato pieno di bella gente con vestiti firmati e drink colorato in mano. E sentire che tutta la gente che hai intorno non ha nulla da dirti, non ti tocca, è lontana. Sembra quasi che anche le voci ed i rumori ti arrivino attenuati, più soffici.

E sono quelle giornate in cui vorresti solo un abbraccio sincero, forte e caldo,Il contatto di qualcuno che davvero ti capisca. Ma chiedere è difficile, arduo più della scalata del K2.
E poi devi sorridere, mostrare i denti in una smorfietta stiracchiata che possa perlomeno risultare credibile. Perché c’è gente che dipende da te, dal tuo buonumore, che si preoccupa e che farebbe mille domande e diventerebbe schiavo di mille ansie se solo immaginasse come stai davvero….dentro.
E allora meglio fingere, starsene zitti e immaginare che tutto sia perfetto.

Essere soli e sentirsi soli non è la stessa cosa….proprio no.

Ma basta poco e le nuvole si allontanano.

Parlare con il tuo bonsai, che come dice qualcuno, così crescerà meglio (ma io non credo, anzi). Guardare vecchie foto ingiallite di quando avevi sette anni e cercavi di imboccare tua cugina con il cucchiaio….asfissiandola….letteralmente.

Una bella dormita e passa tutto, domani il sole splenderà.

O comunque le previsioni dicono che non  pioverà così forte...

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Commenti al Post:
io_ribelle
io_ribelle il 23/02/12 alle 09:35 via WEB
bello il tuo scritto...conosco bene la solitudine, quella subìta e quella voluta..l'importante è essere sereni con sè stessi e come dici tu tutto passa..si trova sempre il modo per colmare un vuoto che pesa troppo..un bacione
 
confettovaniglia
confettovaniglia il 24/02/12 alle 08:34 via WEB
Tutti, Marisa, siamo soli. Anche chi è sposato, è solo: sia ben chiaro, questo! L'essere umano è nato solo, anche chi ha un gemello... Ma questo non toglie il fatto che, quando andiamo in un locale, di sorridere: ci sarà qualcuno -io l'ho sempre trovato- che ricambia il sorriso (e poi viene anche a parlare con te!); oppure a far la spesa, mostrarsi "ben disposti" verso gli altri -soprattutto anziani: non sai LORO come si sentono soli, Marisa, molto più di noi. E da loro nasceranno parole incoraggianti: quando io e mio marito andiamo a fare la spesa e lui alla fine mi lascia sola a fare la fila alle casse e poi torna, sono sempre attorniata da allegri vecchietti che hanno iniziato semplicemente chiedendomi 'dove ha comprato questo o quello?' solo per iniziare a parlare: io credo che questo sia meraviglioso! Sii ottimista. Un grande abbraccio :-)
 
remoboys
remoboys il 24/02/12 alle 16:52 via WEB
Come diceva Celentano in un branodi qualche tempo fà:"Quando ci si vuol bene si è sempre soli tra tanta gente....."La solitudine di cui tu parli è devastante,bisognerebbe spazzarla via,quella dipende da noi stessi.La solitudine quella vera ed amara,la debbono provare solo gli angeli dalla faccia sporca.Ciao Marisa.:-)
 
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Un blog di: Marisa63
Data di creazione: 21/07/2011
 
 

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