Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Adamo

Post n°589 pubblicato il 16 Novembre 2022 da hieronimusb

“C’è qualcosa di nuovo nell’aria!”
e mentre pensavo a questa frase mi sono anche reso conto che è stato il primo pensiero della mia vita.
Non stupitevi troppo, in fondo sono nato ieri, o meglio, non sono “Nato”, nel vero senso del termine, sono piuttosto stato “Creato” che è una faccenda leggermente diversa .
Chi mi ha fatto ha preso della terra, l’ha impastata con l’acqua, gli ha dato forma, ha soffiato delicatamente ed io… ho aperto gli occhi ed ero vivo.
Mi chiamo Adamo , perché sono stato tratto dalla terra.
Se nasci è tutto un altro procedimento che, per certi versi semplifica le cose, mentre essere stato creato presenta dei pro e dei contro.
Tra i “Pro” possiamo annoverare il fatto che sono il primo uomo comparso sulla faccia della terra e questo sarebbe anche un bel record se gliene fregasse qualcosa a qualcuno, in altri tempi avrei ottenuto notizie sui giornali, interviste, domande stupide del tipo “Cosa ha provato quando è stato creato?” , ma al momento essendo l’unico esemplare umano non c’è tutto questo interesse sono un prototipo come tanti altri che ci sono in questo Paradiso Terrestre
Tra i “contro” devo dire che mi tocca imparare tutto da solo, se nasci, parti da piccolo, c’è qualcuno che ti insegna a mangiare, lavarti, cambiarti le mutande e man mano che cresci costruisci il tuo bagaglio di esperienze, mentre se vieni creato devi fare tutto da solo, ed io sono la cavia di me stesso. Siamo d’accordo , qui nell’Eden, non ci sono pericoli, ma per sapere che se ti siedi sulle ortiche poi ti prude il sedere, che le banane sono buonissime, ma le devi sbucciare, che sull’acqua non si cammina e che, se provi a volare come gli uccelli ti puoi fare male sono tutte cose che impari a tue spese.
Cosa devo fare? C’è qualcosa dentro di me che mi spinge ad imparare, a fare esperienze e di cose ne ho imparate davvero tante, so arrampicarmi sugli alberi per scegliere i frutti migliori, so nuotare nei fiumi e nei laghi, so correre e saltare. Con gli animali ho un buon rapporto, ma non riesco ad avere la loro pace, loro possono stare per ore ed ore senza fare niente, semplicemente seduti o sdraiati. A volte dormono, a volte no, ma restano immobili, invece io ho sempre da fare, da sapere, da capire…

 

“Ma allora lo hai fatto?  Hai creato un essere pensante?”
“Si, è parte del progetto, avevo bisogno di qualcuno che fosse in grado di comprendere le situazioni per poterle gestire in maniera autonoma, come sai non si possono prevedere tutte le combinazioni di eventi”
“Ma in questo modo inserisci un elemento di imponderabilità, non puoi sapere a priori come si comporterà di fronte alle varie situazioni che si troverà ad affrontare”
“Ha una programmazione funzionale di base. Sceglierà sempre la soluzione migliore finalizzata al progetto”
“Anche se quella dovesse portarlo alla distruzione? Nessuno degli animali ha una cosa simile”
“No, quell’ipotesi non c’è, ma finché rimarrà qui sarà protetto.”
“C’è un altro aspetto che forse non hai considerato!”
“Quale?”
“Un essere pensante, che agisce autonomamente potrebbe sviluppare una coscienza di sé, arrivare a sentirsi come elemento a parte rispetto a questo sistema, in sostanza potrebbe riprogrammarsi da solo seguendo legami logici che potrebbero essere in conflitto con il progetto originario”
“A vederlo adesso credo non ci sia pericolo, guarda sta cercando di fare amicizia con una mosca.”
“Secondo me si sente solo…”

 

 

C’è qualcosa di strano nell’aria dicevo e me ne sono accorto appena svegliato stamattina, mi sono stiracchiato, mi sono dato una grattatina alla pancia, ma c’è un profumo nuovo…
“Devi proprio fare tutte quelle smorfie?”
Chi ha parlato?
Salto su a sedere e spalanco gli occhi. Davanti a me c’è l’animale più simile a me che abbia mai visto, ha due braccia, due gambe, una testa, un naso due occhi e parla…
Poi abbiamo delle differenze, anche notevoli, ma non mi sento di fare lo schizzinoso perché il soggetto in se è piacevole…
…molto piacevole…
…molto tanto piacevole….

“Tu devi essere Adamo!”  mi dice e già qui dimostra subito di saperne più di me perché non ho la minima idea del suo nome.
“Mi chiamo Eva e sono una donna, anzi direi…” e si guarda intorno come a cercare conferma, “sono l’unica donna di questo posto.”
“Quando sei arrivata?”
“Poco fa. Ti ho guardato mentre dormivi, eri buffo! Poi hai cominciato a svegliarti con tutte quelle smorfie sembravi una scimmia senza pelo”

“Mi ha svegliato il tuo profumo, era la cosa più dolce e buona che abbia mai sentito, migliore del profumo dei fiori e sapeva di buono come una pesca appena raccolta”.
Non so perché mi trovo a dire queste cose, passeranno i secoli, ma sono convinto che molti uomini approcceranno le donne con questo metodo, spesso con risultati dubbi, ma io sono il primo, ho la primogenitura e mi accorgo che lei apprezza, arrossisce un poco abbassa gli occhi e con una mano si passa una ciocca di capelli dietro l’orecchia…
…e a me succede qualcosa dentro che non so spiegare, come se mi sciogliessi, oddio e se stessi ritornando fango?


 

 

“Apperò! Un bel soggettino hai creato per fargli compagnia”
“Non è bene che l’uomo sia solo”
“Bella frase, potrebbe perfino diventare celebre un domani. A volte la solitudine è la compagnia migliore per sviluppare le proprie capacità interiori, ma credo che non sarebbe funzionale al tuo progetto”
“Hai ragione, tutto l’Universo è duale tutto oscilla tra due poli, la luce ed il buio, il Bene ed il Male, la realtà e la fantasia sono gli spazi in cui possiamo creare, possiamo agire, perfino tue ed io siamo antitesi l’uno dell’altro, ma non potremmo esistere separatamente e tutto ciò che da me inizia ,si realizza grazie allo spazio esiste tra te e me, è parte di noi’
Per questo li ho creati maschio e femmina, con caratteristiche diverse, ma complementari ed avranno sempre l’uno bisogno dell’altra e viceversa per costruire a loro volta”
“E dimmi, sono funzionali al progetto anche tutte quelle situazioni che vedo muoversi sotto la loro pelle, quel rossore, quel languore, quelle che potrebbero chiamarsi emozioni? Ohi, se non ti conoscessi direi che stai sorridendo!”

“Quelle che chiami ‘emozioni’, non solo sono funzionali, ma sono fondamentali e sorrido pensando alle particolarità di questa coppia che è differente da tutte le altre che si trovano in questo luogo.
Lei si chiama Chawwah, perché sarà capace di generare la vita. Il suo estro è nascosto, non è palese come quello degli altri animali, soprattutto non è legato alla stagionalità  ed alle condizioni climatiche più favorevoli e questo costituirà un legame particolare all’interno della coppia umana perché potranno procreare in ogni momento creando le condizioni affinché questo avvenga…”
“Quindi hai deciso di procedere? Li inserirai nel flusso del tempo?”
“Non ne sono ancora sicuro, sto progettando tutto perché questo avvenga, ma forse non è ancora il momento.”
“Per te non sarà mai il momento, sai benissimo qual è il problema. Ti senti responsabile per loro, sai di mandarli incontro ad una vita difficile e questo ti frena perché sei affezionato a loro, me ni sono accorto della cura che gli dedichi”
“Si, in parte questo è vero, mi sentirei di tradire la loro fiducia, li vedo così …innocenti”
“Sono innocenti perché non sono consapevoli, al momento non sono nulla più di due animali, ma non potrai lasciarli in questa condizione se li inserirai nel flusso del tempo, si perderanno immediatamente, per che motivo dovrebbero affrontare la vita, le fatiche, quell’evoluzione che tu hai progettato se non avranno, dentro di loro , lo stimolo a farlo?
Hanno bisogno di capire e per farlo devono sapere!”

Ho insegnato a Eva a nuotare, ha imparato, ma non si diverte come me,  sapeva già di non doversi sedere sulle ortiche senza che io glielo abbia spiegato, sa riconoscere le erbe, le piante insiste a dare un nome ad ognuna di esse per poterle riconoscere mentre io mi limitavo al fatto che fossero o meno buone, che fossero o meno commestibili.
Insomma sa fare tutte le cose che io ho imparato a fare ed anche altro, ma sembra sempre distante, è pensierosa, spesso si arrampica sugli alberi non per scegliere i frutti migliori, ma per guardare lontano, sembra irrequieta.
Ed è un’irrequietezza che ho imparato a conoscere perché è anche dentro dime, come ci fosse qualcosa altro, come se da qualche parte ci fosse una porta aperta per sfuggire a giornate sempre uguali, ai soliti luoghi, come se da qualche parte, fuori o dentro di noi, ci fosse un mondo, un mondo intero da esplorare, da costruire, ma che non riesco a vedere o a mettere a fuoco.

“Sai Adamo mi è capitato di fare un incontro!
Ero andata su nella parte alta del giardino, dove c’è quel grande albero frondoso. Lì si sta bene, l’erba è morbida e lo sguardo si può spingere lontano sopra a tutti gli altri alberi.
Ero lì immersa nei miei pensieri, quando ho sentito una voce che mi ha detto ‘Ciao Eva, ti vedo pensierosa’.
Mi sono guardata intorno, ma non c’era nessuno, ‘ Sono qui, sull’albero’ mi ha detto.
Ho alzato gli occhi ed ho visto un serpente che se stava arrotolato su un ramo. Era bellissimo, con le squame colorate che mandavano riflessi alla luce del sole, ma ho capito che non era un serpente normale, di quelli che incontriamo talvolta passeggiando, in primo luogo parlava, cosa che gli altri non fanno, ma soprattutto da lui si sentiva emanare una forza ed un’energia che non saprei descrivere.
‘Non sei un serpente vero!” gli ho detto
No, infatti!’ Mi ha risposto
‘Perché hai preso quella forma?’
Perché no? Mi piace è ssssinuosa ci sto comodo attaccato a questo ramo e poi, una forma vale un’altra’
Non sapevo davvero cosa fare, da un lato ero intimorita ed anche un po’ spaventata, dall’altra mi sentivo affascinata perché in quella creatura si sentiva una forza sconosciuta, una sapienza antica ed io avevo bisogno di sapere e di capire.
So quali sono i tuoi pensieri, ti ho osservata, si nota la tua irrequietezza che è normale, è giusto che sia così, e non c’è nulla di male.
Ti chiedi se sia tutto qui, ti chiedi il perché della tua esistenza se abbia un senso vivere in un mondo sempre uguale, facendo sempre le stesse cose un giorno dopo l’altro o se magari, in qualche luogo, in qualche modo ci sia o ci possa essere qualcosa altro
.’
‘E’ vero, hai ragione’ gli ho risposto, ‘ma tu, come fai a saperlo?’
Potrei risponderti che conosco molte cose e sarebbe la verità, ma in questo caso è sufficiente guardarvi, perché Adamo si fa le stesse domande e sono scritte in quel sottile velo di tristezza che vi copre gli occhi’
‘Tristezza? Si chiama tristezza? Io so solo che quando dormo, mi capita di vedere altri paesaggi e non siamo solo noi due, ci sono altri come noi e… non so spiegarmi, è come se non sapessimo mai cosa succederà dopo, ma questo, anziché farci paura ci spinge a stare insieme, a… ad essere vivi in maniera diversa, ma poi mi sveglio e ci sono le solite cose’
‘Ti piacerebbe provare quella vita diversa che vedi nei sogni?’
‘Oh, si, lo vorrei tanto’
‘Posso aiutarti, ma c’è un prezzo da pagare, una scelta da fare da cui non si può ritornare indietro, la vita che vedi in sogno potrebbe essere molto diversa da come la immagini ed anche  se non ti piacesse più, non ci sarebbe più nulla da fare, si invertirebbero le cose, questo sarebbe il tuo sogno e quella la realtà per tutta la tua vita.’”

“Da dove nascono quei sogni?”
“Ho pensato di dare un impulso nuovo alle vicende, Avevano già di base l’inquietudine, è normale, esseri in grado di ragionare sono portati a porsi domande, ad essere curiosi e questa non è stata opera mia
Ho solo aggiunto un po’ di colore alla curiosità, in fondo si tratta della loro vita, ma per viverla come dovrebbero hanno bisogno di acquistare la consapevolezza”
“Però, dopo che tu le hai parlato, sanno che esiste questa consapevolezza, ammesso che non accettino, come credi che potranno rimanere qui?
Soprattutto, come potranno rimanere qua dopo che avranno acquisito la consapevolezza, la conoscenza?, sai bene che non è possibile”
“Loro accetteranno, perché è scritto nella loro programmazione”
“Non so se sono pronti”
“Non sono pronti, nessuno lo sarà mai, ma è questa la grandezza della Vita, affrontarla con coraggio sapendo che è difficile, sapendo che è a termine, e costruirla perché diventi meravigliosa”
“E tu pensi di riuscire a spiegare loro tutto questo?”
“Non ci sarà bisogno di spiegarglielo, sono pronti, offri loro la consapevolezza e lascia che decidano della loro vita”
“Nei secoli ti chiameranno ‘il Tentatore’ mica per niente”
“E spesso in quelle ‘tentazioni’ non c’entrerò nulla, sono l’Antagonista come l’utopia è antagonista alla Realtà,  come la Luce è antagonista del Buio , il bianco ed il nero, apparentemente opposti, ma in fondo, solo due estremi della stessa cosa, l’Utopia ti permette di immaginare i sogni, la realtà di realizzarli, se tutto fosse luce, le cose sarebbero invisibili esattamente come quando tutto è buio e tra il bianco ed il nero ci sono tutte le sfumature dei colori.
Ed anche il Bene ed il Male, cosa è Bene, tenere due creature inconsapevoli in una forzata innocenza, che non dipende da loro, quindi non sarà a loro credito  o lasciarli liberi di scegliere la loro vita, di costruire il loro Destino?
Sappiamo bene che non può esistere Libero Arbitrio sotto un controllo totale, il Bene ed Il Male sono lo spazio in cui il libero arbitrio si può esercitare e ci saranno, purtroppo, moltissimi fanatici del bene che invece perseguiranno il Male”
“Si, hai ragione, ormai anch’io mi stavo convincendo che è giunto il momento di inserirli nel flusso del tempo, solo dovrà essere una loro libera scelta e per essere veramente convinta dovranno essere consapevoli che stanno infrangendo un patto, che stanno chiudendo definitivamente una porta, il parricidio rituale dell’Uomo che abbandonerà la casa dei suoi genitori per unirsi alla Donna e formare una comunità nuova.”
“Capisco cosa vuoi dire, tra l’altro, a rigor di logica, se non hanno consapevolezza del Bene e del Male, non potrebbero neppure essere accusati di aver fatto una scelta sbagliata, non potrebbero essere punibili”
“Ed infatti non saranno puniti, ma è una scelta importante deve avere la sua giusta gravità. Pensi di essere in grado di riuscire a farglielo capire?
“Penso di si, e sono curioso di vedere se sarà una scelta condivisa, hai pensato a cosa fare se uno dei due decide di lasciare e l’altro di restare?.”
“Se succederà vorrà dire che questa coppia era ancora da perfezionare, ma ho fiducia.

Stiamo salendo verso l’albero su cui Eva ha visto il serpente.
Ora capisco Eva, quel suo guardare lontano, quella sua irrequietezza che in parte è poi la mia, ma mi accorgo che siamo diversi, lei è impulsiva, se vede un ostacolo lo salta senza pensare a cosa ci sia dietro, io sono più cauto, faccio il passo della lunghezza giusta, guardo sempre dove posare il prossimo passo prima di muoverlo.
Lei è leggera. Aria, Luce. Vita può dimenticarsi di mangiare per inseguire una farfalla, io sono dell’idea che con la pancia piena si possono fare più chilometri e così lei si appoggia a me per il pragmatismo ed io a lei per respirare dei profumi che non avevo mai sentito prima.
Non so cosa sperare arrivati lassù, che non ci sia nessuno in modo da non dover scegliere o provare a dare un senso a questa irrequietezza, costi quel che costi.

“Buongiorno signori, vi stavo aspettando”
Il serpente è come lo aveva descritto Eva, non sembra avere l’intenzione di nascondersi, le squame mandano bagliori differenti, rosso carminio, e blu profondo, verde brillante e giallo dorato, si muove a suo agio come se l’albero fosse casa sua.
“Siamo venuti per sapere come possiamo avere una vita diversa.”
“Per farlo devo farvi un piccolo racconto: Qui nel giardino ci sono tanti alberi, ma due di loro sono speciali.
Uno è l’albero della Vita, chi mangia dei suoi frutti rimane sempre giovane e non muore mai, l’altro è l’albero della Consapevolezza, chi mangia dei suoi frutti acquisisce la conoscenza di cosa siano il bene ed il male, può scegliere e può decidere della sua vita.
Nessuno però può mangiare i due frutti insieme e, tanto perché lo sappiate voi avete mangiato già dell’albero della Vita e vi è stato proibito di mangiare quelli quest’albero.”

“Quindi non c’è possibilità? Se abbiamo mangiato già del primo albero!” Scopro che i miei pensieri seguono linee logiche, un passo porta obbligatoriamente ad un altro e di fronte ad un bivio la strada che scelgo cancella quell’altra
“In realtà si può fare il frutto sono qui, li vedete, sono a portata di mano proprio sopra la vostra fronte, basta allungare una mano e raccoglierlo, ma dovete sapere che se lo farete avrete una vita diversa, ma non avrete più questa, ad esempio invecchierete e morirete.”
“Cosa vuol dire invecchierete e morirete?”
“Che il vostro corpo diventerà stanco, farete fatica anche solo ad alzarvi dal letto ed un giorno non ci sarete più, ritornerete alla terra da cui siete venuti, scomparirete.
Può succedere che scompaia prima lei e tu potresti restare per lungo tempo solo con il ricordo di lei senza averla più accanto e lo stesso potrebbe succedere a te
Proverete dolore, sentirete qualcosa che vi si spezza dentro e non ci saranno fiori o frutti a farveli passare, dovrete imparare conviverci ad andarci oltre poco a poco.”

“Detta così sembra una fregatura, ma se ci hanno vietato di mangiarlo non può essere solo questo, ci deve essere anche qualcosa di altrettanto meraviglioso a compensazione”
“Sarete liberi! Sarete liberi di scegliere, di capire, di costruire, di progettare la nostra vita come vorrete. Avrete la capacità di progettare con il pensiero e realizzare con le vostre mani, non sarà facile, sarà faticoso, ma nelle cose che farete, come le farete, potrete trovare il senso della vostra vita”
“Il senso delle cose, del perché siamo qui…” Eva aveva taciuto fino a quel momento, poi adesso sembrava seguire un pensiero lontano…
“Allora accettate? “. Chiese il serpente
“So che non sarà semplice, ma sarà sempre meglio che condurre un’esistenza sempre uguale fatta di un giorno dopo l’altro sempre uguali, fatta di noia.
Ho una gran paura, ma io accetterei”
“E tu Adamo?”
“Beh, dove va lei vado anch’io!”
Non mi sembrava di aver detto, una cosa straordinaria, mi sembra naturale, non saprei che farci qui da solo senza di lei e poi, poi forse Eva ha ragione, se siamo qui, se siamo in grado di pensare, di fare, non è per un semplice caso, soprattutto non è per rimanere qui.
Come ho detto non mi sembrava di aver detto una cosa straordinaria, ma Eva si è voltata verso di me, mi ha guardato con gli occhi che si riempivano di lacrime e poi… mi ha abbracciato.
Non era mai successo prima, non ci eravamo mai toccati, ora quel contatto così improvviso.
“Dai, prendiamo quel frutto, ormai siamo andati troppo in là per poterci fermare!” le ho detto, lei ha allungato un braccio, ha preso il primo frutto a portata di mano, lo ha portato alla bocca, io ho morso il frutto dall’altro lato, ma non sapevo più se era un frutto o la bocca di lei, dolce, calda, c’era un profumo nell’aria, il profumo di lei che riempiva ogni cosa e c’era la sua pelle contro la mia, la pelle delle mia donna sotto le mie mani, la sua carne morbida e calda.
Non so quanto sia durato quel momento , non so quanto tempo fosse passato immersi in quel fuoco che bruciava senza far male eravamo lontani dall’albero, rotolati o forse volati chissà dove quando ci siamo sentiti chiamare.
Improvvisamente ci siamo resi conto di essere nudi, ma non era vergogna, assolutamente no, lo eravamo sempre stati, era pudore, il desiderio di proteggere la nostra intimità che era nostra, apparteneva a noi due come tutte le sensazioni che avevamo appena condiviso.
Ci siamo coperti alla meglio con quel che c’era vicino, capirai in un giardino più che foglie non trovi e ci siamo presentati di fronte a quello che, sapevamo, essere il giudizio.
Mano nella mano, a testa alta, era la prima decisione della nostra vita, una decisione presa insieme, andasse come andasse saremmo stati insieme.
“Avete fatto la vostra scelta, l’avete fatta in maniera consapevole, avete accettato di essere padroni del vostro destino e nessun padre può essere arrabbiato con i suoi figli di fronte a tanto coraggio e determinazione. Al massimo potrà essere addolorato, ma mai arrabbiato.
Quella a cui andrete incontro non è una punizione, ma la vita e spetterà a voi renderla faticosa o leggera.
Adesso siete in grado di generare la vita, che è ciò che vi fa divenire simili a Dio, non la potenza o la gloria, ma la capacità di generare e curare la vita.
Ti chiami Eva, come il respiro che permette la vita perché dal tuo grembo nasceranno i figli. Attenta, sarà doloroso, perché dare al mondo un figlio non può essere una cosa banale, è il più sacro dei riti e per questo deve avere un sacrificio in cui tu sari, al tempo stesso vittima ed altare, ma ti prometto che ciò che verrà dopo, se lo vorrai, cancellerà quel dolore.
Adamo, nato dalla Terra, questa è la tua donna, sarà madre dei tuoi figli e compagna nel viaggio. Abbi cura di lei, è fragile, ma è preziosa, custodiscila, proteggila dal mondo, ma soprattutto da te.
Siete nati liberi e liberi rimanete per sempre scegliendovi ogni giorno senza che uno leghi l’altro al laccio delle sue paure.
Vi affido la Terra, che sarà la vostra casa, Siatene i custodi, non i padroni, amatela, coltivatela! I suoi frutti non nascono spontaneamente rigogliosi come quelli del giardino, ma se amata e curata vi ricambierà abbondantemente. Scoprirete il piacere che nasce dalla fatica del lavoro e la gioia di ritrovarvi alla sera attorno ad un tavolo con ciò che avrete prodotto e raccolto voi stessi.
Sarò la benedizione che vi mando oggi e che ritroverete ogni giorno.
A proposito Vi ho anche preparato questi abiti perché, davvero, vestiti da cespuglio siete un po’ ridicoli.”


C’è qualcosa di strano nell’aria…
Mi sveglio sotto un cielo illuminato da miliardi di stelle che disegnano, in negativo, il profilo delle colline, intorno a me brillano le ultime braci dei fuochi della mia tribù: uomini e donne a cui è stato dato il ricordo di un passato che non hanno vissuto.
Eva sta dormendo accanto a me, la testa appoggiata al mio petto, e sembra che tutte le formiche della terra si siano radunate sul mio braccio che la tiene stretta, ma non lo muoverei per nulla al mondo per non perdere la possibilità di sentire il profumo dei suoi capelli, quel profumo che riconoscerei tra milioni di altri.
Faccio scorrere la mano sul suo viso in una carezza, seguo la linea del volto, del mento, è minuta alle spalle , ma il suo seno si è ingrossato, mentre la mia mano segue il profilo dei pensiero si ferma sul suo ventre rotondo per le forme precise della vita che vi sta crescendo quando improvvisamente, un colpetto dal di dentro, sembra cercare la mia mano, mi sposto e mi cerca, provo a sentirle con le dita e sembra la forma di un minuscolo piedino.
“Sta scalciando “ sussurra Eva, al buio non posso vederle il viso, ma so che mi sta sorridendo.
Il bambino, mio figlio, generato nell’Eden sarà il primo bambino nato sulla terra, la prima creatura nata da uomini. La felicità mi esplode dentro, ora capisco che tutto, tutto quanto avrà un senso, la fatica, il lavoro, la gioia, perfino la morte, perché sarà solo la coperta che ci coprirà alla fine della nostra giornata terrena.
Sono Adamo, il primo uomo, nato dalla Terra e che un giorno ritornerà alla terra dopo aver dato inizio ad un’avventura straordinaria.
C’è qualcosa di nuovo nell’aria ed è meraviglioso.


 











 



 

 

 
 
 

Sono stanco

Post n°588 pubblicato il 15 Febbraio 2022 da hieronimusb

Si, stasera sono stanco! Stanco di fuori, ma soprattutto stanco di dentro.La stanchezza fisica è comprensibile, da un anno vado avanti e indietro tra Montiano e Modena, mi alzo alle 6 di mattina, spesso lavoro fino alle otto di sera.
Il lavoro mi piace, mi dà soddisfazione, però  non sono più un ragazzino e se qualche anno fa mi sparavo tranquillamente 10.000 km al mese oggi mi accorgo che la mia guida è molto meno sicura.
Ma è soprattutto la stanchezza dentro che succhia energie, quel senso che non saprei definire con altra parola se non inutilità.

Inutilità della vita, di questo continuo affannarsi, lavorare, correre, ritrovarmi in mezzo a gente ignorante, arrogante, arrabbiata e chiedersi "MA che ci faccio io qua?"

Dove è il senso delle cose?, dove sono la bellezza, il piacere?. Certo mi capita di incontrare persone fantastiche, ma se appena appena diventano un po' troppo presenti mi scatta subito la voglia di fuggire, di riprendermi i miei spazi.

So che è la mia depressione che torna, il mio umore più nero, il male di vivere,

E continuo novello Deucalione
a gettarmi alle spalle gli anni
Toccando terra si trasformano
nei miei sogni di bambino
nelle mie speranze di ragazzo,
nei miei ideali di uomo

Adesso non mi volto più
solo una lacrima ed un sorriso amaro
anche loro già dietro me.

 

 
 
 

Faccio altro

Post n°587 pubblicato il 02 Febbraio 2022 da hieronimusb

E' iniziato quel periodo dell'anno in cui, pur vivendo in Italia, mi sento un alieno perchè tutti parlano, spesso con cognizione di causa, di cose di cui non so nulla.

Vorrei subito chiarire che, se non guardo il festival di Sanremo, non è per snobismo o per una qualche forma di protesta, semplicemente non amo guardare la TV, posso reggere brevi documentari di un'ora ciascuno e qualche volta un film intero, (se opportunamente interrotto dalla pubblicità) e che sia, possibilmente un cartone animato, poco impegnativo di cui ho la certezza che, comunque finisca bene.

Uno spettacolo che dura tre-quattro ore è al di fuori della mia resistenza.

Così ieri sera, su un canale Sky, mi sono guardato due documentari di aspiranti Indiana Jones che andavano alla ricerca dell'Arca dell'Alleanza.

Sono programmi che hanno un'attendibilità storica e scientifica tendente a zero, ma che hanno il vantaggio di mostrare dei bei luoghi, di parlare un poco di Storia, e soprattutto di essere poco impegnativi a livello intellettuale, insomma, una sorta di Voyager, con il vantaggio di essere senza Giacobbo.

Gli aspiranti detective del passato, (impossibile chiamarli archeologi), seguono così le loro idee, le loro intuizioni, spesso le loro fissazioni e ne fanno un programma di assoluto relax.

Eppure l'Arca è un oggetto davvero affascinante, costruito per conservare "il potere di Dio", ad una lettura più tecnica appare come una macchina elettrica anche se differente da quelle che conosciamo adesso.

Era in legno di acacia foderato internamente ed esternamente in oro quindi due lamine conduttive ed un dielettrico come un condenatore.
Misurava 2,5 cubiti di lunghezza, per 1,5 di altezza ed altrettanti di profondità, considerando il cubito reale egizio, le dimensioni erano di 131 cm di lunghezza, per 79 di larghezza e di profondità, su cui poggiava un coperchio sormontato da due cherubini con le ali rivolte verso l'alto ed affacciati l'un l'altro, quasi due elettrodi tra i quali si poteva vedere spesso "la nube di Dio".

Il tabernacolo, sotto cui era sistemata con i pali e gli zoccoli in rame poteva ricordare una gabbia di Faraday che è un dspositivo in grado di isolare elettricamente ciò che sta all'interno da qualunque campo elettromagnetico esterno, per quanto forte questo possa essere.
Il problema della gabbia di Faraday è che, caricandosi però di elettricità statica, quando raggiunge un certo livello di energia scarica sugli oggetti vicini, ed in effetti l'Arca pareva un oggetto piùttosto difficile da maneggiare se fulmivava i portatori ed anche quelli che vi si avvicinavano un po' troppo e che non prendevano adeguate protezioni.

C'è poi la storia di Mosè, che quando scese dal Sinai con le tavole della legge aveva il volto che riluceva, come chi è stato esposto alle onde radioattive, tanto che, da allora in poi, si copriva sempre il volto con un velo tanta era la luce che sprigionava dal suo volto.

Che forse l'Arca contenesse qualcosa di radioattivo si può anche presumere dal fatto che, catturata in battaglia dai filistei, produsse tra di essi una tale epidemia che venne restituita agli ebrei nel villaggio di Kiryath Jearim, dove fu accolta con grandi festeggiamenti, il carro su cui era trasportata venne bruciato ed i due buoi sacrificati in onore di Dio, ma anche lì provocò moltissimi lutti finchè non venne portata a Gerusalemme e Salomone la fece porre nel Sancta Santorum, da dove, teoricamente, non sarebbe più uscita.
Che fine abbia fatto l'arca non lo sa nesusno, c'è chi ipotizza che sia andata distrutta in un incendio, chi la vuole in Egitto, in Etiopia, trafugata da Menelik il figlio di Salomone e della regina di Saba.
Qualcuno la vuole perfino a Roma, in San Giovanni in Laterano Infatti riferisce Santo Brasca, in un suo testo del 1480, che fra gli oggetti sacri recuperati dal Tempio di Gerusalemme da Vespasiano e Tito, c’era anche l’Arca dell’Alleanza, che fu portata a Roma e riposta nella basilica di San Giovanni Laterano, nella quale infatti troviamo ancora oggi, precisamente nella sagrestia della Basilica, un’iscrizione del XIII secolo chiamata “Tabula Magna Lateranensis” che recita, tra l'altro: “Sotto questo altare c’è l’Arca del Patto, la verga di Mosè e la verga di Aronne. Vi è il candelabro d’oro, il turibolo d’oro pieno di incenso e un’urna d’oro piena di manna e dei resti dei pani dell’offerta].
A scanso di equivoci e di gente che vada nottetempo a smontare l'altare c'è da dire che il famoso storico dell’epoca Giuseppe Flavio, nella sua opera “Bellum iudaicum", afferma che, saccheggiato il Tempio di Gerusalemme, i Romani portarono con sé a Roma vari oggetti sacri, ma nell'elenco fornito dall’autore, non vi è traccia dell'Arca.
Insomma, un bel mistero ancora oggi, affascinante, che suscita tante domande, che si presta ad innumerevoli risposte e che, probabilmente, rimarrà un mistero.

 
 
 

31 Dicembre 2021

Post n°586 pubblicato il 31 Dicembre 2021 da hieronimusb

31 dicembre, San Silvestro, (Auguri Silver).😘
E' il giorno dei bilanci!
Bilanci di un anno passato che per me coincidono quasi con i bilanci della vita visto che c'è solo uno slittamento di 5 giorni tra il mio compleanno e la fine dell'anno, quindi mentre sono seduto al mio posto di lavoro provo a guardare indietro a questi 365 giorni appena trascorsi.
Giusto giusto un anno fa firmavo il mio ennesimo contratto di lavoro, credo l'ultimo della carriera, essere ancora ricercato a 62 anni, sentirmi dire ancora una volta dicci quanto vuoi per lavorare per noi è indubbiamente una soddisfazione, il lavoro mi piace, credo di essere andato oltre le aspettative dell'azienda, ma mi pesa un poco dovermi recare sempre a Modena, nell'anno nuovo cercherò di gestire meglio il mio tempo prendendomi almeno un giorno a settimana da stare a casa, (tanto posso lavorare anche da qui).
Per il resto è un anno che è trascorso.
Per carattere ho una scorza di misantropia che mi fa scivolare addosso ciò che accade intorno a me, posso muovermi in questo mondo impazzito come se non fosse cosa che mi riguarda, sono anni che non guardo un TG!
Scorro i giornali, passeggio su FB, ma sempre meno perchè ci trovo troppa stupidità.
A modo mio sono un razzista, non guardo etnia, religione, colore della pelle o genere, guardo l'approccio alle cose, l'uso dei neuroni e mi accade di isolarmi sempre di più, di vivere sempre meglio con i gatti che con gli umani.
Invecchiando non posso che peggiorare.
Silver dice che usiamo poco i nostri giorni, che cambiamo degli anni ancora quasi nuovi ed è vero, ma che ci possiamo fare?
Parlo con i ragazzi al lavoro e mi descrivono la vita in Senegal dove le persone del villaggio si ritrovano, si siedono per terra in cerchio a chiaccherare, non sono stressate, non hanno smania di arrivare, hanno una vita più breve della nostra, ma sono più felici.
Poi, però, le cose cambiano anche lì e lo dimostra il fatto che hanno dovuto mollare tutto per venire qui a vivere la nostra vita.
Ma davvero possiamo chiamare tutto questo progresso?
E il 2022 come sarà?
Credo che in buona parte dipenda da noi, da come lo affronteremo, se ci faremo spaventare dall'onda o se saremo come quei surfisti, piccolissimi di fronte ad un onda gigantesca, ma che la cavalcano, la usano per prendere velocità, per scaricare l'adrenalina e poi, all'ultimo momento, mentre già l'onda si piega verso la spiaggia quasi a volerli schiacciare ne schizzano fuori su un mare calmo pronti a ricominciare per restare per sempre giovani.

 
 
 

Lettera aperta ai leghisti

Post n°585 pubblicato il 24 Dicembre 2021 da hieronimusb

E tra auguri, presepi, cuoricini che tempestano le pagine di FB in questi giorni cosa mi tocca vedere?
Il bigliettino augurale della Lega che, non si sa se nel tentativo continuo e costante di seminare zizzania e odio o di manifestare apertamente la propria ignoranza tira fuori uno strafalcione religioso clamoroso.
"Giuseppe il Padre, Maria la madre sperando che in Europa nessuno si offenda."
Egregi baciatori di rosari e branditori di crocefissi, vorrei farvi presente alcune cosine che, ergendovi a difensori della religione cristiana dovreste conoscere bene.
Se Gesù fosse figlio di Giuseppe sarebbe semplicemente un uomo, nato da uomo e quindi crollerebbe tutto quel sistema di fede per cui Gesù è, al tempo stesso, vero uomo e vero Dio.
E' ovviamente un atto di fede, ci si può credere o meno, ma se vi sentite difensori della religione cristiana siete obbligati a crederci.
Ma in questa occasione vorrei anche andare oltre per spiegarvi come, questa famiglia che ci poponete, sia quanto di più lontano ci possa essere dal vostro concetto di "famiglia tradizionale", sia agli antipodi delle vostre concezioni , sia la meno Pilloniana che esista e non solo per le caratteristiche soprannaturali di almeno due dei suoi membri.
Se diamo retta al Vangelo cosa vediamo?
Una maternità surrogata! che è il termine tecnico per ciò che voi chiamate più volgarmente "utero in affitto".
Ognuno può avere le sue idee al riguardo, personalmente ritengo che essendoci molti bambini già vivi in attesa di affetto sia egoistico volerne fare a tutti i costi uno con i propri geni, ma  devo prendere atto che Dio Onnipotente, quello stesso che ha creato un uomo dal fango e gli ha dato vita, ha scelto il grembo di una donna per far nascere Suo Figlio, non ha creato un profeta o un Messia dal nulla, ma ha scelto di farlo nascere proprio in questa maniera.
Proseguendo abbiamo una famiglia allargata, una ragazza madre, un bimbo ed un uomo, Giuseppe, che se ne fa carico e cresce il figlio come fosse figlio suo.
Quanti Giuseppe ci sono nel mondo? Quanti uomini crescono figli delle loro compagne, figli non loro con lo stesso affetto, attenzione, cura, amore con cui avrebbero cresciuto i figli loro?
Sono tantissimi  
Perchè l'amore non è questione di eredità genetiche, è Amore e basta.
Si è padri non in quanto fornitori di una poarte del patrimonio genetico, ma perchè capaci di dare Amore.
E l'Amore è alla base di ogni famiglia, comunque sia composta.
Poi c'è la vicenda di questa famiglia, prima respinti da ogni luogo, non accettati, non voluti, tanto che il bambino nascerà in un posto misero, vegliato da due animali umili, che aiutano gli uomini nel lavoro di tutti i giorni.
Il Re del mondo, sempre stando all'iconografia, nasce sulla paglia vegliato e riscaldato da un asino e da un bue.
Immediatamente dopo diventano profughi, devono fuggire in una terra straniera per avere asilo perchè perseguitati dal potere...
Non vi sembra potente questa immagine? Non vi sembra che debba evocare qualcosa che abbiamo ben presente nella nostra vita agiata di oggi?
Se poi un giorno, quello stesso bimbo ci chiederà di riconoscerlo nel volto del nostro prossimo, come possiamo non vederlo negli occhi di chi cerca una vita migliore di chi fugge da guerre, miseria, persecuzioni.
Come possiamo non vederlo in quelle famiglie nella neve del confine polacco, nei barconi che solcano il mediterraneo, nelle file di persone intirizzite che valicano le nostre Alpi?
In questo Natale mi piacerebbe che voi, "difensori del Cristianesimo", prendeste in mano un Vangelo e lo leggeste e vi fermaste a riflettere, perchè il messaggio contenuto è molto più grande e più potente di quanto vi raccontate.

 
 
 
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INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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