Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
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Messaggi di Aprile 2008
Post n°72 pubblicato il 17 Aprile 2008 da middlemarch_g
Ragazzi, prima che diciate o facciate qualsiasi cosa di cui potremmo vergognarci in futuro, vi avviso che siamo di nuovo in homepage. Per fortuna non con l’ultimo post – conto quindi sul fatto che questo particolare avviso rimarrà circoscritto al ristretto ambito del Circolo del Cucito – ma comunque ci siamo. Quindi mi raccomando. Diamoci una ripulita. Sfregarsi bene le mani e le unghie, pettinarsi con cura e la riga da una parte, lavarsi i denti con spazzolate vigorose. E niente dita nel naso, per favore. Perché quando vi porto in homepage io ci tengo a farvi fare bella figura. In mancanza di figli naturali, Dio solo sa quanto abbia desiderato anch’io almeno una volta nella vita assumere quest’atteggiamento matronale da Cornelia e i suoi gioielli!| Mi gratifica talmente presentarvi al grande pubblico di Libero come gli scarrafoni che ogni mamma virtuale vorrebbe avere con sè! Ultima raccomandazione: Vipero, Santessa, vi avviso, non è giornata. Se vi scappa una sola parolina che non sia un forbito scambio di affettuosità reciproche, vi prendo a scappellotti tutti e due. Almeno per oggi, vi voglio impeccabili. Dite si a mamma |
In pausa pranzo sono andata a fare un altro esame. La cosa, di per sé, è già bellissima. Faccio esami nei buchi che le mie intense giornate mi concedono. Due piccioni con una fava: elevo il mio indice culturale e al contempo dimagrisco. Mettetemi davanti agli occhi uno che si azzardi a dire che quella tra spirito e materia è una dicotomia insanabile, che me lo sbrano vivo. La provina di inglese. Quella che in ottemperanza ai regolamenti europei ormai devi fare ovunque, altrimenti non sei up to date e soprattutto al di fuori dei confini nazionali il tuo titolo non vale un tubo. In effetti devo dire che, abituata ai concorsi pubblici dove il livello che viene richiesto è imbarazzante sia per chi chiede che per chi risponde, mi aspettavo la solita patetica sceneggiata anche qui. Onestamente non lo era. Nulla per cui sia necessario un Proficiency d’accatto, ma insomma era qualcosa che andava oltre i confini del cat is on the table. C’era da inserire qualche arcana congiunzione di fronte a cui ho visto diversi ragazzini impallidire: nonethless, morever, beside. Sarebbe stata comunque fattibile. O almeno così credevo. Non fosse stato per quello che è successo all’inizio e che mi ha dato la misura del baratro. Anche questa era una prova al computer. Per far partire il programma il docente ti detta una login - a cui aggiungi la tua matricola - e la password. Gli esami da noi sono spesso così, cominciano con un docente che ti dice login e password. Però la password di norma è in italiano, non in inglese. Stavolta invece, trattandosi di prova congruente, l’insegnante ne ha scelta una nella sua lingua madre invece che nella nostra. E con la consueta, demoniaca malizia degli inglesi, ha optato per pencil. Che non è proprio inglese shakesperiano, né la parola che trovi più frequentemente citata nel Beowulf, vero? Malgrado questo, oh, dovete vedere che è successo! Si è scatenato l’inferno in quell’aula. Pensil? Pansil? Pancil? Come si scrive pensil? Oh, non mi parte il programma! A te è partito? Oddio professoressa per favore, mi passa il tempo, è scattato il contatore, il programma non si apre! I risultati escono venerdì. Eravamo trenta. Magari vi faccio sapere quanti sono quelli abili e arruolati, così, per farci un’idea. Però un certo amaro disincanto è difficile da evitare. |
Sono due giorni che all’incirca sento fare lo stesso discorso da tutti quelli che conosco. E’ andata male, senza dubbio. Ma se avesse vinto la sinistra, sarebbe stato meglio? E non si parla di sproporzioni siderali, di epico conflitto fra le forze del Bene e quelle del Male – chè per questa stronzate abbiamo tutti riposto le nostre illusioni nel cassetto da molto, moltissimo tempo – no, qui si fa riferimento a quel minimo scarto tra il Peggio e il meno Peggio con cui in passato ci siamo consolati essendo la cosa che in questo paese più si avvicina all’idea di un trionfo elettorale. Ringraziando Dio da queste parti non è come in America. Anche se vince la coalizione che hai votato, siamo tutti un po’ troppo cresciuti per il lancio di palloncini tricolore verso l’azzurrissimo orizzonte. Grasso che cola se quelli che hai mandato al potere riescono a tirare avanti la carretta ancora qualche tempo, raccattando i pezzi che si perdono per strada. E lo sappiamo tutti. Ciononostante stavolta non sento in giro – e se è per questo neppure provo – quell’indignazione al ribasso che in passato avrebbe spinto me e le persone che conosco su quel minimo comun denominatore di malinconia per come sono andate le cose. Mi esamino con attenzione e onestamente non ne trovo traccia.Sarà la vecchiaia che mi rende cinica? Può essere. Chi può dirlo? Ma sento che comincio a inclinare verso posizioni che un tempo mi indignavano. Coltivare il proprio giardino nel migliore dei mondi possibili. Una volta lo chiamavo odioso ripiego e rinuncia ai propri ideali. Però insomma, avevo vent’anni. Non è da escludere che sparassi delle gran cazzate. |
Alle 11.30 ho un esame. Devastante. Una roba con i numeri. Della cui utilità in una facoltà di psicologia devono ancora convincermi. Purtroppo la connivenza dello studente con le materie che studia non è requisito propedeutico all'iscrizione. Neppure nel caso degli studenti attempati come me. In questa, come in molte altre faccende, nessuno sembra molto interessato alla nostra opinione. Tento questo rito scaramantico. Ne scrivo sul blog. Vediamo se mi porta fortuna. Con la Roma in Champions è andata malissimo. Io però provo lo stesso. Sono una donna di un ottimismo militante che non conosce confini. |
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