Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Gennaio 2012

Le Vie del Signore sono confuse

Post n°746 pubblicato il 01 Gennaio 2012 da middlemarch_g
 

Da piazzale Flaminio, appena fuori Piazza del Popolo, partono due tram. Il 2 e il 19. Siccome il tram è quel genere di mezzo pubblico che per forza di cose deve seguire le rotaie, per il primo tratto il 2 e il 19 si sovrappongono. Insomma le prime tre fermate sono quasi perfettamente identiche. Poi però al primo incrocio il 19 svolta verso Belle Arti e prosegue fino al capolinea a Porta Maggiore, e il 2 invece tira dritto fino a piazza Mancini.

E fin qui, niente di strano. Senonché la sera del 27 dicembre, dopo le otto, uscita dalla metropolitana mi sono ritrovata a salire su un 2 fermo al capolinea, che recava questa curiosa scritta esoterica: 2, dev. Porta Maggiore. Sul tram a quell'ora, oltre me e mio marito, c'era un gruppo di minorenni sbronzi come cucuzze, e una simpatica famiglia che esattamente come nel nostro caso, era composta da una romana espatriata 15 anni prima, e un marito del tutto estraneo alla città. Nel caso specifico loro avevano anche un figlio adolescente che a noi mancava, ma a parte questo le due situazioni erano perfettamente sovrapponibili.

Insomma giocoforza, mentre il tram si avviava, sia pure con quel minimo di ritardo che ti viene dal fatto di non vivere più in città da moltissimi anni, la signora ed io abbiamo cominciata a interrogarci sulla seguente questione: come cazzo fa un tram vincolato alle rotaie, ad arrivare al capolinea di piazza Mancini e poi deviare per Porta Maggiore? Sarebbe come se sul display del binario numero 1 nella stazione FS più vicina a casa vostra, ci fosse scritto: Eurostar per Napoli Mergellina - dev. Pordenone.

Non si può. Non si dà. Un tram deve stare mansuetamente sulle sue rotaie. Non può dare una libera esegesi del percorso di sua ispirazione, connettendo due luoghi che non siano stati precedentemente uniti da rotaie, solo perché è uscito di casa con un desiderio di ribellione mai sopito, e con la voglia di lasciarsi andare a una deviazione di percorso. Il tram non è un primo attore. E' un gregario. Se va di qua, poi non può proseguire di là, nemmeno in caso di Chiamata Divina, tipo voce che esce da un semaforo ardente dicendo: tu non ti fermerai a Piazza Mancini perché il Signore Dio Tuo ti ordina di proseguire per Porta Maggiore. Non c'è verso. Si deve adeguare alle circostanze.

Quindi prima che fosse troppo tardi, la signora ed io siamo arrivate alla conclusione che la cosa non avrebbe mai potuto funzionare, e all'ultima fermata utile delle tre coincidenti, siamo scesi tutti e abbiamo aspettato che passasse un 2 non inquinato da deviazione eterodosse. Abbiamo seguito con lo sguardo la carrozza da cui eravamo appena scese, e a Belle Arti l'abbiamo visto chiaramente svoltare a destra, ricavandone la conferma di avere fatto benissimo ad abbandonarla al suo destino. Una volta effettuata la svolta, non avrebbe potuto riportarci a piazza Mancini manco se l'avesse dirottato un salafita.

Solo che, mentre aspettavamo sul marciapiede, ci siamo dette: se conosci la città, va bene. Magari con un po' di ritardo, ma alla fine capisci. Ma se sei un turista che arriva da Gottingen, oppure, poniamo, dall'isola di Okkaido, poi sali sul 2 perché quello è il mezzo che ti hanno detto di prendere, e alla nove di una sera di dicembre talmente cupa che anche gli zombie vagano con circospezione, ti ritrovi con una valigia da 15 chili esattamente nella zona opposta della città rispetto a quella dove dovevi andare, com'è che trovi il modo di uscirne vivo? E non sarebbe un filino più logico - visto che parliamo di un tram che fa il percorso del 19, transita sulle rotaie del 19, e arriva al capolinea del 19 - chiamarlo magari diciannove? Invece di chiamarlo Due - dev.Porta Maggiore, visto che il Due è un altro tram che fa un percorso completamente diverso, a parte l'eccezione della prima fermata, per un totale di venti metri contro i 5 chilometri complessivi dell'altro? Insomma perchè a Roma prendere un mezzo pubblico è un'attività per cui devi aver fatto precedente esperienza negli incursori della Marina con applicazioni pratiche di spionaggio e infiltrazione sul territorio?

Va detto che la cosa buona è stata questa. Abbiamo familiarizzato con la famigliola da cui abbiamo appreso che a Padova, in zona Ponte 4 martiri, ha appena aperto un nuovo ristorante brasiliano che ci riproponiamo presto di sperimentare. Loro vivono nelle Marche, ma è stato proprio il marito a progettare il locale, per cui almeno un'informazione utile in qualche modo l'abbiamo ricavata.

E insomma, alla fine la morale della storia è questa: a Roma non ci si capisce un cazzo e non è possibile esercitare nessuna vera attività programmata che abbia uno scopo utile o un fine sociale. Però si conosce un sacco di bella gente. La variante di Woodstock al monossido di carbonio.

 

 

 
 
 

Liturgie alternative

Post n°745 pubblicato il 01 Gennaio 2012 da middlemarch_g
 

Su un muro di viale Angelico:

Basta Natale, solo pompini

 

 
 
 

Le cose cambiano

Post n°744 pubblicato il 01 Gennaio 2012 da middlemarch_g
 

Ho passato Natale e Capodanno a Roma. Scoprendo quel che già sapevo con precisa cognizione di causa. E cioé: che in una settimana - se sottoposta ad adeguate sollecitazioni - posso ingrassare 3 chili in scioltezza. Che Roma resta la più bella città del mondo. Che resta anche la più zozza città del mondo. Che è probabilmente la città con la sperequazione più clamorosa tra il potenziale di splendore con cui può tramortirti, e quello di decadenza con cui può annichilirti. Che i romani sono, con considerevole scarto rispetto a qualsiasi altra etnia, i più incredibili stronzi infingardi con cui vale davvero la pena farsi quattro risate in compagnia. Che a Roma ci sono troppi preti. Troppa truzzeria tamarra. Troppo rumore. Troppo traffico. Troppo smog. Troppa, decisamente troppa anarchia. Troppo cinismo. Troppa inconsapevolezza delle proprie miserie tenuto conto che non è Mumbai e non soffre delle stesse limitazioni demografiche e/o metereologiche.

Inoltre: che ormai non sono più romana, avendo definitivamente slatentizzato il morbo di Rocco e i suoi fratelli. I romani mi dicono che parlo veneto. E i veneti che parlo romanesco. Risultato: ho perso diritto di cittadinanza in entrambi i comuni perché tutti e due mi rinnegano, malgrado faccia un considerevole sforzo per raddoppiare le 'b' e dimezzare le 'r' quando sono nell'Urbe, e il contrario quando torno in Padania. Pensa te che cacchio mi direbbero se lo sforzo fosse contrario. E questo non mi piace. Però riconosco io per prima che comincio a guidare come una provinciale. Che ho perso il pochissimo senso dell'orientamento che avevo perché vivendo in una città grande come il rione Pigna e Campitelli, chi ha bisogno di sapersi orientare? Basta che giri a destra tre volte e, dovunque sei, ti ritrovi comunque in circonvallazione. Il senso dell'orientamento è uno spreco cognitivo inutile, e la mente non ama gli sprechi.

Epperò quando torno a Roma poi mi perdo. E confondo i nomi. Non sono riuscita a farmi uscire di bocca il nome del Palazzaccio, e gli ho affibiato duecento incarichi istituzionali tranne quello che ha (ci vediamo sul lungotevere, dietro aaaaa, eddài, come si chiama? La sede della Consulta, no aspetta, il tribunale regionale? Madonna che è? Dài, aiutatemi: il palazzone mostruoso accanto a Castel Sant'Angelo!). Che è la sede della Cassazione. Ma vattelapesca se m'è venuto in mente. Me l'hanno detto gli altri.

Sono diventata un'apolide. Senza diritto di cittadinanza culturale. E sentirsi reietta per colpa di un'immonda porcata di formato e ambizioni mesopotamiche come il Palazzaccio, fa girare le palle. Ma il fatto è che lui è ancora romano. E io no. Ditemi voi se c'è giustizia a questo mondo.

 

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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