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Ultimi Commenti
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Impegnatevi di più con i post non posso essere l'unico a tenere in piedi la baracca.
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Bentornata! proverò questa nuova ricetta, buona giornata, ciao, Anto
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Ho fotografato la ricetta, deve essere squisita, Sabato mi cimenterò in cucina a prepararla, grazie e buona serata.
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Ben ritrovata! MMMM buono;) da provare...
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giuste considerazioni..si
io nno ho cane ,nel condominio non potrtei tenerlo ma dici bene ciaoo. gino
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Nn mi ocnvince. ma DEVE apparire DEVE farsi notare e quindi... ma francamente e scusami..me ne frego ps bentornata.. ciao. gino
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buon w.e. di halloween e ricorda di spostare le lancette *_*
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Salve, buona serata, ti auguro uno splendido inizio di settimana, un sorriso. Sia lode al Signore. Un pensiero… Voglio richiamare l’attenzione su questo brano del Vangelo “Il fariseo e il pubblicano.”… Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 18,9-14)
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo".
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".
Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Parola del Signore. *** RIFLESSIONI
La differenza sostanziale tra il fariseo e il pubblicano si trova nella preghiera di ringraziamento che fanno. Il fariseo anche se nomina Dio, in realtà ringrazia se stesso, loda la sua bravura nel pagare le decime ma dimentica che i soldi li aveva rubati ai cittadini onesti.
Il fariseo presenta i suoi meriti e glorifica se stesso più che Dio, ripete parole ricolme di superbia e si mette al posto di Dio. In questo comportamento emerge la superbia della vita, una delle tre concupiscenze, e concupiscenza indica intemperanza e frenesia impulsiva, un atteggiamento insito nella persona e che rimane attivo in ogni circostanza.
La superbia come l’orgoglio è un danno gravissimo per ognuno. La superbia equivale ad amor proprio, arroganza, sdegno, vanagloria, altezzosità, presunzione, fierezza, autosufficienza, fatuità, vanità.
La superbia avvelena l'anima fin dal profondo e rende perennemente infelici, vuoti e scontenti della vita.
Tra i sette vizi capitali, la superbia è l’unico che rende inconsapevoli della propria arroganza, anzi nemmeno si considera un vizio.
Occorre umiltà per ammettere che non siamo i migliori di tutti, basta comunque un po’ di buon senso.
Anche le persone più buone possono cadere nei pensieri di vanagloria, non bisogna sorprendersi e semmai occorre vigilare.
Se il fariseo glorificò se stesso, posizionandosi anche più vicino al Santo dei Santi o Sancta Sanctorum, ed era l’area più sacra del tabernacolo prima e del Tempio di Salomone dopo, nei quali era custodita l’Arca dell’Alleanza; il pubblicano non ebbe la presunzione di avvicinarsi, infatti la Parola afferma: “…fermatosi a distanza”.
Questo atteggiamento del fariseo indica tanto nell’uomo di oggi, oltre la presunzione di considerarsi giusto mentre si vive come un disonesto immorale, è anche l’ipocrisia dei sepolcri imbiancati, quelli che si atteggiano a buoni e puri solo perché occupano determinati incarichi ma conducono una vita maledetta.
Questo comportamento non riguarda i buoni cristiani che pregano e si sforzano di osservare il Vangelo e i Comandamenti.
Il pubblicano, invece, rimane in fondo al Tempio, riconosce i suoi errori e ringrazia Dio, rende onore e giustizia alla bontà di Dio. Questo è l’atteggiamento che piace a Gesù e nella parabola esalta la figura del pubblicano, che tutti riconoscevano come uno cattivo, perché esattore delle tasse.
«Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”».
Non è solo il punto di partenza della loro preghiera a distinguere la spiritualità, è anche il fine verso cui rivolgono le preghiere.
Gli atteggiamenti dei due uomini quando pregano e si rivolgono a Dio, spiegano in modo incontrovertibile che non è tanto la vicinanza fisica a renderci spirituali e buoni. È invece la nostra vita, ciò che adora il cuore, se Dio o gli idoli.
Non è tanto la recita di moltissime preghiere a rendere automaticamente migliori i credenti, deve esserci la volontà di voler cambiare e abbandonare la mentalità vecchia per rinascere in Gesù Cristo.
La posizione occupata nel Tempio dal fariseo e dal pubblicano, dicono che non è sufficiente trovarsi fisicamente in un posto migliore o di comando per essere già perfetti e modelli di santità. Oltre alla posizione occupata all’interno del luogo di preghiera, deve unirsi una vita irreprensibile, virtuosa, coerente, devota, umile.
Di sicuro ci sono tantissime persone che non vanno a Messa per varie ragioni, e molto spesso pregano con dolore per la lontananza e l’incapacità di cambiare vita. Proprio come il pubblicano ognuno ripete con amarezza: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Di questi due chi si salverà eternamente? Lo sa solo Dio, noi limitiamoci ad annotare questi comportamenti e impegniamoci nella preghiera umile, costante e fervorosa, chiedendo la conversione di tutti i peccatori.
La Madre di Dio ci proteggerà sempre dagli sbandamenti e dai molti pericoli presenti ovunque.
Pregare non è un’imposizione, è un dono. Non è una costrizione, è una possibilità. Non è un peso, è una gioia. (San Giovanni Paolo II)
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Per te un pomeriggio sereno, gioioso e tanta pace, un sorriso Maria. I piani di Dio sono sempre degni di rispetto. In questo splendido giorno, 8 settembre in cui ricorre la festa della nascita della nostra Mamma Celeste, chiediamo con fede che ci aiuti a comprenderli ma soprattutto ad accettarli. Leggiamo nella liturgia una splendida richiesta a Dio che la festa della natività della Madonna ci faccia crescere nella pace. Ed è effettivamente una festa che deve aumentare la pace in noi, perché ci parla dell'amore di Dio verso di noi.
La nascita di Maria è il segno che Dio ha preparato per noi la salvezza: per questo ha preparato il corpo e l'anima della madre di Gesù, che è anche madre nostra. Dio ha predisposto tutte le cose secondo questa intenzione: "Sappiamo che tutto concorre a nostro bene. Dio ha preparato tutte le generazioni umane in vista della nascita di Maria, in vista della nascita di Gesù, e insieme ha agito con mezzi soprannaturali.
E in questo brano del Vangelo si può dire che appaiono sia la parte naturale che quella soprannaturale, l'una e l'altra necessarie per la nascita di Maria. Tutto dunque ci parla dell'amore di Dio: amore di Dio creatore, amore di Dio salvatore. Oggi dobbiamo, più di sempre, dire a Dio la nostra riconoscenza, la nostra gioia perché egli ha amato Maria e ci ha amati. http://files.iosonolalucedelmondo.it/200000387-73dfb74d70/Maria12.gif
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Buon giorno una felice dominica. Che il signore ci sia vicino e ci sostenga sempre. Ciao.
Un pensiero di Madre Teresa nel giorno della sua canonizzazione.
LA VITA
di Madre Teresa di Calcutta
La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.
http://lh5.googleusercontent.com/-lFkvUU8MomE/VKfknOfUmrI/AAAAAAAANTk/lw-JoO9u7FA/w592-h444-no/544290_557410560943716_1731993480_n.jpg
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