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Napoli, bella Napoli...Sentori del mare sulla pelle, faggiolini e melenzane sott'olio fatti in casa, limoni colti nel giardino proprio qualche ora prima della partenza, salame casareccio, cacciocavallo affumicato e olio d'oliva così limpido che si potrebbe bere... si potrebbe bere ... mi tornano in mente momenti del passato...sorrisi... mi rivedo bambina in quelle case che mi hanno visto da un anno all'altro crescere. Hanno visto anche morire chi -prima- le animava. I muri sono più longevi di noi, perciò bisogna custordirli, amarli e trasmetterli il più intatti possibile alla generazione seguente. Sono pieni di una vita che noi ignoriamo, pieni di un senso che noi trascuriamo, colmi di un passato che noi non vediamo. Ignoriamo, trascuriamo, non vediamo finché giunge l'Ora, la nostra. Amo quei luoghi pieno della mia infanzia, dove ogni albero, ogni pietra, ogni sentore ha un senso, un senso per me. Amo quei muri.
Ho conosciuto la mia bis nonna, i miei nonni e ascoltando loro ho "ricostruito" sentendolo come un mio nuce le radici del mio essere. Quello è la mia identità. È stato un lungo percorso interiore che penso poche persone possono davvero capire, solo magari quei rari figli di emigrati, che come me, non trovando asilo nel proprio paese di nascita hanno cercato un'appartenenza in quella dei genitori.
Di Napoli conosco i canti e le tradizioni popolari, capisco un po' il napoletano, è una lingua molto bella, mi sono interessata della storia della città, dei suoi filosofi, della sua politica...è una città piena di contraddizioni, dove il bello orna i rifiuti e i terrori si perdonono con disinvoltura davanti all'altare: "tant' doveva ì accussì. Chillo dovea murì...". "Era giunta la sua ora!", detto in un italiano schiantato. I napoletani hanno un senso acuto e così realistico del fatalismo, un fatalismo tutto loro, di rassegnazione, ma una rassegnazione dove l'individuo fa suo -rendendolo oggetto della propria volontà- quello che ormai era già da tempo compiuto. Il napoletano si appropria dell'inesorabile facendone una forza, il determinato rendendolo un nuovo possibile. È una città di sangue, dissangue, di santi. E che nne vuo' fà?
Il tassista che mi portava dalla stazione a Posilippo al quale ho chiesto di passare davanti al Beverello (un fattto mio) mi ha chiesto forzando il suo italiano: "Ci deve andare da sola"? In verità, la domanda mi ha sorpresa un tantino, perché di solito i napoletani sono molto "ognuno i cazzi suoi". Mi è venuto naturale rispondergli: "Mi diceva mio nonno la mia còppola ed io simm già assai"... scoppio di risate nel tassì... e mi ha chiesto: "ma Lei è napoletana? " Sono stata molto lusingata dalla domanda... apparentemente la mia battuttina era stata pronunciata col buon accento.... gli ho detto la verità: figlia di emigrati... sapete che mi ha detto? " Eh, allora signurì, prendiamo la scorcciatoia...". Devo ancora una volta al mio caro nonno e la sua còppola che conservo con infinito amore a Ginevra il fatto di aver pagato molto (probabilmente molto molto) di meno il tassì quel giorno...
Napoli deve mentire per soppravvivere, mentire per apparire, mentire per fare a vvedé... e i suoi abitanti fanno come la città. Vivono in un eterno possibile...dietro il fardo della magnificenza (bella e splendida magnificenza quella di Napoli e dei napoletani) v'è una realtà però spesso drammatica: i palazzi se ne cadono a pezzi, la gente anche; per rimediare si mette un po' di calce per imbiacare i muri e si affida al Santo protettore della città la speranza che non crolli e che fa le gente? Che fa? Tace la propria sofferenza, i disssidi interiori spesso incredibilmente strazianti, e buttatasi il fardo in faccia esce caminando la testa alta in mezzo alla strada dicendo a tutti che tutto va bene. E tutti sanno che non è così, perché per loro anche non è così, ma non può essere diversamente. Basta un po' di calce per imbiacare la facciata anche della gente. Tutti bianchi come Pulicinella...balliamo la tarantella?
Avete mai visto "monumento" più bello che la guglia ? Eretta solo per esprimere il Bello. Ecco quello anche è un Trucco. Quella per me è Napoli. Dedicato ai miei amici napoletani ;-) Beatrix |
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