ONE MAN TELENOVELA
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In decalcomania
Post n°26 pubblicato il 27 Giugno 2007 da molinaro
Le poesie fanno strani giri. A volte possono arrivare a essere lette dagli «altri» poche ore dopo essere state scritte, come tre delle poesie di domenica scorsa a Savona, o come una poesia che scrivo di getto e magari metto subito, per esempio, in questo blog. Altre volte le cose vanno molto diversamente. Questa poesia qui sotto, Evanescenza, la scrissi intorno al 1980. Dopo il 1980 ho pubblicato molti libri, ma non l’ho mai messa in nessun libro. Credo di non averla mai fatta leggere nemmeno ad amici. E nemmeno alla ragazza di cui parla (che non so se l’avrebbe gradita, con quell’epiteto del terzultimo verso). Poi nel 2003 mi è arrivata una proposta da una rivista di New York, volevano una mia piccola sequenza di poesie inedite da pubblicare. Io avevo appena messo il meglio di cui disponevo al momento in Entro incerti limiti, delle Edizioni Joker. Ero scarso di inediti. Ma una rivista di New York è un’occasione da non perdere, no? Così ho preso i migliori (pochi) inediti recenti che avevo ancora, e poi ho, come suol dirsi, frugato nei cassetti. E ho riesumato questa poesia di quasi un quarto di secolo prima. Non so perché l’ho fatto. Non credo che all’improvviso mi sia sembrata più bella e più degna di pubblicazione. No, dev’essere stata una cosa così, d’istinto, senza motivo. Forse un attimo di tenerezza per la ragazza in questione, per quegli imbranati e smutandati giri in moto in cui lei... non mi si concedeva. Persa poi di vista presto, magari sarà una grassa signora della buona borghesia vercellese, adesso. In sostanza, ho mandato quella poesia, con altre, a New York nel 2003. Ma le riviste letterarie sono lente anche nei dinamici Stati Uniti, e così solo alla fine del 2006 la poesia è comparsa su una pagina della Italian Poetry Review della Columbia University. E solo pochi mesi fa sono riuscito ad avere per posta una copia della rivista (si vede che la poesia viaggia ancora sui vecchi bastimenti, per traversare l’oceano). Poi improvvisamente sabato scorso a Pozzolo Formigaro, al Festival della piccola editoria di poesia, su un banchetto ne trovo un sacco di copie, della Italian Poetry Review: perché si sono «gemellati» per la distribuzione con un editore italiano, la Casalini Libri. Buona idea. Allora ne ho comprate tre o quattro, e una l’ho subito regalata a Chiara che era con me. Bene. E in sostanza tutta questa faccenda mi ha fatto venire voglia di farvi leggere Evanescenza, poesia rimasta nel cassetto per un quarto di secolo e poi pubblicata, sì, ma solo a New York! Lo trovo quasi divertente, tutto ciò. La poesia non è probabilmente delle mie migliori (se non mi decidevo mai a pubblicarla ci sarà stato un motivo), ma ci volteggia un po’ di quell’ariosa minigonna estiva, in quelle gite lungo la Sesia negli anni Settanta, a far l’amore più o meno libero (più meno che più) sui ghiaioni e nei pioppeti. Beh, lei non con me, d’accordo, io contribuivo solo dandole un passaggio in moto. Era una bella bruna con gli occhi chiari, i capelli morbidi, le cosce solidissime bene scolpite e quella curiosa abitudine di non mettere le mutande. Almeno d’estate. |
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