Un blog creato da molinaro il 04/06/2007

Carlo Molinaro

Pensieri sparsi, poesie e qualsiasi cosa

 
 
 
 
 
 

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Alessandra stasera (e la diversità infinita delle fiche)

Post n°496 pubblicato il 05 Dicembre 2008 da molinaro
Foto di molinaro

Stasera c’è la presentazione in anteprima mondiale assoluta del primo libro di poesie di Alessandra Racca (alle 21.30 a Torino alla libreria Massena 28 in via Massena 28). Il libro s’intitola Nostra Signora dei Calzini, e fa parte della collana Sabotage delle Edizioni SEEd, di Torino. Di Alessandra ho già parlato molte volte e non starò ad aggiungere altro: è brava; se potete, venite stasera in libreria.
Recentemente l’ho sentita di nuovo leggere quella sua bella poesia che parla dei cazzi, sottolineando che sono tutti diversi e assomigliano all’uomo che li... porta. Già varie volte l’ho sentita leggere quella poesia (credo che la leggerà anche stasera) e ogni volta mi è venuta la tentazione di scrivere una poesia complementare, una poesia sulle fiche. Ma mi sono sempre detto: no, Carlo, lascia stare, è troppo ovvio, troppo scontato dare una risposta così. Però ci ho rimuginato, rimuginato; ho pensato che forse non esiste una poesia seria (embè?) sulla diversità delle fiche (così come non ne esisteva una buona sulla diversità dei cazzi, prima che Alessandra la scrivesse). Insomma, insomma, la poesia di Alessandra esigeva una risposta maschile. La esigeva! Oggi mi sono detto: è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo. E non mi sono più tirato indietro. Il risultato è qui sotto, fresco fresco appena scritto. Venite in libreria stasera se potete! Buon venerdì!



LE FICHE

                                             ad Alessandra Racca

Quelle volte nella vita che ho potuto vedere
di una ragazza o donna sia il viso sia la fica
(solitamente prima il viso poi la fica)
non so se è come dice Alessandra per i cazzi
che c’è una somiglianza, c’è una corrispondenza
fra viso e cazzo. C'è fra viso e fica?
Penso a una e mi sembra di sì.
Penso a un’altra e mi sembra di no.
Quindi forse un po’ sì e un po’ no,
la corrispondenza, non so. Quel che è sicuro
è che le fiche sono ognuna diversa
come sono diverse le facce. Intanto
c’è una questione di visibilità:
c’è la fica a scomparsa, che quando sta chiusa
è un piccolo taglietto, quasi non si nota,
e la fica sporgente, rigogliosa, labbrosa,
prosperosa, procace, che s’impone alla vista
anche se lei sta in piedi a cosce chiuse
(intendo nuda – beh certo, ovviamente).
E questa è già una prima distinzione.
Poi ci sono fiche più alte e più basse,
più chiare e più scure, con un colore più simile
a quello della pelle intorno o più diverso.
Fiche più tondeggianti e fiche più a mandorla
(sì, intendo come gli occhi).
Scendendo un poco più in profondità
(fa ridere questo modo di dire? non era
mia intenzione far ridere, quindi
smettete subito) m’accorgo che ci sono
fiche a petalo semplice e fiche a petalo composto,
bocche di scena con un solo sipario
o con più piani di quinte. C’è una valle
più lineare o più contorta, proprio come
la valli fra i monti. A proposito di monti,
anche il monte di Venere con la sua maggiore
o minore altimetria cambia la panoramica
della fica. Sì, le fiche sono tutte diverse;
anche il pelo è diverso, di colore,
di densità, è liscio oppure riccio,
compatto o rado e così via. Le fiche
sono poi anche più strette o più larghe,
ma qui per favore evitiamo di scadere
in discorsi da bar. Alla mia veneranda età
non saprei dire con certezza se il largo di una fica
sia collegabile al tempo e alla storia,
a quanti cazzi e/o quanti figli e come:
tendenzialmente mi sembra di no:
ho fatto dell’agevole fist fucking
a ventenni inesperte e ho trovato
meno strada in più anziane e plurimadri
donne della mia età. Dipende certo
da un insieme complesso di fattori,
come dicono nei resoconti scientifici
quando non sanno più che cosa dire.
Come pure che la fica si bagni
più o meno in fretta e più o meno copiosamente
dipende da troppe cause (ivi compreso l’uomo,
e dunque nella fattispecie io, e poi
l’umore, il giorno, la luna di traverso)
per poter fare una classificazione.
Una cosa che mi son sempre chiesto
è se la fica, come il cazzo, abbia
una sua impertinente indipendenza,
cioè faccia a modo suo anche in contrasto
con ciò che vuole la ragazza o donna.
Alessandra in un’altra sua poesia
dice di sì, che è così. Sarà
dunque vero; però secondo me
la fica un po’ più docile lo è,
rispetta un po’ di più l’innamorarsi
della donna o ragazza. In questo il cazzo
è un disastro, un disastro insuperabile,
si fa davvero sempre i cazzi suoi,
credi, lo garantisco.
Comunque, concludendo, sì, ogni fica
è una fica diversa: posso dunque confermare
che la situazione è speculare
a quel che dice Alessandra dei cazzi:
non ce n’è uno uguale a un altro.
Dimenticavo: per la fica c’è da aggiungere
oltre alle differenze naturali
la differenza delle acconciature,
insomma il taglio di capelli: c’è
quella tutta nature e quella tutta
rapata, e tutte le varianti intermedie:
il pelo solo sopra, solo al centro,
solo un ciuffetto o una strisciolina,
e in altri modi ancora. Sì, davvero,
c’è una miriade di fiche diverse.
Se ci sia corrispondenza fica-viso,
ripeto, non lo so. Penso ai casi concreti
e non so dire. Ogni caso è un caso
e non so dire, mi confondo, non so.
La verità è che quando penso a una fica
penso alla ragazza tutta intera:
e dato che quasi sempre se le ho visto la fica
vuol dire che c’è stata o c’è una storia,
e dato che le storie d’amore sono belle,
sono le storie più belle di tutte,
finisce che pensando alle fiche un po’ sorrido
e un poco mi commuovo, e poi non so.

 
 
 
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