ONE MAN TELENOVELA
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Max a Vercelli
Post n°534 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da molinaro
Ieri sera sono stato a Vercelli a sentire un concerto di Max Manfredi alle Officine Sonore: ne trovate una sorta di cronaca diretta via sms nei commenti del messaggio precedente – compreso il viaggio di ritorno con suicidio. Max ha presentato il suo nuovo disco Luna persa. Però nel video qui sotto, che ho filmato appunto ieri sera, ci sono due pezzetti di canzoni «vecchie» che amo molto: Fra virtù e degrado e La fiera della Maddalena. Per quelle nuove, consiglio l’acquisto del disco: è una spesa ben fatta! Il concerto è andato bene, anche se c’era un po’ di dispersione: una parte del pubblico si faceva i cazzi suoi e ogni tanto i musicanti si sentivano a malapena, come dice proprio una canzone di Max. Ma c’è stato modo lo stesso di apprezzare la musica di Max, accompagnato da Marco Spiccio alla tastiera e da... da... un altro della Staffa, il suo gruppo, ma non ricordo chi (mi scuso: non sono un buon giornalista). Mi sono sentito strano mentre attraversavo (nell’andare, nel tornare) una Vercelli di ghiaccio. Prima sono stato all’ospedale a trovare un’amica, e mi sono ricordato di quando ci portarono mio padre, peraltro già morto. Potrei dire ci «riportarono», perché tre o quattro ore prima era lì a lavorare, come medico. Sono rimasto un’oretta nella camera dell’amica che sono andato a trovare. Non è passato nessun altro. Non parenti, non amici, nemmeno infermieri o medici. L’ospedale sembrava un edificio abbandonato. Alla camera ti fanno accedere da una balconata esterna, come fossero camere di ringhiera: credo sia una precauzione sanitaria (è il reparto infettivi). Ho provato una sensazione di distanza infinita da tutto. Però io c’ero, con l’amica; e però poi c’era Max con la sua musica; e in mezzo mia madre, con la pasta e fagioli, lei che nella sua grande casa tiene accesa sempre solo una lampadina. Punti luce separati da distese di neve grigia ghiacciata. Bisogna raggiungerli e tenerli insieme, perché la vita non si disfaccia. Non dovrò mai disimparare a saltare il roveto con un passo da equilibrista, come dice una canzone di Max. Anche se sono un equilibrista goffo. Buona domenica! |
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