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Post n°541 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da molinaro
Questa volta c’è la recessione è arrivata dopo tanti allarmi dopo tutte quelle volte che i borghesi facevano spallucce e dicevano ma dov’è la crisi i ristoranti sono sempre pieni.
Io i ristoranti adesso non so dire ma la ditta che mi dà il lavoro annuncia altri licenziamenti e un amico scrive da Savona altri tremila in cassa integrazione e ho letto stamattina sui giornali che licenziano anche le multinazionali licenziano nel mondo dappertutto a Torino chiudono altre fabbriche e a Vercelli altre fabbrichette pure un’amica che fa le marchette dice che ormai son pochi sporchi e avari gli amanti degli amori mercenari.
Mia madre dice sei privilegiato che se rimani proprio uno spiantato puoi venir qui nella casa al paese così risparmi l’affitto del mese.
Sì certo sono già un privilegiato che non finisco sotto un porticato con i ragazzi che mi danno fuoco per divertirsi tutti insieme un poco.
Però là nel paese della bassa la casa è silenziosa e quando scende il freddo della sera con la nebbia o anche senza nebbia puoi avere internet sky e tivù digitale wap gsm umts telefonia satellitare ogni tecnologia per comunicare avere tutto il cazzo che ti pare la solitudine ti filtra nelle ossa ti prende per la gola e alla finestra s’affaccia l’urlo di Edoardo Munch con i biscotti della nonna e un punch.
Già due o tre amici non ce l’hanno fatta e stanno sotto terra a riposare quindi se posso vorrei evitare il privilegio di rimpatriare ma questa volta c’è la recessione son cazzi acidi sarà sempre più dura però se posso vorrei evitare e quindi cerco qui di lavorare di trovare ancora da lavorare anzi se avete da proporre qualcosa per integrare io guardate sono qua per esempio oggi pensavo che potrei fare piccoli trasporti in città e cintura con la Panda che tirando giù il sedile un po’ di roba ci sta.
Poi quando penso queste cose ho come un senso di smarrimento vedo la vita tutta mescolata col tempo che passa e la disgregazione così succede che a me la recessione provoca degli sbalzi d’attenzione come dei vuoti d’aria d’emozione.
Mescolo tutto nella testa il lavoro che manca il poco tempo che resta le ragazze che mi mandano a cagare quelle che invece mi riescono ad amare le corse che faccio per vedere qualcuna le notti che perdo a guardare la luna mia figlia che anche lei la recessione la patirà e mio figlio e i nipoti le tasse universitarie la giustizia sociale le stronzate l’impiego interinale i ricchi che quando qualcosa ti va male fanno eh eh ma che ci posso fare e stanno lì col capo a ciondolare e io sul muso gli vorrei sputare che se non ci fosse tutto questo casino tutto questo liberismo assassino di sfruttamenti da subappaltare io magari un posto da postino me lo potrei trovare che da bambino il postino era il secondo dei mestieri che sognavo il primo era il tranviere.
Questa volta c’è la recessione ed è tutto sballato tutto messo così male non nasce neppure quella povertà solidale che fu il conforto nelle recessioni delle passate stagioni no qui tutti se ne sbattono i coglioni si recede ognuno per i cazzi suoi con brutti sguardi da che cazzo vuoi comunque se qualcuno ha da fare piccoli trasporti di pacchi o scatoloni datemi un colpo di telefono e vediamo tenete solo conto che nell’eco-ztl sono euro2 e non ci posso andare.
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[Nell'immagine in alto, pellegrini a Oropa nel 1955; nel video in basso, la canzone Un uomo di Eugenio Finardi in un concerto.]
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