ONE MAN TELENOVELA
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L'egoismo. Il mio, specificamente
Post n°556 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da molinaro
Faccio un poco (poco) di volontariato con gli immigrati, e perciò ne conosco alcuni. Conosco soprattutto romeni, perché parlo abbastanza bene la loro lingua. Ne conosco più approfonditamente due o tre, in particolare uno, un mio coetaneo che in Romania era un dignitoso impiegato e che alterne vicende hanno portato in Italia a fare lavoretti precari (che gli pagano tardi, male o mai) e a dormire in un’auto abbandonata. Viene spesso da me, gli faccio traduzioni di documenti, gli cerco dati utili in rete, gli offro un caffè, una telefonata, a volte qualche spicciolo, gli trascrivo e stampo le ricerche di lavoro, ascolto le sue storie, dove c’è il nostro mondo visto da fuori. Siamo diventati un po’ amici, mi ha portato dalla Romania un vasetto di miele e dei salumi affumicati. Questo è un freddo inverno che non è ancora finito. Lui dorme in un’auto abbandonata. Io ho un alloggetto ben riscaldato, due camere e cucina. Oltre al mio letto matrimoniale ci sono un divano letto e una brandina, che uso quando vengono a trovarmi amici che ospito. Non ho mai proposto all’amico romeno di venire a stare da me. Fuori fa un freddo boia. Qui ci sono due camere riscaldate. Non gli ho mai proposto di venire a stare da me. E più ci penso più trovo che questa cosa è mostruosa, e non ha nessuna, nessuna giustificazione valida. Oh, certo, di motivi ne trovo quanti ne voglio. Se si installa da me non se ne va più. È una brava persona ma non ho voglia di convivere con lui. Ho il diritto alla mia casetta, alla mia intimità, a farmi i cazzi miei come e quando voglio. Ce ne sono centinaia di migliaia come lui e allora perché proprio io dovrei ospitare proprio lui. Ho da lavorare e da cercare lavoro, che se no fra poco finisco pure io in un’auto abbandonata, che riesco a malapena a pagare l’affitto. Perché mai dovrei mettermi in casa un estraneo. Poi magari dato che c’è posto porta gli amici. Poi io mangio alle tre di notte e lui magari ha altri orari. Insomma perché dovrei farmi sconvolgere la vita, poi non ce la faccio e divento nervoso e lo insulto magari. Mi rovino la vita. Eh, come si fa. E così via. Bei motivi, motivi condivisibili, i motivi di tutti. Quasi certamente lui farebbe lo stesso al mio posto. Si dà per scontato: e in effetti mica mi ha mai chiesto di venire a stare da me. Mica me l’ha mai chiesto. E poi dovrebbe pensarci la collettività. Con tutti gli spazi vuoti inutilizzati che ci sono, i fabbricati sprecati, le case sfitte. E invece chiudono di notte le stazioni ferroviarie, per togliere anche quel minimo rifugio. Bastardi. È colpa di questa società di merda. Che c’entro io? Io faccio già la mia parte. Persino il volontariato. Stronzate. Io, personalmente io, ho un alloggetto riscaldato e lui, propriamente lui, persona che conosco, dorme in un’auto abbandonata, in questo inverno gelido. Non ho nessuna giustificazione. Non sono meglio di nessun altro. Sono un egoista e uno stronzo, e ogni altra analisi è solo una divagazione di comodo, una scusa. Vivo di divagazioni e di scuse, come gli altri, e non ho nessuna giustificazione. Che giustificazione c’è davanti a chi dorme al freddo in un’auto abbandonata? Non essendo un cristiano cattolico, che a questo punto tirerebbe fuori inutili e comode cose extraterrene, tipo Dio e la misericordia e il peccato, e non credendo neppure in altre religioni o filosofie, mi fermo qui, davanti al gelido inverno, dentro il mio alloggetto riscaldato. Non ho altre parole da aggiungere. Niente. |
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