Carlo Molinaro

Pensavo ai divani. Forse perché sono stato dalla commercialista. In realtà nello studio della commercialista non ci sono divani, ma gli studi professionali fanno pensare ai divani, a quelle case un po' non case dove i divani hanno le fodere. E ce ne sono ancora tanti di divani con le fodere. Io adesso impiego circa due minuti, se mi siedo su un divano, a far scendere a terra tutta la fodera. Perché sto molto composto, da adulto: da ragazzino ce la facevo in venti secondi netti. E mi è venuta una poesia sulle fodere dei divani. Buona serata.

[Nell'immagine, chiaroscuro di collo e di maglia. Che cosa c'entra? Nulla, ovvio.]

LE FODERE DEI DIVANI

Le fodere dei divani si sa
che appena uno si siede
- specialmente se a sedersi è un ragazzo -
scivolano, s'avvolgono, s'infilano
fra sedile e spalliera, fra sedile e bracciolo
s'increspano come trippa alla romana
e finiscono giù sul pavimento
sotto i piedi, sotto le scarpe da ginnastica
a sporcarsi di terra.

Eppure le mettono ancora:

per il piacere di sgridare chi si siede
- specialmente se a sedersi è un ragazzo -
o per preservare il divano
dall'essere divano; oppure
perché hanno in mente un'idea di persona
che siede immobile come senza sedersi,
rigida, compìta - e risponde
solo se viene interrogata e sempre
con le risposte giuste.