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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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PENSANDOCI SU...FORSE SIAMO TUTTI TROLL
Il "TIME" ha recentemente dedicato una copertina ai "Troll" approfondendo con un articolo di Joel Stein, il fenomeno di costoro che appellati e disegnati con una immagine ormai nota su tutto il pianeta, hanno infangato la rete tanto da ridurre i social in particolare, ad una cloaca putrida, melmosa e purulenta. Ho voluto approfondire il tema e mi sono soffermato in particolare sugli aspetti deleteri del problema, ovvero, un manipolo (più o meno numeroso) di utenti che nascondendosi dietro un perfido e proditorio anonimato, attaccano virtualmente altri colleghi internauti: non è tutto occasionale e fortuito, no, la mossa è ben studiata, la vittima è scelta a caso o per motivi personali del troll, ma la tattica e l'atteggiamento da perseguire, sono da manuale ricco di suggerimenti. Se uno di noi leggesse le caratteristiche di un troll in azione e le sue strategie preferite, non si riconoscerebbe mai lui, non avrebbe nei suoi quotidiani atteggiamenti, nessun dettaglio che potrebbe associarlo ad un rompiscatole. Siamo tutti rispettosi degli altri, condividiamo, discutiamo e chiacchieriamo come nessun troll farebbe mai. Pertanto, nell'asserire con fermezza che non è la rete sotto accusa, dobbiamo prendere atto che è il navigatore maledetto che sceglie in piena consapevolezza di comportarsi da vero troll e udite udite, più il meschino si cimenta, più insiste e più ci incazziamo aiutandolo nella sua professionale carriera di troll. Lo so, difficile accettare tutto ciò, ma rendiamoci conto che alla fine la scelta è tale che fare proseliti, avere seguito e produrre "prodotti fognari", non è poi così difficile. Il buon Tommaso Ederoclite che si è interessato all'argomento e che di social, rete e web è molto pratico, ha messo più attenzione di tutti in questo articolo del TIME e analizzando profondamente il caso dei troll, è giunto alla conclusione che forse sarà il caso di cambiare immagine e nome per identificare costoro che fanno scempio e vittime a caso o meno, nei social. Tommaso è uno che non lascia nulla al caso e se c'è da esporre una idea, una posizione personale, scrive senza fronzoli ciò che pensa e certamente, non incontra sempre chi sia d'accordo con lui, anzi, spesso scatta il confronto dialettico, la conversazione assume toni più accesi e duri, ma spesso scattano anche minacce, offese dirette e maligne. Ebbene, non è difficile che accada ma quando poi si passa al confronto con un troll allora le cose si complicano e diventa difficile fronteggiare il nemico. In un caso recente, il nostro amico ha dovuto abbandonare la piazza, per tirarsi fuori no dalla discussione, ma dall'attacco vile e carognesco di troll non identificati. Concludendo, non è la rete a generare queste creature immonde, ma siamo noi che spesso e in buona fede, non badiamo al nostro linguaggio, al rispetto di chi comunica con noi, alle idee che non coincidono e alle posizioni estremiste che poco gradiamo. Lui Tommaso, si è assunto le sue responsabilità, evidentemente non sempre si è preoccupato di rispettare gli interlocutori: intendiamoci, non lo si fa a bella posta, siamo talmente presi che a volte la parola corre per un suo moto inerziale e non governiamo opportunamente il pensiero che faccia lega con la lingua! Chi si riconosce anche se non lo pensa e tenderà a migliore linguaggio e posizioni, contribuirà alla bontà della rete e dei social; il troll se tenuto fuori dal "dibattito", non avrà vita facile e cambierà strategia. Pertanto non rappresentiamo più i troll con l'immagine solita, ma mettiamoci la nostra faccia: se troll lo siamo tutti, che si sappia in giro!
"La tecnologia non è né buona, né cattiva, ma nemmeno neutrale". (Kranzberg).
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