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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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FACCIAMO CHE LA BUROCRAZIA VIVA PER SEMPRE
Ebbi modo tempo fa, di sottolineare come l’assunzione di venti nuovi direttori destinati ai maggiori e più importanti musei e/o siti d'arte italiani, avesse procurato nel giro di un paio di anni, buoni risultati per efficienza e per produttività dei luoghi a loro assegnati. Nel ricordarvi che dei venti vincitori del bando, cinque di essi erano stranieri, evidenziai in particolare i grandi progressi rilevati in senso alla Reggia di Caserta affidata ad un italiano e il forte impulso dato agli Uffizi di Firenze dal nuovo direttore Eike Schimdt: risultati commentati con ampia soddisfazione dal ministro Franceschini che si augurava fosse un buon viatico per il futuro di tutti i nostri musei e i nostri siti artistici e archeologici. Beh, ci dicemmo, finalmente qualcosa si muove tra tanto immobilismo e novità promettenti per turismo e cultura che sono priorità essenziali per noi italiani. Finito qui? No, assolutamente no, ci ha pensato la burocrazia e quella paurosa macchina del TAR a buttare a mare metà del lavoro fatto: i cinque stranieri devono lasciare l’incarico perché non spettavano a loro quei posti! Franceschini, ha mestamente replicato: "Io sono un avvocato ed un uomo politico con una certa esperienza quindi so bene che le sentenze vanno contrastate nelle sedi proprie giurisdizionali e vanno rispettate. Detto questo mi chiedo che figura faccia il nostro Paese di fronte al resto del mondo. La riforma dei musei italiani, la selezione internazionale per i direttori pubblicata sull'Economist ha fatto discutere il mondo della cultura, ha avuto appezzamenti in tutto il mondo ed è originata da una norma di legge del cosiddetto decreto art bonus che ha individuato questa procedura particolare per i direttori dei musei". Il Tar del Lazio, alla presentazione di ricorso da parte di esclusi alla assegnazione, ha annulla le nomine di 5 direttori. Il bando del concorso non indicava esplicitamente che potessero accedere anche cittadini di nazionalità europea, inoltre, stando alla lettura del dispositivo pare che: ”a rafforzare la sostenuta illegittimità della prova orale, la circostanza che questa ultima si sia svolta a porte chiuse", mentre in altri punti si parla di criteri magmatici nella valutazione dei candidati. Questo non è solo un paese di anziani, è un paese vecchio nelle leggi, regole e norme che regolano le istituzioni. Che tristezza, che mestizia, che amarezza. Chissà come andrà finire la gag….da cabaret! Forse non era solo il Cnel che si doveva e poteva abolire.
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