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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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TRA UNO SHOPPING E L'ALTRO...MEDITATE
Stiamo per chiudere una fase molto critica ma favorevole per quanto riguarda le compere o come dicono quelli che parlano bene, lo shopping. Con l'avvio dei saldi invernali, stando ai rilevamenti effettuati, ogni italiano dovrebbe spendere poco meno di 150 euro per sfruttare le grandi occasioni del prezzo favorevole. Il procedimento è il solito: durante le feste si adocchia il capo o le calzature che interessano molto e nel periodo dei saldi, si acquistano precipitandosi presso il negozio dove sono intravisti. Spesso capita anche che per un colpo di teatro, scompaiano e non sono più reperibili. No, non è per caso o perché si sia giunti in ritardo, è solo che alcuni oggetti non vanno sotto saldo, sarebbe troppo facile venderlo con uno sconto appetibile. Quindi grande corsa, grande attenzione e la spesa fila che è un piacere; se poi aggiungiamo i quasi due miliardi e mezzo per i due cenoni, allora siamo al top. Non considero ovviamente le vacanze fuori casa, per quelle vale la grande disponibilità dei più agiati. Insomma, siamo a spendere bene o male cifre molto interessanti. Sappiamo anche che tra chi si muova per lo shopping, vi sia chi soffra (purtroppo) di compulsione acuta, ovvero, spendere senza pensarci su, senza cura e attenzione per le cifre che si sborsano. Prendiamo atto e cerchiamo di non dimenticare che questo sciallare danaro senza ritengo per gli acquisti, è pura e semplice patologia, è una malattia irrefrenabile e la conseguenza è mera dipendenza dagli acquisti. Il disturbo psicologico agisce sul comportamento incontrollabile e senza accorgersene, ci si trova dinanzi a conti iperbolici. Tanto per essere chiari: i parenti di una donna di 49 anni del pavese, hanno dovuto rivolgersi al giudice per inibirla definitivamente: in pochi anni la donna ha speso 30.000 euro in abbigliamento e calzature. Sequestrati soldi e carte di credito, la donna non potrà più disporre del danaro necessario per fare le sue brave compere e i parenti indicati dal giudice, dovranno disporre volta per volta, quali somme potrà gestire per i suoi acquisti. A parte il "dispiacere" dei commercianti, mi sembra cosa buona e giusta, anche se ognuno potrebbe fare il suo comodo con i suoi soldi. Ma in questo caso è la patologia che aliena e quindi per "proteggerla", è l'unico modo per non portarla sull'orlo del baratro. Pertanto, occhio alle spese, siate moderati e non raccontante molto in giro su ciò che consumate per il vostro shopping. Compulsione a parte, a volte la follia cambia nome, ma sempre tale resta.
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