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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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ANDATE A ETICHETTARE IL...PARMESAN!
...e veniamo al punto focale, oggetto del post di cui ieri vi ho proposto la prima parte. Questa è la famigerata etichetta che potrebbe apparire su tutti gli alimenti e vini venduti in grandi strutture. Niente di difficile, A-B-C-D-E coloratissime per essere lette immediatamente e a partire da quella posta in evidenza, indica la qualità, i dati precisi per suggerire a chi voglia mangiare sano, con calorie limitate e in generale, cibo di livello superiore. A questo sistema l'Italia si oppone vigorosamente perché, giocando sul vago e sull'astuzia, i calcoli fatti per poter stabilire quelle doti a cui ho accennato più su, si arriva volutamente in modo scorretto. Il sistema è partito dalla Francia, negli anni si è affinato e diffuso in altre parti d'Europa e ora la UE pare propensa a rifilarci il "mambrone" che ci condanna a cancellare tradizioni, bontà e valore dei nostri prodotti alimentari di fama mondiale. L'elaborato nutrizionale di analisi ed etichettatura, nasce in modo sconsiderato tenendo conto che certi alimenti, sono stati presi con riferimenti di peso sbagliati: parlare di cento grammi non è fattibile se ci riferiamo a un pasto. L'olio extravergine d'oliva, uno dei nostri punti di forza, viene citato scorrettamente: chi assume in un pasto cento grammi di olio? Chi mangia in un pasto un corposo pezzo di Parmigiano Reggiano? E così via, si calcola su misure errate e quindi il confronto, perde veridicità a favore delle fibre, mentre ne escono penalizzati quegli alimenti contenenti grassi, sale in eccesso, zuccheri ecc.ecc. Spero di essere stato chiaro, nel caso non lo fossi stato, vi invito a rendervi conto anche in rete, clikkando nutri-score per entrare nel merito di come sia eseguita l'analisi dei vari e tanti prodotti. Vi avverto subito: si tenta di colpire la nostra diffusa "dieta mediterranea" laddove i prodotti contrassegnati con le ultime lettere, per esempio la D e la E, sarebbero da scartare perché pericolosi per le diete molto leggere e basate certamente su altri cibi...che non fanno parte della nostra cultura e tradizione alimentare. Occhio quindi, stanno per fregarci, ci butteranno fuori dai mercati se passasse in Europa il sistema delle etichette farlocche e poco pertinenti alla realtà. Una persona che sparge sul proprio primo piatto, una decina/ ventina di grammi di Parmigiano Reggiano grattugiato, non è pazzo e non è nemmeno fesso: sa cosa sta mangiando e quanto ne stia mangiando per un pasto. Oppure per un buon vino italiano: berne un bicchiere non è come berne mezza bottiglia...a pasto. Meditate gente, meditate!
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