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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Eccola la bestia immonda, l'arma maledetta di cui si servono per stabilire gli ascolti tv, lo share e l'auditel. Poiché siamo pecore matte (Dante mi perdoni), siamo vittime e allo stesso tempo carnefici, grazie al possesso di questo armamentario che serve per ottenere dati che un volta raccolti, forniscono dopo una"opportuna" elaborazione, i risultati delle rilevazioni definendo in assoluto chi vince e chi perde. Nato nella metà degli anni ottanta, questo sistema vige ancora grazie ai diretti interessati, ovvero, le emittenti TV e gli sceicchi della pubblicità che dispensano soldoni per gli inserti sul piccolo schermo. Come funziona questo giocattolo malefico che induce alla tentazione coloro che devono elaborare? Sono coinvolte circa 15.000 persone, oltre 5000 famiglie e quasi 10.000 "meter" che sarebbe il trasmettitore dei dati. Si scelgono tramite sorteggio (?) le famiglie e si affida ad ogni componente un telecomando che viene personalizzato con il compito di usarlo come tutti i normali telecomandi. Ogni volta che il "titolare" dell'orpello vede la tv, digita il numero che lo identifica, lo usa e lo deve spegnere dopo aver finito di guardare il programma. La notte, tra le due e le cinque, i dati raccolti durante la giornata dai componenti vengono inoltrati tramite telefonia al centro elaborazione e il gioco è fatto: 9/10 elaborazioni al mese e si procede. Chi si preoccupa della manipolazione è una società privata e cannibalizzata dai proprietari che sono Rai, Fininvest, Fieg, Società Pubblicitarie ecc.ecc., significa quindi che nulla è ufficiale e nulla è legittimo se dietro ci sono carriere che si formano o si distruggono e televisioni che decidono i destini dei grandi inserzionisti. Il problema nasce a monte e non a valle: i componenti possono anche per errore scambiarsi i telecomandi e poiché nelle valutazioni dei dati conta anche l’età, non so cosa accadrebbe se un giovane di 13/14 anni guardasse la tv a notte fonda. Poiché alla definizione dei dati concorre la classificazione della famiglia attraverso l’età, siamo già messi male per l'attendibilità. Pertanto, un programma che faccia il 50% di share che vale la metà circa dei televisori in Italia, non si riferisce a decine di milioni di spettatori, ma solo alla metà del campione Auditel, grosso modo a 2.500 famiglie. Si parla di milioni di spettatori quando in realtà potrebbero essere migliaia: questo è il grosso problema! Non si può spacciare il gusto, la scelta di poche persone e asserire che sia l’orientamento dell’Italia intera. Siamo difronte a dati irreali, manipolati con maestria e magari si servono di quei maledetti algoritmi che dobbiamo temere solo a sentire il nome. Che polli siamo, quanto poco basti per portarci in carrozzella con la tv degli sprovveduti, dei miracolati, dei fancazzisti e dei guardoni. A proposito, è mai capitato a qualcuno di voi di essere scelto a campione per detenere il giocatolo malvagio? Io da quando ho messo su famiglia e pago il canone, mai, mai interpellato e mai una gioia! E di tempo ne è passato...lo giuro!
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