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« LA CHIESA E LA FEDEMIX ESPLOSIVO: NOIA E GIOCO »

CIAO FRANCESCA, COME VA?

Post n°3174 pubblicato il 27 Marzo 2019 da monellaccio19
 

 

 

Potere della comunicazione: qualunque sia il mezzo, oggi si può! Intanto mi permetto riportarvi questo piccolo esempio di "abbordaggio" che se è nuovo nella realizzazione, è vecchio per come sia accaduto. Leggo la notizia (amena e quasi impossibile) e il cassetto dei ricordi si è aperto rimandando alla mente la mia giovinezza. Noi ragazzi in quel tempo, non abbiamo goduto della tecnologia e  per abbordare una ragazza per strada, ci siamo lasciati prendere dalla fantasia e dalla follia.  Il "Permette signorina..." era già superato in quei mitici anni, e nessuna ragazza seria abboccava alla frase d'obbligo: partiva un ceffone se doveva andare male, oppure un "NO" freddo e distaccato, per andare...peggio. Ricordo un azzardato tentativo di approccio ad una ragazza carina, incrociata per strada in centro: eravamo in quattro o cinque amici a passeggio e io, colpito dalla grazia della giovane, mi sono distaccato dal gruppo e quasi a bloccarle il passo, le ho sorriso dicendole: "Ciao Francesca, come va?". Fatalmente lei ha avuto un attimo di incertezza, i miei amici hanno proseguito comprendendo che stavo tentando con un sistema che all'epoca non poteva riuscire: troppo furbe le ragazze di allora. Ci togliamo dal centro del marciapiede e mentre mi stringe la mano che le porgevo, ebbe a chiedermi stupita: "Ma ci conosciamo? Non ricordo...ti chiami?". In quel preciso istante capii che avevo avuto fortuna, avevo azzeccato il nome e il "lavoro" era divenuto più facile: "Mi chiamo Carlo e....", Partii con una lunga serie di segnali per indurla a ricordare ciò che non avrebbe mai potuto rammentare visto che era tutto inventato su due piedi; eppure, non so come e per non portarla alla lunga, percorremmo Via Sparano per giungere alla stazione centrale. Chiacchieravamo con piacere, io citavo una festa a cui ci eravamo conosciuti e lei, non so se pienamente convinta, faceva finta (forse) di seguirmi e ridevamo su certi dettagli, su alcuni particolari, finché giungemmo alla stazione: "Dove vai Francesca?" chiesi per regolarmi sul da farsi: "Devo fare un salto a Foggia, devo incontrare una persona, che fai mi accompagni?". Oh poffarbacco, vuoi vedere che questa ci sta?". Non poteva passarmi altro per la testa visto che tutto era iniziato così quasi per gioco. Faccio il biglietto, saliamo sul treno per Foggia e continuammo cordialmente e con molto piacere, a chiacchierare come due vecchi amici. Appena vicini alla stazione di Foggia, ci preparammo per scendere, ma ecco il colpo basso: "Che fai Carlo? Non puoi scendere, sul marciapiede mi aspetta il mio fidanzato, ora devi solo tornare indietro!". Mi crollò il mondo addosso, non riuscii nemmeno a biascicare una parola che avesse senso: "...ma...scusami....io non volevo importunarti...". "Certo che no, avevo capito tutto, ho intuito il tuo scopo ma ammetto che sei stato elegante, signorile e molto convincente. Credimi, ho avuto piacere a passare tutto questo tempo in tua compagnia". Tornai a casa e vi prego credere, ero felicissimo per come erano andate le cose. Una bella serata, un modo originale per passarla in buona compagnia. Oggi invece, il giovanotto che ha incrociato  sulla metro una ragazza con la quale ha scambiato un sorriso mentre lei scendeva e lui rimaneva sul treno, ha lasciato il segno: lui ha preso il classico colpo di fulmine e grazie a Instagram, ha postato i dati per cercare la giovane che lo ha colpito di brutto. Si è attivato lo spasimante, tutto e accaduto a Torino e il messaggio sta facendo il suo giro sperando che raggiunga la ragazza che si riconoscerà nella descrizione. A lui non è bastato tutto questo e oltre a chiedere di mantenere il post, ha aggiunto un altro manifesto con più elementi per centrare il bersaglio. Gli auguro che riesca nel suo intento, queste sono le storie che mi piacciono: affinità con storie vecchie di oltre cinquantanni vissute in modo diverso ma se permettete, nonostante la mia "sconfitta", è un avvenimento che conservo sempre nel mio cassetto della memoria. Altri tempi...ma stesso cuore!

 
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