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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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L'argomento non è nuovo, non perdo le buone occasioni per parlarvene e credetemi, ci metto il sentimento con un pizzico di rabbia. Già, il risentimento per la negligenza e l'ostilità verso il "sistema" che non tiene conto delle effettive situazioni e non trova il modo per superare le barriere così dette di...genere! L'Associazione "Women for Oncology Italy" ha svolto un'indagine incentrata sull'esperienza maturata in piena emergenza Covid-19: Professionisti medici, Specializzandi e infermieri, tra le seicento persone intervistate, il 75% sono donne. Ebbene, la maggior parte di queste persone impegnate in prima linea, vive lontano dal contesto familiare, ossia non si azzarda dato il momento molto delicato, a condividere con i propri cari il rischio di contagio pandemico. Una scelta obbligata e di buon senso che evidenzia come siano costretti a vivere lontano dai figli, dal coniuge e in molti casi, dagli anziani genitori. Un problema non solo di affetti condivisi, ma una mannaia che pende su costoro che pur appartenendo ad un stesso nucleo familiare, devono star divisi per salvaguardare la buona salute di tutti. Oltre a tutte le percentuali riportate dall'Associazione che si sia preoccupata di effettuare l'indagine, una sola ci interessa particolarmente: la maggioranza sono donne, le donne sono coloro che sopportano il peso massiccio della prima linea, della trincea. Le task-force, messe su dal governo per avere a disposizione commissioni di controllo per supporto scientifico, medico e sociale, purtroppo sono composte da uomini: centinaia e centinaia di uomini occupano posti importanti e pochissime donne sono state invitate. Eppure, insieme a tanti bravi ed eccelsi protagonisti e professionisti in tanti campi, potevano essere inseriti colleghi donne all'altezza dei maschi e con uguale o maggior competenza. In una situazione così tragica e drammatica, non è ammissibile notare la mancanza delle donne coinvolte per la risoluzione dei problemi. Mi hanno colpito molto le due facce della stessa medaglia: le donne in prima linea sul fronte ospedaliero, le donne "messe da parte" per occupare i posti importanti in seno alle commissioni. "Le donne sono la metà del Paese, si sono accollate i maggiori pesi nella gestione quotidiana di questa prima fase e voi le avete ignorate e pensate ancora di gestire il mondo come se fosse una cosa da uomini". L'onorevole Carfagna, in un suo intervento alla Camera, ha accusato il governo per una mancanza pesante e irriguardosa per le donne italiane. Conte non ha nemmeno risposto alle insistenti richieste del gruppo #datecivoce per la presenza delle donne, là dove si gioca la partita ITALIA, ma ahimè...le donne sono sempre in fuori gioco, tanto che il guardalinee si è stancato di stare sempre con la bandierina alzata.
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