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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Accidenti che scossone, che colpaccio ha messo a segno la catena dei super/ipermercati dell' "Esselunga". La buon'anima di Caprotti che ha lasciato questo mondo alcuni anni fa, lascia il segno indelebile della sua politica aziendale e commerciale e i figli che hanno in mano le redini dell'impresa, hanno intrapreso la strada giusta per allargare il loro raggio d'azione. Ricordo quando Caprotti si batteva contro i governi del suo tempo: grandi possibilità al nord Italia, concessioni date per aprire sempre nuovi punti vendita, ma appena tentava di scendere verso il centro e il sud Italia, c'era il veto della Coop: in mano alla sinistra, non accettava che il concorrente più diretto, fosse a occupare spazi concorrenziali. Infatti, la Esselunga rimase per anni e anni ferma al nord, mentre la Coop occupava letteralmente la metà del paese, con aperture a catena. Giunsero così i primi grandi centri commerciali e l'Italia voltò pagina. Caprotti, grande e solerte imprenditore, ebbe una grande idea per stare sul mercato e aggiunse una celebre battuta per etichettare la sua attività: "Esselunga: Falce e carello". Questo incipit mi porta a ciarlare del grande colpaccio di questi giorni: avrete notato il nuovo spot televisivo sulle tante reti, ebbene, nessuno avrebbe mai pensato a quella comunicazione, a quella scelta per molti discutibile. Eccovi il video:
Molto bello e intelligente, lo spot ha avuto il potere di aprire discussioni e critiche, ma nel contempo, ha permesso alla storia di questo paese, di scrollarsi di dosso un po' di vecchiume. Siamo fatti così: vogliamo l'attualità, il nuovo che avanza, le novità che ci sorprendano, ma siamo legati al passato, ai canoni di cinquanta anni fa e scoprire che si pubblicizzi la storia di una coppia separata con una bambina, ci disturba, ci aliena. Oggi le famiglie italiane sono anche queste: Emma la figlia, non è felice se il padre e la mamma sono separati, soffre perché non sono più insieme. Si divide tra l'una e l'altro, tuttavia si inventa (ecco l'anima dello spot) una pesca da comprare per regalarla al papà dicendogli che è un pensiero della mamma. Il papà accetta e riferisce alla piccola che chiamerà la mamma per ringraziarla. No, non ci sto con i soliti rompicoglioni della rete: ha scelto la pesca senza mettere i guanti, ha portato sul nastro un frutto singolo, insomma siamo alla strumentalizzazione della piccola per meri scopi pubblicitari. Sarà così? Non mi interessa, è finito il tempo dello spot casa e famiglia, amore per la famiglia unita e la famiglia modello "Mulino Bianco". Il mondo cambia, ma noi siamo fermi al "Carosello" tv sulla RAI.
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