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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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« BELLA LINDA E PINTA | E MONTAGGIO SU MONTAGGIO... » |
Oltre un anno e mezzo fa, su questa pagina, parlavamo di una scelta ritenuta azzardata e provocatoria da parte del nostro governo: le nomine di venti nuovi direttori da destinare ai più importanti musei italiani. La polemica nacque immediatamente subito dopo la diffusione dell'elenco, poiché, appena scanditi i nomi esteri il mugugno montò tra gli addetti al lavoro e i giornali poi, amplificarono il caso! "Ma come? Chiamiamo a lavorare in Italia gli stranieri e trasferiamo altrove i nostri professionisti dell'arte?". Il ministro Franceschini nominò venti direttori con una avvedutezza azzeccata: sette stranieri provenienti da più parti d'Europa, tredici italiani di cui quattro fatti rientrare dall'estero dove lavoravano. Fu, nonostante le sterili polemiche d'allora, una mossa mirata e proficua, poiché in un anno e mezzo di lavoro, i musei italiani hanno capito cosa sia correre, appassionarsi, organizzarsi e accogliere centinaia di migliaia di visitatori con meno problemi e più intraprendenza. All'epoca fui d'accordo con questa scelta "originale", i prescelti non erano scartine e le mosse furono tutte indovinate. Coloro che furono rimossi e trasferiti, come spesso accade, non erano discutibili, ma erano insufficienti e carenti per la passione e la volontà che essi mettevano nell'affrontare il loro mandato. Lassismo, menefreghismo e unico traguardo per certa gente, è solo il 27 del mese, oltre non si va! Un modo di fare, una scelta tipica italiana che da anni ci danneggia! Passiamo ai fatti: Mauro Felicori italiano portato a dirigere la Reggia di Caserta è persona di alto livello, spostato da Bologna a Caserta, ebbe dopo pochi mesi al lavoro, una nota di biasimo da parte dei lavoratori da lui dipendenti: "Questo direttore lavora sodo, non si ferma mai, non c'è il tempo di fumare una sigaretta!". Pensate che a Caserta, il vecchio direttore non lo conosceva nessuno, mai visto in giro per il centro della città. Felicori invece, per gli appuntamenti di lavoro, si serviva di un bar (non so se abbia cambiato bar) per incontrarsi con grossi personaggi. La Reggia versava in uno stato critico con ali adibite ad abitazioni di persone che....booh, chi erano? Andate a visitarla oggi e capirete cosa possa fare una "mano" giusta al posto e al momento giusto. Uffizi di Firenze: il direttore è Eike Schmdit il quale applicandosi con l'aiuto del "Dipartimento di Informatica dell'Aquila", ha studiato come evitare il casino per visitare la "Venere" del Botticelli. Un imbuto incredibile che inibiva e ingrossava la fila alle spalle della gente che pressava per entrare nel salone. Ebbene, è bastato spostare la "Venere" in altro locale più grande e più luminoso, posizionarla in un certo modo, e il traffico ora è più scorrevole e meno incasinato. Inoltre il problema è stato risolto anche per le altre opere del Botticelli. Il prossimo a cambiare posto sarà il grande Leonardo. Insomma, chi si ferma è perduto, vale sempre e se ci è arrivato un tedesco perché non un italiano? Sgarbi e Daverio furono molto critici con queste scelte esterofile, oggi dovrebbero ricredersi poiché non si trattò di semplice operazione di "facciata" come definirono la scelta di Franceschini.
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