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A CHI IL LAVORO? A NOI!

Post n°3047 pubblicato il 08 Novembre 2018 da monellaccio19
 

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Non era solo il "sogno" di Checco Zalone in un dei suoi divertenti film, era uno scopo, un traguardo, una finalità inevitabile in un paese dove serenità e tranquillità, potevano derivare solo dal così detto posto fisso. In un tempo non lontano l'unico posto fisso sicuro e garantito, era il posto statale. Avuto quello, si potevano fare i comodini propri senza essere licenziati. Ora sono cambiati i tempi e le nuove esigenze del mercato del lavoro, le nuove generazioni, ambiscono a ben altro visto che lo stato non è più in grado di offrire garanzie e certezze lavorative. La regione Lombardia, con una proposta presentata da sette consiglieri regionali leghisti e accettata dalla giunta Fontana, sta mettendo in pratica un nuovo modello di lavoro per quanto riguarda il verde pubblico delle città lombarde: un premio speciale a quei comuni che non faranno ricorso a mano d'opera di "extracomunitari" richiedenti asilo. Una ormai diffusa pratica italiana, dove per dare possibilità ai nostri "ospiti" di lavorare e guadagnare qualche soldino, si usa  la loro manualità per la cura dei giardini, dei parchi e quant'altro fosse bisognoso di pulizia e cura. Bene, questo tipo di lavoro, a prescindere da ogni considerazione sociopolitica, era presa in considerazione anche per un motivo ben preciso: trovare lavoratori italiani per mantenere il verde cittadino, era un problema, un dover cercare con molta difficoltà. I lavori poco pagati e duri da svolgere, non fanno parte dei sogni degli italiani, puntano a ben altro e si nota poiché disertano le richieste avanzate. Orbene, i sette leghisti hanno argomentato abbondantemente le loro ragioni e spingono in tale direzione perché come è noto, "Prima gli Italiani" è una regola di vita, inesorabile e incontrastabile. Occorrono competenze per fare servizio e i richiedenti asili, non posseggono la capacità, la professionalità e la formazione per eseguire tali incombenze. I premi inoltre, servono a quei comuni che servendosi di extracomunitari, inquinano il mercato e non badano alla potenzialità del territorio e dei primi fruitori del lavoro tutto made in Italy. Una serie di balle messe nero su bianco per fare il gioco di Salvini: o se ne vanno per conto loro, oppure li sbattiamo fuori noi! Con questa regola non si va da nessuna parte e il tempo sarà galantuomo poiché dimostrerà che  se non si da una mano a costoro, probabilmente finiranno nelle mani delle cosche mafiose e no. Non dimentichiamo che spacciare, per esempio, è molto più remunerativo che curare il verde pubblico. Se inibiamo, alieniamo i richiedenti asilo, cosa dovrebbero fare per campare? Rubare? Spacciare? Commettere piccoli reati? Andiamo su, con tutte le buone ragioni di questo mondo, non sono loro che ci porteranno alla rovina, ma le regole, le leggi e la loro dura cervice poiché inducono a vedere in costoro, solo gente di colore e rispettando una loro equazione, sono certi che negri è uguale a malavitosi. Non è così e il verde pubblico se dovrà aspettare gli italiani, appassirà, morirà e sara tutto desolatamente arido. 

 
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e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 08/11/18 alle 18:35 via WEB
Che gli italiani non ambiscano a lavori cosidetti umili è una realtà. Non solo in ambito dei lavori pubblici, ma anche nelle aziende o, per esempio, nell'assistenza agli anziani o nelle collaborazioni domestiche. E quindi quelle mansioni vengono 'occupate' dagli extra comunitari.
E' pur vero, però, che gli italiani e le italiane che non prestano la loro manodopera di solito non spacciano e che spesso raggiungono una soglia di quasi povertà. Ora, se non ci fossero gli extra comunitari ( o una parte di essi) pensi che gli italiani non scenderebbero dal loro piedistallo e si rimboccherebbero le maniche anche per pulire i giardini?
A volte penso che ci sia troppa poca crisi ancora ...perchè quando è fame è fame per tutti e non c'è lavoro umile che tenga per portare a casa la pagnotta.
Buonissima serata, Carlo!
p.s.: bellissimo Quo Vado!
 
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