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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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« SESSANTA E NON MOSTRARLI | ...E SE LO DICE LUI... » |
No, non è il titolo di un film e nemmeno una profezia maligna, è una scena catastrofica ma non troppo, per un esodo che comincia a dare segni evidenti e malefici. L'ultima scena eclatante che ricorda il momento drammatico attuale, avvenne nel lontano 1975 durante una crisi pesantissima e irreversibile. Ma cosa accade in realtà oggi? Nulla di imprevisto e inimmaginabile: Trump è il manovratore, la sua amministrazione surreale e avventurosa, ha sconquassato l'economia generale del paese. I repubblicani stanno sbagliando un po' tutto e i fragili equilibri tenuti in vita dalle precedenti amministrazioni, hanno cominciato da un bel po' a scricchiolare paurosamente. Le destre stanno dimostrando che non è con i proclami stratosferici e con le analisi ad uso e consumo personale che si risolvono i problemi. New York, la grande mela, il sogno dei tanti che almeno una volta vorrebbero visitarla, non è più una metropoli per ricchi! E se non lo è per i ricchi, figuriamoci se può ambire ad esserlo, almeno in certi quartieri, per il ceto medio. Sulla amministrazione della città o meglio, su ogni famiglia, grava un debito pubblico di 81.100 dollari. Una situazione che tende ad essere insopportabile per tutti: per coloro che lavorano e non guadagnano abbastanza e per coloro che guadagnano tanto ma vengono tassati per il 70% del reddito! Secondo tecnici ed economisti, la situazione non è allegra, un recupero non è prevedibile e si allunga l'ombra del dissesto finanziario. Fuggono tutti, Amazon per primo è scappato dalla città portando dietro la sua potenziale seconda sede americana: insopportabile situazione economica che ha indotto la forza lavoro dei grandi gruppi, a lasciare la piazza newyorkese. Migliaia e migliaia di famiglie hanno abbandonato il campo per trasferirsi altrove, dove le pretese sono più accettabili. La grande mela è la città più cara al mondo, l'imposizione fiscale è altissima e da quando si è insediato il sindaco De Blasio, le spese pubbliche sono aumentate del 32% fino a raggiungere 3 miliardi di dollari per quest'anno. Pertanto meno investimenti, meno aziende grandi e importanti in città e meno cittadini pronti a sopportare un grande carico fiscale. Trump, fiducioso e spaccone come sempre, prevede una ripresa costante e netta, ma se nell'immediato tutto ciò non accadrà, gli esperti e gli analisti prevedono una bancarotta per la grande mela. Quando un bruco si impadronisce di una mela, la mela non sarà mai intonsa e buona, il buco anche se piccolo, lo si noterà comunque.
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